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Sabrina Grossi – Eterni Ritorni
Elementi quali l’acqua, l’aria, la luce e le atmosfere suggerite dalle differenti ore del giorno, modificati da condizioni climatiche sempre mutevoli, realizzano una pittura dinamica e fluida, che partendo da note impressioniste vira velocemente verso toni espressionisti, poi astratti e informali.
Comunicato stampa
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Si inaugura venerdì 22 dicembre 2017, alle ore 18, presso gli spazi espositivi della Residenza Cannaregio di Venezia (Calle dei Riformati 3210/A, Cannaregio, Venezia; vedi scheda evento allegata), Eterni Ritorni, personale dell’artista Sabrina Grossi, con presentazione critica a cura di Gaetano Salerno.
La mostra, visitabile fino a venerdì 6 aprile 2018, è realizzata dalla Residenza Cannaregio di Venezia in collaborazione con Segnoperenne.
Eterni Ritorni presenterà al pubblico una selezione critica di lavori realizzati dalla pittrice veneziana Sabrina Grossi negli ultimi anni. L’allestimento della mostra, a cura di Francesco Di Pumpo, metterà in evidenza il percorso di ricerca dell’artista scandito da opere appartenenti a differenti cicli, in parte inedite e realizzate per l’importante evento espositivo veneziano.
Sabrina Grossi da tempo ritrae l’ambiente veneziano focalizzando la propria attenzione su elementi quali l’acqua, l’aria, la luce e le particolari atmosfere suggerite dalla commistione di questi elementi naturali nelle differenti ore del giorno, modificati da condizioni climatiche sempre mutevoli e inafferrabili, realizzando una pittura immediata, dinamica e fluida, che partendo da note impressioniste vira velocemente verso toni espressionisti, poi astratti e informali.
La quarantina di lavori presenti in mostra, di piccole, medie e grandi dimensioni, rappresentano visioni languide e poetiche di un mondo racchiuso entro la terra e il cielo, delimitato da gronde lagunari e lunghe e basse linee d’orizzonte che spostano il punto di fuga in prospettive ampie e ingabbiabili e modificano il confine certo degli elementi, trasformano il rigore delle figure che popolano questi micromondi in realtà evanescenti, in perenne disfacimento, in lenta ma inesorabile dissoluzione; note liriche e struggenti che relegano ciascun paesaggio a un momento assoluto, estraneo alle logiche del tempo e dello spazio, sempre in relazione tra passato e presente, tra reminiscenza e presenza.
Debitrice della grande tradizione della pittura paesaggistica di laguna l’artista evolve così la propria pittura con tecniche espressive e realizzative miste; l’olio e l’acrilico, i pennelli e le spatole creano sulla tela accumuli e sottrazioni di materia che ricordano i suoni e i sentori dell’ambiente marino, le mura cittadine di marmi bianchi e rossi mattoni percorse e segnate dall’acqua salmastra, i silenzi di un mondo antico dispersi entro universi che fondono e amplificano gamme cromatiche iperboliche, giocate tra improvvise e biancheggianti lumeggiature e abbassamenti tonali per riportare, entro queste visioni sentimentali, le molte e sfaccettate realtà dimensionali che solo la Laguna di Venezia sembra in grado di accogliere e di restituire inaspettatamente, filtrate dallo sguardo attento di Sabrina Grossi - nel suo costante e instancabile peregrinare (attraverso un percorso d’immersione fisico e metaforico) nei luoghi a lei cari e (ri)conosciuti - pronto e rapido a riportarne sulla tela le sintetiche suggestioni.
Come ha scritto Gaetano Salerno, a proposito del lavoro di Sabrina Grossi, nel testo critico Eterni ritorni (oltre gli ineffabili smarrimenti):
[…] Gli iperbolici riverberi della luce solare o lunare specchiata dai canali, restituita con nuova forza e tracciata naturalmente sulle acque da nuovi segni per l’occhio di chi attento la sa guardare, consentono infatti all’artista sia di ragionare sulle regole costruttive del soggetto ritratto, sia di rendere ciascun soggetto correlativo oggettivo ed esprimere, attraverso di esso, un dato emotivo e solipsistico significativo della propria esperienza e della propria esistenza.
