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Salvatore Vitagliano – Restituzioni
La pittura di Vitagliano possiede una sua intensa spazialità, stabile ed omogenea, in cui la forma può di nuovo assestarsi, rivestendosi di un tessuto cromatico vibrante nell’intensità dell’impasto e dell’ampiezza del registro, ma sempre seducentemente integro.
Comunicato stampa
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Giovedì 22 febbraio alle ore 18:30 Spazio NEA inaugura "Restituzioni", personale di Salvatore Vitagliano. L'ultima produzione artistica dell'artista napoletano sarà visitabile fino al 22 marzo.
Scrive Vitaliano Corbi: "C'è indubbiamente bisogno di molto coraggio per fare come Vitagliano, che in questi anni ha voluto rimescolare le regole di una ricerca pittorica che egli veniva ormai conducendo con crescente sicurezza e con risultati di una qualità così alta da sembrare miracolosamente conquistata sui più ardui crinali della storia dell'arte.
La pittura di Vitagliano possiede una sua intensa spazialità, stabile ed omogenea, in cui la forma può di nuovo assestarsi, rivestendosi di un tessuto cromatico vibrante nell'intensità dell'impasto e dell'ampiezza del registro, ma sempre seducentemente integro.
L'artista campano ha sconvolto le coordinate del suo precedente discorso, liberando lo sguardo sull'orizzonte del possibile.
Ma per far ciò ha messo in questione quella qualità delle immagini che accenna a surrogare la percezione del mondo delle cose. Vitagliano non ha smarrito la consapevolezza della dimensione culturale dell'esperienza pittorica che rimane estranea ai luoghi comuni e banali della poetica surrealista; non è uno sprofondamento inconsulto nell'inconscio né essa si affida all'automatismo del segno. È una rifondazione del senso di quella dimensione culturale scandagliata, oltre che lungo i suoi tramiti storici, nelle sue più profonde radici esistenziali.
Se è vero perciò che l'attuale pittura di Vitagliano provoca talvolta l'inquietante effetto di una fascinazione medianica o quello di una presenza enigmatica e sgradita, non bisognerà meravigliarsi che essa riveli qualche singolare memoria dell'arte simbolista e romantica.
Nelle opere in cui più evidente è la consonanza con i motivi simbolisti, il colore passa da irregolarità e spessori materici da art brut a sottigliezze estremamente raffinate dove svariano i gialli, i verdi e gli azzurri, scambiandosi dolci carezze e aridi veleni.
In queste immagini la sostanza figurativa si direbbe svanire al di là dello schermo del quadro, dove non rimane che una fugace impronta, dove la forma appare rotta da una gestualità frenetica che esalta la luminosità del colore, facendola sprigionare dall'interno o suscitandola sulle stesse zone d'ombra, come un brillio e un fremito della pelle della materia. Ma è facile capire che in realtà Vitagliano comunica il fascino di un sentimento della vita che non si esaurisce nell'emozione del presente, ma è capace di cogliere in questo gli ambigui e capziosi lineamenti del possibile".
Profilo biografico
Salvatore Vitagliano, pittore e scultore napoletano, inizia il suo percorso artistico con un profondo interesse per il mondo antico, in particolare con quello delle antiche culture dell'Italia preromana.
I primi anni '70 lo vedono partecipe del Gruppo archeologico napoletano e fino al '78 è fedele ricercatore della scienza della mestica. Dopo un periodo di lunga riflessione con rare apparizioni sulla "scena", che lo portano ad isolarsi dal circuito cittadino e a considerare l'arte come un'unità inscindibile dal tutto, realizza i primi libri in copia unica come "Caprio, Neve, Inferna tantis" e un film mai girato "Mari di Cina in 16 mm" a cui seguiranno alcune mostre con sculture innovative come "Le armi per gli dei".
Verso la metà degli anni novanta si avvicina al mondo del teatro cittadino prestando la sua opera ad alcuni lavori di Antonio Neiwiller ed in seguito a Putignani, Martone, Berardinis e Cantalupo. Dal '90 al '96 ritorna agli antichi trascorsi archeologici: sono di quegli anni due grandi opere di pittura "Numeri" e "Icona mistica" e una scultura-installazione "Banco nuovo" (assemblaggio in vari elementi di circa cinquemila tasselli in terracotta).
Nel corso degli anni '90 cambia il suo nome in Zhao. Nel 1996 è inizia ad insegnare all'Accademia partenopea e successivamente al liceo d'Arte "Suor Orsola Benincasa". Nel '97 è protagonista di un breve film di Mario Martone. È lui stesso autore di alcuni video come "L'occhio sinistro della donna velata".
Nel 2001 installa una sua opera in piazza dei Girolamini a Napoli. Del 2004 è una personale al museo della Scienza di Napoli. Alcune sue opere sono esposte in permanenza alla Quadreria dell'Istituto D'Arte di Napoli, al Museo "De Nittis" di Barletta, alla fondazione IDIS di Città della Scienza.
È molto noto in Francia, dove ha esposto con personali e collettive a Marsiglia, Tolosa, Nantes e Parigi. A Napoli l'ultima personale risale al 2011 al Museo Madre.
