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Salvatore Fancello – Disegni
In occasione del centenario della nascita di Salvatore Fancello, il MAN è lieto di presentare, per la prima volta riuniti in un unico percorso di vista, il corpus completo dei disegni dell’artista di Dorgali conservati all’interno della collezione del museo. Un nucleo di oltre cinquanta opere, rappresentativo dei diversi filoni della ricerca grafica di Fancello, a cui, nel quadro dell’esposizione, andrà ad aggiungersi un ulteriore gruppo di disegni, recentemente ottenuti in comodato e mai esposti in precedenza
Comunicato stampa
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In occasione del centenario della nascita di Salvatore Fancello, il MAN è lieto di presentare, per la prima volta riuniti in un unico percorso di vista, il corpus completo dei disegni dell’artista di Dorgali conservati all’interno della collezione del museo. Un nucleo di oltre cinquanta opere, rappresentativo dei diversi filoni della ricerca grafica di Fancello, a cui, nel quadro dell’esposizione, andrà ad aggiungersi un ulteriore gruppo di disegni, recentemente ottenuti in comodato e mai esposti in precedenza.
Nata nel 1999 per volontà della Provincia di Nuoro, la collezione del MAN è il risultato di un’accurata selezione di opere di artisti sardi dalla fine dell’Ottocento ai nostri giorni. Una raccolta di circa 600 opere all’interno della quale il consistente gruppo di disegni di Fancello costituisce una delle parti più importanti e rappresentative.
Il percorso artistico di Salvatore Fancello si svolge nell'arco di appena un decennio, dal momento in cui, nel 1930, si trasferisce a Monza per frequentare l’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche – frequentato anche dagli amici Giovanni Pintori e Costantino Nivola - fino ai successivi soggiorni a Milano, Padova e Albissola, per concludersi con la precoce morte in guerra nel 1941, sul fronte greco-albanese, all’età di soli venticinque anni.
Allievo di Giuseppe Pagano, Pio Semeghini, Raffaele De Grada, ma anche di Arturo Martini e Marino Marini, insegnanti di plastica decorativa, Fancello affinò a Monza le sue doti di ceramista, disciplina che aveva appreso da ragazzo nella bottega dorgalese di Ciriaco Piras, allievo di Francesco Ciusa. Ma ancora prima che nella produzione ceramica, Fancello si distinse come abile e originale disegnatore, pratica che non abbandonò mai nel corso della sua breve vita, durante la quale realizzò moltissimi bozzetti, schizzi preparatori, ma anche vere e proprie pitture su carta, a cui oggi viene riconosciuto un valore significativo in virtù della grande fantasia, dello stile unico, del segno grafico audace e per le soluzioni formali libere e raffinate.
È nel corso di questo unico decennio di attività che nascono le creature fantastiche per cui Fancello è maggiormente conosciuto, interpreti di un mondo bizzarro e surreale, popolato di animali sia esotici – africani perlopiù - sia tipici della fauna della sua Sardegna, sempre presente nei ricordi dell’artista. Un bestiario "più fiabesco che moralistico, (...) trasposizione dall'umano in chiave di garbata ironia", come ebbe avuto modo di definirlo Giulio Carlo Argan, tra i primi sostenitori di Fancello insieme ad altri importanti scrittori e critici della Milano degli anni Trenta, come Leonardo Sinisgalli, Nino Bertocchi e Giulia Veronesi.
Oltre alle raffigurazioni del mondo animale ampiamente descritte dal nucleo di disegni della collezione del MAN, la produzione grafica di Fancello vede la presenza di altri soggetti, tutti rappresentati all’interno del percorso espositivo, in particolare i nudi femminili – di cui si espongono alcuni degli esemplari più importanti – e alcuni significativi paesaggi, sia campestri, sia urbani.
Oltre a evidenziare l’eterogeneità dei soggetti affrontati da Fancello, la mostra al MAN è rappresentativa anche delle diverse tecniche grafiche adottate dall’artista; dai disegni a inchiostro o china, agli acquerelli, al carboncino, alle chine colorate, per giungere infine al graffito, dove si raggiungono esiti di grande audacia, testimoniati da opere come La raccoglitrice, o ancora Leone e Cinghiale, datate intorno alla fine degli anni Trenta, entrambe in collezione MAN, a cui andrà ad aggiungersi un singolare Felino con gazzelle di collezione privata.
