Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Salvatore Marchese – Orizzonti
La rassegna, che è curata e sarà introdotta dall’architetto Marianna Accerboni, propone una trentina di opere realizzate dall’artista a tecnica mista prevalentemente negli anni 2000
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Da anni Salvatore Marchese - scrive Accerboni - persegue con grande passione e fantasia una significativa ricerca cromatica e segnica, condotta sul filo della sensibilità contemporanea e inizialmente sperimentata già ai tempi della sua formazione culturale e artistica, avvenuta nel corso degli anni settanta all’Istituto Statale d’Arte E. e U. Nordio della sua città natale, Trieste.
Singolare melange tra il calore e la dolcezza del Sud e il rigore del Nord, Marchese, che è di padre siciliano e di madre triestina, esprime e sintetizza spesso le proprie emozioni, codificandole nell’ambito di un simbolismo grafico e cromatico efficace, intenso e nel contempo delicato, come se la sua naturale propensione fantastica venisse istintivamente ordinata da una sorta di rigore grafico. Anche il segno geometrico e la progressione numerica - sembra dire l’artista - possono significare e interpretare la perfezione aurea della natura e del paesaggio, il concetto di infinito, il fascino, a volte onirico e misterioso, dell’orizzonte, la bellezza e la forza della parola divina e della religiosità e la scansione degli avvenimenti della vita. I mezzi per esprimere tali riflessioni sono l’olio, l’acrilico e la tempera su tela, la tecnica mista e il collage, spesso ottenuto attraverso l’accostamento di cartoncini colorati a mano.
Il racconto cromatico e brillante di Marchese, l’amore atavico per la terra e per il mare, ereditato dal padre, la sua sensibilità tenace lo hanno condotto, nel corso degli anni, dopo diverse e fantasiose sperimentazioni di segno e colore, svolte nell’ambito di un espressionismo libero ma vigile, al raggiungimento di una maniera appagata e consapevole, in cui l’artista codifica e razionalizza lo slancio espressivo in raffinati e calibrati paesaggi materici, da un canto; mentre, dall’altro, la creatività dà libero e felice adito a un progetto di decorazione urbana, dai colori vivaci, luminosi e festosi (realizzato in collaborazione con il figlio decenne Daniele). Due forme espressive legate da un filo conduttore comune: si avvertono infatti, sempre costanti nella sua pittura e nella sua creatività, i parametri di un’osmosi, istintivamente insita nel linguaggio dell’artista, che intreccia all’attenzione e alla sensibilità per il fattore umano, il fascino antico della terra e il valore simbolico del quotidiano.
La spiccata attitudine di Marchese a sintetizzare i concetti attraverso il segno e l’uso molto significativo del colore, rendono il pittore particolarmente incline a esprimersi attraverso la grafica pubblicitaria e la decorazione. Ciò è accaduto per esempio in modo molto interessante nell’ambito della progettazione di un pannello ideato e realizzato per l’atrio della Scuola elementare A. Padoa di Trieste, in cui l’artista ha reso con efficacia ed essenziale vitalità il gioco, l’entusiasmo per la scoperta e la gioia di vivere infantili: le mani che s’intrecciano, sopra un prato inondato dalla luce, sono variamente colorate perchè appartengono ai bambini di tutto il mondo, che giocano e danzano insieme, senza differenze e contraddizioni, avvolti nel calore del sole. Armonia e vivacità caratterizzano il progetto, semplice e nel contempo ricco di un ritmo festoso e diretto, di immediata percezione.
