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Salvatore Emblema – Being There – Oltre il Giardino
Being There – Oltre il Giardino è una retrospettiva dedicata ai lavori ambientali e alle correlate opere pittoriche realizzate da Salvatore Emblema nel corso di oltre cinquanta anni di carriera
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 8 luglio alle ore 18:00, presso Palazzo Belmonte Riso, sede palermitana del Polo regionale
d'Arte Moderna e Contemporanea di Palermo e presso la Cappella dell’Incoronazione, si inaugura la
mostra personale di Salvatore Emblema dal titolo Being There - Oltre il Giardino. L’esposizione, a
cura del Comitato Scientifico “Being There”, è organizzata da Palazzo Belmonte Riso in collaborazione
con Museo Emblema. Resterà aperta al pubblico fino al 5 settembre 2017.
Being There - Oltre il Giardino è una retrospettiva dedicata ai lavori ambientali e alle correlate opere
pittoriche realizzate da Salvatore Emblema nel corso di oltre cinquanta anni di carriera. Dagli
esperimenti pittorici giovanili dove si includono, in un impianto ancora vagamente figurativo, elementi
naturali sulla superficie del quadro, fino alle grandi istallazioni ambientali della seconda metà degli
anni Settanta dove la natura è oggetto (nel suo complesso) dell’opera d’arte e l’opera d’arte è (al
contempo) inserita nel contesto spaziale del paesaggio. Un gioco di evasioni e continui ritorni alla
spazialità del quadro. Una spazialità intesa come il territorio compositivo della pittura. Che però si
evolve, negli anni, come uno strumento attraverso cui filtrare e decodificare il contesto naturale, il
paesaggio, l’apparente immobilità dell’orizzonte.
La Tappa di Palermo - che apre il vero percorso di Being There, dopo le anteprime dedicate alle opere
degli anni Settanta (Trasparenza alla Galleria Bugada e Cargnel di Parigi; Selected Works 1973-1979
alla Galleria Fonti di Napoli) - abbraccia l’intero percorso creativo di Emblema. La mostra, con un
taglio biografico e letterario, mira ad analizzare l’ambivalenza di fondo della ricerca di Emblema che è
assieme riformatrice dell’oggetto quadro e pure profonda assertrice della sua ontologia tradizionale.
Il titolo prende a prestito il nome dal romanzo di Jerzy Kosinski (Being There - Presenze) e dal film
omonimo con Peter Sellers (Oltre il giardino nella traduzione italiana) dove il giardino diventa
metafora di un viaggio (da e verso una natura sublimata ed interiorizzata) che è anche, per Emblema,
un viaggio reale, esistenziale. È facile identificare la biografia e la ricerca di Salvatore Emblema con
l’idea di un uomo che applica al processo artistico principi e meccanismi desunti da un sapere arcaico,
elementare, profondamente terraneo e che pure non accetta altro confine che non sia il perimetro del
cielo.
"Siamo particolarmente lieti - dichiara Valeria Patrizia Li Vigni, direttrice del Polo Museale - di
realizzare questo progetto che vede operare in sinergia più istituzioni del contemporaneo e mette in
rete i due spazi espositivi palermitani del Polo Museale, Palazzo Belmonte Riso e la Cappella
dell'Incoronazione, per una mostra che ripercorre la produzione di un artista attento al rapporto tra lo
spazio e la luce, l'uomo e l'ambiente naturale, tematiche care al Museo Riso, più vote affrontate in altre
mostre e oggi più che mai attuali".
