Salvatore Pulvirenti dipinge con grande senso della scenografia, del disegno e del colore. Elegge la tela a luogo di accadimenti, in bilico tra il realistico e l’irrealistico, con un sintattico ed accurato avanzare alfabetico e materico. Distribuisce le sue tonalità cromatiche in modo selettivo, assecondando i suoi avanzamenti ed i salti concettuali ed umorali, che caratterizzano nelle sue movenze gestuali e che quindi identificano profondamente le sue opere. E’ un genio dell’immaginazione, da corpo a ciò che non ce l’ha, incammina la fantasia nei sentieri dell’ignoto, somiglianti ai luoghi di un remoto andare per sogni e per desideri. Struttura la meccanica del pensiero in somma architettura del simbolico, in maniera specialmente traumatica, che cambia le coordinate del sentire comune. Fertilizzante, dissolvente, catalizzante del senso e del non senso, modifica tutto ciò che tocca, direttamente e indirettamente e non lascia niente di uguale a se stesso.
Come nell’alchimia contemplata, dell’antico e dell’evo di mezzo, di un tempo di magia, quando tutto era animato da energie ed intelligenze, anche nella modernità, disincantata e scettica, quando tutto sembra essere governato dal capriccio e dall’imprevedibilità, passata nel filtro analitico di Jung e di Freud, ma anche di Lacan e di Deleuze, passata nel filtro poetico di matafisica, valori plastici e surrealismo, dando una sferzata, un’accelerazione modificatrice, tellurica, investendo in modo profondo l’essere pensante e sensibile, lasciato solo nel mondo reale, che è il suo luogo elettivo dell’apparire, che è fenomeno per eccellenza e quindi può essere illusorio.
Sarà presente l’artista.
Catalogo in galleria Domenico Sanfilippo Editore.
Testi di Francesco Gallo Mazzeo e Arnaldo Romani Brizzi.