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Salvatore Ricci – Degrado
Il degrado è una situazione di abbandono, dovuto all’incuria e al deterioramento. Nella società contemporanea fortemente globalizzata, siamo spettatori di un decadimento morale, ambientale e culturale.
Comunicato stampa
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Il degrado è una situazione di abbandono, dovuto all’incuria e al deterioramento.
Nella società contemporanea fortemente globalizzata, siamo spettatori di un decadimento morale,
ambientale e culturale.
Il termine consumismo apparso nella metà del secolo scorso sembra ormai decaduto, quasi fuoriuscito dai
meccanismi del lessico attuale. Questo fenomeno di natura socio economica è tipico delle società
industrializzate ed è basato sull’acquisto indiscriminato di beni di consumo, suscitato ed esasperato
dall’azione delle moderne tecniche pubblicitarie, per lo più inclini a far apparire come reali i bisogni fittizi, al
solo scopo di allargare continuamente la produzione. Tutto ciò ha un impatto sulla società, specchio delle
sue contraddizioni. Infatti nel bel Paese possiamo assistere al decadimento del nostro patrimonio culturale,
esempio lampante: Pompei .
Il consumo sfrenato, il quieto vivere, la cementificazione e il delinquere, sono alcune delle cause del
decadimento culturale che hanno allontanato il cittadino dalle virtù che il filosofo greco Platone nell’opera
“la Repubblica” focalizzava in giustizia, temperanza, sapienza e coraggio.
Il degrado è affine alla mafia, muta, si evolve, si dirama in tutte le componenti della società; la TV è un
esempio eclatante di esso. I nuovi programmi sono rivolti ad pubblico sempre più incolto, impreparato,
atrofizzato, a caccia di emozioni futili, cosi frequentemente assistiamo a diversi format che parlano di
cucina, fiction e film che raggiungono apici d’audience grazie alla rappresentazione documentaristica o
romanzata della criminalità e il malaffare, che in molti casi, specialmente su soggetti a rischio
rappresentano dei modelli educativi non del tutto condivisibili.
La cultura usufruendo dell’informazione dovrebbe essere un catalizzatore, un mezzo di contrasto al
degrado al di sopra degli interessi economici.
In Italia negli ultimi anni si è assistito ad un Exploit dell’arte contemporanea. Nuovi musei e centri di
produzione culturale hanno rubato la scena al glamour con luci e fastose programmazioni. La politica parte
dell’orchestra di queste programmazioni culturali ha influito in molti casi al conseguimento del fine privato
nelle strutture pubbliche. Infatti, in pochissimi anni dalle aperture le strutture si presentano già in crisi, con
carenze di fondi, pubblico e identità, dimenticando dal primo momento la vera funzione del museo, che
come suggerisce lo statuto dell’international Concil of Museum “è un’istituzione permanente, senza scopo
di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo. È aperto al pubblico e compie ricerche che riguardano le
testimonianze materiali e immateriali dell'umanità e del suo ambiente; le acquisisce, le conserva, le
comunica e, soprattutto, le espone a fini di studio,educazione e diletto.”
Giovedì 13 novembre la galleria 1 Opera si presenterà al pubblico interamente vuota; al visitatore sarà
consegnato un biglietto con un indirizzo riconducibile a una strada del centro storico di Napoli, dove sarà
esposta un’installazione “open air” dell’artista Salvatore Ricci. Un gesto di disapprovazione che testimonia
la relativa importanza del luogo fisico come contenitore o fucina d’idee, l’arte come forma d’espressione
non deve essere legata a vincoli o a ostruzioni ma tessuto presente nella vita e nel quotidiano. Il suo spazio,
lo spazio dell’arte deve essere a noi circostante in ogni momento per potersi sostituire dapprima al degrado
ambientale e poi a quello morale. Infatti l’opera di Ricci rappresenta un uccello in gabbia, un volatile
atipico, anche esso in conflitto con il proprio spazio; un paradosso generazionale: un animale rigonfio,
tumefatto, intrappolato da vincoli fisici con due sole possibilità o prendere il volo approfittando
dell’apertura della gabbia oppure soccombere alla non curanza di se stesso.
Dal 14 novembre presso gli spazi della galleria sarà possibile visitare parte del percorso artistico maturato
dall’artista nell’arco degli ultimi anni.
