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Sandro Negri – Omaggio a Virgilio
Dopo un lungo restauro riapre il Museo Virgiliano di Pietole (Mn) con una mostra che rende omaggio alla poesia di Virgilio interpretata da Sandro Negri e dai ragazzi dell’Istituto comprensivo di Virgilio (Mn) che hanno partecipato a un laboratorio artistico dedicato al poeta latino mantovano
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Museo Virgiliano di Pietole (Mn)
Sabato 21 gennaio 2012 ore 16.30
Apertura della nuova sede con la mostra
“Omaggio a Virgilio”
La letteratura di Virgilio nelle opere di Sandro Negri e degli studenti dell’Istituto comprensivo di Virgilio
Il Comune di Virgilio apre le porte del nuovo Museo Virgiliano di Pietole dopo un accorto restauro che ha restituito nuova luce agli spazi espositivi. Per festeggiare questo importante momento culturale si è scelto di allestire una mostra tra pittura e scrittura intitolata “Omaggio Virgilio”, ovvero un viaggio nella letteratura compiuto grazie alle opere di Sandro Negri. La scelta è quanto mai significativa poiché l’artista mantovano (in realtà, visto il luogo natale, “virgiliano” a tutti gli effetti) negli scorsi mesi ha dato vita a un progetto didattico che ha coinvolto circa settecento allievi della Scuola Primaria dell’Istituto Comprensivo di Virgilio ed è stata questa l’occasione per raccontare Virgilio ai più piccoli. I bambini si sono avvicinati ai testi e alle immagini del grande poeta latino e, accompagnati da Negri, si sono lasciati ispirare dipingendo paesaggi bucolici e luoghi campestri con grande libertà espressiva.
Ora il frutto di questi laboratorio viene esposto negli spazi del Museo Virgiliano e, accanto al ciclo inedito di dipinti di Negri, sono presentati i lavori dei bambini.
La mostra, organizzata dal Comune di Virgilio, è patrocinata dalla Provincia di Mantova – Assessorato alla Cultura e dal Comune di Mantova ed è nata in collaborazione con la galleria Errepi Arte di Mantova e con l’Istituto Comprensivo di Virgilio
Accompagna questo evento un coloratissimo catalogo, edito da Publi Paolini, accompagnato dal testo di Paola Artoni. Alla stessa critica è affidata la presentazione in occasione del vernissage della mostra.
Sandro Negri nasce nel 1940 a Virgilio (Mn). Il legame tenace di comunanza che stabilisce con l’ambiente rurale affonda le origini nella sua fanciullezza e costituisce uno dei temi privilegiati nell’intera sua opera. Esordisce con una mostra personale nel 1970 e la sua prima monografia viene pubblicata nel 1976 con la prefazione di Dino Villani. Persona dotata di una carica comunicativa immediata, Negri è anche artista versatile. Nel 1989 apre un atélier a Parigi. Nel 1991 riceve l’incarico di eseguire manifesti pubblicitari per il film Vincent e Theo di Robert Altmann con l’obbiettivo di mettere in luce la tragedia affettiva che avviluppa i due fratelli.
Nel 1993 allestisce in Palazzo Ducale di Mantova una retrospettiva, curata da Eda Benedetti e accompagnata da catalogo edito da Electa, e l’anno seguente presso la Rocca Normanna, in collaborazione con il Comune di Paternò (Catania).
Nel 1995 apre uno studio a Montanara di Curtatone (Mn), nel seicentesco Palazzo Cavalcabò.
Dal 1997 due disegni di Negri entrano a fare parte della collezione permanente “Vivian and Gordon Gilkey” del Portland Art Museum.
Nel 2001, in occasione dell’apertura del Palazzo del Plenipotenziario a Mantova, si organizza un’antologica allestita con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura della Provincia di Mantova – Casa del Mantegna.
Nel 2002, in collaborazione con la galleria londinese “Gagliardi Gallery”, viene allestita una mostra al “The Lord Leighton House Museum” di Londra che riscuote un notevole successo di critica e di pubblico. Sempre nel 2002 partecipa alla mostra itinerante in Spagna Pàginas desde Lombardia, un Museo de Arte Contemporaneo.
