Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Sabino Galante / Anna Maria Maciechowska / Fulvio Rinaldi
In mostra si potranno ammirare più di 45 lavori dei 3 artisti in esposizione, ognuno con un proprio stile, Galante con la rappresentazione del sogno, Maciechowska con la sua arte fluida e Rinaldi con il suo magnifico figurativo policromo.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La biologia è quella branca delle scienze che studia le basi della vita, i meccanismi, le interazioni e gli equilibri che la permettono, nel mondo animale e vegetale. L’arte è quella branca dei linguaggi umani in grado di esprimere le basi di ogni attività umana, i meccanismi, le interazioni e gli equilibri che la permettono, nel mondo animale e vegetale. Arte e Biologia emergono, dunque, essere due punti di vista dello stesso processo vitale che attiva ogni esistenza organica (e non). Anna Maria Maciechowska intuisce questa linea diretta tra scienza e creatività e la amalgama in un prodotto unico attraverso estratti, frammenti, finestre sul processo omeostatico che regola ogni corpo. Polpe di colori, schegge di materie, strappi di tessuti sono osservati e registrati sotto la luce focale e netta dello strumento scientifico. Si tratta di un procedimento microchirurgico della fauna cellulare che grazie al filtro estetizzante ottiene l’immagine di quei stati psicofisici momentanei di reazione a percezioni o stimoli che turbano l'omeostasi definiti emozioni. La pittura tanto empirica quanto astratta di Maciechowska dimostra oggettivamente e inequivocabilmente l’eguaglianza tra scienza e arte, tra sentimento e ragione, tra essere e esistere.
Il gioco è coinvolgimento, apprendimento, memoria. Il gioco è un flusso narrativo che trasforma azioni, sensazioni, produzioni, esperienze in abilità. Imparare a giocare significa imparare a ricordare e, quindi, imparare ad essere umani. L’essere umano, infatti, è l’unico animale capace di proiettare il proprio pensiero nel passato e nel futuro e non esistere solo hic et nunc come il resto del mondo animale terrestre. In questa ottica l’arte di Sabino Galante si presenta come una pedagogia del gioco estetizzata che da forma al primo pensiero sequenziale che attiva la mente umana: quello del gioco. Gli strumenti ludici, che sono anche quelli immaginativi e teatrali, sono gli elementi del primo linguaggio articolato - quello visivo - che vincolano i processi mnemonici a determinate forme archetipiche in cui è sita la nostra capacità di ragionare. Pertanto, in accordo con il primo vero pedagogista contemporaneo Jean Piaget, l’attività ludica e i suoi strumenti orientano verso lo sviluppo dell’individuo come tale, poiché attivano la socializzazione, lo sviluppo cognitivo ed intellettuale e insegnano all’essere di narrare, ovvero immaginare la propria esistenza. Galante offre istantanee di questo processo è riattiva in chi fruisce i suoi quadri quei processi congeniti e vitali che danno senso all’intera esistenza umana.
Eigengrau, il colore del buio, è ciò che sembra trasparire come cardine della ricerca estetica di Fulvio Rinaldi. La percezione di questa specifica gradazione cromatica dottata di una sua luce intrinseca è un fenomeno originato dalla retina, insieme alle connessioni cerebrali associate alla visione, dove la percezione di questo strano colore è una sorta di residuo o rumore visivo dell’attività neuronale. Pertanto anche quando chiudiamo gli occhi diverse strutture neurali del sistema visivo rimangono attivi, generando attività cerebrale in assenza di luce che il cervello non è in grado di separare da una vera percezione di luminosità. Si tratta di un fenomeno che dimostra come la nostra mente è in grado di sentire la cromia anche in assenza di una luce fenomenica. Un fenomeno che le opere di Rinaldi esplicitano chiaramente attraverso una lunga ricerca, dal 1970 ad oggi, non tanto della luce e le forme che prendono corpo attraverso essa, quanto della negatività luminosa, ovvero l’assenza di luce che produce forme e colori grazie unicamente al lavoro della mente. I negativi monocromi e policromi di Rinaldi emergono, prima ancora che situazioni fotografiche o giochi di luce, come rivelazioni mentali di un linguaggio visivo psico-fisiologico che non possiamo definire più solo immaginario. L’artista dimostra come i segnali inviati dai nostri nervi ottici dalla retina non sono distinguibili ai segnali cerebrali prodotte da fotoni reali quando siamo in presenza di luce, quelli che ci fanno vedere o creare un colore.