Il percorso espositivo si articola in 4 nuclei crono-tematici:
ESERCIZI DI GEOGRAFIA ELEMENTARE (1956/2000)
La mostra si apre con un piccolo nucleo di lavori dedicato ai primi esperimenti pittorici eseguiti dal
1956. Emblema in questo periodo si dibatte ancora tra moduli figurativi ed una già accurata indagine
sui materiali (terre vulcaniche e foglie disseccate). Sviluppa un linguaggio di compromesso costituito
da paesaggi bucolici, figure oblunghe e ritratti eseguiti con collage fullografici. Emblema in questi anni
si trasferisce da Terzigno, paese natale sulle pendici del Vesuvio, a Roma. Nella Capitale è preso sotto
l’ala protettrice di intellettuali di spicco come Carlo Levi ed Ugo Moretti. I due scrittori probabilmente
incoraggiano queste espressioni ancora giovanili, calcando la mano sul prototipo neorealista del
giovane proveniente dalle aree rurali del Sud, dotato di genuino talento e legittima volontà di
elevazione intellettuale. In varie fasi dal 1956 e fino al 1965 iniziano i soggiorni di Emblema a New
York dove alloggia a casa del musicista Don Henry nell’Upper West Side. L’artista, giunto in America
accettando un iniziale invito di David Rockfeller, cerca di emanciparsi dal ruolo del giovane pittore
proletario dalla poetica ingenua ed istintiva. Le opere dei primi anni ‘60 risentono indubbiamente
della lezione di Mark Rothko (influenza attestata da Giulio Carlo Argan e da Palma Bucarelli) ma
conservano una portanza materica e una scaltrezza dell’impianto compositivo del tutto estranea alla
ricerca dell’americano. In questa stessa decade Emblema inizia anche una serie di indagini artistiche
operate direttamente sul paesaggio, opere ambientali che anticipano di alcuni anni alcune
caratteristiche operative proprie della Land Art americana ed europea. È un esempio di questi lavori
d’arte ambientale “Alberi Colorati”, una porzione di pineta giovane dove gli alberi vengono
interamente ricoperti con pigmenti biocompatibili in bianco e rosa. Una istallazione efemerale,
destinata a scomparire nel fisiologico processo di crescita della pianta (BEING THERE VESUVIO -
settembre 2017)
OLTRE IL GIARDINO (1969/1979):
Nucleo centrale di Being There è la sezione dedicata ai lavori ambientali e alle tele degli anni ’70. Nel
1969 Emblema realizza il suo primo quadro “de-tessuto” incentrato sul tema della trasparenza. Queste
opere diventeranno la sua immagine iconica. Negli anni ’70 Emblema realizza anche una serie di vasti
interventi ambientali che fungono da base di indagine per le ultime opere di questo periodo le
“Doppie Tele”, portate in mostra in varie sedi museali da Argan e Bucarelli. Queste nuove indagini sul
paesaggio assumono talvolta la portanza di vere e proprie sculture trasparenti. In altri casi sono
giganteschi telai autoportanti dove la superficie della juta, spesso intrisa di colore, è esposta ai giochi
mutevoli della luce, delle forme dell’orizzonte e del vento. Questo nucleo espositivo ha una sua
propaggine allestitiva nella Cappella dell’Incoronazione. Le specifiche comprendono anche una video
proiezione dedicata che è incentrata su un time-lapse tridimensionale: è mostrato l’evolversi delle
forme e dei giochi di luce attraverso l’opera trasparente di Emblema nel corso di 24 ore di ripresa
continua nella collocazione originale dell’opera all’interno del parco di sculture del Museo Emblema.
IRONIA DELL’ORIZZONTE (1980/1999):
L’idea di quadro come oggetto dotato di una propria autonomia formale e ontologica torna nella
carriera di Emblema alla fine degli anni ‘70. È lo zeitgeist del periodo dopo il tumulto sperimentale del
decennio precedente. Ma in Emblema il quadro ritorna irrimediabilmente trasfigurato dall’analisi
operata sul paesaggio per mezzo delle grandi opere trasparenti, integrate nel paesaggio. La capacità
dell’opera di farsi filtro restituisce una visione della pittura che è sempre gesto e materia ma anche
idea sublimata della visione di orizzonti e geografie specifiche. Tornano i materiali vulcanici come
elementi cromatici ma le forme si fanno rarefatte ed evocative. La scansione degli spazi è riconducibile
a frazioni di natura, incasellate nelle geometrie ippodamee delle reti metalliche e della juta. Le opere
degli anni ‘80 presenti in mostra lanciano una sfida direttamente collegata alla visione del paesaggio
attraverso le trasparenze. Un gioco intrapreso con il visitatore, che viene invitato a riconoscere
quell’ombra, quella luce o quel colore. Elementi che in veloce transito sull’opera ambientale, vengono
ora cristallizzate in immagini persistenti e compiutamente pittoriche. Negli anni ‘90, tuttavia, il quadro
inteso come oggetto visivo e funzionale, intimamente connaturato all’architettura d’interni, entra
nuovamente in crisi con il “Ciclo delle Bandiere”: una ripresa delle sperimentazioni modulari e dei
telai autoportanti degli anni ’70. Il Ciclo delle Bandiere, che chiude il percorso espositivo della mostra,
è una ricerca volta a estenuare la forma manifatturiera dell’oggetto “quadro” che inalterato nella sua
costituzione (tela+telaio+pittura) è però minato come funzione eminentemente contemplativa e
diventa invito all’interazione, gioco di spazi minimi, moltiplicazione di piani di supporto.