Nel 2004 inaugura un’altra sede a Portland (USA). Nello stesso anno Silvana Editoriale inquadra la sua opera con una pubblicazione di grande rilievo a firma di Raffaele De Grada e Claudio Rizzi. Lo stesso anno è invitato alla rassegna Poetiche del ’900 a Castel Ivano in provincia di Trento. Nel 2005 l’evento Pàginas desde Lombardia – Itineranti di ritorno si ripropone in Italia al Civico Museo di Maccagno. Nella stessa sede partecipa alla mostra Metafore di Paesaggio (riproposta al Museo d’Arte Moderna di Gazoldo degli Ippoliti, in provincia di Mantova, e allo Spazio Guicciardini di Milano). Sempre nelle stesso anno, in occasione di una personale a Milano, Rossana Bossaglia firma la presentazione in catalogo.
Nel 2006 ordina l’ampia antologica Evocate immagini al Civico Museo Parisi Valle di Maccagno (Varese), a cura di Claudio Rizzi, con catalogo edito da Nicolini Editore. Sempre a Maccagno partecipa alle mostre Acquisizioni 2006 e ad Arte Contemporanea in Lombardia – Generazione anni ’40.
Nel 2008 Swatch Group, in collaborazione con la Gioielleria Azzali 1881 di Mantova, sceglie Negri per celebrare i suoi venticinque anni di attività e consente all’artista di personalizzare una serie di 299 orologi, pezzi unici presentati nel suo atelier in una giornata-evento dedicata ai collezionisti degli Swatch Club.
Nel 2010 gli è stata dedicata una mostra antologica a Portland, negli Stati Uniti, per celebrare i primi cinquant’anni di attività.
Un’intensa documentazione critica correda il percorso di lavoro e tutta la letteratura è presente presso “Ad Acta” Associazione Culturale Milano e l’Archivio per l’Arte Italiana del Novecento “Kunsthistorisches Institut” di Firenze.
In questi anni Negri ha esposto in gallerie private e sedi istituzionali di numerose città italiane e straniere, quali Roma, Milano, Firenze, Bologna, Desenzano del Garda, Verona, San Gimignano, Londra, Ginevra e Lugano, Parigi, Vienna, Berlino, Goteborg e Helsingborg (Svezia), Malaga (Spagna), Nijmegen, Hooghalen e Helenaveen (Olanda), Orlando, Washington D.C., Portland e Seattle (USA).
Museo Virgiliano
Via Parma, 35 Pietole di Virgilio (Mn)
Inaugurazione della nuova sede con la mostra
“Omaggio a Virgilio” – la letteratura di Virgilio nelle opere di Sandro Negri
Domenica 22 gennaio 2012 ore 11.00
Presentazione a cura di Paola Artoni
Catalogo Publi Paolini
Organizzazione a cura del Comune di Virgilio
Con il Patrocinio della Provincia di Mantova e del Comune di Mantova
In collaborazione con la galleria Errepi Arte e con l’Istituto Comprensivo di Virgilio. Sino al 19 febbraio 2012
**
testo critico di Paola Artoni:
"Sandro Negri: pittura virgiliana per gli uomini di domani
A quanti si interrogano sui motivi profondi che possano spingere un artista – attivo nella sua maturità, consolidato nella sua essenza di mestiere ma, soprattutto, di cuore – ad avvicinarsi al mondo infantile, Sandro Negri risponde semplicemente con la sua autenticità. Si potrebbe riflettere sulla necessità di molti artisti vissuti in un recente passato di attingere al linguaggio dei bambini per trarne freschezza, ispirazione, pulizia di segno e azzardo di colore (basti pensare alle forme poetiche di Paul Klee o all’essenzialità straniante di Joan Mirò), si potrebbe, ancora più genericamente, ricordare il sempreverde mito di un’infanzia perduta, una sorta di “fanciullino interiore” tenuto strenuamente in vita e, perché no, citare la presenza comune di una irrinunciabile sindrome di Peter Pan dell’arte, tesa a trattenere il lato più giocoso e lieve dell’esistenza. Può essere che Sandro Negri, più o meno inconsciamente, abbia percepito questi stimoli come fertili per la sua essenza artistica eppure, conoscendolo, siamo