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Sabrina Mezzaqui / Elisa Biagini – C’è qui nell’aria la parola “ramo”
Nuovo progetto espositivo che si sviluppa intorno al dialogo tra l’artista Sabrina Mezzaqui e la poetessa Elisa Biagini.
Comunicato stampa
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Immagini e parole scaturiscono dall’incontro tra le due autrici in una mostra dove arte visiva e poesia si intrecciano offrendo al visitatore diverse prospettive. Nella contaminazione tra queste due arti, la parola assume un ruolo centrale. La parola poetica, autentica, salda, diventa un ramo cui aggrapparsi per non scivolar via.
I versi che danno il titolo alla mostra sono quelli attraverso i quali Sabrina Mezzaqui è stata catturata dalla poesia di Elisa Biagini durante una lettura pubblica. Entrambe attribuiscono un peso particolare al significato della parola e alla funzione etica svolta dalla poesia e dall’arte. Il legame profondo nato da questo incontro si materializza nelle opere che abitano gli spazi della Galleria. I versi in mostra della Biagini fanno parte di una raccolta di dialoghi immaginari di due grandi autori, appartenenti ad epoche e paesi diversi: Emily Dickinson e Paul Celan. La voce della poetessa accoglie il visitatore all’inizio del percorso, prima di lasciarlo immergere in un intreccio di rami di diversa natura.
Rami di carta, generati, come è consuetudine dell’artista, da tante mani diverse durante una residenza a Lo Scompiglio - Lucca nel 2019 sul tema ‘Della morte e del morire’, animano la parete che diventa il letto di una fioritura tanto decorativa quanto concettuale.
Rami di bronzo fanno da contraltare ai primi e sembrano nascere dal muro, capaci anche di ospitare la raffigurazione di uccellini di cui possiamo solo immaginare il cinguettio o invece sentirlo dai rami degli alberi reali su cui affacciano le finestre della galleria. Le opere di Sabrina Mezzaqui superano così il perimetro della stanza e sconfinano all’esterno prendendo vita propria.
Coprotagonista delle opere è lo spazio vuoto preponderante a cui l’artista assegna un valore preciso, che isola e potenzia l’efficacia della parola, esaltandone il ruolo taumaturgico.
I lavori di Sabrina sono la materializzazione dello scorrere del tempo, rappresentato dal senso del fare manuale, nella ripetizione per ore di lenti gesti semplici. Osservando le opere in mostra, chi ne conosca il resto della produzione, ritrova facilmente degli elementi noti, delle caratteristiche comuni ad altri lavori, riconducibili ad un metodo artistico che è allo stesso tempo una scelta di vita.
Sabrina Mezzaqui ha alternato, infatti, fin dall’inizio del suo percorso artistico diverse tecniche, dal disegno alle installazioni, dal video alla fotografia, spesso utilizzate contemporaneamente all’interno di uno stesso lavoro. In tutte le sperimentazioni del linguaggio ha sempre avuto un atteggiamento di osservazione paziente della realtà̀.
Materiali di uso comune che ricorrono nelle nostre vite, cartoline, biglietti da visita, carte dei cioccolatini, che l’artista sceglie come lemmi del proprio dizionario artistico. Quasi naturalmente è giunta alle pratiche manuali artigianali, che richiedono appunto gesti precisi, lenti e ripetuti sempre uguali con un’attitudine verso un’autodisciplina che molto somiglia alla meditazione. Quasi come in una forma di meditazione, infatti, l’artista sembra evocare anche in queste opere un’atmosfera in cui il tempo è rallentato; le tecniche esecutive che la Mezzaqui sceglie per le opere qui prese in considerazione prevedono il recupero di materiali artigianali come la carta ed il bronzo.
La carta è sicuramente uno dei suoi materiali prediletti. Tagliata, piegata, disegnata e manipolata da mani diverse, questo semplice e usuale elemento riesce a dare forma all’esito di una lettura che è contemplazione del mistero racchiuso nella parola.
