Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Salvatore Amedei – Ri-Letture
L’ispirazione giunge dalle opere d’arte del passato, in particolare del Novecento, che non diventano mai aridi anacronismi o mancati tentativi di aggiornamento bensì genuine attualizzazioni rese divertenti dalla grafica fumettistica e dalla semplificazione dei soggetti
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Ri-Letture
Opere di Salvatore Amedei
Le parodie e le caricature sono le critiche più acute
Aldous Huxley
La storia dell’arte, soprattutto negli ultimi anni, è ricca di riletture e rimandi, riflessioni su opere del passato e interpretazioni dei lavori di grandi artisti. Il concetto di citazione, sdoganato dal significato etico ed operativo che poteva avere nell’arte moderna dove la copia era omaggio ai grandi maestri, acquisizione dello stile e rimodulazione delle forme, vive oggi nella tensione tra anacronismo e postmoderno poiché spesse volte la lettura non è altro che un meccanismo per destrutturare il messaggio. La Pietà di Michelangelo di Jan Fabre, vista come scheletro, o le infinite variazioni sul Cenacolo di Leonardo, o ancora le insufficienti attualizzazioni fotografiche di opere celeberrime, con l’eccesso della visione conducono tutte alla perdita dell’aura dell’opera originale e di quella riprodotta. C’è sottotraccia un’estetica della decadenza che legge i capolavori come vanitas, producendo estreme valutazioni sulla morte (dell’arte), perché essa stessa è incapace di generare bellezza. Ci si appella alla storia, all’arte sacra figurativa, come se solo nella ricerca della verità si potesse sopravvivere alla mancanza di senso, ed ecco allora che ritornano, negate, le categorie assolute di universalità, figuratività, bellezza e narratività. In tali infiniti, e inutili, tentativi di significato ci sono a volte delle piacevoli eccezioni e l’opera di Amedei si colloca proprio in questa categoria. Classe 1985, dopo un corso triennale alla Scuola Internazionale di Comics inizia a lavorare come disegnatore di fumetti maturando un’espressione personale e perfettamente riconoscibile che coniuga la caricatura alla riduzione dei tratti, attraverso una grafia che semplifica le forme e addolcisce i colori, e uno stile cartoon genericamente anti-naturalistico. Negli ultimi anni, sperimentando il bianco e nero come colori esclusivi di campitura, è arrivato ad effetti calligrafici di grande suggestione con le figure che emergono da un intelligente lavoro di inchiostrazione. Il segno semplice ma curatissimo e pulito, rotondeggiante e dinamico, senza tratteggi, campiture, modulazioni o mezzi toni, costruisce le forme attraverso contrasti monocromi, giocando sui contorni e la composizione che si avvale quasi sempre di un punto di vista frontale. L’ispirazione giunge dalle opere d’arte del passato, in particolare del Novecento, che non diventano mai aridi anacronismi o mancati tentativi di aggiornamento bensì genuine attualizzazioni rese divertenti dalla grafica fumettistica e dalla semplificazione dei soggetti. In assenza di vignette Amedei è capace di raccontare una storia, anche con una sola immagine, inserendo nella scena elementi contemporanei, richiamando il presente e il contesto territoriale, suggerendo sviluppi e dinamiche, e richiamando quasi un racconto unitario come se i personaggi delle diverse tele facessero parte di un unico affresco corale. La Pietà di Michelangelo o la Madre morta di Schiele, le donne di Modigliani o gli inquietanti personaggi di Gotico americano di Wood, figure semplici e immediate, vagamente picassiane in alcune scomposizioni formali e anatomiche, appaiono uscite tutte da un surreale museo immaginario. L’assenza dei colori esalta gesti ed espressioni e fissa, nell’immobilità spiazzante del monocromo, un rumore di fondo capace di legare tele e personaggi in un racconto che attinge dal più banale vissuto forme, oggetti e situazioni per trasfigurare il tutto in immagine segnica e onirica, grottesca e ironica, spiazzante e dolce. Solo con questa visione del mondo (e dell’arte), innocente e sognante, è possibile accostarsi ai capolavori del passato senza disintegrarne l’aura, attingendo formule e idee nuove nel tentativo diacronico dell’omaggio. Del resto la parodia è lo sguardo disincantato del mondo.