***
Salvatore Fancello nasce nel 1916 a Dorgali. Nel 1929 inizia il suo apprendistato come ceramista presso il laboratorio di Ciriaco Piras. Nel 1930 partecipa al concorso indetto dalla Camera di Commercio di Nuoro, di cui risulterà vincitore. Il premio è una borsa di studio per l’iscrizione all’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche (ISIA) di Monza. Dopo la partecipazione, nel 1933, alla IV Mostra interprovinciale sarda di Belle Arti a Cagliari, seguirà il conseguimento del diploma, nel 1935. In questi anni realizza i primi bestiari in terracotta. Partecipa in alla V Mostra dell’artigianato e piccola industria di Cagliari e alla IV Mostra sindacale di Nuoro, esponendo le sue ceramiche. Sempre in questi anni, ospite a Padova del suo docente Virgilio Ferraresso, produce una serie di nuovi lavori in ceramica. Si trasferisce a Milano con Costantino Nivola e Giovanni Pintori nel 1936. Qui partecipa alla VI Triennale dove, con lo stesso Nivola, realizza una grande parete grffita, ottenendo un premio per i sui Segni zodiacali. Nel 1938 collabora con il “Settebello” realizzando vignette satiriche. Sempre nel 1938 realizza il Disegno ininterrotto, oggi conservato presso il Comune di Dorgali. Giulia Carlo Argan e Cesare Brandi, intanto, cercano di promuovere il suo lavoro su alcune rivista, tra cui “Corrente”. Si reca quindi ad Albisola Marina, presso il rinomato laboratorio di ceramica di Giuseppe Mazzotti, dove realizza numerosi lavori, tra bestiari, presepi e vasi. E’ qui che incontra Lucio Fontana. Nel 1939 viene chiamato alle armi. Un anno dopo espone alla VII Triennale di Milano, aggiudicandosi, insieme a Leoncillo Leonardi, il Diploma d’onore. Partirà l’anno successivo per l’Albania, dove morirà il 12 marzo 1941 a Bregu Rapit. Nel dicembre 1941, pochi mesi dopo la morte dell’artista, la prestigiosa rivista “Domus” dedica a Fancello la copertina seguita, nell’anno successivo, da una pubblicazione monografica in occasione della sua prima retrospettiva alla Pinacoteca di Brera.
Nata nel 1999 per volontà della Provincia di Nuoro, la collezione del MAN è il risultato di un’accurata selezione di opere di artisti sardi dalla fine dell’Ottocento ai nostri giorni. Una raccolta di circa 600 opere all’interno della quale il consistente gruppo di disegni di Fancello costituisce una delle parti più importanti e rappresentative.
Il percorso artistico di Salvatore Fancello si svolge nell'arco di appena un decennio, dal momento in cui, nel 1930, si trasferisce a Monza per frequentare l’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche – frequentato anche dagli amici Giovanni Pintori e Costantino Nivola - fino ai successivi soggiorni a Milano, Padova e Albissola, per concludersi con la precoce morte in guerra nel 1941, sul fronte greco-albanese, all’età di soli venticinque anni.
Allievo di Giuseppe Pagano, Pio Semeghini, Raffaele De Grada, ma anche di Arturo Martini e Marino Marini, insegnanti di plastica decorativa, Fancello affinò a Monza le sue doti di ceramista, disciplina che aveva appreso da ragazzo nella bottega dorgalese di Ciriaco Piras, allievo di Francesco Ciusa. Ma ancora prima che nella produzione ceramica, Fancello si distinse come abile e originale disegnatore, pratica che non abbandonò mai nel corso della sua breve vita, durante la quale realizzò moltissimi bozzetti, schizzi preparatori, ma anche vere e proprie pitture su carta, a cui oggi viene riconosciuto un valore significativo in virtù della grande fantasia, dello stile unico, del segno grafico audace e per le soluzioni formali libere e raffinate.
È nel corso di questo unico decennio di attività che nascono le creature fantastiche per cui Fancello è maggiormente conosciuto, interpreti di un mondo bizzarro e surreale, popolato di animali sia esotici – africani perlopiù - sia tipici della fauna della sua Sardegna, sempre presente nei ricordi dell’artista. Un bestiario "più fiabesco che moralistico, (...) trasposizione dall'umano in chiave di garbata ironia", come ebbe avuto modo di definirlo Giulio Carlo Argan, tra i primi sostenitori di Fancello insieme ad altri importanti scrittori e critici della Milano degli anni Trenta, come Leonardo Sinisgalli, Nino Bertocchi e Giulia Veronesi.