Sabrina Mezzaqui nasce a Bologna nel 1964. Vive e lavora a Marzobotto (BO). Tra le ultime mostre ricordiamo: L’abilità di mutare con le circostanze a cura di Maura Pozzati, Fondazione del Monte in collaborazione con Galleria Continua, Oratorio San Filippo Neri, ART CITY Bologna (2021); Terravecchia - Toccacieloscolora, rassegna Una boccata d'arte, a cura di Lidia Berlingieri, un progetto di FoundationElpis in collaborazione con Galleria Continua, Pisticci (MT); La vulnerabilità delle cose preziose, Tenuta dello Scompiglio, Vorno (2019); Autobiografia del rosso, Galleria Continua, San Gimignano (2017); La saggezza della neve, Galleria Continua, San Gimignano (2014); I quaderni di Adriano, Galleria Massimo Minini, Brescia (2016); The Dormancy of the Seed, Bengal Art Lunge, Dhaka, Bangladesh (2012); ciò che la primavera fa con i ciliegi, Galleria Continua, San Gimignano (2011); Forse noi siamo qui per dire: casa, ponte, fontana, brocca, albero da frutti, finestra, L’Ozio, Amsterdam (2010); La realtà non è forte, Sala Gandini del Museo Civico d’Arte, Palazzo dei Musei, Modena (2010); Equipaje de mano/Bagaglio a mano, Istituto Italiano di Cultura - MOCA, Buenos Aires (2009); Mettere a dimora, Galleria Continua, San Gimignano (2008); Come acqua nell’acqua, Castel Sant’Elmo, Napoli (2007); C’è un tempo, GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna, Torino (2006). Ha esposto in spazi pubblici in Italia e all’estero, tra questi: MAR, Ravenna; Palazzo da Mosto – Fondazione Palazzo Magnani, Reggio Emilia; Pilotta-Galleria Nazionale, Parma; Museo Civico d’Arte, Modena; GAM, Torino; Triennale, Milano; Maxxi, Roma; Castel Sant’Elmo, Napoli; Palazzo delle Papesse, Siena; Museion, Bolzano; Mambo, Bologna;…); PS1, New York; INOVA, Milwaukee – WI; Musée Art Modern, Saint-Etienne – F; One Severn Street, Birmingham – GB; Raid Projects Gallery, Los Angeles – CA; Istituto Italiano di Cultura – MOCA, Buenos Aires; Bengal Art Lounge, Dhaka (Bangladesh).
Elisa Biagini ha pubblicato otto raccolte poetiche fra cui L’Ospite (Einaudi, 2004), Fiato. parole per musica (Edizionidif, 2006), Nel Bosco, (Einaudi, 2007), The guest in the wood (Chelsea editions, 2013 - 2014 Best Translated Book Award), Da una crepa (Einaudi 2014; negli USA: Xenos books 2017; in Francia: Cadastre8zero 2018- Prix NUNC 2018), Filamenti (Einaudi 2020) e Close to the teeth (Autumn Hill books, 2021). Ha curato e tradotto l’antologia Nuovi Poeti Americani (Einaudi) e Non separare il no dal sì (Ponte alle Grazie), una scelta di poesie di Paul Celan. Con Antonella Anedda ha pubblicato Poesia come ossigeno. Per un'ecologia della parola (Chiarelettere). Sue poesie sono tradotte in più di quindici lingue e ha partecipato ad importanti festival italiani e internazionali. Insegna scrittura a NYU Florence. www.elisabiagini.it
In ottemperanza alle misure per il contenimento del rischio da contagio Covid-19 gli ingressi alla mostra saranno contingentati
I versi che danno il titolo alla mostra sono quelli attraverso i quali Sabrina Mezzaqui è stata catturata dalla poesia di Elisa Biagini durante una lettura pubblica. Entrambe attribuiscono un peso particolare al significato della parola e alla funzione etica svolta dalla poesia e dall’arte. Il legame profondo nato da questo incontro si materializza nelle opere che abitano gli spazi della Galleria. I versi in mostra della Biagini fanno parte di una raccolta di dialoghi immaginari di due grandi autori, appartenenti ad epoche e paesi diversi: Emily Dickinson e Paul Celan. La voce della poetessa accoglie il visitatore all’inizio del percorso, prima di lasciarlo immergere in un intreccio di rami di diversa natura.
Rami di carta, generati, come è consuetudine dell’artista, da tante mani diverse durante una residenza a Lo Scompiglio - Lucca nel 2019 sul tema ‘Della morte e del morire’, animano la parete che diventa il letto di una fioritura tanto decorativa quanto concettuale.
Rami di bronzo fanno da contraltare ai primi e sembrano nascere dal muro, capaci anche di ospitare la raffigurazione di uccellini di cui possiamo solo immaginare il cinguettio o invece sentirlo dai rami degli alberi reali su cui affacciano le finestre della galleria. Le opere di Sabrina Mezzaqui superano così il perimetro della stanza e sconfinano all’esterno prendendo vita propria.
Coprotagonista delle opere è lo spazio vuoto preponderante a cui l’artista assegna un valore preciso, che isola e potenzia l’efficacia della parola, esaltandone il ruolo taumaturgico.
I lavori di Sabrina sono la materializzazione dello scorrere del tempo, rappresentato dal senso del fare manuale, nella ripetizione per ore di lenti gesti semplici. Osservando le opere in mostra, chi ne conosca il resto della produzione, ritrova facilmente degli elementi noti, delle caratteristiche comuni ad altri lavori, riconducibili ad un metodo artistico che è allo stesso tempo una scelta di vita.
Sabrina Mezzaqui ha alternato, infatti, fin dall’inizio del suo percorso artistico diverse tecniche, dal disegno alle installazioni, dal video alla fotografia, spesso utilizzate contemporaneamente all’interno di uno stesso lavoro. In tutte le sperimentazioni del linguaggio ha sempre avuto un atteggiamento di osservazione paziente della realtà̀.
