Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Roxanne Lowit / Giuseppe Varchetta – Pattern Room
Un testo critico di Marco Belpoliti accompagna e commenta il lavoro dei due fotografi che documentano, interpretandole, le intriganti relazioni tra il corpo delle opere, degli artisti e dei visitatori
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Mercoledì 30 aprile 2008 alle ore 19 aprirà la mostra fotografica Pattern Room. Fotografie di Roxanne Lowit e Giuseppe Varchetta, con un testo di Marco Belpoliti, presso la Collezione Maramotti in via Fratelli Cervi 66 a Reggio Emilia.
Il titolo dell’esposizione è aperto, volutamente evocativo.
Richiama inoltre l’antica funzione dei locali in cui la mostra è allestita: l’ideazione e la realizzazione di prototipi e modelli, quando l’edificio era fabbrica di produzione Max Mara.
La mostra si inserisce all’interno della manifestazione Fotografia europea, organizzata dall’amministrazione cittadina, che quest’anno è alla sua terza edizione e ha come tema il corpo nel suo aspetto multisensoriale.
Le immagini di Roxanne Lowit e di Giuseppe Varchetta sono due diversi sguardi che documentano, interpretandole, le intriganti relazioni tra il corpo delle opere, degli artisti e dei visitatori nello spazio espositivo, scatti realizzati in occasione dell’opening della Collezione. La mostra vuole evidenziare questo complesso sistema di relazioni di forze e di energie che si potenzia nei reciproci rispecchiamenti.
Un testo critico di Marco Belpoliti accompagna e commenta il lavoro dei due fotografi, proponendo una riflessione sulla triangolazione autore, opera, visitatore e sul ruolo del fotografo.
Gli scatti di Roxanne Lowit rendono protagonisti i corpi, trasformando in icona l’artista dinnanzi al proprio lavoro oppure “rubando” insolite confidenze fra artisti e opere in un gioco di libere ed eleganti narrazioni. Lei stessa dichiara: “Le nove fotografie scelte mostrano non solo gli artisti, i loro lavori e le proprie muse, ma anche gli spettatori che interagiscono con le opere, immortalando lo spirito del momento –l’interazione tra macchina fotografica e soggetto, tra artista e musa, tra me e voi.
Sono ora completamente ritornata ai “patterns” (“modelli”, “fantasie”, “disegni”), avendo io cominciato la mia carriera disegnando fantasie come designer tessile. Fui felicemente fuorviata da una macchina fotografica che mi ha oggi riportato alla “modelleria” in cui una volta i modelli venivano tagliati e dove il percorso della creatività continua”.
Le immagini rigorosamente in bianco e nero di Giuseppe Varchetta riprendono spazi rarefatti, ma densi di significato e fissano le energie sottili che corrono tra corpi che si tangono: quelli dei visitatori e quelli delle opere, consegnandoci identità inedite delle opere stesse, ogni volta rinnovate dalle differenti percezioni di chi guarda.
Roxanne Lowit ha ottenuto i primi riconoscimenti come fotografa agli inizi degli anni Ottanta, raccontando, attraverso gli occhi dei suoi protagonisti, la vita notturna internazionale. Il suo lavoro attraversa e indaga molti mondi, offrendoci fugaci visioni al loro interno: dall’arte alla moda, dalle drag queen alla vita di personaggi ricchi e famosi. E’ stata la prima grande fotografa a focalizzare le atmosfere elettrizzate del backstage delle sfilate di moda. I suoi scatti sono immediatamente riconoscibili grazie alla sua capacità di catturare l’euforia del momento. Il suo primo libro è infatti intitolato Moments. Le opere della Lowit sono state esposte al Metropolitan Museum of Art e al Whitney Museum a New York e al Victoria and Albert Museum a Londra. Ha esposto inoltre a Parigi, Montecarlo, Amsterdam, Düsseldorf e Berlino. La collezione permanente del Kobe Fashion Museum raccoglie alcune sue fotografie.
Giuseppe Varchetta, psicosocioanalista, ha operato a lungo in ambito aziendale occupandosi di sviluppo organizzativo e gestione delle risorse umane.
La sua attitudine professionale all’ascolto delle esperienze e alla notazione è stata riversata nella sua precoce passione per la fotografia. Ininterrotte nel corso degli anni le sue esplorazioni fotografiche all’interno di musei e gallerie sia in Europa che negli Stati Uniti. Soprattutto attratto dalla straordinaria relazione, nell’arte contemporanea, tra visitatore e opera, ha saputo documentare e restituirci, in tal modo, prospettive inedite di visione delle opere stesse.
Marco Belpoliti, scrittore e saggista, insegna Sociologia della Letteratura all’Università di Bergamo. Collabora con giornali e riviste. Ha pubblicato di recente: L'occhio di Calvino (Einaudi 2006), La prova (Einaudi 2007), La foto di Moro (Nottetempo 2008).
Si occupa del rapporto tra letteratura e arti visive e in particolare della fotografia contemporanea. Nella pubblicazione Doppio Zero (Einaudi 2003) ci offre un’insolita e appassionata mappatura sulla contemporaneità con interessanti riflessioni sull’alfabeto del corpo e i linguaggi artistici.
Il titolo dell’esposizione è aperto, volutamente evocativo.