Denitza Nedkova
Il gioco è coinvolgimento, apprendimento, memoria. Il gioco è un flusso narrativo che trasforma azioni, sensazioni, produzioni, esperienze in abilità. Imparare a giocare significa imparare a ricordare e, quindi, imparare ad essere umani. L’essere umano, infatti, è l’unico animale capace di proiettare il proprio pensiero nel passato e nel futuro e non esistere solo hic et nunc come il resto del mondo animale terrestre. In questa ottica l’arte di Sabino Galante si presenta come una pedagogia del gioco estetizzata che da forma al primo pensiero sequenziale che attiva la mente umana: quello del gioco. Gli strumenti ludici, che sono anche quelli immaginativi e teatrali, sono gli elementi del primo linguaggio articolato - quello visivo - che vincolano i processi mnemonici a determinate forme archetipiche in cui è sita la nostra capacità di ragionare. Pertanto, in accordo con il primo vero pedagogista contemporaneo Jean Piaget, l’attività ludica e i suoi strumenti orientano verso lo sviluppo dell’individuo come tale, poiché attivano la socializzazione, lo sviluppo cognitivo ed intellettuale e insegnano all’essere di narrare, ovvero immaginare la propria esistenza. Galante offre istantanee di questo processo è riattiva in chi fruisce i suoi quadri quei processi congeniti e vitali che danno senso all’intera esistenza umana.
Eigengrau, il colore del buio, è ciò che sembra trasparire come cardine della ricerca estetica di Fulvio Rinaldi. La percezione di questa specifica gradazione cromatica dottata di una sua luce intrinseca è un fenomeno originato dalla retina, insieme alle connessioni cerebrali associate alla visione, dove la percezione di questo strano colore è una sorta di residuo o rumore visivo dell’attività neuronale. Pertanto anche quando chiudiamo gli occhi diverse strutture neurali del sistema visivo rimangono attivi, generando attività cerebrale in assenza di luce che il cervello non è in grado di separare da una vera percezione di luminosità. Si tratta di un fenomeno che dimostra come la nostra mente è in grado di sentire la cromia anche in assenza di una luce fenomenica. Un fenomeno che le opere di Rinaldi esplicitano chiaramente attraverso una lunga ricerca, dal 1970 ad oggi, non tanto della luce e le forme che prendono corpo attraverso essa, quanto della negatività luminosa, ovvero l’assenza di luce che produce forme e colori grazie unicamente al lavoro della mente. I negativi monocromi e policromi di Rinaldi emergono, prima ancora che situazioni fotografiche o giochi di luce, come rivelazioni mentali di un linguaggio visivo psico-fisiologico che non possiamo definire più solo immaginario. L’artista dimostra come i segnali inviati dai nostri nervi ottici dalla retina non sono distinguibili ai segnali cerebrali prodotte da fotoni reali quando siamo in presenza di luce, quelli che ci fanno vedere o creare un colore.
Denitza Nedkova
19
settembre 2020
Sabino Galante / Anna Maria Maciechowska / Fulvio Rinaldi
Dal 19 settembre al primo ottobre 2020
arte contemporanea
Location
GALLERIA WIKIARTE
Bologna, Via San Felice, 18, (Bologna)
Bologna, Via San Felice, 18, (Bologna)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 11-18
Vernissage
19 Settembre 2020, ore 18
Autore
Curatore
Autore testo critico
Progetto grafico