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Sandra Clerico – Nostalgie lineari
Mosaici e tecniche miste
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sandra Clerico durante la sua attività artistica ha sperimentato tecniche di pittura, scultura e mosaico con un'attenzione particolare ai materiali tradizionali plasmati con gusto e tecnica personali. Un percorso ricco ed articolato che ha toccato varie tappe espositive nel Programma Arte e Cultura della Regione Lazio 1991-92, a Siviglia Expò 92 Palazzo delle Arti, nel Museo Sperimentale d'Arte Contemporanea de L'Aquila, a Roma, Venezia, Parigi, Atene, Fabriano, Camerino, Tolentino, San Leo, Orvieto per “Umbria Jazz Winter”.
Ricercando i perchè
Mi è capitato spesso di tentare di spiegare un quadro a chi mi chiedeva il perché di una linea o di un colore. Altre volte, più spesso, qualcuno cercava da solo una soluzione all'enigma “sembrano gli alberi di una foresta... sembra il corso di un
fiume, oppure foglie al vento o pesci nell'acqua...” Tutto ciò è possibile, verosimile, non voglio, né posso negarlo.
Sembra, sembra, sembra... è un'operazione di razionalizzazione legittima che tutti noi operiamo per capire, comprendere, nel senso vero del termine “attrarre nella sfera della propria capacità conoscitiva, mediante l'attribuzione di un significato sicuro e circoscritto (Dizionario della lingua italiana – Devoto e Oli) ” . Mi ha convinto questa definizione di comprendere perché spiega come l'Arte riesca a sgusciare fuori da questo significato sicuro e circoscritto, sia una forma altra, diversa di relazione tra uomini e cose. Non so se chiamare in ballo l'Inconscio. Il filosofo Tullio Gregory, mio caro e stimato professore all'Università, interrogato sull'Inconscio lo ha definito tutto ciò
che sfugge alla ragione e tuttavia costituisce parte integrante di un essere umano.
Non ricordo esattamente le sue parole, ma penso di aver colto il senso della sua definizione che poi, nell'intervista, ha precisato e approfondito secondo la sua logica di grande rigore.
Tutto questo discorso per giustificarmi del fatto che non riesco mai a dire cosa rappresentino veramente i miei quadri. Sono racconti dell'anima, profondi solchi da cui scaturiscono colori e linee. Come poter raccontare quello stato di estrema concentrazione che necessita di
silenzio e tranquillità in cui solo si riesce a lavorare. Ogni quadro è un'operazione misteriosa che cattura la curiosità e l'immaginazione
di chi osserva. E' come una favola il cui finale resta sconosciuto fino all'ultima pagina. Forse è proprio questo lo stato d'animo migliore con cui osservare un quadro: goderselo nei suoi colori, nei ghirigori e nelle trasparenze, viverne le sensazioni personali che riesce a creare, le ipotesi, oltre il titolo che l'autore o, peggio ancora, il critico è costretto molto spesso ad inventare lì per lì, solo per assecondare il gallerista.
Ricercando i perchè
Mi è capitato spesso di tentare di spiegare un quadro a chi mi chiedeva il perché di una linea o di un colore. Altre volte, più spesso, qualcuno cercava da solo una soluzione all'enigma “sembrano gli alberi di una foresta... sembra il corso di un
fiume, oppure foglie al vento o pesci nell'acqua...” Tutto ciò è possibile, verosimile, non voglio, né posso negarlo.
Sembra, sembra, sembra... è un'operazione di razionalizzazione legittima che tutti noi operiamo per capire, comprendere, nel senso vero del termine “attrarre nella sfera della propria capacità conoscitiva, mediante l'attribuzione di un significato sicuro e circoscritto (Dizionario della lingua italiana – Devoto e Oli) ” . Mi ha convinto questa definizione di comprendere perché spiega come l'Arte riesca a sgusciare fuori da questo significato sicuro e circoscritto, sia una forma altra, diversa di relazione tra uomini e cose. Non so se chiamare in ballo l'Inconscio. Il filosofo Tullio Gregory, mio caro e stimato professore all'Università, interrogato sull'Inconscio lo ha definito tutto ciò
che sfugge alla ragione e tuttavia costituisce parte integrante di un essere umano.
Non ricordo esattamente le sue parole, ma penso di aver colto il senso della sua definizione che poi, nell'intervista, ha precisato e approfondito secondo la sua logica di grande rigore.
Tutto questo discorso per giustificarmi del fatto che non riesco mai a dire cosa rappresentino veramente i miei quadri. Sono racconti dell'anima, profondi solchi da cui scaturiscono colori e linee. Come poter raccontare quello stato di estrema concentrazione che necessita di
silenzio e tranquillità in cui solo si riesce a lavorare. Ogni quadro è un'operazione misteriosa che cattura la curiosità e l'immaginazione
di chi osserva. E' come una favola il cui finale resta sconosciuto fino all'ultima pagina. Forse è proprio questo lo stato d'animo migliore con cui osservare un quadro: goderselo nei suoi colori, nei ghirigori e nelle trasparenze, viverne le sensazioni personali che riesce a creare, le ipotesi, oltre il titolo che l'autore o, peggio ancora, il critico è costretto molto spesso ad inventare lì per lì, solo per assecondare il gallerista.
22
maggio 2014
Sandra Clerico – Nostalgie lineari
Dal 22 maggio al 07 giugno 2014
arte contemporanea
Location
ATELIER PLURALE
Roma, Via Di San Martino Ai Monti, 47, (Roma)
Roma, Via Di San Martino Ai Monti, 47, (Roma)
Orario di apertura
10,30-13,00 e 16,00-20,00
Vernissage
22 Maggio 2014, ore 18
Autore
Curatore