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Salvatore Caputo – Colori vissuti – Dal 2010 a oggi: Fleurs
Questa mostra (la sesta e ultima di un ciclo intitolato “Colori vissuti – Un percorso artistico lungo 50 anni”) raccoglie una serie di dipinti, che illustrano la produzione recentissima dell’autore
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La mostra “Dal 2010 a oggi: Fleurs” è il sesto e ultimo evento di un ciclo intitolato “Colori vissuti
– Un percorso artistico lungo 50 anni”, che, durante tutto il 2014, ha esplorato i diversi momenti
dell’opera di Salvatore Caputo, dalle origini a oggi, attraverso sei distinte esposizioni (1 - La ricerca
di sé: dagli inizi ai primi anni ’70; 2 - Anni ’70: paesaggi monocromi e surreali; 3 - Anni ‘80: il
ritorno del Mediterraneo; 4 - Anni ’90: l’irrompere della luce; 5 - 2000- 2010: il fascino oscuro
della materia; 6 - Dal 2010 a oggi: Fleurs).
Quest’ultima tappa evidenzia le molte e differenti suggestioni di cui il nuovo decennio è ricco.
Vi sono i liquorosi paesaggi dorati, quasi antiche mappe, languidi inviti a viaggi verso luoghi
immoti e sognanti. Vi sono poi i quadri “corrosi”, in cui finte tarlature – piccoli trompe l’oeil
– segnano immaginarie tracce del passaggio del tempo e del silente lavorio di impercettibili e
pazienti vite, che, distruggendo, a loro modo aggiungono ornamento all’opera dell’uomo. Continua
la ricerca sulla matericità iniziata negli anni immediatamente precedenti. La sabbia continua a
essere preferenziale base plastica per dipinti su cui sbocciano inaspettati fiori. A volte, i vivaci
colori macchiano notturni intensi; altre, delicate infiorescenze bianche sembrano riflettere la luce
della luna. A questa copiosa produzione di “sabbie” si affianca la produzione di oggetti d’arte su
legno di riutilizzo. Vi è poi una singolare serie di dipinti, i Panni picti, vecchie pezze di tessuto
su cui l’Autore ha voluto, con pennellate veloci e quasi impressionistiche, esprimere la sua
rinnovata esigenza di sinteticità in lavori freschi e, in certo senso, essenziali. La figura umana, tema
continuo eppure spesso nascosto e quasi “mimetico” nell’arte di Caputo, tende ora a sparire del
tutto, lasciando, finalmente, tutto lo spazio a una natura prorompente ma ordinata, quasi in posa
nella fissità di paesaggi impeccabili. Quando presenza umana ancora resiste, essa è funzionale al
paesaggio, e torna, come nei dipinti degli anni ’70, a mischiarsi e confondersi con esso.
Sito web: www.salvatorecaputo.net
– Un percorso artistico lungo 50 anni”, che, durante tutto il 2014, ha esplorato i diversi momenti
dell’opera di Salvatore Caputo, dalle origini a oggi, attraverso sei distinte esposizioni (1 - La ricerca
di sé: dagli inizi ai primi anni ’70; 2 - Anni ’70: paesaggi monocromi e surreali; 3 - Anni ‘80: il
ritorno del Mediterraneo; 4 - Anni ’90: l’irrompere della luce; 5 - 2000- 2010: il fascino oscuro
della materia; 6 - Dal 2010 a oggi: Fleurs).
Quest’ultima tappa evidenzia le molte e differenti suggestioni di cui il nuovo decennio è ricco.
Vi sono i liquorosi paesaggi dorati, quasi antiche mappe, languidi inviti a viaggi verso luoghi
immoti e sognanti. Vi sono poi i quadri “corrosi”, in cui finte tarlature – piccoli trompe l’oeil
– segnano immaginarie tracce del passaggio del tempo e del silente lavorio di impercettibili e
pazienti vite, che, distruggendo, a loro modo aggiungono ornamento all’opera dell’uomo. Continua
la ricerca sulla matericità iniziata negli anni immediatamente precedenti. La sabbia continua a
essere preferenziale base plastica per dipinti su cui sbocciano inaspettati fiori. A volte, i vivaci
colori macchiano notturni intensi; altre, delicate infiorescenze bianche sembrano riflettere la luce
della luna. A questa copiosa produzione di “sabbie” si affianca la produzione di oggetti d’arte su
legno di riutilizzo. Vi è poi una singolare serie di dipinti, i Panni picti, vecchie pezze di tessuto
su cui l’Autore ha voluto, con pennellate veloci e quasi impressionistiche, esprimere la sua
rinnovata esigenza di sinteticità in lavori freschi e, in certo senso, essenziali. La figura umana, tema
continuo eppure spesso nascosto e quasi “mimetico” nell’arte di Caputo, tende ora a sparire del
tutto, lasciando, finalmente, tutto lo spazio a una natura prorompente ma ordinata, quasi in posa
nella fissità di paesaggi impeccabili. Quando presenza umana ancora resiste, essa è funzionale al
paesaggio, e torna, come nei dipinti degli anni ’70, a mischiarsi e confondersi con esso.
Sito web: www.salvatorecaputo.net
05
dicembre 2014
Salvatore Caputo – Colori vissuti – Dal 2010 a oggi: Fleurs
Dal 05 dicembre 2014 al 06 gennaio 2015
arte contemporanea
Location
PALAZZO CHIARAMONTE-STERI
Palermo, Piazza Marina, 61, (Palermo)
Palermo, Piazza Marina, 61, (Palermo)
Orario di apertura
Dal martedì alla domenica, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19. CHIUSO giovedì 25 dicembre
Vernissage
5 Dicembre 2014, h 19
Autore
Curatore