La stessa capacità di riassumere in poche linee la figurazione compare anche nelle sue opere pittoriche più recenti, come per esempio la serie di paesaggi, in cui spesso una parte è il significante del tutto e viene trasmessa al fruitore grazie a una semplificazione materica efficace, lieve e intensa al tempo stesso. Sono rappresentazioni simboliche e quasi astratte, le quali trasmettono il proprio pathos anche attraverso l’uso originale e appassionato della materia, l’argilla carsica miscelata ai colori acrilici e ai pastelli a cera, che testimoniano ulteriormente la progressiva maturazione del linguaggio di Marchese in direzione di un raffinato minimalismo. In tali opere recenti - conclude Accerboni - l’ispirazione dell’artista prende avvio da un approccio non convenzionale: nel descrivere così profondamente la terra, oltre all’amore atavico per la natura ereditato dalla madre, gioca infatti anche la sua competenza di appassionato speleologo, mentre sullo sfondo permane, icastico e interessante, un segno costante di speranza simbolizzato dalla luce dell’orizzonte lontano.
Salvatore Marchese nasce a Trieste nel 1958 e si diploma in Decorazione pittorica all’Istituto Statale d’Arte E. e U. Nordio, dove in seguito insegna per un certo periodo materie artistiche. Segue nella città natale i corsi della Scuola Libera di Figura tenuti al Museo Revoltella dal pittore Nino Perizi e un corso propedeutico di Restauro a Villa Manin di Passariano (Udine).
Ha collaborato come disegnatore e progettista con lo studio di grafica e architettura 3A dell’architetto Giorgio Bonetta. La sua opera decorativa Miramare: lo schiudersi alla Natura, selezionata nel 1997 al Concorso pittorico promosso dal Centro Internazionale di Fisica Teorica di Miramare (Trieste), è esposta in permanenza in tale sede.
Nel 1998 ha collaborato con il maestro Folco Iacobi alla realizzazione dell’opera pittorica d’arte sacra La gloria di S. Vincenzo de’ Paoli nelle opere di misericordia (Chiesa di S. Vincenzo de’ Paoli, Trieste).
Nel 2010 ha partecipato a un corso per la formazione e l’aggiornamento degli insegnanti nel campo dell’educazione all’arte secondo la metodologia munariana giocare con l’arte, condotta al Museo MINI MU del Parco di S. Giovanni a Trieste dalla docente Marcella Canelles. Ha esposto con successo in Italia e all’estero.
Singolare melange tra il calore e la dolcezza del Sud e il rigore del Nord, Marchese, che è di padre siciliano e di madre triestina, esprime e sintetizza spesso le proprie emozioni, codificandole nell’ambito di un simbolismo grafico e cromatico efficace, intenso e nel contempo delicato, come se la sua naturale propensione fantastica venisse istintivamente ordinata da una sorta di rigore grafico. Anche il segno geometrico e la progressione numerica - sembra dire l’artista - possono significare e interpretare la perfezione aurea della natura e del paesaggio, il concetto di infinito, il fascino, a volte onirico e misterioso, dell’orizzonte, la bellezza e la forza della parola divina e della religiosità e la scansione degli avvenimenti della vita. I mezzi per esprimere tali riflessioni sono l’olio, l’acrilico e la tempera su tela, la tecnica mista e il collage, spesso ottenuto attraverso l’accostamento di cartoncini colorati a mano.
Il racconto cromatico e brillante di Marchese, l’amore atavico per la terra e per il mare, ereditato dal padre, la sua sensibilità tenace lo hanno condotto, nel corso degli anni, dopo diverse e fantasiose sperimentazioni di segno e colore, svolte nell’ambito di un espressionismo libero ma vigile, al raggiungimento di una maniera appagata e consapevole, in cui l’artista codifica e razionalizza lo slancio espressivo in raffinati e calibrati paesaggi materici, da un canto; mentre, dall’altro, la creatività dà libero e felice adito a un progetto di decorazione urbana, dai colori vivaci, luminosi e festosi (realizzato in collaborazione con il figlio decenne Daniele). Due forme espressive legate da un filo conduttore comune: si avvertono infatti, sempre costanti nella sua pittura e nella sua creatività, i parametri di un’osmosi, istintivamente insita nel linguaggio dell’artista, che intreccia all’attenzione e alla sensibilità per il fattore umano, il fascino antico della terra e il valore simbolico del quotidiano.
