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Samuel Fosso
Samuel Fosso si è affermato negli ultimi anni dopo aver esposto per la prima volta le sue opere nel 1994, durante la prima edizione dei “Rencontres de la Photographie” a Bamako, in Mali
Comunicato stampa
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Con la mostra dedicata a Samuel Fosso (Kumba, Camerun, 1962 / Bangui, Repubblica Centrafricana), che verrà inaugurata giovedì 19 gennaio, Guido Schlinkert e la galleria
e x t r a s p a z i o riprendono la loro ricognizione di figure emergenti e significative impegnate a portare, nell’attuale contesto post-postcoloniale e post-postmoderno, il discorso artistico sull'identità in uno spazio che oltrepassa i confini dell’individuale per accedere a dimensioni socioculturali e politiche (come evidenziato dalle personali di Farhad Moshiri, Kaoru Arima e Toma Muteba Luntumbue).
Appartenente agli Ibo, nato in Camerun nel 1962, Samuel Fosso trascorre l’infanzia in Nigeria e nel 1970, in seguito alla distruzione del villaggio in cui risiedeva durante la guerra del Biafra, si rifugia con il fratello maggiore a Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana.
A soli tredici anni, nel 1975, avvia un’attività di fotografo ritrattista e ben presto, a partire dal 1976, si dedica a realizzare, di sera, una serie di autoritratti, utilizzando la pellicola avanzata durante la giornata di lavoro.
Questi autoritratti, realizzati da allora con continuità, sono stati presentati per la prima volta in Italia, con straordinario successo, all’Istituto Nazionale per la Grafica/Calcografia di Roma e al Centro Internazionale di Fotografia Scavi Scaligeri di Verona, in una retrospettiva curata da Guido Schlinkert insieme a M. Francesca Bonetti (febbraio – giugno 2004, catalogo 5 Continents Editions, Milano).
Samuel Fosso si è affermato negli ultimi anni dopo aver esposto per la prima volta le sue opere nel 1994, durante la prima edizione dei “Rencontres de la Photographie” a Bamako, in Mali.
I suoi autoritratti - ironiche messe in scena che esplorano la possibilità di moltiplicare i significati del corpo attraverso modalità tipiche del travestimento e della performance - possono essere considerati precoci esempi di “commento ponderato sulla mascolinità, il genere, l'identità e la sessualità nell'Africa contemporanea”.
Critici come Okwui Enwezor, Simon Njami, Stuart Hall, Lauri Firstemberg, Antonia Carver, Jean Lamore, Michael Thoss, Jessica Taylor, Pep Subirós considerano l’opera di Fosso una “incredibile anticipazione delle convenzioni della fotografia postmoderna” (O. Enwezor), in affinità con il lavoro di Cindy Sherman, di Luigi Ontani e, più tardi, di Yasumasa Morimura.
L’anticipazione della quale parla Enwezor è tanto più incredibile in quanto messa in atto da un artista che opera (almeno nel primo periodo) in totale autonomia ed isolamento, in un contesto tra i più drammatici del continente africano come quello della Repubblica Centrafricana, ancora oggi a rischio continuo di colpi di stato e all’epoca governata dall’imperatore Bokassa, uno dei personaggi più volgari della scena politica del continente.
Le fotografie di Fosso sono collezionate, oltre che da numerosi privati, da musei ed istituzioni quali il Metropolitan Museum of Art di New York, il Los Angeles County Museum, il Philadelphia Museum of Art, lo Studio Museum in Harlem di New York, il Museum of Fine Arts di Houston, il Centre Georges Pompidou di Parigi, l’Istituto Nazionale per la Grafica/Calcografia di Roma.
Tra le mostre più importanti a cui Fosso ha partecipato, ricordiamo: Insight: African Photographers, 1940 to the Present, Solomon Guggenheim Museum, New York, 1996; L’Afrique par elle même, Maison Européenne de la Photographie, Parigi, 1998; Africa by Africa: A Photographic View, Barbican Gallery, Londra, 1999; The Short Century: Independence and Liberation Movements in Africa, 1945-1994, Monaco, Berlino, Chicago, Long Island, 2001-2002.
Dal 1 febbraio al 1 giugno 2006, l’artista esporrà le sue opere presso il Mori Art Museum di Tokyo nella collettiva Africa Remix, precedentemente ospitata dal Museum Kunst Palast di Düsseldorf, dalla Hayward Gallery di Londra e dal Centre Georges Pompidou di Parigi.
Segnaliamo inoltre la partecipazione di Fosso alla grande rassegna sul tema dell’autoritratto curata da Rachel Kent per il Museum of Contemporary Art di Sydney, a partire dal 21 marzo 2006 (tra gli altri artisti presenti in mostra: Claude Cahun, Cindy Sherman, Ana Mendieta, Francesca Woodman, Martin Kippenberger, Mike Parr, Tracey Rose, Tim Noble & Sue Webster, Sam Taylor-Wood).
e x t r a s p a z i o riprendono la loro ricognizione di figure emergenti e significative impegnate a portare, nell’attuale contesto post-postcoloniale e post-postmoderno, il discorso artistico sull'identità in uno spazio che oltrepassa i confini dell’individuale per accedere a dimensioni socioculturali e politiche (come evidenziato dalle personali di Farhad Moshiri, Kaoru Arima e Toma Muteba Luntumbue).