sicuri che non possa trattarsi solamente di questo aspetto. Non è certamente semplice sintetizzare in poche righe i mesi che egli ha dedicato a un progetto che lo ha portato per giorni a varcare la soglia della scuola per mescolarsi ai bambini e per dipingere accanto a loro e con loro. Da un lato Sandro è senz’altro legato a un concetto dell’artista puro che non rinuncia a farsi un po’ bambino per recuperare quell’ossigeno che il nostro mondo sembra inevitabilmente avere perduto, dall’altro il suo progetto artistico si è costantemente nutrito nel nome di Virgilio, il poeta latino con il quale Sandro condivide i natali e, soprattutto, lo spirito rivolto alla natura. Ci sia permesso allora di partecipare a questo gioco, non con pennelli e colori ma con il linguaggio, ricostruendo una sorta di riassunto, scegliendo alcune parole-chiave utili per restituire una sorta di alfabeto essenziale di questa esperienza.
- Acqua fons vitae
L’acqua in Virgilio e in Sandro è la fonte primaria di vita (“Tale è il tuo canto per noi, divino poeta, come il sonno per coloro che giacciono stanchi sull’erba, come spegnere la sete durante la calura ad un rivo zampillante di acqua dolce”, Egl. V); amore per l’esistenza che diventa un canto cosmico (“come i pesci amano i corsi d’acqua”, Egl. V), è l’acqua del mare, dei fiumi che irrigano i campi (“E che dirò di chi, dopo la semina, torna con le mani sui campi, sgretola i grumi secchi di terriccio e convoglia in una rete di rivoli l’acqua del fiume ai seminati? E quando nel campo infuocato muoiono le erbe d’arsura, ecco, dal ciglio di un argine a picco fa scaturire l’acqua? Questa, scorrendo rapida tra i sassi, mormora roca e con i suoi zampilli spegne l’aridità dei campi”, Georg. I) ma, soprattutto, della pioggia invocata come una grazia da chi lavora nella campagna ma non per questo esente da pericoli e minacce fatali (“Spesso dal cielo scrosciano acque senza fine e le nubi raccolte dal mare addensano tempeste orribilmente nere di pioggia: precipita il cielo e in un diluvio allaga i seminati ridenti, il lavoro dei buoi; si colmano i fossati, con strepito crescono i fiumi e il mare ribolle fra le rocce. Con la destra splendente nella notte nuvolosa Giove scaglia i suoi fulmini: e al tuono trema la terra, fuggono le fiere, di gente in gente una paura che sgomenta abbatte il cuore dei mortali”, Georg., I).
- Un canto che è dono
Il parallelismo tra il canto del poeta e la poesia del pittore è eloquente: da un lato la lirica è soave frescura, dall’altro il colore è rigenerante spirito di vita (“Tale è il tuo canto per noi, divino poeta, come il sonno per coloro che giacciono stanchi sull’erba, come spegnere la sete durante la calura ad un rivo zampillante di acqua dolce”, Egl. V) e la forza di entrambi sta nella gratuità di queste offerte. Sono questi doni dedicati a coloro che hanno la fortuna di potere udire il suono delle parole e di potersi riempire gli occhi con il colore (“Quali, quali doni ti darò per una canzone come questa? che altrettanto non giungono a piacermi né il sibilo dell’Austro che si leva, né le spiagge battute dai flutti, né i fiumi che scorrono per le valli sassose”, Egl. V). Il valore della poesia e della pittura va al di là dell’aspetto estetico tout court e assume anche un imprescindibile valore consolatorio (“E c’è chi al fuoco di una lucerna veglia sino a tardi d’inverno intagliando torce con un ferro affilato; mentre la moglie, alleviando col canto la lunga fatica, tesse con un pettine stridulo la tela o consuma al fuoco il succo dolce del mosto, schiumando con foglie il liquido che bolle in pentola”, Georg. I), una sorta di culla che protegge dal dolore e dalla fatica.
