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Ruggero Lenci – Traslazioni. Architetture, ornamenti, sculture, grafica
In mostra diverse tipologie di opere con una considerevole unità stilistica: opere di Architettura, rappresentate con modelli e pannelli fotografici, ornamenti, classificabili commercialmente come gioielli, opere plastiche che rientrano in ambito scultoreo, grafica e un dipinto su tela.
Comunicato stampa
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Traslazioni, translazioni in antico, dal latino transferre, è qui usato in molti dei significati che assume in diversi contesti, da quello letterario a quello psicanalitico.
Sono in mostra molte diverse tipologie di opere con una considerevole unità stilistica: opere di Architettura, rappresentate con modelli e pannelli fotografici, ornamenti, classificabili commercialmente come gioielli, opere plastiche che rientrano in ambito scultoreo, grafica e un dipinto su tela di sei metri quadrati.
Ruggero Lenci definisce morfemi le sue opere, caratterizzate, come si vede, da un continuo salto di scala.
Ciò è possibile anche per un controllo assoluto dell’oggetto/scultura/modello ottenibile attraverso processi informatici.
L’architetto Lenci si prodiga nell’arte, nella pittura come nella scultura, a volte conservando le caratteristiche dei suoi morfemi nell’una, o trasferendole nell’altra.
Tutto ciò in una continua translitterazione di senso, di forma, di segno e di materia.
I segni, tanto nell’acribia dell’attività grafica e pittorica, quanto ritagliati nella materia si ritrovano a tutte le scale: in alcuni splendidi bracciali e interessanti architetture, nelle algide prove stampate in 3D, nelle facce dei solidi lucidi/opachi fusi nel bronzo.
A questa attività scultorea Ruggero Lenci aggiunge una particolare inclinazione al disegno in punta di matita a volte colorata.
Traslazioni, in senso proprio, può significare, come si è visto sin qui, il trasporto dei suoi morfemi, costruiti nella sua formazione e pratica di Architetto in modo lineare, geometrico, a dimensioni altre dalla Architettura: fa comprendere la cronaca degli atti ma non la spiega.
Se lo si legge piuttosto come raro sinonimo di transfert, in psicanalisi, dà probabilmente qualche spiegazione in più: del passaggio dalla architettura, dal tema del corpo nello spazio, all’ornamento del corpo, si può tentare di dare una interpretazione strutturale: è cambiata nella mente di Lenci, nella sua visione del mondo, la posizione della Architettura.
Da un lato per la sua alleanza strutturale con il consumo del suolo, da un altro per la distanza temporale fra il progetto e il compiersi delle condizioni per la sua realizzazione.
Così i bianchi modelli ora esposti a Embrice, muta testimonianza di un divenire improbabile, si sono presentati all’Architetto nella loro iconicità di oggetti oltre che come momento transitorio della verifica intermedia di un possibile edificio.
Il passaggio da questo alle fusioni in bronzo, al quale l’Autore dedica una particolare attenzione in questi ultimi anni, con l’intermediazione di modelli realizzati con stampanti 3D, può essere letto come un approdo: non è più il corpo nello spazio né l’ornamento del corpo ma, potenzialmente, la mano che affronta la materia.
Con risultati che, come nel caso precedente, finiscono nella tipologia di opere scultoree.
Tuttavia, come nel caso dei gioielli, nelle opere meglio riuscite la tridimensionalità della scultura è ottenuta per reiterazione di elementi geometrici, che si compongono in un insieme plastico, nel quale l’organizzazione mentale continua a tener lontana la materia: la dannazione della architettura, del labirinto, torna a prevalere.
Carlo Severati
Sono in mostra molte diverse tipologie di opere con una considerevole unità stilistica: opere di Architettura, rappresentate con modelli e pannelli fotografici, ornamenti, classificabili commercialmente come gioielli, opere plastiche che rientrano in ambito scultoreo, grafica e un dipinto su tela di sei metri quadrati.
Ruggero Lenci definisce morfemi le sue opere, caratterizzate, come si vede, da un continuo salto di scala.
Ciò è possibile anche per un controllo assoluto dell’oggetto/scultura/modello ottenibile attraverso processi informatici.
L’architetto Lenci si prodiga nell’arte, nella pittura come nella scultura, a volte conservando le caratteristiche dei suoi morfemi nell’una, o trasferendole nell’altra.
Tutto ciò in una continua translitterazione di senso, di forma, di segno e di materia.
I segni, tanto nell’acribia dell’attività grafica e pittorica, quanto ritagliati nella materia si ritrovano a tutte le scale: in alcuni splendidi bracciali e interessanti architetture, nelle algide prove stampate in 3D, nelle facce dei solidi lucidi/opachi fusi nel bronzo.
A questa attività scultorea Ruggero Lenci aggiunge una particolare inclinazione al disegno in punta di matita a volte colorata.
Traslazioni, in senso proprio, può significare, come si è visto sin qui, il trasporto dei suoi morfemi, costruiti nella sua formazione e pratica di Architetto in modo lineare, geometrico, a dimensioni altre dalla Architettura: fa comprendere la cronaca degli atti ma non la spiega.
Se lo si legge piuttosto come raro sinonimo di transfert, in psicanalisi, dà probabilmente qualche spiegazione in più: del passaggio dalla architettura, dal tema del corpo nello spazio, all’ornamento del corpo, si può tentare di dare una interpretazione strutturale: è cambiata nella mente di Lenci, nella sua visione del mondo, la posizione della Architettura.
Da un lato per la sua alleanza strutturale con il consumo del suolo, da un altro per la distanza temporale fra il progetto e il compiersi delle condizioni per la sua realizzazione.
Così i bianchi modelli ora esposti a Embrice, muta testimonianza di un divenire improbabile, si sono presentati all’Architetto nella loro iconicità di oggetti oltre che come momento transitorio della verifica intermedia di un possibile edificio.
Il passaggio da questo alle fusioni in bronzo, al quale l’Autore dedica una particolare attenzione in questi ultimi anni, con l’intermediazione di modelli realizzati con stampanti 3D, può essere letto come un approdo: non è più il corpo nello spazio né l’ornamento del corpo ma, potenzialmente, la mano che affronta la materia.
Con risultati che, come nel caso precedente, finiscono nella tipologia di opere scultoree.
Tuttavia, come nel caso dei gioielli, nelle opere meglio riuscite la tridimensionalità della scultura è ottenuta per reiterazione di elementi geometrici, che si compongono in un insieme plastico, nel quale l’organizzazione mentale continua a tener lontana la materia: la dannazione della architettura, del labirinto, torna a prevalere.
Carlo Severati
26
marzo 2022
Ruggero Lenci – Traslazioni. Architetture, ornamenti, sculture, grafica
Dal 26 marzo all'otto aprile 2022
architettura
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
GALLERIA EMBRICE
Roma, Via Delle Sette Chiese, 78, (Roma)
Roma, Via Delle Sette Chiese, 78, (Roma)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato, dalle 18:00 alle 20:00 (domenica chiuso)
Vernissage
26 Marzo 2022, dalle 18:00
Sito web
Autore
Curatore
Autore testo critico