Nella società contemporanea fortemente globalizzata, siamo spettatori di un decadimento morale,
ambientale e culturale.
Il termine consumismo apparso nella metà del secolo scorso sembra ormai decaduto, quasi fuoriuscito dai
meccanismi del lessico attuale. Questo fenomeno di natura socio economica è tipico delle società
industrializzate ed è basato sull’acquisto indiscriminato di beni di consumo, suscitato ed esasperato
dall’azione delle moderne tecniche pubblicitarie, per lo più inclini a far apparire come reali i bisogni fittizi, al
solo scopo di allargare continuamente la produzione. Tutto ciò ha un impatto sulla società, specchio delle
sue contraddizioni. Infatti nel bel Paese possiamo assistere al decadimento del nostro patrimonio culturale,
esempio lampante: Pompei .
Il consumo sfrenato, il quieto vivere, la cementificazione e il delinquere, sono alcune delle cause del
decadimento culturale che hanno allontanato il cittadino dalle virtù che il filosofo greco Platone nell’opera
“la Repubblica” focalizzava in giustizia, temperanza, sapienza e coraggio.
Il degrado è affine alla mafia, muta, si evolve, si dirama in tutte le componenti della società; la TV è un
esempio eclatante di esso. I nuovi programmi sono rivolti ad pubblico sempre più incolto, impreparato,
atrofizzato, a caccia di emozioni futili, cosi frequentemente assistiamo a diversi format che parlano di
cucina, fiction e film che raggiungono apici d’audience grazie alla rappresentazione documentaristica o
romanzata della criminalità e il malaffare, che in molti casi, specialmente su soggetti a rischio
rappresentano dei modelli educativi non del tutto condivisibili.
La cultura usufruendo dell’informazione dovrebbe essere un catalizzatore, un mezzo di contrasto al
degrado al di sopra degli interessi economici.
In Italia negli ultimi anni si è assistito ad un Exploit dell’arte contemporanea. Nuovi musei e centri di
produzione culturale hanno rubato la scena al glamour con luci e fastose programmazioni. La politica parte
dell’orchestra di queste programmazioni culturali ha influito in molti casi al conseguimento del fine privato
nelle strutture pubbliche. Infatti, in pochissimi anni dalle aperture le strutture si presentano già in crisi, con
carenze di fondi, pubblico e identità, dimenticando dal primo momento la vera funzione del museo, che
come suggerisce lo statuto dell’international Concil of Museum “è un’istituzione permanente, senza scopo
di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo. È aperto al pubblico e compie ricerche che riguardano le
testimonianze materiali e immateriali dell'umanità e del suo ambiente; le acquisisce, le conserva, le
comunica e, soprattutto, le espone a fini di studio,educazione e diletto.”
Giovedì 13 novembre la galleria 1 Opera si presenterà al pubblico interamente vuota; al visitatore sarà
consegnato un biglietto con un indirizzo riconducibile a una strada del centro storico di Napoli, dove sarà
esposta un’installazione “open air” dell’artista Salvatore Ricci. Un gesto di disapprovazione che testimonia
la relativa importanza del luogo fisico come contenitore o fucina d’idee, l’arte come forma d’espressione
non deve essere legata a vincoli o a ostruzioni ma tessuto presente nella vita e nel quotidiano. Il suo spazio,
lo spazio dell’arte deve essere a noi circostante in ogni momento per potersi sostituire dapprima al degrado
ambientale e poi a quello morale. Infatti l’opera di Ricci rappresenta un uccello in gabbia, un volatile
atipico, anche esso in conflitto con il proprio spazio; un paradosso generazionale: un animale rigonfio,
tumefatto, intrappolato da vincoli fisici con due sole possibilità o prendere il volo approfittando
dell’apertura della gabbia oppure soccombere alla non curanza di se stesso.
Dal 14 novembre presso gli spazi della galleria sarà possibile visitare parte del percorso artistico maturato
dall’artista nell’arco degli ultimi anni.
13
novembre 2014
Salvatore Ricci – Degrado
Dal 13 al 20 novembre 2014
Location
PALAZZO DIOMEDE CARAFA
Napoli, Via San Biagio Dei Librai, 121, (Napoli)
Napoli, Via San Biagio Dei Librai, 121, (Napoli)
Vernissage
13 Novembre 2014, h 18
Autore
Curatore