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Sabrina D’Alessandro – URPS. Ufficio Resurrezione Parole Smarrite
La ricerca artistica di Sabrina D’Alessandro si concentra sul rapporto tra linguaggio e immaginario ed in particolare sulle potenzialità espressive delle parole desuete. Il progetto la conduce nel 2011 alla realizzazione del volume “Il libro delle parole altrimenti smarrite” (Ed.Rizzoli, 2011)
Comunicato stampa
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La galleria Cesare Manzo è lieta di presentare URPS, mostra personale di Sabrina D’Alessandro (Milano, 1975).
URPS è l’acronimo di Ufficio Resurrezione Parole Smarrite, ovvero “ente preposto al recupero ed alla diffusione di parole smarrite benché utilissime alla vita sulla terra”. La mostra è un “inventario di parole desuete recuperate, indagate, espanse, combinate, reinterpretate, oggettificate” dall’artista.
La ricerca artistica di Sabrina D’Alessandro si concentra sul rapporto tra linguaggio e immaginario ed in particolare sulle potenzialità espressive delle parole desuete.
L’artista sviluppa sin dal 2008 un attento lavoro di ricerca sulle parole sorpassate e non più in uso della lingua italiana e da loro nuova vita, raffigurandole grazie alla trasposizione visiva della loro articolazione sonora, del loro pronunciamento, e del loro antico ma attuale significato.
Il progetto la conduce nel 2011 alla realizzazione del volume “Il libro delle parole altrimenti smarrite” (Edizioni Rizzoli, 2011), segnalato ne “Il libro dell’anno 2011” dell’Enciclopedia Treccani. Qui le parole vengono ricercate, catalogate, legate a coppie di due ed illustrate attraverso ingegnose e bizzarre allegorie.
Nell’ambito della mostra l’artista propone un abbecedario sovraillustrato delle sue parole smarrite, concretizzato attraverso oggetti assemblati in edicole che coniugano visibilmente il vocabolo. Ogni pezzo prima di tutto è un icona e poi un atto filologico enigmatico realizzato attraverso l’effige di alcuni oggetti a loro volta desueti e marginali; tra scultura e lettura si instaura una comunione che mettendo in relazione la sfera degli oggetti con quella delle parole ne supera l’eterogeneità nel modo più disinvolto.
Questi capricci etimologici vengono congegnati come tabernacoli, sono assemblaggi surreali, intrichi primari, montaggi azionati dalla lettura pronunciabile della parola che campeggia sull’opera. I lavori di Sabrina D’Alessandro si propongono al visitatore come meccanismi giocosi, spettacolo di curiosità verbali, in cui l ‘associazione tra oggetti e parole realizza sempre una rivelazione spiritosa e funzionale alla crescita della fantasia perchè mira ad una fruizione dinamicamente attiva dell’opera.
All’interno del catalogo è presente un saggio di Gianni Garrera.
URPS è l’acronimo di Ufficio Resurrezione Parole Smarrite, ovvero “ente preposto al recupero ed alla diffusione di parole smarrite benché utilissime alla vita sulla terra”. La mostra è un “inventario di parole desuete recuperate, indagate, espanse, combinate, reinterpretate, oggettificate” dall’artista.
La ricerca artistica di Sabrina D’Alessandro si concentra sul rapporto tra linguaggio e immaginario ed in particolare sulle potenzialità espressive delle parole desuete.
L’artista sviluppa sin dal 2008 un attento lavoro di ricerca sulle parole sorpassate e non più in uso della lingua italiana e da loro nuova vita, raffigurandole grazie alla trasposizione visiva della loro articolazione sonora, del loro pronunciamento, e del loro antico ma attuale significato.
Il progetto la conduce nel 2011 alla realizzazione del volume “Il libro delle parole altrimenti smarrite” (Edizioni Rizzoli, 2011), segnalato ne “Il libro dell’anno 2011” dell’Enciclopedia Treccani. Qui le parole vengono ricercate, catalogate, legate a coppie di due ed illustrate attraverso ingegnose e bizzarre allegorie.
Nell’ambito della mostra l’artista propone un abbecedario sovraillustrato delle sue parole smarrite, concretizzato attraverso oggetti assemblati in edicole che coniugano visibilmente il vocabolo. Ogni pezzo prima di tutto è un icona e poi un atto filologico enigmatico realizzato attraverso l’effige di alcuni oggetti a loro volta desueti e marginali; tra scultura e lettura si instaura una comunione che mettendo in relazione la sfera degli oggetti con quella delle parole ne supera l’eterogeneità nel modo più disinvolto.
Questi capricci etimologici vengono congegnati come tabernacoli, sono assemblaggi surreali, intrichi primari, montaggi azionati dalla lettura pronunciabile della parola che campeggia sull’opera. I lavori di Sabrina D’Alessandro si propongono al visitatore come meccanismi giocosi, spettacolo di curiosità verbali, in cui l ‘associazione tra oggetti e parole realizza sempre una rivelazione spiritosa e funzionale alla crescita della fantasia perchè mira ad una fruizione dinamicamente attiva dell’opera.
All’interno del catalogo è presente un saggio di Gianni Garrera.
05
ottobre 2013
Sabrina D’Alessandro – URPS. Ufficio Resurrezione Parole Smarrite
Dal 05 ottobre al 23 novembre 2013
arte contemporanea
Location
GALLERIA CESARE MANZO
Pescara, Via Umbria, 48, (Pescara)
Pescara, Via Umbria, 48, (Pescara)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato 10 – 13; 16 – 19
Vernissage
5 Ottobre 2013, ore 18
Autore