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Salvatore Mirabella – Soglie
mostra che raccoglie 150 fotografie scattate da Salvatore Mirabella sul tema della “soglia” declinata in tutte le forme
Comunicato stampa
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Mostra fotografica centrata sul concetto di “soglia” come luogo di separazione ma contemporaneamente di incontro con l’altro, di relazione, di scambio. Momento di passaggio, dove le identità si attenuano, si compenetrano. Luogo di sospensione e di contaminazioni.
Ricerca per immagini e testi sulle soglie del sacro, su quelle naturali, storiche, culturali, percettive e tecnologiche: su quel particolare spazio che si trova tra le cose, tra gli esseri umani, quello che mettendo in contatto separa, o, forse separando mette in contatto persone, cose, culture, identità, spazi tra loro differenti.
La porta, ad esempio, uno degli oggetti più semplici e quotidiani, è un luogo che separa e al tempo stesso unisce, che chiude due spazi e apre fra di essi il varco della comunicazione, che crea un "dentro" e un "fuori" secondo due percorsi reversibili.
Non a caso, molte espressioni del linguaggio comune attribuiscono alla soglia un’importante valenza simbolica («essere sulla soglia della vecchiaia»; «non varcare più la soglia di casa di qualcuno»; «la soglia della coscienza» e altre), probabilmente anche in relazione ad arcaici riti di passaggio.
Per varcare una soglia infatti è necessaria una certa purezza di intenzione, del corpo, dell’anima, che è indicata a esempio dall’obbligo di togliersi le scarpe sulla soglia di una moschea o di una casa giapponese.
La soglia quindi come la frontiera del sacro.
Altro aspetto importante è che andare verso il margine, la soglia, vivere la liminarità, stare sul confine, richiede a ciascuno di noi la disponibilità e la volontà di compiere un’esperienza di apprendimento oltre le abitudini, al di là della cultura, delle convenzioni e dei preconcetti che ciascuno di noi può avere.
Vuol dire esercitarsi nella pratica della tolleranza, della convivenza, avere uno sguardo più allargato sulle cose.
È un po’discostarsi dall’abitudine umana a raggrupparsi per comunità di simili che occupano uno stesso spazio: il ghetto, l’enclave o la community. Tendenza che è presente e intensamente praticata in quasi tutte le culture, perfino in quella digitale. Esempio evidente è il diffondersi delle Gated Communities. La possibilità per chiunque di tirarsi fuori da un territorio, di isolarsi rispetto a un tutto, segregandosi in un proprio spazio idealizzato. Luoghi dove si tenta di eliminare il caso, l’imprevisto. Forse inutilmente.
Ma le grandi metropoli e i grandi centri abitati in generale diventano indubbiamente sempre più ibridi, esempi di città di confine. Hanno assorbito la linea di confine fino a farla diventare lo spazio particolare su cui costruire la propria esistenza.
Sicuramente, lo spazio di domani sarà sempre più una realtà multietnica e sempre meno spazio esclusivo. Spazi di confine. Soglie da varcare continuamente, fuori e dentro noi stessi.
La mostra fotografica è un buon esempio della qualità raggiunta dalla tecnologia digitale: è formata da 150 foto, tutte realizzate con una reflex digitale professionale, la Kodak DCS Pro SLR/n, con obiettivi Nikon.
Ricerca per immagini e testi sulle soglie del sacro, su quelle naturali, storiche, culturali, percettive e tecnologiche: su quel particolare spazio che si trova tra le cose, tra gli esseri umani, quello che mettendo in contatto separa, o, forse separando mette in contatto persone, cose, culture, identità, spazi tra loro differenti.
La porta, ad esempio, uno degli oggetti più semplici e quotidiani, è un luogo che separa e al tempo stesso unisce, che chiude due spazi e apre fra di essi il varco della comunicazione, che crea un "dentro" e un "fuori" secondo due percorsi reversibili.
Non a caso, molte espressioni del linguaggio comune attribuiscono alla soglia un’importante valenza simbolica («essere sulla soglia della vecchiaia»; «non varcare più la soglia di casa di qualcuno»; «la soglia della coscienza» e altre), probabilmente anche in relazione ad arcaici riti di passaggio.
Per varcare una soglia infatti è necessaria una certa purezza di intenzione, del corpo, dell’anima, che è indicata a esempio dall’obbligo di togliersi le scarpe sulla soglia di una moschea o di una casa giapponese.
La soglia quindi come la frontiera del sacro.
Altro aspetto importante è che andare verso il margine, la soglia, vivere la liminarità, stare sul confine, richiede a ciascuno di noi la disponibilità e la volontà di compiere un’esperienza di apprendimento oltre le abitudini, al di là della cultura, delle convenzioni e dei preconcetti che ciascuno di noi può avere.
Vuol dire esercitarsi nella pratica della tolleranza, della convivenza, avere uno sguardo più allargato sulle cose.
È un po’discostarsi dall’abitudine umana a raggrupparsi per comunità di simili che occupano uno stesso spazio: il ghetto, l’enclave o la community. Tendenza che è presente e intensamente praticata in quasi tutte le culture, perfino in quella digitale. Esempio evidente è il diffondersi delle Gated Communities. La possibilità per chiunque di tirarsi fuori da un territorio, di isolarsi rispetto a un tutto, segregandosi in un proprio spazio idealizzato. Luoghi dove si tenta di eliminare il caso, l’imprevisto. Forse inutilmente.
Ma le grandi metropoli e i grandi centri abitati in generale diventano indubbiamente sempre più ibridi, esempi di città di confine. Hanno assorbito la linea di confine fino a farla diventare lo spazio particolare su cui costruire la propria esistenza.
Sicuramente, lo spazio di domani sarà sempre più una realtà multietnica e sempre meno spazio esclusivo. Spazi di confine. Soglie da varcare continuamente, fuori e dentro noi stessi.
La mostra fotografica è un buon esempio della qualità raggiunta dalla tecnologia digitale: è formata da 150 foto, tutte realizzate con una reflex digitale professionale, la Kodak DCS Pro SLR/n, con obiettivi Nikon.
07
ottobre 2005
Salvatore Mirabella – Soglie
Dal 07 ottobre al 12 novembre 2005
fotografia
Location
UNIVERSITA’ DI BOLOGNA – EX CONVENTO DI SANTA CRISTINA
Bologna, Piazzetta Giorgio Morandi, 2, (Bologna)
Bologna, Piazzetta Giorgio Morandi, 2, (Bologna)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì 9-18,30; sabato 9-13
Vernissage
7 Ottobre 2005, ore 17,30
Sito web
www.almapress.unibo.it/soglie/index.php
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