- I fiori, i frutti, la vite e il senso della fatica
Nell’universo pittorico di Negri la natura è un ciclico divenire e la stagione invernale, pure nell’asprezza e nel rigore che mette a dura prova i contadini, lascia sempre il passo alla fioritura trionfante di colore. È un segno tangibile della rigenerazione che rievoca Virgilio (“il mandorlo si riveste di fiori e reclina i suoi rami profumati: se abbondano i boccioli, anche il frumento crescerà abbondante e col grande calore si farà trebbiatura grande; ma se per eccesso di foglie l’ombra è troppo fitta, nell’aia si trebbieranno senza profitto steli ricchi solo di paglia”, Georg. I), che ci ricorda come l’estate sia la piena maturità (“Del resto, quando un sole d’oro respingendolo relega l’inverno sotto terra e dischiude il cielo con la luce d’estate, le api irrompono tra pascoli e foreste, mietono fiori dai mille colori e, librandosi sull'acqua, si dissetano ai fiumi”, Georg. IV) e, dopo l’estate, giunga il tempo della vendemmia (“Fin qui la coltivazione dei campi e le costellazioni in cielo; ora canterò Bacco e con te, Bacco, i germogli del bosco, i frutti dell'ulivo così lento a crescere. Qui, padre Leneo, qui dove tutto è pieno dei tuoi frutti, dove per grazia tua fiorisce la campagna traboccante di pampini autunnali e sino all'orlo nei tini fermenta la vendemmia, qui vieni, padre Leneo, togliti i calzari e tingiti con me di nuovo mosto le gambe ignude”, Georg. II), con la raccolta dei frutti a lungo attesi (“Così prima di tutti aveva in quantità pupe di api, quindi uno sciarne numeroso, e spremendo i favi raccoglieva spuma di miele; aveva tigli, pini rigogliosi e i suoi alberi maturavano in autunno tutti i frutti di cui in fiore s’erano rivestiti a primavera”, Georg. IV). Natura e conoscenza diventano un tutt’uno (“Ma prima di fendere col vomere un terreno sconosciuto, si dovranno conoscere i venti, l'andamento del clima, le coltivazioni precedenti e le proprietà peculiari del luogo, cosa produca e cosa no. Qui crescono meglio i cereali, là i vitigni, altrove nascono spontaneamente i frutti sugli alberi e le erbe”, Georg. I) e gli eroi di Virgilio e di Sandro sono coloro che sfidano con coraggio le difficoltà (“La fatica ostinata e le necessità, che urgono in circostanze difficili, vinsero tutto. Cerere per prima educò gli uomini a coltivare con l’aratro la terra, quando vennero a mancare le ghiande, i frutti delle selve sacre e persino Dodona non diede più cibo”, Georg. I), con costante applicazione, sono le donne chine sui covoni, sono gli uomini intenti al lavoro dei campi che popolano i dipinti di Sandro (“Ancora una fatica è necessaria per curare le viti, fatica che non ha mai fine: tre quattro volte all'anno si deve dissodare il suolo, rompere continuamente le zolle col dorso della marra e sfrondare dove è fitto il vigneto. La fatica fatta si ripresenta ai contadini sempre in quell’ordine, come sulle sue orme torna a dipanarsi un anno dopo l’altro. E quando dalle viti cadono le ultime foglie e dagli alberi gelida scuote la tramontana ogni ornamento, da allora senza posa il contadino volge i suoi pensieri all’anno che verrà e con la lama curva di Saturno corre alla vite abbandonata, la sfronda, la modella come vuole”, Georg. II), sono coloro che si prendono cura della terra (“Da Giove ha inizio il mio canto: tutte le cose sono piene di Giove; egli provvede alle terre, egli ha cura dei miei canti”, Egl. III). Il fine ultimo della fatica non è mai il beneficio del singolo poiché il contadino è parte di una solidarietà che trova il suo significato nella famiglia umana (“Curvo sull’aratro l’agricoltore smuove la terra: questa la sua fatica; e così nutre la casa, i figli, gli armenti di buoi, i giovenchi. Non vi è mai riposo: ogni giorno dell’anno trabocca di frutti, di nati del bestiame, di covoni di frumento e nei solchi si accumula il raccolto, al suo peso cedono i granai”, Georg. II) perché, nonostante tutto, nessuno è solo su questa terra.