Scrive Vitaliano Corbi: "C'è indubbiamente bisogno di molto coraggio per fare come Vitagliano, che in questi anni ha voluto rimescolare le regole di una ricerca pittorica che egli veniva ormai conducendo con crescente sicurezza e con risultati di una qualità così alta da sembrare miracolosamente conquistata sui più ardui crinali della storia dell'arte.
La pittura di Vitagliano possiede una sua intensa spazialità, stabile ed omogenea, in cui la forma può di nuovo assestarsi, rivestendosi di un tessuto cromatico vibrante nell'intensità dell'impasto e dell'ampiezza del registro, ma sempre seducentemente integro.
L'artista campano ha sconvolto le coordinate del suo precedente discorso, liberando lo sguardo sull'orizzonte del possibile.
Ma per far ciò ha messo in questione quella qualità delle immagini che accenna a surrogare la percezione del mondo delle cose. Vitagliano non ha smarrito la consapevolezza della dimensione culturale dell'esperienza pittorica che rimane estranea ai luoghi comuni e banali della poetica surrealista; non è uno sprofondamento inconsulto nell'inconscio né essa si affida all'automatismo del segno. È una rifondazione del senso di quella dimensione culturale scandagliata, oltre che lungo i suoi tramiti storici, nelle sue più profonde radici esistenziali.
Se è vero perciò che l'attuale pittura di Vitagliano provoca talvolta l'inquietante effetto di una fascinazione medianica o quello di una presenza enigmatica e sgradita, non bisognerà meravigliarsi che essa riveli qualche singolare memoria dell'arte simbolista e romantica.
Nelle opere in cui più evidente è la consonanza con i motivi simbolisti, il colore passa da irregolarità e spessori materici da art brut a sottigliezze estremamente raffinate dove svariano i gialli, i verdi e gli azzurri, scambiandosi dolci carezze e aridi veleni.
In queste immagini la sostanza figurativa si direbbe svanire al di là dello schermo del quadro, dove non rimane che una fugace impronta, dove la forma appare rotta da una gestualità frenetica che esalta la luminosità del colore, facendola sprigionare dall'interno o suscitandola sulle stesse zone d'ombra, come un brillio e un fremito della pelle della materia. Ma è facile capire che in realtà Vitagliano comunica il fascino di un sentimento della vita che non si esaurisce nell'emozione del presente, ma è capace di cogliere in questo gli ambigui e capziosi lineamenti del possibile".
Profilo biografico
Salvatore Vitagliano, pittore e scultore napoletano, inizia il suo percorso artistico con un profondo interesse per il mondo antico, in particolare con quello delle antiche culture dell'Italia preromana.
I primi anni '70 lo vedono partecipe del Gruppo archeologico napoletano e fino al '78 è fedele ricercatore della scienza della mestica. Dopo un periodo di lunga riflessione con rare apparizioni sulla "scena", che lo portano ad isolarsi dal circuito cittadino e a considerare l'arte come un'unità inscindibile dal tutto, realizza i primi libri in copia unica come "Caprio, Neve, Inferna tantis" e un film mai girato "Mari di Cina in 16 mm" a cui seguiranno alcune mostre con sculture innovative come "Le armi per gli dei".
Verso la metà degli anni novanta si avvicina al mondo del teatro cittadino prestando la sua opera ad alcuni lavori di Antonio Neiwiller ed in seguito a Putignani, Martone, Berardinis e Cantalupo. Dal '90 al '96 ritorna agli antichi trascorsi archeologici: sono di quegli anni due grandi opere di pittura "Numeri" e "Icona mistica" e una scultura-installazione "Banco nuovo" (assemblaggio in vari elementi di circa cinquemila tasselli in terracotta).
Nel corso degli anni '90 cambia il suo nome in Zhao. Nel 1996 è inizia ad insegnare all'Accademia partenopea e successivamente al liceo d'Arte "Suor Orsola Benincasa". Nel '97 è protagonista di un breve film di Mario Martone. È lui stesso autore di alcuni video come "L'occhio sinistro della donna velata".
Nel 2001 installa una sua opera in piazza dei Girolamini a Napoli. Del 2004 è una personale al museo della Scienza di Napoli. Alcune sue opere sono esposte in permanenza alla Quadreria dell'Istituto D'Arte di Napoli, al Museo "De Nittis" di Barletta, alla fondazione IDIS di Città della Scienza.
È molto noto in Francia, dove ha esposto con personali e collettive a Marsiglia, Tolosa, Nantes e Parigi. A Napoli l'ultima personale risale al 2011 al Museo Madre.
22
febbraio 2018
Salvatore Vitagliano – Restituzioni
Dal 22 febbraio al 22 marzo 2018
arte contemporanea
Location
SPAZIO NEA
Napoli, via Costantinopoli, 53, (Napoli)
Napoli, via Costantinopoli, 53, (Napoli)
Orario di apertura
lunedì - domenica: ore 9.00 - 2.00 am
Vernissage
22 Febbraio 2018, ore 18.30
Autore