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San Francesco a Fumetti
50 disegni originali di Dino Battaglia, Altan e Luca Salvagno
Comunicato stampa
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Quando pensiamo a San Francesco e alle sue rappresentazioni il pensiero corre subito al ciclo di affreschi di Giotto. Molto difficilmente metteremmo in relazione il Poverello di Assisi con il fumetto. Eppure i racconti a fumetti realizzati da Dino Battaglia, Altan e Luca Salvagno, in mostra dal 1 luglio presso i Beni Culturali di Assisi, sono più vicini a Giotto e alla filosofia di Francesco di quanto si possa immaginare. Dal San Francescsco/Franz controcorrente di Altan alle bellissime tavole originali di Dino Battaglia, un viaggio per immagini nell’universo del Poverello di Assisi.
“Far vedere per far capire!”: questa fu la parola d’ordine portata da Francesco fra il popolo. E dopo di lui, e i suoi frati, il messaggio venne accolto dagli artisti, che resero visibili le verità della Fede con le loro figurazioni in pittura e in scultura. Fu così che le mura diventarono “parlanti”, per mezzo dei cicli pittorici, la cosiddetta “Bibbia dei poveri”. I poveri, non sapendo leggere, capivano benissimo il linguaggio figurato dell’arte, come un bambino sa interpretare i “fumetti”. Si potrebbe dire che il fumetto nacque con San Francesco d’Assisi. Non perché egli fosse un pittore, ma perché fu un meraviglioso e sublime attore: il “giullare di Dio”. Col suo esempio ispirò tutta l’arte nuova, cioè l’arte figurativa ed espressiva. Arte che ha ispirato anche i moderni creatori di fumetti.
La mostra San Francesco a Fumetti, a cura di Luca Temolo dall’Igna e Riccardo Mazzoni, propone una selezione di circa 50 tavole originali di tre grandi autori del fumetto italiano: Battaglia, Altan e Salvano.
Dino Battaglia, maestro del bianco e nero, per carpire l’essenza dei volti degli uomini contemporanei di Francesco studiò a lungo gli affreschi di Giotto e il suo Poverello è “immerso in una religiosità che tuttavia può soddisfare anche un laico, perché vi si ravvisa innanzitutto lo sforzo di capire e stringere in un sistema totalizzante l’universo o, come volete, il creato”. Il suo segno “dolcemente incerto tra sogno e realtà, inquieto e meticoloso”, il bilanciamento delle tavole, i volti antichi come la storia che si racconta e i colori morbidi e tenui di Laura Battaglia ci portano in un Medioevo quasi leggendario. Leggendario come le favole che Battaglia amava, eppure reale come i miseri, di ieri e di oggi, che irrompono nelle tavole con i loro bisogni.
Altan, il creatore della Pimpa e il caustico fustigatore dei costumi italiani, ha realizzato un Francesco decisamente controcorrente. Il suo Francesco/Franz, non ha nulla dell’agiografia classica, in quanto Altan, pur avendo studiato attentamente quanto realizzato fino al quel momento, non era interessato “alle storielle che si raccontano sempre: il lupo, gli uccellini…”. Franz si inserisce, infatti, nel filone delle rivisitazioni della nostra storia patria: “Avevo finito il fumetto su Cristoforo Colombo e, visto che siamo in un paese di santi e navigatori, mi era venuta voglia di affrontare il tema di Francesco. Volevo però raccontare qualcosa che andasse al di là delle solite rappresentazioni ufficiali”. Realizzato nello stile classico dell’autore, coi suoi nasi bitorzoluti, le forme opulente e la narrazione dissacrante, il Franz di Altan si discosta in maniera totale dal lavoro di Battaglia, pur evidenziando anch’esso il profondo affetto di Francesco per la natura umana.
Dal canto suo Luca Salvagno, erede di Jacovitti nella realizzazione del mitico Cocco Bill, ha lavorato seguendo idealmente la Bibbia Pauperum. Guardando più all’arte che all’illustrazione, il suo fumetto su San Francesco ha uno sviluppo “orizzontale” che rimanda ai cicli giotteschi o alle miniature con un impianto grafico che vuol rendere omaggio allo stile di maestri del fumetto come De Luca o Landolfi. Anche in queste tavole, colpisce il bilanciamento del bianco e nero, la ricchezza dei particolari, l’impostazione grafica che ora permette all’occhio di spaziare sul paesaggio per costringerlo subito dopo a soffermarsi sul particolare.