Richiama inoltre l’antica funzione dei locali in cui la mostra è allestita: l’ideazione e la realizzazione di prototipi e modelli, quando l’edificio era fabbrica di produzione Max Mara.
La mostra si inserisce all’interno della manifestazione Fotografia europea, organizzata dall’amministrazione cittadina, che quest’anno è alla sua terza edizione e ha come tema il corpo nel suo aspetto multisensoriale.
Le immagini di Roxanne Lowit e di Giuseppe Varchetta sono due diversi sguardi che documentano, interpretandole, le intriganti relazioni tra il corpo delle opere, degli artisti e dei visitatori nello spazio espositivo, scatti realizzati in occasione dell’opening della Collezione. La mostra vuole evidenziare questo complesso sistema di relazioni di forze e di energie che si potenzia nei reciproci rispecchiamenti.
Un testo critico di Marco Belpoliti accompagna e commenta il lavoro dei due fotografi, proponendo una riflessione sulla triangolazione autore, opera, visitatore e sul ruolo del fotografo.
Gli scatti di Roxanne Lowit rendono protagonisti i corpi, trasformando in icona l’artista dinnanzi al proprio lavoro oppure “rubando” insolite confidenze fra artisti e opere in un gioco di libere ed eleganti narrazioni. Lei stessa dichiara: “Le nove fotografie scelte mostrano non solo gli artisti, i loro lavori e le proprie muse, ma anche gli spettatori che interagiscono con le opere, immortalando lo spirito del momento –l’interazione tra macchina fotografica e soggetto, tra artista e musa, tra me e voi.
Sono ora completamente ritornata ai “patterns” (“modelli”, “fantasie”, “disegni”), avendo io cominciato la mia carriera disegnando fantasie come designer tessile. Fui felicemente fuorviata da una macchina fotografica che mi ha oggi riportato alla “modelleria” in cui una volta i modelli venivano tagliati e dove il percorso della creatività continua”.
Le immagini rigorosamente in bianco e nero di Giuseppe Varchetta riprendono spazi rarefatti, ma densi di significato e fissano le energie sottili che corrono tra corpi che si tangono: quelli dei visitatori e quelli delle opere, consegnandoci identità inedite delle opere stesse, ogni volta rinnovate dalle differenti percezioni di chi guarda.
Roxanne Lowit ha ottenuto i primi riconoscimenti come fotografa agli inizi degli anni Ottanta, raccontando, attraverso gli occhi dei suoi protagonisti, la vita notturna internazionale. Il suo lavoro attraversa e indaga molti mondi, offrendoci fugaci visioni al loro interno: dall’arte alla moda, dalle drag queen alla vita di personaggi ricchi e famosi. E’ stata la prima grande fotografa a focalizzare le atmosfere elettrizzate del backstage delle sfilate di moda. I suoi scatti sono immediatamente riconoscibili grazie alla sua capacità di catturare l’euforia del momento. Il suo primo libro è infatti intitolato Moments. Le opere della Lowit sono state esposte al Metropolitan Museum of Art e al Whitney Museum a New York e al Victoria and Albert Museum a Londra. Ha esposto inoltre a Parigi, Montecarlo, Amsterdam, Düsseldorf e Berlino. La collezione permanente del Kobe Fashion Museum raccoglie alcune sue fotografie.
Giuseppe Varchetta, psicosocioanalista, ha operato a lungo in ambito aziendale occupandosi di sviluppo organizzativo e gestione delle risorse umane.
La sua attitudine professionale all’ascolto delle esperienze e alla notazione è stata riversata nella sua precoce passione per la fotografia. Ininterrotte nel corso degli anni le sue esplorazioni fotografiche all’interno di musei e gallerie sia in Europa che negli Stati Uniti. Soprattutto attratto dalla straordinaria relazione, nell’arte contemporanea, tra visitatore e opera, ha saputo documentare e restituirci, in tal modo, prospettive inedite di visione delle opere stesse.
Marco Belpoliti, scrittore e saggista, insegna Sociologia della Letteratura all’Università di Bergamo. Collabora con giornali e riviste. Ha pubblicato di recente: L'occhio di Calvino (Einaudi 2006), La prova (Einaudi 2007), La foto di Moro (Nottetempo 2008).
Si occupa del rapporto tra letteratura e arti visive e in particolare della fotografia contemporanea. Nella pubblicazione Doppio Zero (Einaudi 2003) ci offre un’insolita e appassionata mappatura sulla contemporaneità con interessanti riflessioni sull’alfabeto del corpo e i linguaggi artistici.
30
aprile 2008
Roxanne Lowit / Giuseppe Varchetta – Pattern Room
Dal 30 aprile al 25 maggio 2008
fotografia
Location
COLLEZIONE MARAMOTTI
Reggio Nell'emilia, Via Fratelli Cervi, 66, (Reggio Nell'emilia)
Reggio Nell'emilia, Via Fratelli Cervi, 66, (Reggio Nell'emilia)
Biglietti
dal 30 aprile al 4 maggio la mostra è a ingresso libero; dal 6 al 25 maggio è aperta ai visitatori della collezione permanente
Orario di apertura
dal 1° al 4 maggio: 10–13 e 14,30–18; dal 6 al 25 maggio: giovedì e venerdì 14,30- 18,30, sabato e domenica 9,30-12,30 e 15–18
Vernissage
30 Aprile 2008, ore 19
Ufficio stampa
STUDIO PESCI
Autore