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Saffaro – Le forme del pensiero
Pittore, scrittore e matematico. A sei anni dalla morte l’Università di Bologna ricorda Luciano Saffaro con una mostra che comprende circa cento opere tra dipinti, disegni e grafiche eseguite dagli anni ’50 al 1997. A cura del Dipartimento di Matematica saranno esposti anche alcuni studi e modelli relativi alle ricerche matematiche dei poliedri.
Comunicato stampa
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Lucio Saffaro (Trieste 1929 – Bologna 1998)
Laureato in fisica pura all’Università di Bologna, è stato pittore, scrittore e matematico. Dagli anni ‘60 si è affermato come una delle figure più originali e inconsuete della cultura italiana, ricevendo ampi riconoscimenti nei campi in cui ha operato. Le sue ricerche sulla determinazione di nuovi poliedri sono state oggetto di numerosi saggi e conferenze in Italia e all’estero. Ha inoltre pubblicato una cinquantina di opere letterarie.
Per l’attività artistica ha esposto alla Biennale di Venezia, alla Quadriennale di Roma e in molte altre importanti rassegne in Italia e all’estero. La sua prima mostra personale, presentata da Francesco Arcangeli, si tenne nel 1962 alla Galleria dell’Obelisco a Roma. Ne seguirono altre 40 allestite, per citarne alcune, al Museo di Castelvecchio a Verona (1979), alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna (1986), al Museo civico di Bassano del Grappa (1991). Le sue opere figurano in importanti collezioni d’arte pubbliche e private. Ha anche ricevuto premi alla Biennale di San Paolo del Brasile (1969) e alle biennali di grafica di Rijeka (1970) e Cracovia (1972).
Nel 1966 inizia ad elaborare le tavole del Tractatus Logicus Prospecticus, esplorazione teorica delle possibilità offerte dalla prospettiva che ampliando i riferimenti e le intuizioni diverrà il perno concettuale di tutta la sua opera. Attorno al 1985 con potenti calcolatori e l’aiuto di alcuni ingegneri dell’Enea di Bologna, elabora la rappresentazione di poliedri di grado elevato e altri complessi studi.
Hanno scritto di lui, tra gli altri: Accame, Anceschi, Arcangeli, Argan, Baratta, Barilli, Calvesi, Carandete, Caroli, Dalai Emiliani, D’Amore, Emiliani, Emmer, Galimberti, Lambertini, Lemaire, Longo, Luxardo Franchi, Marchiori, Marinelli, Masini, Menna, Odifreddi, Quintavalle, Raimondi, Ramat, Ricoeur, Russoli, Volpi, Zevi.
Un anno dopo la scomparsa dell’artista è stata istituita, come da suo desiderio, la Fondazione Lucio Saffaro.
In occasione della mostra sarà pubblicato un catalogo di circa duecentocinquanta pagine riccamente illustrato con tavole a colori e in bianco e nero. Il volume, che si pone come il più vasto contributo sull’opera di questo singolare artista, è introdotto da un ampio saggio di Giovanni Maria Accame, da un contributo di Renato Barilli, da un’ampia antologia critica e da apparati riferiti all’attività artistica, scientifica e letteraria di Lucio Saffaro.
Laureato in fisica pura all’Università di Bologna, è stato pittore, scrittore e matematico. Dagli anni ‘60 si è affermato come una delle figure più originali e inconsuete della cultura italiana, ricevendo ampi riconoscimenti nei campi in cui ha operato. Le sue ricerche sulla determinazione di nuovi poliedri sono state oggetto di numerosi saggi e conferenze in Italia e all’estero. Ha inoltre pubblicato una cinquantina di opere letterarie.
Per l’attività artistica ha esposto alla Biennale di Venezia, alla Quadriennale di Roma e in molte altre importanti rassegne in Italia e all’estero. La sua prima mostra personale, presentata da Francesco Arcangeli, si tenne nel 1962 alla Galleria dell’Obelisco a Roma. Ne seguirono altre 40 allestite, per citarne alcune, al Museo di Castelvecchio a Verona (1979), alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna (1986), al Museo civico di Bassano del Grappa (1991). Le sue opere figurano in importanti collezioni d’arte pubbliche e private. Ha anche ricevuto premi alla Biennale di San Paolo del Brasile (1969) e alle biennali di grafica di Rijeka (1970) e Cracovia (1972).
Nel 1966 inizia ad elaborare le tavole del Tractatus Logicus Prospecticus, esplorazione teorica delle possibilità offerte dalla prospettiva che ampliando i riferimenti e le intuizioni diverrà il perno concettuale di tutta la sua opera. Attorno al 1985 con potenti calcolatori e l’aiuto di alcuni ingegneri dell’Enea di Bologna, elabora la rappresentazione di poliedri di grado elevato e altri complessi studi.
Hanno scritto di lui, tra gli altri: Accame, Anceschi, Arcangeli, Argan, Baratta, Barilli, Calvesi, Carandete, Caroli, Dalai Emiliani, D’Amore, Emiliani, Emmer, Galimberti, Lambertini, Lemaire, Longo, Luxardo Franchi, Marchiori, Marinelli, Masini, Menna, Odifreddi, Quintavalle, Raimondi, Ramat, Ricoeur, Russoli, Volpi, Zevi.
Un anno dopo la scomparsa dell’artista è stata istituita, come da suo desiderio, la Fondazione Lucio Saffaro.
In occasione della mostra sarà pubblicato un catalogo di circa duecentocinquanta pagine riccamente illustrato con tavole a colori e in bianco e nero. Il volume, che si pone come il più vasto contributo sull’opera di questo singolare artista, è introdotto da un ampio saggio di Giovanni Maria Accame, da un contributo di Renato Barilli, da un’ampia antologia critica e da apparati riferiti all’attività artistica, scientifica e letteraria di Lucio Saffaro.
18
marzo 2004
Saffaro – Le forme del pensiero
Dal 18 marzo al 06 giugno 2004
Location
MUSEO DI PALAZZO POGGI
Bologna, Via Zamboni, 33, (Bologna)
Bologna, Via Zamboni, 33, (Bologna)
Orario di apertura
da martedì a venerdì dalle 9 alle 17,00. Sabato e festivi dalle 10,30 alle 17,00
Vernissage
18 Marzo 2004, ore 18