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Salvo Lombardo / Daniele Spanò – Wasn’t Built In A Day
La mostra Wasn’t Built In A Day presenta un’opera video e opere fotografiche.
I lavori ri-mediano oggetti dell’immaginario classicista d’epoca fascista decostruendone il portato storico, mostrandone il potenziale attuale ricomposto nelle narrazioni del nostro presente nazionalista e neocolonialista
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Wasn't Built In A Day
mostra di
Salvo Lombardo e Daniele Spanò
a cura di Viviana Gravano e Giulia Grechi
Vernissage
19 ottobre 2021
h.18.00
la mostra rimarrà aperta fino all’11 dicembre 2021
dal martedì al venerdì dalle 15 alle 19
il sabato dalle 10 alle 13 (su appuntamento)
La prima caratteristica di un Ur-Fascismo è il culto della tradizione (U. Eco, L’Ur-fascismo. Il fascismo eterno, 1997)
Wasn't Built In A Day è una mostra di Salvo Lombardo e Daniele Spanò, ed è parte del progetto di danza contemporanea AMOЯ della compagnia CHIASMA.
C’è un tratto significativo, alla base della costruzione identitaria italiana, che è teso all’esaltazione di un passato classico e dei suoi fasti gloriosi. Un tratto che prescinde dalla lettura della storia. Una presenza. Una sorta di figura, sempre prestante, che si allena nella palestra delle narrazioni ufficiali. Un culturista delle tradizioni. Una specie di monumento perennemente lucidato e bisognoso di “restauri”.
I lavori proposti in mostra si pongono come una interrogazione del vasto archivio della nostra cultura d’appartenenza, che contiene immagini e immaginari tra culture istituzionali e popolari, danza, rappresentazioni museali o della storia dell’arte, cinema, pubblicità, prodotti di consumo, videoclip musicali. Il cuore del lavoro è la presunta definizione dell’identità di “italiani”, le cui stratificazioni culturali transitate fino a oggi non possono che essere ri-negoziate, fra narrazioni egemoniche e popolari o subalterne, nel tentativo di decostruire un immaginario stratificato nel tempo.
Le visioni che tentano di dare corpo all’idea di nazione sono da sempre state legate a una rete di appartenenze più estesa e globalizzata nella quale oggi si riaccendono i nuovi focolai di razzismo, sessismo e micro-nazionalismi. In questo senso il progetto Wasn't Built In A Day si posiziona come rovesciamento di quell’archivio di immagini di una nazione fatta a pezzi dal sentimento nostalgico e anacronistico di sé stessa vista allo specchio.
L’opera video Wasn't Built In A Day, che dà il nome alla mostra, presenta una serie di immagini che ri-mediano “oggetti” dell’immaginario classicista d’epoca fascista, decostruendone il portato storico e mostrandone il potenziale attuale ricomposto nelle narrazioni del nostro presente nazionalista e neo-colonialista. Una sequenza di brevi scene, di flash spiazzanti che vivono in spazi con una precisa memoria di quel passato fascista che è rimossa nella frequentazione della nostra quotidianità che ne ha depotenziato, solo apparentemente, il portato di potere violento. Un abecedario, un dizionario dalle definizioni liquide, in cui ciascun immaginario contemporaneo fa riemergere storie da sempre vendute come “la nostra tradizione”, ma che hanno preso conformazioni e camouflage sempre diversi, utili alle diverse forme di potere che hanno incarnato nel tempo sempre la stessa visione nazionalista.
Le immagini fotografiche, propongono una filosofia visuale simile al video, ma isolano dei frame, delle “pose”, che rendono quella violenza dello stereotipo e della costruzione razziale, un “prodotto” glam, un’immagine di bellezza, ricalcando il modello italiano del mito della bellezza come “canone” nazionale, capace di cancellare le brutture generate dal loro uso come strumenti di oppressione e stigmatizzazione della “alterità”. Il bello come mito universale della cultura classica italiana, che attraversa i secoli, è il vero strumento di potere nazionalista italiano, che volutamente costruisce il binomio bello come buono, imponendo un modello di nazionalismo violento basato sull’idea della presunta superiorità culturale del paese.