Tommaso Evangelista
Opere di Salvatore Amedei
Le parodie e le caricature sono le critiche più acute
Aldous Huxley
La storia dell’arte, soprattutto negli ultimi anni, è ricca di riletture e rimandi, riflessioni su opere del passato e interpretazioni dei lavori di grandi artisti. Il concetto di citazione, sdoganato dal significato etico ed operativo che poteva avere nell’arte moderna dove la copia era omaggio ai grandi maestri, acquisizione dello stile e rimodulazione delle forme, vive oggi nella tensione tra anacronismo e postmoderno poiché spesse volte la lettura non è altro che un meccanismo per destrutturare il messaggio. La Pietà di Michelangelo di Jan Fabre, vista come scheletro, o le infinite variazioni sul Cenacolo di Leonardo, o ancora le insufficienti attualizzazioni fotografiche di opere celeberrime, con l’eccesso della visione conducono tutte alla perdita dell’aura dell’opera originale e di quella riprodotta. C’è sottotraccia un’estetica della decadenza che legge i capolavori come vanitas, producendo estreme valutazioni sulla morte (dell’arte), perché essa stessa è incapace di generare bellezza. Ci si appella alla storia, all’arte sacra figurativa, come se solo nella ricerca della verità si potesse sopravvivere alla mancanza di senso, ed ecco allora che ritornano, negate, le categorie assolute di universalità, figuratività, bellezza e narratività. In tali infiniti, e inutili, tentativi di significato ci sono a volte delle piacevoli eccezioni e l’opera di Amedei si colloca proprio in questa categoria. Classe 1985, dopo un corso triennale alla Scuola Internazionale di Comics inizia a lavorare come disegnatore di fumetti maturando un’espressione personale e perfettamente riconoscibile che coniuga la caricatura alla riduzione dei tratti, attraverso una grafia che semplifica le forme e addolcisce i colori, e uno stile cartoon genericamente anti-naturalistico. Negli ultimi anni, sperimentando il bianco e nero come colori esclusivi di campitura, è arrivato ad effetti calligrafici di grande suggestione con le figure che emergono da un intelligente lavoro di inchiostrazione. Il segno semplice ma curatissimo e pulito, rotondeggiante e dinamico, senza tratteggi, campiture, modulazioni o mezzi toni, costruisce le forme attraverso contrasti monocromi, giocando sui contorni e la composizione che si avvale quasi sempre di un punto di vista frontale. L’ispirazione giunge dalle opere d’arte del passato, in particolare del Novecento, che non diventano mai aridi anacronismi o mancati tentativi di aggiornamento bensì genuine attualizzazioni rese divertenti dalla grafica fumettistica e dalla semplificazione dei soggetti. In assenza di vignette Amedei è capace di raccontare una storia, anche con una sola immagine, inserendo nella scena elementi contemporanei, richiamando il presente e il contesto territoriale, suggerendo sviluppi e dinamiche, e richiamando quasi un racconto unitario come se i personaggi delle diverse tele facessero parte di un unico affresco corale. La Pietà di Michelangelo o la Madre morta di Schiele, le donne di Modigliani o gli inquietanti personaggi di Gotico americano di Wood, figure semplici e immediate, vagamente picassiane in alcune scomposizioni formali e anatomiche, appaiono uscite tutte da un surreale museo immaginario. L’assenza dei colori esalta gesti ed espressioni e fissa, nell’immobilità spiazzante del monocromo, un rumore di fondo capace di legare tele e personaggi in un racconto che attinge dal più banale vissuto forme, oggetti e situazioni per trasfigurare il tutto in immagine segnica e onirica, grottesca e ironica, spiazzante e dolce. Solo con questa visione del mondo (e dell’arte), innocente e sognante, è possibile accostarsi ai capolavori del passato senza disintegrarne l’aura, attingendo formule e idee nuove nel tentativo diacronico dell’omaggio. Del resto la parodia è lo sguardo disincantato del mondo.
Tommaso Evangelista
07
dicembre 2013
Salvatore Amedei – Ri-Letture
Dal 07 al 23 dicembre 2013
arte contemporanea
Location
OFFICINA SOLARE GALLERY
Termoli, Via Guglielmo Marconi, 2, (Campobasso)
Termoli, Via Guglielmo Marconi, 2, (Campobasso)
Orario di apertura
tutti i giorni 18.30 / 20.30
Vernissage
7 Dicembre 2013, ore 18.30
Autore
Curatore