Appartenente agli Ibo, nato in Camerun nel 1962, Samuel Fosso trascorre l’infanzia in Nigeria e nel 1970, in seguito alla distruzione del villaggio in cui risiedeva durante la guerra del Biafra, si rifugia con il fratello maggiore a Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana.
A soli tredici anni, nel 1975, avvia un’attività di fotografo ritrattista e ben presto, a partire dal 1976, si dedica a realizzare, di sera, una serie di autoritratti, utilizzando la pellicola avanzata durante la giornata di lavoro.
Questi autoritratti, realizzati da allora con continuità, sono stati presentati per la prima volta in Italia, con straordinario successo, all’Istituto Nazionale per la Grafica/Calcografia di Roma e al Centro Internazionale di Fotografia Scavi Scaligeri di Verona, in una retrospettiva curata da Guido Schlinkert insieme a M. Francesca Bonetti (febbraio – giugno 2004, catalogo 5 Continents Editions, Milano).
Samuel Fosso si è affermato negli ultimi anni dopo aver esposto per la prima volta le sue opere nel 1994, durante la prima edizione dei “Rencontres de la Photographie” a Bamako, in Mali.
I suoi autoritratti - ironiche messe in scena che esplorano la possibilità di moltiplicare i significati del corpo attraverso modalità tipiche del travestimento e della performance - possono essere considerati precoci esempi di “commento ponderato sulla mascolinità, il genere, l'identità e la sessualità nell'Africa contemporanea”.
Critici come Okwui Enwezor, Simon Njami, Stuart Hall, Lauri Firstemberg, Antonia Carver, Jean Lamore, Michael Thoss, Jessica Taylor, Pep Subirós considerano l’opera di Fosso una “incredibile anticipazione delle convenzioni della fotografia postmoderna” (O. Enwezor), in affinità con il lavoro di Cindy Sherman, di Luigi Ontani e, più tardi, di Yasumasa Morimura.
L’anticipazione della quale parla Enwezor è tanto più incredibile in quanto messa in atto da un artista che opera (almeno nel primo periodo) in totale autonomia ed isolamento, in un contesto tra i più drammatici del continente africano come quello della Repubblica Centrafricana, ancora oggi a rischio continuo di colpi di stato e all’epoca governata dall’imperatore Bokassa, uno dei personaggi più volgari della scena politica del continente.
Le fotografie di Fosso sono collezionate, oltre che da numerosi privati, da musei ed istituzioni quali il Metropolitan Museum of Art di New York, il Los Angeles County Museum, il Philadelphia Museum of Art, lo Studio Museum in Harlem di New York, il Museum of Fine Arts di Houston, il Centre Georges Pompidou di Parigi, l’Istituto Nazionale per la Grafica/Calcografia di Roma.
Tra le mostre più importanti a cui Fosso ha partecipato, ricordiamo: Insight: African Photographers, 1940 to the Present, Solomon Guggenheim Museum, New York, 1996; L’Afrique par elle même, Maison Européenne de la Photographie, Parigi, 1998; Africa by Africa: A Photographic View, Barbican Gallery, Londra, 1999; The Short Century: Independence and Liberation Movements in Africa, 1945-1994, Monaco, Berlino, Chicago, Long Island, 2001-2002.
Dal 1 febbraio al 1 giugno 2006, l’artista esporrà le sue opere presso il Mori Art Museum di Tokyo nella collettiva Africa Remix, precedentemente ospitata dal Museum Kunst Palast di Düsseldorf, dalla Hayward Gallery di Londra e dal Centre Georges Pompidou di Parigi.
Segnaliamo inoltre la partecipazione di Fosso alla grande rassegna sul tema dell’autoritratto curata da Rachel Kent per il Museum of Contemporary Art di Sydney, a partire dal 21 marzo 2006 (tra gli altri artisti presenti in mostra: Claude Cahun, Cindy Sherman, Ana Mendieta, Francesca Woodman, Martin Kippenberger, Mike Parr, Tracey Rose, Tim Noble & Sue Webster, Sam Taylor-Wood).
19
gennaio 2006
Samuel Fosso
Dal 19 gennaio al 25 febbraio 2006
fotografia
Location
EXTRASPAZIO
Roma, Via Di San Francesco Di Sales, 16A, (Roma)
Roma, Via Di San Francesco Di Sales, 16A, (Roma)
Orario di apertura
da martedì a sabato 15.30-19.30
Vernissage
19 Gennaio 2006, ore 19
Autore