QUANTI CIELI HAI VISTO OGGI? (Supporto Audiovisivo a “Indagine sul paesaggio” 1974):
Questa sezione della mostra è legata all’allestimento di “Ricerca sul Paesaggio 1974”. Una video
proiezione continua incentrata sulle mutazioni delle luci delle ombre e del paesaggio naturale
attraverso l’opera. Concepita per essere esposta in esterno, la grande rete metallica montata nella
Cappella dell’Incoronata verrà restituita alla sua funzione originaria, quale filtro cromatico sul reale.
Attraverso un time-lapse realizzato nell’arco di 24 ore all’interno del parco di sculture del Museo
Emblema, il video è proiettato simultaneamente su 2/3 pareti della sala ipostila della Cappella, con
inquadrature focalizzate su diverse angolature e con un dato scarto temporale, onde fornire
all’osservatore un’esperienza sensoriale volta alla comprensione del valore profondo dell’opera e del
suo intimo rapporto con la visione dello spazio in cui essa è situata. Su questa sezione della mostra è
innestata, attraverso l’hashtag #QuantiCieliHaiVistoOggi, una apposita campagna di comunicazione
alternativa a quella istituzionale della mostra, attraverso i maggiori social media con la finalità di
incrementare il numero e la curiosità dei visitatori, soprattutto nella fascia d’utenza giovanile.
d'Arte Moderna e Contemporanea di Palermo e presso la Cappella dell’Incoronazione, si inaugura la
mostra personale di Salvatore Emblema dal titolo Being There - Oltre il Giardino. L’esposizione, a
cura del Comitato Scientifico “Being There”, è organizzata da Palazzo Belmonte Riso in collaborazione
con Museo Emblema. Resterà aperta al pubblico fino al 5 settembre 2017.
Being There - Oltre il Giardino è una retrospettiva dedicata ai lavori ambientali e alle correlate opere
pittoriche realizzate da Salvatore Emblema nel corso di oltre cinquanta anni di carriera. Dagli
esperimenti pittorici giovanili dove si includono, in un impianto ancora vagamente figurativo, elementi
naturali sulla superficie del quadro, fino alle grandi istallazioni ambientali della seconda metà degli
anni Settanta dove la natura è oggetto (nel suo complesso) dell’opera d’arte e l’opera d’arte è (al
contempo) inserita nel contesto spaziale del paesaggio. Un gioco di evasioni e continui ritorni alla
spazialità del quadro. Una spazialità intesa come il territorio compositivo della pittura. Che però si
evolve, negli anni, come uno strumento attraverso cui filtrare e decodificare il contesto naturale, il
paesaggio, l’apparente immobilità dell’orizzonte.
La Tappa di Palermo - che apre il vero percorso di Being There, dopo le anteprime dedicate alle opere
degli anni Settanta (Trasparenza alla Galleria Bugada e Cargnel di Parigi; Selected Works 1973-1979
alla Galleria Fonti di Napoli) - abbraccia l’intero percorso creativo di Emblema. La mostra, con un
taglio biografico e letterario, mira ad analizzare l’ambivalenza di fondo della ricerca di Emblema che è
assieme riformatrice dell’oggetto quadro e pure profonda assertrice della sua ontologia tradizionale.
Il titolo prende a prestito il nome dal romanzo di Jerzy Kosinski (Being There - Presenze) e dal film
omonimo con Peter Sellers (Oltre il giardino nella traduzione italiana) dove il giardino diventa
metafora di un viaggio (da e verso una natura sublimata ed interiorizzata) che è anche, per Emblema,
un viaggio reale, esistenziale. È facile identificare la biografia e la ricerca di Salvatore Emblema con
l’idea di un uomo che applica al processo artistico principi e meccanismi desunti da un sapere arcaico,
elementare, profondamente terraneo e che pure non accetta altro confine che non sia il perimetro del
cielo.