“Far vedere per far capire!”: questa fu la parola d’ordine portata da Francesco fra il popolo. E dopo di lui, e i suoi frati, il messaggio venne accolto dagli artisti, che resero visibili le verità della Fede con le loro figurazioni in pittura e in scultura. Fu così che le mura diventarono “parlanti”, per mezzo dei cicli pittorici, la cosiddetta “Bibbia dei poveri”. I poveri, non sapendo leggere, capivano benissimo il linguaggio figurato dell’arte, come un bambino sa interpretare i “fumetti”. Si potrebbe dire che il fumetto nacque con San Francesco d’Assisi. Non perché egli fosse un pittore, ma perché fu un meraviglioso e sublime attore: il “giullare di Dio”. Col suo esempio ispirò tutta l’arte nuova, cioè l’arte figurativa ed espressiva. Arte che ha ispirato anche i moderni creatori di fumetti.
La mostra San Francesco a Fumetti, a cura di Luca Temolo dall’Igna e Riccardo Mazzoni, propone una selezione di circa 50 tavole originali di tre grandi autori del fumetto italiano: Battaglia, Altan e Salvano.
Dino Battaglia, maestro del bianco e nero, per carpire l’essenza dei volti degli uomini contemporanei di Francesco studiò a lungo gli affreschi di Giotto e il suo Poverello è “immerso in una religiosità che tuttavia può soddisfare anche un laico, perché vi si ravvisa innanzitutto lo sforzo di capire e stringere in un sistema totalizzante l’universo o, come volete, il creato”. Il suo segno “dolcemente incerto tra sogno e realtà, inquieto e meticoloso”, il bilanciamento delle tavole, i volti antichi come la storia che si racconta e i colori morbidi e tenui di Laura Battaglia ci portano in un Medioevo quasi leggendario. Leggendario come le favole che Battaglia amava, eppure reale come i miseri, di ieri e di oggi, che irrompono nelle tavole con i loro bisogni.
Altan, il creatore della Pimpa e il caustico fustigatore dei costumi italiani, ha realizzato un Francesco decisamente controcorrente. Il suo Francesco/Franz, non ha nulla dell’agiografia classica, in quanto Altan, pur avendo studiato attentamente quanto realizzato fino al quel momento, non era interessato “alle storielle che si raccontano sempre: il lupo, gli uccellini…”. Franz si inserisce, infatti, nel filone delle rivisitazioni della nostra storia patria: “Avevo finito il fumetto su Cristoforo Colombo e, visto che siamo in un paese di santi e navigatori, mi era venuta voglia di affrontare il tema di Francesco. Volevo però raccontare qualcosa che andasse al di là delle solite rappresentazioni ufficiali”. Realizzato nello stile classico dell’autore, coi suoi nasi bitorzoluti, le forme opulente e la narrazione dissacrante, il Franz di Altan si discosta in maniera totale dal lavoro di Battaglia, pur evidenziando anch’esso il profondo affetto di Francesco per la natura umana.
Dal canto suo Luca Salvagno, erede di Jacovitti nella realizzazione del mitico Cocco Bill, ha lavorato seguendo idealmente la Bibbia Pauperum. Guardando più all’arte che all’illustrazione, il suo fumetto su San Francesco ha uno sviluppo “orizzontale” che rimanda ai cicli giotteschi o alle miniature con un impianto grafico che vuol rendere omaggio allo stile di maestri del fumetto come De Luca o Landolfi. Anche in queste tavole, colpisce il bilanciamento del bianco e nero, la ricchezza dei particolari, l’impostazione grafica che ora permette all’occhio di spaziare sul paesaggio per costringerlo subito dopo a soffermarsi sul particolare.
01
luglio 2006
San Francesco a Fumetti
Dal primo al 30 luglio 2006
disegno e grafica
Location
BENI CULTURALI CAPPUCCINI
Assisi, Via San Francesco, 19, (Perugia)
Assisi, Via San Francesco, 19, (Perugia)
Orario di apertura
da martedì a domenica 10.00-13.00 e 15.00-18.00
Autore