Oltre alle raffigurazioni del mondo animale ampiamente descritte dal nucleo di disegni della collezione del MAN, la produzione grafica di Fancello vede la presenza di altri soggetti, tutti rappresentati all’interno del percorso espositivo, in particolare i nudi femminili – di cui si espongono alcuni degli esemplari più importanti – e alcuni significativi paesaggi, sia campestri, sia urbani.
Oltre a evidenziare l’eterogeneità dei soggetti affrontati da Fancello, la mostra al MAN è rappresentativa anche delle diverse tecniche grafiche adottate dall’artista; dai disegni a inchiostro o china, agli acquerelli, al carboncino, alle chine colorate, per giungere infine al graffito, dove si raggiungono esiti di grande audacia, testimoniati da opere come La raccoglitrice, o ancora Leone e Cinghiale, datate intorno alla fine degli anni Trenta, entrambe in collezione MAN, a cui andrà ad aggiungersi un singolare Felino con gazzelle di collezione privata.
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Salvatore Fancello nasce nel 1916 a Dorgali. Nel 1929 inizia il suo apprendistato come ceramista presso il laboratorio di Ciriaco Piras. Nel 1930 partecipa al concorso indetto dalla Camera di Commercio di Nuoro, di cui risulterà vincitore. Il premio è una borsa di studio per l’iscrizione all’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche (ISIA) di Monza. Dopo la partecipazione, nel 1933, alla IV Mostra interprovinciale sarda di Belle Arti a Cagliari, seguirà il conseguimento del diploma, nel 1935. In questi anni realizza i primi bestiari in terracotta. Partecipa in alla V Mostra dell’artigianato e piccola industria di Cagliari e alla IV Mostra sindacale di Nuoro, esponendo le sue ceramiche. Sempre in questi anni, ospite a Padova del suo docente Virgilio Ferraresso, produce una serie di nuovi lavori in ceramica. Si trasferisce a Milano con Costantino Nivola e Giovanni Pintori nel 1936. Qui partecipa alla VI Triennale dove, con lo stesso Nivola, realizza una grande parete grffita, ottenendo un premio per i sui Segni zodiacali. Nel 1938 collabora con il “Settebello” realizzando vignette satiriche. Sempre nel 1938 realizza il Disegno ininterrotto, oggi conservato presso il Comune di Dorgali. Giulia Carlo Argan e Cesare Brandi, intanto, cercano di promuovere il suo lavoro su alcune rivista, tra cui “Corrente”. Si reca quindi ad Albisola Marina, presso il rinomato laboratorio di ceramica di Giuseppe Mazzotti, dove realizza numerosi lavori, tra bestiari, presepi e vasi. E’ qui che incontra Lucio Fontana. Nel 1939 viene chiamato alle armi. Un anno dopo espone alla VII Triennale di Milano, aggiudicandosi, insieme a Leoncillo Leonardi, il Diploma d’onore. Partirà l’anno successivo per l’Albania, dove morirà il 12 marzo 1941 a Bregu Rapit. Nel dicembre 1941, pochi mesi dopo la morte dell’artista, la prestigiosa rivista “Domus” dedica a Fancello la copertina seguita, nell’anno successivo, da una pubblicazione monografica in occasione della sua prima retrospettiva alla Pinacoteca di Brera.
22
aprile 2016
Salvatore Fancello – Disegni
Dal 22 aprile al 03 luglio 2016
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
MAN – MUSEO D’ARTE DELLA PROVINCIA DI NUORO
Nuoro, Via Sebastiano Satta, 27, (Nuoro)
Nuoro, Via Sebastiano Satta, 27, (Nuoro)
Biglietti
Intero: 3,00 euro Ridotto: 2,00 euro (dai 18 ai 25 anni) Gratuito: under 18 e over 65. Gratuito: prima domenica del mese
Orario di apertura
10:00 - 13:00 / 15:00 - 20:00 (Lunedì chiuso)
Vernissage
22 Aprile 2016, ore 19
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