Le immagini di questo ciclo di dipinti risultano infatti frammentate, disgregate e scomposte come l’animo umano; sembrano alludere, in ogni increspatura acquatica, in ogni lembo di terra che qua e là emerge dalla linea quieta e pacifica del mar salso, in ciascuna minima variazione luminosa, alla metaforica genesi di una nuova realtà, più soggettiva ed emozionale, che nettamente rinuncia all’oggettività nella quale esiste solo la forma concreta per conferire nuove forme di verità a ciascuna narrazione pittorica intesa come attimo irripetibile e unico.
E come Venezia, musa ispiratrice e madre di questa ricerca, condensa in sé la dualità dell’esistere - la città stessa è luogo eletto di coesistenze antitetiche eppure possibili, di estremi concilianti - così la pittura di Sabrina Grossi accoglie le antitesi figurative e astratte della visione che qui equamente accordano ed evidenziano entità mai pienamente comprensibili, mai pienamente afferrabili, mai pienamente ritraibili; percorrendo il segmento che unisce il certo all’incerto, il gesto dell’artista è dunque fluido e rapido, come sospinto dai venti di maestrale e come dissolto dalla bruma dell’aria lagunare che stempera e dilata i confini di questi scorci colti nella lontananza di spazi ampissimi, di lunghi campi prospettici, retti da altrettanto incerte e indefinite vaghezze poetiche.
Tutto appare sospeso nel limbo che specchia la figura nel suo archetipo astratto e originante, separa l’ineludibile materialità dei soggetti dalla loro suggestione, aprendosi a svolte e virate concettuali; e i codici informali ai quali approda l’artista offrono gli strumenti per una rinnovata lettura di un territorio già noto eppure sempre sconosciuto e divengono il pretesto - sembra dirci Sabrina Grossi - per ridiscutere una certezza e determinatezza esecutiva che apparirebbero soltanto come un’ipocrita forzatura del reale, una piegatura innaturale a concetti rappresentativi di un’idea potenziale, in cerca di definizione che è poi il concetto primo della vita stessa.
Nella forma dunque che non è più e non è ancora l’artista lascia affiorare talvolta una visione amica, la sagoma di un palazzo o di una chiesa, la bassa linea di un orizzonte che percorre le direttive dei nostri sguardi ora conducendoci a un approdo sicuro, ora spingendoci oltre il paesaggio stesso, in un luogo altro lirico e sfuggente, svincolato dalle coordinate e dalle cronologie imposte dallo spaziotempo.
La suggestiva e ragionata selezione degli ultimi lavori dell’artista presenti in mostra, punti della laguna mai certamente identificabili, mai espressamente dichiarati, risveglia sentimenti esperiti, recuperati nei ricordi di un passato lontano eppure innegabilmente attuale, presente nella ritualità di un’alba, di un giorno qualunque (alle Sei e trenta) che richiama un istante eterno, un eterno ritorno nei luoghi delle rimembranze, un qui e ora che ciclicamente si rinnova e del quale l’artista si riscopre testimone eletta […]”.
(catalogo con testo critico completo, a cura di Gaetano Salerno, disponibile in mostra)
Sabrina Grossi
Sabrina Grossi nasce a Venezia nel 1963.
Nel 1981 consegue il diploma di Maestro d’Arte (indirizzo grafico) presso l’Istituto Statale d’Arte di Venezia.
Prosegue poi il suo percorso artistico iscrivendosi all’Accademia delle Belle Arti di Venezia.
Oggi vive e lavora nella sua città e continua la sua ricerca cromatica oltre ad un approfondimento sulla struttura materica; ispirandosi al suo ambiente circostante, il suo lavoro, pur avendo una qualità astratta, è figurativo in natura.
Rappresenta una reazione istintiva ed emotiva che tutti noi proviamo quando ci imbattiamo per la prima volta in una determinata situazione.
Osservando le sue opere emerge costante una memoria del passato mentre, la parte materica, riconduce allo stato attuale, al presente.
Opere ambigue che permettono allo spettatore di decifrare i dettagli attraverso le proprie esperienze.
Ha esposto in varie mostre nel panorama artistico italiano e in quello estero, con esposizioni personali e partecipazioni a movimenti artistici, ottenendo ottimi risultati e consensi di critica.
Alcune sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private.
Dal 2014 è presente nella collezione privata di Cà’ Zanardi di Venezia.
Sabrina Grossi sarà presente presso gli spazi espositivi della Residenza Cannaregio di Venezia venerdì 22 dicembre 2017 (inizio presentazione ore 18), introdotta dal critico d’arte Gaetano Salerno, curatore della mostra.