"Siamo particolarmente lieti - dichiara Valeria Patrizia Li Vigni, direttrice del Polo Museale - di
realizzare questo progetto che vede operare in sinergia più istituzioni del contemporaneo e mette in
rete i due spazi espositivi palermitani del Polo Museale, Palazzo Belmonte Riso e la Cappella
dell'Incoronazione, per una mostra che ripercorre la produzione di un artista attento al rapporto tra lo
spazio e la luce, l'uomo e l'ambiente naturale, tematiche care al Museo Riso, più vote affrontate in altre
mostre e oggi più che mai attuali".
Il percorso espositivo si articola in 4 nuclei crono-tematici:
ESERCIZI DI GEOGRAFIA ELEMENTARE (1956/2000)
La mostra si apre con un piccolo nucleo di lavori dedicato ai primi esperimenti pittorici eseguiti dal
1956. Emblema in questo periodo si dibatte ancora tra moduli figurativi ed una già accurata indagine
sui materiali (terre vulcaniche e foglie disseccate). Sviluppa un linguaggio di compromesso costituito
da paesaggi bucolici, figure oblunghe e ritratti eseguiti con collage fullografici. Emblema in questi anni
si trasferisce da Terzigno, paese natale sulle pendici del Vesuvio, a Roma. Nella Capitale è preso sotto
l’ala protettrice di intellettuali di spicco come Carlo Levi ed Ugo Moretti. I due scrittori probabilmente
incoraggiano queste espressioni ancora giovanili, calcando la mano sul prototipo neorealista del
giovane proveniente dalle aree rurali del Sud, dotato di genuino talento e legittima volontà di
elevazione intellettuale. In varie fasi dal 1956 e fino al 1965 iniziano i soggiorni di Emblema a New
York dove alloggia a casa del musicista Don Henry nell’Upper West Side. L’artista, giunto in America
accettando un iniziale invito di David Rockfeller, cerca di emanciparsi dal ruolo del giovane pittore
proletario dalla poetica ingenua ed istintiva. Le opere dei primi anni ‘60 risentono indubbiamente
della lezione di Mark Rothko (influenza attestata da Giulio Carlo Argan e da Palma Bucarelli) ma
conservano una portanza materica e una scaltrezza dell’impianto compositivo del tutto estranea alla
ricerca dell’americano. In questa stessa decade Emblema inizia anche una serie di indagini artistiche
operate direttamente sul paesaggio, opere ambientali che anticipano di alcuni anni alcune
caratteristiche operative proprie della Land Art americana ed europea. È un esempio di questi lavori
d’arte ambientale “Alberi Colorati”, una porzione di pineta giovane dove gli alberi vengono
interamente ricoperti con pigmenti biocompatibili in bianco e rosa. Una istallazione efemerale,
destinata a scomparire nel fisiologico processo di crescita della pianta (BEING THERE VESUVIO -
settembre 2017)
OLTRE IL GIARDINO (1969/1979):
Nucleo centrale di Being There è la sezione dedicata ai lavori ambientali e alle tele degli anni ’70. Nel
1969 Emblema realizza il suo primo quadro “de-tessuto” incentrato sul tema della trasparenza. Queste
opere diventeranno la sua immagine iconica. Negli anni ’70 Emblema realizza anche una serie di vasti
interventi ambientali che fungono da base di indagine per le ultime opere di questo periodo le
“Doppie Tele”, portate in mostra in varie sedi museali da Argan e Bucarelli. Queste nuove indagini sul
paesaggio assumono talvolta la portanza di vere e proprie sculture trasparenti. In altri casi sono
giganteschi telai autoportanti dove la superficie della juta, spesso intrisa di colore, è esposta ai giochi
mutevoli della luce, delle forme dell’orizzonte e del vento. Questo nucleo espositivo ha una sua
propaggine allestitiva nella Cappella dell’Incoronazione. Le specifiche comprendono anche una video
proiezione dedicata che è incentrata su un time-lapse tridimensionale: è mostrato l’evolversi delle
forme e dei giochi di luce attraverso l’opera trasparente di Emblema nel corso di 24 ore di ripresa
continua nella collocazione originale dell’opera all’interno del parco di sculture del Museo Emblema.