La spiccata attitudine di Marchese a sintetizzare i concetti attraverso il segno e l’uso molto significativo del colore, rendono il pittore particolarmente incline a esprimersi attraverso la grafica pubblicitaria e la decorazione. Ciò è accaduto per esempio in modo molto interessante nell’ambito della progettazione di un pannello ideato e realizzato per l’atrio della Scuola elementare A. Padoa di Trieste, in cui l’artista ha reso con efficacia ed essenziale vitalità il gioco, l’entusiasmo per la scoperta e la gioia di vivere infantili: le mani che s’intrecciano, sopra un prato inondato dalla luce, sono variamente colorate perchè appartengono ai bambini di tutto il mondo, che giocano e danzano insieme, senza differenze e contraddizioni, avvolti nel calore del sole. Armonia e vivacità caratterizzano il progetto, semplice e nel contempo ricco di un ritmo festoso e diretto, di immediata percezione.
La stessa capacità di riassumere in poche linee la figurazione compare anche nelle sue opere pittoriche più recenti, come per esempio la serie di paesaggi, in cui spesso una parte è il significante del tutto e viene trasmessa al fruitore grazie a una semplificazione materica efficace, lieve e intensa al tempo stesso. Sono rappresentazioni simboliche e quasi astratte, le quali trasmettono il proprio pathos anche attraverso l’uso originale e appassionato della materia, l’argilla carsica miscelata ai colori acrilici e ai pastelli a cera, che testimoniano ulteriormente la progressiva maturazione del linguaggio di Marchese in direzione di un raffinato minimalismo. In tali opere recenti - conclude Accerboni - l’ispirazione dell’artista prende avvio da un approccio non convenzionale: nel descrivere così profondamente la terra, oltre all’amore atavico per la natura ereditato dalla madre, gioca infatti anche la sua competenza di appassionato speleologo, mentre sullo sfondo permane, icastico e interessante, un segno costante di speranza simbolizzato dalla luce dell’orizzonte lontano.
Salvatore Marchese nasce a Trieste nel 1958 e si diploma in Decorazione pittorica all’Istituto Statale d’Arte E. e U. Nordio, dove in seguito insegna per un certo periodo materie artistiche. Segue nella città natale i corsi della Scuola Libera di Figura tenuti al Museo Revoltella dal pittore Nino Perizi e un corso propedeutico di Restauro a Villa Manin di Passariano (Udine).
Ha collaborato come disegnatore e progettista con lo studio di grafica e architettura 3A dell’architetto Giorgio Bonetta. La sua opera decorativa Miramare: lo schiudersi alla Natura, selezionata nel 1997 al Concorso pittorico promosso dal Centro Internazionale di Fisica Teorica di Miramare (Trieste), è esposta in permanenza in tale sede.
Nel 1998 ha collaborato con il maestro Folco Iacobi alla realizzazione dell’opera pittorica d’arte sacra La gloria di S. Vincenzo de’ Paoli nelle opere di misericordia (Chiesa di S. Vincenzo de’ Paoli, Trieste).
Nel 2010 ha partecipato a un corso per la formazione e l’aggiornamento degli insegnanti nel campo dell’educazione all’arte secondo la metodologia munariana giocare con l’arte, condotta al Museo MINI MU del Parco di S. Giovanni a Trieste dalla docente Marcella Canelles. Ha esposto con successo in Italia e all’estero.
11
settembre 2010
Salvatore Marchese – Orizzonti
Dall'undici settembre al 19 dicembre 2010
arte contemporanea
Location
VILLA PRINZ
Trieste, Salita Di Gretta, 38, (Trieste)
Trieste, Salita Di Gretta, 38, (Trieste)
Orario di apertura
da lunedì a sabato 17.30 - 19.30 / domenica 10.00 -12.00 e 17.30 - 19.30
Vernissage
11 Settembre 2010, ore 18.30
Autore
Curatore