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Sabine Delafon – Le Rayon vert
L’artista, che vive e lavora tra Milano e la Francia, nella Mono Room della Warehouse presenta una selezione della serie dei Quadri fogli, da una collezione di 3000 quadrifogli iniziata dalla Delafon nel 1999. Una ricerca – spiega l’artista – sulla rarità, l’eccezione, la superstizione, il destino.
Comunicato stampa
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Il raggio verde (fonte Wikipedia) è quel fenomeno ottico che è possibile vedere nelle giornate d’estate, quando il sole, sparendo al tramonto, crea un sottile strato debolmente luminoso che nasce e si arresta in pochi secondi. Generalmente, viene avvertito ad occhio nudo nelle giornate chiare. Il raggio verde è frutto della rifrazione della luce solare da parte dell'atmosfera, più evidente al tramonto, quando i raggi solari radenti attraversano uno strato d'aria più spesso.
Il fenomeno del raggio verde, titolo di un film di Eric Rohmer degli anni Ottanta, è stato scelto per la mostra di Sabine Delafon (Grenoble, Francia, 1975) nella Mono Room della Warehouse, come chiave di lettura metaforica di alcuni suoi lavori. Il raggio verde è un fenomeno naturale piuttosto impercettibile all’occhio, da intendersi come rivelazione momentanea, segno, nella poetica artistica della Delafon, di un rapporto costante tra una dimensione fisica visibile ed una più astratta e metafisica. Quello creato da Sabine Delafon è in effetti un raggio verde immaginario, più mentale che reale, composto da una serie di venti quadrifogli (40 x 32 cm) stampati, montati su alluminio e sotto plexiglas, posti uno accanto all’altro a formare un orizzonte di colore verde formato da tante icone portafortuna.
Molti dei lavori della Delafon, tuttavia, nascono proprio da un approccio quotidiano molto concreto, fisico, materiale, nascono da un’attitudine collezionistica, da un’esigenza di accumulo di dati e successiva archiviazione, di azioni ripetute. Tra i tanti oggetti maniacalmente e pazientemente collezionati, archiviati e conservati dall’artista nel corso del tempo, dalle fototessere di Ex ai vetri di Attenti ai più recenti Questionnaire sottoposti ad amici, colleghi ed addetti ai lavori, ci sono anche 3000 Quadri fogli. Il 31 gennaio 2007 Sabine Delafon aveva inviato ad amici e conoscenti, professionisti del mondo dell'arte e non, l'immagine di un quadrifoglio come presente benaugurante per l'anno nuovo. Raccolti e collezionati dall'artista dal 1999 i quadrifogli sono 3000, ognuno differente con le sue caratteristiche – aveva scritto Francesca di Nardo in occasione della mostra presso lo studio di Massimo Alba a Milano - ognuno unico come i suoi possessori.
Il quadrifoglio (ibidem) è un’anomalia, relativamente rara, del trifoglio, che può presentare eccezionalmente delle foglie composte da quattro piccole foglioline invece che da tre. In inglese ed in francese il quadrifoglio viene definito più puntualmente di quanto non avvenga in italiano: four-leaved clover e trèfle à quatre feuilles, ossia trifoglio a quattro foglie. Nella cultura popolare, a causa della sua rarità, si ritiene che trovare o ricevere in dono dei quadrifogli sia di buon auspicio.
Nel lavoro della Delafon sacro e profano, vero e verosimile, come nel caso del raggio verde visibile su un’unica parete della Mono Room grazie alla somma di tanti quadrifogli, convivono e a volte si mescolano e si confondono l’uno nell’altro. La sua ricerca ha la caratteristica di collocarsi in una zona liminare, in un luogo di passaggio che rende i suoi lavori fragili ed incorporei come i vetri di Attenti o verosimili e ironici come Allèluia, annuncio mortuario con cui l’artista dichiarava conclusa la sua decennale attività artistica individuale e preparava la nascita della SDC, la corporation fondata a suo nome nel 2008.
Anche in quel caso sacro e profano si mescolavano, perché sull’annuncio compariva proprio un quadrifoglio, sorta di icona scaramantica ambasciatrice di buoni auspici. Le Rayon vert di Sabine Delafon è dunque un miraggio che si concretizza, un raggio verde di buona sorte e buona fortuna.