La mostra sarà accompagnata da eventi collaterali, che aiutano la discussione intorno ai temi centrali che propone:
• Collaborazione con la libreria Giannino Stoppani. In Galleria ci sarà uno scaffale con libri dedicati a adolescenti e infanzia che trattano il tema dei “nazionalismi” e le questioni ad essi connesse.
• Incontro teorico con gli artisti e espert* sul tema dei nazionalismi e delle eredità “classiche” nelle iconografie del potere nei secoli in Italia.
• Un workshop su call aperta con i due artisti tra arti performative e videoarte, sui temi della mostra.
La mostra e gli eventi collaterali fanno parte del programma del Resurface Festival, curato da Attitudes e dalla compagnia di danza Chiasma, con sede a Roma e a Bologna, che ha ricevuto il finanziamento del Ministero dei Beni Culturali – FUS per il 2021.
Referente per la stampa
Isabella Gaffè | 392.5063989 | info.attitudesbologna@gmail.com
Info:
www.attitudes-bologna.com | info.attitudesbologna@gmail.com
Ingresso libero – Obbligo del Green Pass
ATTITUDES_spazio alle arti, è un nuovo spazio a Bologna dedicato alle arti contemporanee. Lo spazio si trova nel cuore della città, in Strada Maggiore, e ospita mostre, performance, incontri, workshop e altre attività. È un luogo di incontro in cui si realizzano progetti legati alla città, alle diverse comunità che la vivono e alle numerose realtà educative che la caratterizzano. ATTITUDES_spazio alle arti è diretto da Viviana Gravano e Isabella Gaffè. Viviana Gravano è storica e curatrice di arte contemporanea e docente all'Accademia di Belle Arti di Bologna, ed è la curatrice dello spazio; Isabella Gaffè è videomaker, organizzatrice e addetta alla comunicazione e all’euro progettazione per la cultura.
Attitudes_spazio alle arti
Direzione artistica Viviana Gravano
Direzione organizzativa, Comunicazione e Stampa Isabella Gaffè
mostra di
Salvo Lombardo e Daniele Spanò
a cura di Viviana Gravano e Giulia Grechi
Vernissage
19 ottobre 2021
h.18.00
la mostra rimarrà aperta fino all’11 dicembre 2021
dal martedì al venerdì dalle 15 alle 19
il sabato dalle 10 alle 13 (su appuntamento)
La prima caratteristica di un Ur-Fascismo è il culto della tradizione (U. Eco, L’Ur-fascismo. Il fascismo eterno, 1997)
Wasn't Built In A Day è una mostra di Salvo Lombardo e Daniele Spanò, ed è parte del progetto di danza contemporanea AMOЯ della compagnia CHIASMA.
C’è un tratto significativo, alla base della costruzione identitaria italiana, che è teso all’esaltazione di un passato classico e dei suoi fasti gloriosi. Un tratto che prescinde dalla lettura della storia. Una presenza. Una sorta di figura, sempre prestante, che si allena nella palestra delle narrazioni ufficiali. Un culturista delle tradizioni. Una specie di monumento perennemente lucidato e bisognoso di “restauri”.
I lavori proposti in mostra si pongono come una interrogazione del vasto archivio della nostra cultura d’appartenenza, che contiene immagini e immaginari tra culture istituzionali e popolari, danza, rappresentazioni museali o della storia dell’arte, cinema, pubblicità, prodotti di consumo, videoclip musicali. Il cuore del lavoro è la presunta definizione dell’identità di “italiani”, le cui stratificazioni culturali transitate fino a oggi non possono che essere ri-negoziate, fra narrazioni egemoniche e popolari o subalterne, nel tentativo di decostruire un immaginario stratificato nel tempo.
Le visioni che tentano di dare corpo all’idea di nazione sono da sempre state legate a una rete di appartenenze più estesa e globalizzata nella quale oggi si riaccendono i nuovi focolai di razzismo, sessismo e micro-nazionalismi. In questo senso il progetto Wasn't Built In A Day si posiziona come rovesciamento di quell’archivio di immagini di una nazione fatta a pezzi dal sentimento nostalgico e anacronistico di sé stessa vista allo specchio.