La mostra, visitabile fino a venerdì 6 aprile 2018, è realizzata dalla Residenza Cannaregio di Venezia in collaborazione con Segnoperenne.
Eterni Ritorni presenterà al pubblico una selezione critica di lavori realizzati dalla pittrice veneziana Sabrina Grossi negli ultimi anni. L’allestimento della mostra, a cura di Francesco Di Pumpo, metterà in evidenza il percorso di ricerca dell’artista scandito da opere appartenenti a differenti cicli, in parte inedite e realizzate per l’importante evento espositivo veneziano.
Sabrina Grossi da tempo ritrae l’ambiente veneziano focalizzando la propria attenzione su elementi quali l’acqua, l’aria, la luce e le particolari atmosfere suggerite dalla commistione di questi elementi naturali nelle differenti ore del giorno, modificati da condizioni climatiche sempre mutevoli e inafferrabili, realizzando una pittura immediata, dinamica e fluida, che partendo da note impressioniste vira velocemente verso toni espressionisti, poi astratti e informali.
La quarantina di lavori presenti in mostra, di piccole, medie e grandi dimensioni, rappresentano visioni languide e poetiche di un mondo racchiuso entro la terra e il cielo, delimitato da gronde lagunari e lunghe e basse linee d’orizzonte che spostano il punto di fuga in prospettive ampie e ingabbiabili e modificano il confine certo degli elementi, trasformano il rigore delle figure che popolano questi micromondi in realtà evanescenti, in perenne disfacimento, in lenta ma inesorabile dissoluzione; note liriche e struggenti che relegano ciascun paesaggio a un momento assoluto, estraneo alle logiche del tempo e dello spazio, sempre in relazione tra passato e presente, tra reminiscenza e presenza.
Debitrice della grande tradizione della pittura paesaggistica di laguna l’artista evolve così la propria pittura con tecniche espressive e realizzative miste; l’olio e l’acrilico, i pennelli e le spatole creano sulla tela accumuli e sottrazioni di materia che ricordano i suoni e i sentori dell’ambiente marino, le mura cittadine di marmi bianchi e rossi mattoni percorse e segnate dall’acqua salmastra, i silenzi di un mondo antico dispersi entro universi che fondono e amplificano gamme cromatiche iperboliche, giocate tra improvvise e biancheggianti lumeggiature e abbassamenti tonali per riportare, entro queste visioni sentimentali, le molte e sfaccettate realtà dimensionali che solo la Laguna di Venezia sembra in grado di accogliere e di restituire inaspettatamente, filtrate dallo sguardo attento di Sabrina Grossi - nel suo costante e instancabile peregrinare (attraverso un percorso d’immersione fisico e metaforico) nei luoghi a lei cari e (ri)conosciuti - pronto e rapido a riportarne sulla tela le sintetiche suggestioni.
Come ha scritto Gaetano Salerno, a proposito del lavoro di Sabrina Grossi, nel testo critico Eterni ritorni (oltre gli ineffabili smarrimenti):
[…] Gli iperbolici riverberi della luce solare o lunare specchiata dai canali, restituita con nuova forza e tracciata naturalmente sulle acque da nuovi segni per l’occhio di chi attento la sa guardare, consentono infatti all’artista sia di ragionare sulle regole costruttive del soggetto ritratto, sia di rendere ciascun soggetto correlativo oggettivo ed esprimere, attraverso di esso, un dato emotivo e solipsistico significativo della propria esperienza e della propria esistenza.
Le immagini di questo ciclo di dipinti risultano infatti frammentate, disgregate e scomposte come l’animo umano; sembrano alludere, in ogni increspatura acquatica, in ogni lembo di terra che qua e là emerge dalla linea quieta e pacifica del mar salso, in ciascuna minima variazione luminosa, alla metaforica genesi di una nuova realtà, più soggettiva ed emozionale, che nettamente rinuncia all’oggettività nella quale esiste solo la forma concreta per conferire nuove forme di verità a ciascuna narrazione pittorica intesa come attimo irripetibile e unico.
