Torna a Milano l’opera di Salvatore Fiume (1915-1997) con una mostra che ripercorre la sua espressione artistica dagli anni Cinquanta agli anni Novanta.
In tutto 45 opere tra oli su masonite, disegni e sculture sui temi più cari a Fiume: le Città di statue e Isole di statue, sua invenzione metafisica degli anni Cinquanta, strutture antropomorfe e zoomorfe di pietra e marmo e la figura femminile esplorata alle varie latitudini, dalle somale al vento alle geishe giapponesi, dalle modelle dai capelli e calze rosse alle donne mediorientali con sultano. Infine, è in esposizione qualche opera sul tema dei messicani.
La mostra anticipa, e seguirà in contemporanea, la grande mostra antologica su Salvatore Fiume che si aprirà allo Spazio Oberdan della Provincia di Milano a metà dicembre, promossa dalla Fondazione Salvatore Fiume in collaborazione con Artesanterasmo, nuovo appuntamento in un prestigioso spazio pubblico dopo l’antologica al Museo di Arezzo del 2008.

Fiume è «un classico moderno», come recita il titolo della mostra all’Artesanterasmo, per la sua capacità di reinventare la classicità e di rendere contemporanea tutta l’arte, con suggestioni della pittura primitiva, del Rinascimento italiano, della grande pittura spagnola e di quella del Novecento, da Picasso a de Chirico. Che Fiume reinterpreta liberamente, intuendo che una “risposta nuova al bisogno spasmodico di novità espresso dalle avanguardie sta in un rinnovato legame con il passato”, come ha scritto Roberto Borghi nel catalogo della mostra “Un classico moderno” tenutasi nel 2009 a Lario Fiere ad Erba.