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Salvatore Santoddì – Due ma non due. Fiori bianchi e rosa rossa nel giardino mistico
La galleria Entroterra presenta gli ultimi lavori di Santoddì nella prima personale milanee.
Comunicato stampa
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Sabato 01 marzo 2008 alle ore 17:30 presso lo spazio Entroterra si inaugura la mostra personale di Salvatore Santoddì dal titolo “DUE MA NON DUE. Fiori bianchi e rosa rossa nel giardino mistico” .
La mostra, già presentata con successo presso i Musei civici di Caltagirone, presenta gli ultimi lavori di Santoddì la cui pittura è incentrata sull’elemento floreale (loto bianco, rosa rossa, ghirlande), inteso come “costruzione interiore e segreta di un giardino mistico” che coinvolge in un certo qual modo la stessa condizione dell’uomo.
Per l’occasione sarà presentato un catalogo curato da Vitaldo Conte, che ci racconta il percorso artistico dell’artista: “L’ultima pittura d’immagine può divenire pratica creativa di mistica, attraversando dialettiche linguistiche imprevedibili (come con la fotografia) e maschere figurali, che liberano visivamente i percorsi meditativi dell’autore. Nello stesso tempo ‘memorizza’ istanze mitiche e movimenti del sogno, emergenti come apparenze sulle stesure narrative della tela. Queste direzioni sono ‘presenze’ nel lavoro del giovane pittore siciliano Salvatore Santoddì che fa coincidere il momento dell’arte con quello del discorso interiore.”(V. Conte, dal testo in catalogo)
Una visione mistica, dunque, che ha luogo nel suo paesaggio natio, la Sicilia, in cui i personaggi sono quasi sempre sospesi e immersi nel paesaggio che le comprende come parte integrante, avvolti nella spirituale ricerca di se stessi. Qui “L’occhio, il più spirituale degli organi umani, sembra trapassare e annullare nella sua imperscrutabile profondità il rapporto spazio/tempo che fin dall’inizio appare come uno degli enigmi più affascinanti e importanti per Salvatore Santoddì” (D. Amoroso, dal testo in catalogo). Una profonda sensibilità dell’artista che emerge osservando le sue tele intrise di introspezione: in esse si riconosce una stratificazione di culture, a partire da quella greca e normanna, che tanto prosperò nelle terre siciliane, fino a toccare i principi fondamentali delle religioni orientali, in particolar modo quella buddista. Un mix perfetto di spiritualità e paesaggio, in cui attraverso i segni del passato (chiese madri, cappelle, cattedrali che rinascono in cantieri con gru) si possono leggere i semi del futuro. Così corpi femminili navigano sospesi in contemplazione, lungo vaste distese di verde, sui cimeli delle vecchie culture, alla ricerca del proprio cammino, come fanno gli uccelli migratori che si spostano in luoghi molto lontani, nell’illusione di approdare in nuovi lidi e cancellare la propria dolorosa condizione del vivere.
Biografia
Salvatore Santoddì nasce a Caltagirone nel 1978, città dove vive e opera. Allievo di Salvo Russo, si diploma in pittura nell'anno accademico 2003/2004 presso l'Accademia di Belle Arti di Catania. Principali eventi espositivi:
La mostra, già presentata con successo presso i Musei civici di Caltagirone, presenta gli ultimi lavori di Santoddì la cui pittura è incentrata sull’elemento floreale (loto bianco, rosa rossa, ghirlande), inteso come “costruzione interiore e segreta di un giardino mistico” che coinvolge in un certo qual modo la stessa condizione dell’uomo.
Per l’occasione sarà presentato un catalogo curato da Vitaldo Conte, che ci racconta il percorso artistico dell’artista: “L’ultima pittura d’immagine può divenire pratica creativa di mistica, attraversando dialettiche linguistiche imprevedibili (come con la fotografia) e maschere figurali, che liberano visivamente i percorsi meditativi dell’autore. Nello stesso tempo ‘memorizza’ istanze mitiche e movimenti del sogno, emergenti come apparenze sulle stesure narrative della tela. Queste direzioni sono ‘presenze’ nel lavoro del giovane pittore siciliano Salvatore Santoddì che fa coincidere il momento dell’arte con quello del discorso interiore.”(V. Conte, dal testo in catalogo)
Una visione mistica, dunque, che ha luogo nel suo paesaggio natio, la Sicilia, in cui i personaggi sono quasi sempre sospesi e immersi nel paesaggio che le comprende come parte integrante, avvolti nella spirituale ricerca di se stessi. Qui “L’occhio, il più spirituale degli organi umani, sembra trapassare e annullare nella sua imperscrutabile profondità il rapporto spazio/tempo che fin dall’inizio appare come uno degli enigmi più affascinanti e importanti per Salvatore Santoddì” (D. Amoroso, dal testo in catalogo). Una profonda sensibilità dell’artista che emerge osservando le sue tele intrise di introspezione: in esse si riconosce una stratificazione di culture, a partire da quella greca e normanna, che tanto prosperò nelle terre siciliane, fino a toccare i principi fondamentali delle religioni orientali, in particolar modo quella buddista. Un mix perfetto di spiritualità e paesaggio, in cui attraverso i segni del passato (chiese madri, cappelle, cattedrali che rinascono in cantieri con gru) si possono leggere i semi del futuro. Così corpi femminili navigano sospesi in contemplazione, lungo vaste distese di verde, sui cimeli delle vecchie culture, alla ricerca del proprio cammino, come fanno gli uccelli migratori che si spostano in luoghi molto lontani, nell’illusione di approdare in nuovi lidi e cancellare la propria dolorosa condizione del vivere.
Biografia
Salvatore Santoddì nasce a Caltagirone nel 1978, città dove vive e opera. Allievo di Salvo Russo, si diploma in pittura nell'anno accademico 2003/2004 presso l'Accademia di Belle Arti di Catania. Principali eventi espositivi:
01
marzo 2008
Salvatore Santoddì – Due ma non due. Fiori bianchi e rosa rossa nel giardino mistico
Dal primo marzo al 17 aprile 2008
arte contemporanea
Location
GALLERIA ENTROTERRA
Brescia, Viale Della Bornata, 43 – ed. 13, (Brescia)
Brescia, Viale Della Bornata, 43 – ed. 13, (Brescia)
Orario di apertura
Lunedì- venerdì 15:00- 19:00
Sabato 11:00 19:00
Vernissage
1 Marzo 2008, ore 17:30
Autore
Curatore