E come Venezia, musa ispiratrice e madre di questa ricerca, condensa in sé la dualità dell’esistere - la città stessa è luogo eletto di coesistenze antitetiche eppure possibili, di estremi concilianti - così la pittura di Sabrina Grossi accoglie le antitesi figurative e astratte della visione che qui equamente accordano ed evidenziano entità mai pienamente comprensibili, mai pienamente afferrabili, mai pienamente ritraibili; percorrendo il segmento che unisce il certo all’incerto, il gesto dell’artista è dunque fluido e rapido, come sospinto dai venti di maestrale e come dissolto dalla bruma dell’aria lagunare che stempera e dilata i confini di questi scorci colti nella lontananza di spazi ampissimi, di lunghi campi prospettici, retti da altrettanto incerte e indefinite vaghezze poetiche.
Tutto appare sospeso nel limbo che specchia la figura nel suo archetipo astratto e originante, separa l’ineludibile materialità dei soggetti dalla loro suggestione, aprendosi a svolte e virate concettuali; e i codici informali ai quali approda l’artista offrono gli strumenti per una rinnovata lettura di un territorio già noto eppure sempre sconosciuto e divengono il pretesto - sembra dirci Sabrina Grossi - per ridiscutere una certezza e determinatezza esecutiva che apparirebbero soltanto come un’ipocrita forzatura del reale, una piegatura innaturale a concetti rappresentativi di un’idea potenziale, in cerca di definizione che è poi il concetto primo della vita stessa.
Nella forma dunque che non è più e non è ancora l’artista lascia affiorare talvolta una visione amica, la sagoma di un palazzo o di una chiesa, la bassa linea di un orizzonte che percorre le direttive dei nostri sguardi ora conducendoci a un approdo sicuro, ora spingendoci oltre il paesaggio stesso, in un luogo altro lirico e sfuggente, svincolato dalle coordinate e dalle cronologie imposte dallo spaziotempo.
La suggestiva e ragionata selezione degli ultimi lavori dell’artista presenti in mostra, punti della laguna mai certamente identificabili, mai espressamente dichiarati, risveglia sentimenti esperiti, recuperati nei ricordi di un passato lontano eppure innegabilmente attuale, presente nella ritualità di un’alba, di un giorno qualunque (alle Sei e trenta) che richiama un istante eterno, un eterno ritorno nei luoghi delle rimembranze, un qui e ora che ciclicamente si rinnova e del quale l’artista si riscopre testimone eletta […]”.
(catalogo con testo critico completo, a cura di Gaetano Salerno, disponibile in mostra)
Sabrina Grossi
Sabrina Grossi nasce a Venezia nel 1963.
Nel 1981 consegue il diploma di Maestro d’Arte (indirizzo grafico) presso l’Istituto Statale d’Arte di Venezia.
Prosegue poi il suo percorso artistico iscrivendosi all’Accademia delle Belle Arti di Venezia.
Oggi vive e lavora nella sua città e continua la sua ricerca cromatica oltre ad un approfondimento sulla struttura materica; ispirandosi al suo ambiente circostante, il suo lavoro, pur avendo una qualità astratta, è figurativo in natura.
Rappresenta una reazione istintiva ed emotiva che tutti noi proviamo quando ci imbattiamo per la prima volta in una determinata situazione.
Osservando le sue opere emerge costante una memoria del passato mentre, la parte materica, riconduce allo stato attuale, al presente.
Opere ambigue che permettono allo spettatore di decifrare i dettagli attraverso le proprie esperienze.
Ha esposto in varie mostre nel panorama artistico italiano e in quello estero, con esposizioni personali e partecipazioni a movimenti artistici, ottenendo ottimi risultati e consensi di critica.
Alcune sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private.
Dal 2014 è presente nella collezione privata di Cà’ Zanardi di Venezia.
Sabrina Grossi sarà presente presso gli spazi espositivi della Residenza Cannaregio di Venezia venerdì 22 dicembre 2017 (inizio presentazione ore 18), introdotta dal critico d’arte Gaetano Salerno, curatore della mostra.
22
dicembre 2017
Sabrina Grossi – Eterni Ritorni
Dal 22 dicembre 2017 al 06 aprile 2018
arte contemporanea
Location
RESIDENZA CANNAREGIO
Venezia, Calle Dei Riformati, 3210/A, (Venezia)
Venezia, Calle Dei Riformati, 3210/A, (Venezia)
Orario di apertura
Tutti i giorni, 9.30 - 18.30
Vernissage
22 Dicembre 2017, h 18.00
Autore
Curatore