Materiali di uso comune che ricorrono nelle nostre vite, cartoline, biglietti da visita, carte dei cioccolatini, che l’artista sceglie come lemmi del proprio dizionario artistico. Quasi naturalmente è giunta alle pratiche manuali artigianali, che richiedono appunto gesti precisi, lenti e ripetuti sempre uguali con un’attitudine verso un’autodisciplina che molto somiglia alla meditazione. Quasi come in una forma di meditazione, infatti, l’artista sembra evocare anche in queste opere un’atmosfera in cui il tempo è rallentato; le tecniche esecutive che la Mezzaqui sceglie per le opere qui prese in considerazione prevedono il recupero di materiali artigianali come la carta ed il bronzo.
La carta è sicuramente uno dei suoi materiali prediletti. Tagliata, piegata, disegnata e manipolata da mani diverse, questo semplice e usuale elemento riesce a dare forma all’esito di una lettura che è contemplazione del mistero racchiuso nella parola.
Sabrina Mezzaqui nasce a Bologna nel 1964. Vive e lavora a Marzobotto (BO). Tra le ultime mostre ricordiamo: L’abilità di mutare con le circostanze a cura di Maura Pozzati, Fondazione del Monte in collaborazione con Galleria Continua, Oratorio San Filippo Neri, ART CITY Bologna (2021); Terravecchia - Toccacieloscolora, rassegna Una boccata d'arte, a cura di Lidia Berlingieri, un progetto di FoundationElpis in collaborazione con Galleria Continua, Pisticci (MT); La vulnerabilità delle cose preziose, Tenuta dello Scompiglio, Vorno (2019); Autobiografia del rosso, Galleria Continua, San Gimignano (2017); La saggezza della neve, Galleria Continua, San Gimignano (2014); I quaderni di Adriano, Galleria Massimo Minini, Brescia (2016); The Dormancy of the Seed, Bengal Art Lunge, Dhaka, Bangladesh (2012); ciò che la primavera fa con i ciliegi, Galleria Continua, San Gimignano (2011); Forse noi siamo qui per dire: casa, ponte, fontana, brocca, albero da frutti, finestra, L’Ozio, Amsterdam (2010); La realtà non è forte, Sala Gandini del Museo Civico d’Arte, Palazzo dei Musei, Modena (2010); Equipaje de mano/Bagaglio a mano, Istituto Italiano di Cultura - MOCA, Buenos Aires (2009); Mettere a dimora, Galleria Continua, San Gimignano (2008); Come acqua nell’acqua, Castel Sant’Elmo, Napoli (2007); C’è un tempo, GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna, Torino (2006). Ha esposto in spazi pubblici in Italia e all’estero, tra questi: MAR, Ravenna; Palazzo da Mosto – Fondazione Palazzo Magnani, Reggio Emilia; Pilotta-Galleria Nazionale, Parma; Museo Civico d’Arte, Modena; GAM, Torino; Triennale, Milano; Maxxi, Roma; Castel Sant’Elmo, Napoli; Palazzo delle Papesse, Siena; Museion, Bolzano; Mambo, Bologna;…); PS1, New York; INOVA, Milwaukee – WI; Musée Art Modern, Saint-Etienne – F; One Severn Street, Birmingham – GB; Raid Projects Gallery, Los Angeles – CA; Istituto Italiano di Cultura – MOCA, Buenos Aires; Bengal Art Lounge, Dhaka (Bangladesh).
Elisa Biagini ha pubblicato otto raccolte poetiche fra cui L’Ospite (Einaudi, 2004), Fiato. parole per musica (Edizionidif, 2006), Nel Bosco, (Einaudi, 2007), The guest in the wood (Chelsea editions, 2013 - 2014 Best Translated Book Award), Da una crepa (Einaudi 2014; negli USA: Xenos books 2017; in Francia: Cadastre8zero 2018- Prix NUNC 2018), Filamenti (Einaudi 2020) e Close to the teeth (Autumn Hill books, 2021). Ha curato e tradotto l’antologia Nuovi Poeti Americani (Einaudi) e Non separare il no dal sì (Ponte alle Grazie), una scelta di poesie di Paul Celan. Con Antonella Anedda ha pubblicato Poesia come ossigeno. Per un'ecologia della parola (Chiarelettere). Sue poesie sono tradotte in più di quindici lingue e ha partecipato ad importanti festival italiani e internazionali. Insegna scrittura a NYU Florence. www.elisabiagini.it
In ottemperanza alle misure per il contenimento del rischio da contagio Covid-19 gli ingressi alla mostra saranno contingentati
01
ottobre 2021
Sabrina Mezzaqui / Elisa Biagini – C’è qui nell’aria la parola “ramo”
Dal primo ottobre all'undici dicembre 2021
arte contemporanea
Location
GALLERIA CONTINUA
Roma, Via Vittorio E. Orlando, 3
Roma, Via Vittorio E. Orlando, 3
Orario di apertura
da martedì a sabato 11- 19 solo su appuntamento
Vernissage
1 Settembre 2021, 16-19
Sito web
Ufficio stampa
SILVIA PICHINI
Autore