L’opera video Wasn't Built In A Day, che dà il nome alla mostra, presenta una serie di immagini che ri-mediano “oggetti” dell’immaginario classicista d’epoca fascista, decostruendone il portato storico e mostrandone il potenziale attuale ricomposto nelle narrazioni del nostro presente nazionalista e neo-colonialista. Una sequenza di brevi scene, di flash spiazzanti che vivono in spazi con una precisa memoria di quel passato fascista che è rimossa nella frequentazione della nostra quotidianità che ne ha depotenziato, solo apparentemente, il portato di potere violento. Un abecedario, un dizionario dalle definizioni liquide, in cui ciascun immaginario contemporaneo fa riemergere storie da sempre vendute come “la nostra tradizione”, ma che hanno preso conformazioni e camouflage sempre diversi, utili alle diverse forme di potere che hanno incarnato nel tempo sempre la stessa visione nazionalista.
Le immagini fotografiche, propongono una filosofia visuale simile al video, ma isolano dei frame, delle “pose”, che rendono quella violenza dello stereotipo e della costruzione razziale, un “prodotto” glam, un’immagine di bellezza, ricalcando il modello italiano del mito della bellezza come “canone” nazionale, capace di cancellare le brutture generate dal loro uso come strumenti di oppressione e stigmatizzazione della “alterità”. Il bello come mito universale della cultura classica italiana, che attraversa i secoli, è il vero strumento di potere nazionalista italiano, che volutamente costruisce il binomio bello come buono, imponendo un modello di nazionalismo violento basato sull’idea della presunta superiorità culturale del paese.
La mostra sarà accompagnata da eventi collaterali, che aiutano la discussione intorno ai temi centrali che propone:
• Collaborazione con la libreria Giannino Stoppani. In Galleria ci sarà uno scaffale con libri dedicati a adolescenti e infanzia che trattano il tema dei “nazionalismi” e le questioni ad essi connesse.
• Incontro teorico con gli artisti e espert* sul tema dei nazionalismi e delle eredità “classiche” nelle iconografie del potere nei secoli in Italia.
• Un workshop su call aperta con i due artisti tra arti performative e videoarte, sui temi della mostra.
La mostra e gli eventi collaterali fanno parte del programma del Resurface Festival, curato da Attitudes e dalla compagnia di danza Chiasma, con sede a Roma e a Bologna, che ha ricevuto il finanziamento del Ministero dei Beni Culturali – FUS per il 2021.
Referente per la stampa
Isabella Gaffè | 392.5063989 | info.attitudesbologna@gmail.com
Info:
www.attitudes-bologna.com | info.attitudesbologna@gmail.com
Ingresso libero – Obbligo del Green Pass
ATTITUDES_spazio alle arti, è un nuovo spazio a Bologna dedicato alle arti contemporanee. Lo spazio si trova nel cuore della città, in Strada Maggiore, e ospita mostre, performance, incontri, workshop e altre attività. È un luogo di incontro in cui si realizzano progetti legati alla città, alle diverse comunità che la vivono e alle numerose realtà educative che la caratterizzano. ATTITUDES_spazio alle arti è diretto da Viviana Gravano e Isabella Gaffè. Viviana Gravano è storica e curatrice di arte contemporanea e docente all'Accademia di Belle Arti di Bologna, ed è la curatrice dello spazio; Isabella Gaffè è videomaker, organizzatrice e addetta alla comunicazione e all’euro progettazione per la cultura.
Attitudes_spazio alle arti
Direzione artistica Viviana Gravano
Direzione organizzativa, Comunicazione e Stampa Isabella Gaffè
19
ottobre 2021
Salvo Lombardo / Daniele Spanò – Wasn’t Built In A Day
Dal 19 ottobre all'undici dicembre 2021
arte contemporanea
Location
ATTITUDES_SPAZIO ALLE ARTI
Bologna, Strada Maggiore, 90, (BO)
Bologna, Strada Maggiore, 90, (BO)
Orario di apertura
da martedì a venerdì dalle 15 - 19
il sabato dalle 10 alle 13 (su appuntamento)
Vernissage
19 Ottobre 2021, h.18.00
Strada Maggiore 90 – int. 16 | Bologna
Autore
Curatore