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Salvatore Fiori – Sculture nel parco
personale di Salvatore Fiori che vede riunite nella scenografica cornice del lago Maggiore le sculture di grandi dimensioni dell’artista
Comunicato stampa
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I tessuti della storia, e di quella artistica in particolare, hanno nel tempo misurabile del calendario una sola delle possibili modalità di osservazione degli eventi e della loro evoluzione. L’opera di un artista si pone nella varietà delle categorie temporali in modo assai più tangibile e osservabile: così è per le sculture monumentali che Salvatore Fiori espone in questo prezioso contesto verbano, cornice più che mai adatta ad animare le sue forme distintive, le specie formali che popolano l’espressivo e simbolico suo universo artistico, realizzate spesso con l’utilizzo di quei materiali industriali inorganici che ne lasciano prevedere una durata quasi infinita.
Nelle sculture di Salvatore Fiori è maturata una differente costituzione morfologica, dai primi lavori plastici alla fine degli anni ’80, tesa a superare una visione per figurazioni e piani bidimensionali, seppur già orientati spazialmente, forse debitrice della precedente attività pittorica, verso una maggiore attenzione al dato volumetrico nella forma e nella composizione, ad un cercato dialogo con l’ambiente ed a una trovata percorribilità dell’evento plastico e della sua fruizione.
Dal carattere narrativo di alcune tra le sue opere già note, l’artista procede in una ricerca di risolta fluidità plastica nei soggetti dell’ultimo anno, cui viene data una maggiore chiarezza nel riscontro del pattern percettivo.
Rimane forte e saldo, genuino, il valore del momento ideativo, ma ora l’aspetto materiale (ed il ripetuto uso di acciai industriali ad alta resistenza meccanica ed alla corrosione quali il COR-TEN) rende possibile un processo creativo che alimenta il pensiero/progetto con rigore e sapere tecnico.
L’evento-scultura segue la contemporanea dilatazione fenomenologia della operatività artistica attuale: dalla materia impiegata e dalle forme dei materiali da costruzione, germinano, crescono nuove composizioni ambiguamente reali; lastre e superfici metalliche erose/ossidate mostrano un mondo disarmonico, lontano dai ritmi naturali delle terre da cui proviene l’autore.
Le sue opere, meta-sculture di nuclei organizzati in segni e forme reiterati e significanti, sono archetipi antropologici ed evocativi (frecce, punte, chiodi, escrescenze inquietanti e aggressive, specchio della Kunstwollen dell’artista e delle dinamiche a lui care di aggressore/aggredito e vittima/carnefice).
La violenza inflitta agli osservatori nella installazione recente dei chiodi rovesciati de “Il lato degli Inferi”, si rasserena nel dialogo universale sotteso a “Controscena” (2006), dove il chiodo-aria trasfigura e bilancia la deformazione plastica e vigorosa del chiodo-acciaio, richiamo ad un non-definito e perciò determinabile rapporto tra bene e male.
Nella necessaria dialettica tra permanenza e mutamento nella storia di un artista come Salvatore Fiori, la regola è data dal metodo-pensiero, dalla creazione non come fatto irrazionale e pulsionale ma quale controllo di fatti e forme, e la variazione invece sono le invenzioni formali introdotte dall’autore in relazione alle diverse circostanze storiche.
Homme à tout faire contemporaneo, diviso tra il divenire lento della provincia e quello veloce delle grandi metropoli, ci offre ancora una volta meditate e originali opere scultoree, lavori di chi ha scelto la sua zona di osservazione-intervento tra i margini vivi della nostra scena artistica. Maria Grazia Ponta
Nelle sculture di Salvatore Fiori è maturata una differente costituzione morfologica, dai primi lavori plastici alla fine degli anni ’80, tesa a superare una visione per figurazioni e piani bidimensionali, seppur già orientati spazialmente, forse debitrice della precedente attività pittorica, verso una maggiore attenzione al dato volumetrico nella forma e nella composizione, ad un cercato dialogo con l’ambiente ed a una trovata percorribilità dell’evento plastico e della sua fruizione.
Dal carattere narrativo di alcune tra le sue opere già note, l’artista procede in una ricerca di risolta fluidità plastica nei soggetti dell’ultimo anno, cui viene data una maggiore chiarezza nel riscontro del pattern percettivo.
Rimane forte e saldo, genuino, il valore del momento ideativo, ma ora l’aspetto materiale (ed il ripetuto uso di acciai industriali ad alta resistenza meccanica ed alla corrosione quali il COR-TEN) rende possibile un processo creativo che alimenta il pensiero/progetto con rigore e sapere tecnico.
L’evento-scultura segue la contemporanea dilatazione fenomenologia della operatività artistica attuale: dalla materia impiegata e dalle forme dei materiali da costruzione, germinano, crescono nuove composizioni ambiguamente reali; lastre e superfici metalliche erose/ossidate mostrano un mondo disarmonico, lontano dai ritmi naturali delle terre da cui proviene l’autore.
Le sue opere, meta-sculture di nuclei organizzati in segni e forme reiterati e significanti, sono archetipi antropologici ed evocativi (frecce, punte, chiodi, escrescenze inquietanti e aggressive, specchio della Kunstwollen dell’artista e delle dinamiche a lui care di aggressore/aggredito e vittima/carnefice).
La violenza inflitta agli osservatori nella installazione recente dei chiodi rovesciati de “Il lato degli Inferi”, si rasserena nel dialogo universale sotteso a “Controscena” (2006), dove il chiodo-aria trasfigura e bilancia la deformazione plastica e vigorosa del chiodo-acciaio, richiamo ad un non-definito e perciò determinabile rapporto tra bene e male.
Nella necessaria dialettica tra permanenza e mutamento nella storia di un artista come Salvatore Fiori, la regola è data dal metodo-pensiero, dalla creazione non come fatto irrazionale e pulsionale ma quale controllo di fatti e forme, e la variazione invece sono le invenzioni formali introdotte dall’autore in relazione alle diverse circostanze storiche.
Homme à tout faire contemporaneo, diviso tra il divenire lento della provincia e quello veloce delle grandi metropoli, ci offre ancora una volta meditate e originali opere scultoree, lavori di chi ha scelto la sua zona di osservazione-intervento tra i margini vivi della nostra scena artistica. Maria Grazia Ponta
27
maggio 2006
Salvatore Fiori – Sculture nel parco
Dal 27 maggio al 24 giugno 2006
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE VILLA PALAZZOLA
Stresa, piazzale Europa, (Verbano-cusio-ossola)
Stresa, piazzale Europa, (Verbano-cusio-ossola)
Vernissage
27 Maggio 2006, ore 17
Autore