Sabine Delafon (Grenoble, Francia, 1975) vive e lavora tra Milano e la Francia.
Il fenomeno del raggio verde, titolo di un film di Eric Rohmer degli anni Ottanta, è stato scelto per la mostra di Sabine Delafon (Grenoble, Francia, 1975) nella Mono Room della Warehouse, come chiave di lettura metaforica di alcuni suoi lavori. Il raggio verde è un fenomeno naturale piuttosto impercettibile all’occhio, da intendersi come rivelazione momentanea, segno, nella poetica artistica della Delafon, di un rapporto costante tra una dimensione fisica visibile ed una più astratta e metafisica. Quello creato da Sabine Delafon è in effetti un raggio verde immaginario, più mentale che reale, composto da una serie di venti quadrifogli (40 x 32 cm) stampati, montati su alluminio e sotto plexiglas, posti uno accanto all’altro a formare un orizzonte di colore verde formato da tante icone portafortuna.
Molti dei lavori della Delafon, tuttavia, nascono proprio da un approccio quotidiano molto concreto, fisico, materiale, nascono da un’attitudine collezionistica, da un’esigenza di accumulo di dati e successiva archiviazione, di azioni ripetute. Tra i tanti oggetti maniacalmente e pazientemente collezionati, archiviati e conservati dall’artista nel corso del tempo, dalle fototessere di Ex ai vetri di Attenti ai più recenti Questionnaire sottoposti ad amici, colleghi ed addetti ai lavori, ci sono anche 3000 Quadri fogli. Il 31 gennaio 2007 Sabine Delafon aveva inviato ad amici e conoscenti, professionisti del mondo dell'arte e non, l'immagine di un quadrifoglio come presente benaugurante per l'anno nuovo. Raccolti e collezionati dall'artista dal 1999 i quadrifogli sono 3000, ognuno differente con le sue caratteristiche – aveva scritto Francesca di Nardo in occasione della mostra presso lo studio di Massimo Alba a Milano - ognuno unico come i suoi possessori.
Il quadrifoglio (ibidem) è un’anomalia, relativamente rara, del trifoglio, che può presentare eccezionalmente delle foglie composte da quattro piccole foglioline invece che da tre. In inglese ed in francese il quadrifoglio viene definito più puntualmente di quanto non avvenga in italiano: four-leaved clover e trèfle à quatre feuilles, ossia trifoglio a quattro foglie. Nella cultura popolare, a causa della sua rarità, si ritiene che trovare o ricevere in dono dei quadrifogli sia di buon auspicio.
Nel lavoro della Delafon sacro e profano, vero e verosimile, come nel caso del raggio verde visibile su un’unica parete della Mono Room grazie alla somma di tanti quadrifogli, convivono e a volte si mescolano e si confondono l’uno nell’altro. La sua ricerca ha la caratteristica di collocarsi in una zona liminare, in un luogo di passaggio che rende i suoi lavori fragili ed incorporei come i vetri di Attenti o verosimili e ironici come Allèluia, annuncio mortuario con cui l’artista dichiarava conclusa la sua decennale attività artistica individuale e preparava la nascita della SDC, la corporation fondata a suo nome nel 2008.
Anche in quel caso sacro e profano si mescolavano, perché sull’annuncio compariva proprio un quadrifoglio, sorta di icona scaramantica ambasciatrice di buoni auspici. Le Rayon vert di Sabine Delafon è dunque un miraggio che si concretizza, un raggio verde di buona sorte e buona fortuna.
Sabine Delafon (Grenoble, Francia, 1975) vive e lavora tra Milano e la Francia.
15
ottobre 2010
Sabine Delafon – Le Rayon vert
Dal 15 ottobre al 27 novembre 2010
arte contemporanea
Location
WAREHOUSE CONTEMPORARY ART
Teramo, Via Giulio C. Canzanese, 51, (Teramo)
Teramo, Via Giulio C. Canzanese, 51, (Teramo)
Orario di apertura
martedì e mercoledì ore 15,30-19,30
giovedì, venerdì e sabato ore 10,30-13,30 e 15,30-19,30
Vernissage
15 Ottobre 2010, ore 19.00
Autore
Curatore