IRONIA DELL’ORIZZONTE (1980/1999):
L’idea di quadro come oggetto dotato di una propria autonomia formale e ontologica torna nella
carriera di Emblema alla fine degli anni ‘70. È lo zeitgeist del periodo dopo il tumulto sperimentale del
decennio precedente. Ma in Emblema il quadro ritorna irrimediabilmente trasfigurato dall’analisi
operata sul paesaggio per mezzo delle grandi opere trasparenti, integrate nel paesaggio. La capacità
dell’opera di farsi filtro restituisce una visione della pittura che è sempre gesto e materia ma anche
idea sublimata della visione di orizzonti e geografie specifiche. Tornano i materiali vulcanici come
elementi cromatici ma le forme si fanno rarefatte ed evocative. La scansione degli spazi è riconducibile
a frazioni di natura, incasellate nelle geometrie ippodamee delle reti metalliche e della juta. Le opere
degli anni ‘80 presenti in mostra lanciano una sfida direttamente collegata alla visione del paesaggio
attraverso le trasparenze. Un gioco intrapreso con il visitatore, che viene invitato a riconoscere
quell’ombra, quella luce o quel colore. Elementi che in veloce transito sull’opera ambientale, vengono
ora cristallizzate in immagini persistenti e compiutamente pittoriche. Negli anni ‘90, tuttavia, il quadro
inteso come oggetto visivo e funzionale, intimamente connaturato all’architettura d’interni, entra
nuovamente in crisi con il “Ciclo delle Bandiere”: una ripresa delle sperimentazioni modulari e dei
telai autoportanti degli anni ’70. Il Ciclo delle Bandiere, che chiude il percorso espositivo della mostra,
è una ricerca volta a estenuare la forma manifatturiera dell’oggetto “quadro” che inalterato nella sua
costituzione (tela+telaio+pittura) è però minato come funzione eminentemente contemplativa e
diventa invito all’interazione, gioco di spazi minimi, moltiplicazione di piani di supporto.
QUANTI CIELI HAI VISTO OGGI? (Supporto Audiovisivo a “Indagine sul paesaggio” 1974):
Questa sezione della mostra è legata all’allestimento di “Ricerca sul Paesaggio 1974”. Una video
proiezione continua incentrata sulle mutazioni delle luci delle ombre e del paesaggio naturale
attraverso l’opera. Concepita per essere esposta in esterno, la grande rete metallica montata nella
Cappella dell’Incoronata verrà restituita alla sua funzione originaria, quale filtro cromatico sul reale.
Attraverso un time-lapse realizzato nell’arco di 24 ore all’interno del parco di sculture del Museo
Emblema, il video è proiettato simultaneamente su 2/3 pareti della sala ipostila della Cappella, con
inquadrature focalizzate su diverse angolature e con un dato scarto temporale, onde fornire
all’osservatore un’esperienza sensoriale volta alla comprensione del valore profondo dell’opera e del
suo intimo rapporto con la visione dello spazio in cui essa è situata. Su questa sezione della mostra è
innestata, attraverso l’hashtag #QuantiCieliHaiVistoOggi, una apposita campagna di comunicazione
alternativa a quella istituzionale della mostra, attraverso i maggiori social media con la finalità di
incrementare il numero e la curiosità dei visitatori, soprattutto nella fascia d’utenza giovanile.
08
luglio 2017
Salvatore Emblema – Being There – Oltre il Giardino
Dall'otto luglio al 05 settembre 2017
arte contemporanea
Location
RISO – MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA – PALAZZO BELMONTE RISO
Palermo, Via Vittorio Emanuele, 365, (Palermo)
Palermo, Via Vittorio Emanuele, 365, (Palermo)
Orario di apertura
martedì, mercoledì, domenica: 10:00 - 19:30
giovedì, venerdì, sabato: 10:00 - 23:30, lunedì chiuso, eccetto i festivi
Vernissage
8 Luglio 2017, h 18
Autore