- Il Puer, ovvero il fanciullo dell’Età dell’Oro
Non a caso l’ultima parola chiave che vogliamo citare è dedicata al puer, al fanciullo. Un tema cantato da Virgilio, profezia di un’attesa Età dell’Oro (“Ora è giunta l’ultima età della profezia cumana, riprende da capo il grande ciclo dei secoli; ora anche la Vergine torna, tornano i regni di Saturno, dall’alto cielo è fatta scendere ora una nuova progenie. Tu dunque proteggi, casta Lucina, il fanciullo che sta nascendo, per il quale per la prima volta avrà fine la generazione del ferro e sorgerà in tutto il mondo quella dell’oro; ora governa il tuo Apollo. E proprio sotto il tuo, il tuo consolato, Pollione, avrà inizio questa splendida età e i grandi mesi cominceranno a trascorrere; sotto la tua guida, le tracce rimaste della nostra scelleratezza dissolte libereranno dall'eterna paura le terre. Il fanciullo assumerà la vita degli dei, e vedrà gli eroi insieme agli dei ed egli stesso sarà visto da loro, e reggerà il mondo pacificato con le virtù paterne. Ma per te, fanciullo, senza essere coltivata, la terra produrrà come primi piccoli regali edere erranti qua e là e bàccare e colocasia frammista a ridente acanto; come culla spontaneamente produrrà per te fiori delicati. Spontaneamente le caprette riporteranno a casa le poppe colme di latte, né più gli armenti avranno paura dei grandi leoni; e perirà il serpente, e perirà l’erba ingannatrice del veleno”, Egl. IV), un canto che si traduce nella pittura della gioia, nell’incontro con l’anima più pura dei bambini e di quel bambino che l’artista custodisce come un tesoro prezioso nel proprio cuore".
Sabato 21 gennaio 2012 ore 16.30
Apertura della nuova sede con la mostra
“Omaggio a Virgilio”
La letteratura di Virgilio nelle opere di Sandro Negri e degli studenti dell’Istituto comprensivo di Virgilio
Il Comune di Virgilio apre le porte del nuovo Museo Virgiliano di Pietole dopo un accorto restauro che ha restituito nuova luce agli spazi espositivi. Per festeggiare questo importante momento culturale si è scelto di allestire una mostra tra pittura e scrittura intitolata “Omaggio Virgilio”, ovvero un viaggio nella letteratura compiuto grazie alle opere di Sandro Negri. La scelta è quanto mai significativa poiché l’artista mantovano (in realtà, visto il luogo natale, “virgiliano” a tutti gli effetti) negli scorsi mesi ha dato vita a un progetto didattico che ha coinvolto circa settecento allievi della Scuola Primaria dell’Istituto Comprensivo di Virgilio ed è stata questa l’occasione per raccontare Virgilio ai più piccoli. I bambini si sono avvicinati ai testi e alle immagini del grande poeta latino e, accompagnati da Negri, si sono lasciati ispirare dipingendo paesaggi bucolici e luoghi campestri con grande libertà espressiva.
Ora il frutto di questi laboratorio viene esposto negli spazi del Museo Virgiliano e, accanto al ciclo inedito di dipinti di Negri, sono presentati i lavori dei bambini.
La mostra, organizzata dal Comune di Virgilio, è patrocinata dalla Provincia di Mantova – Assessorato alla Cultura e dal Comune di Mantova ed è nata in collaborazione con la galleria Errepi Arte di Mantova e con l’Istituto Comprensivo di Virgilio
Accompagna questo evento un coloratissimo catalogo, edito da Publi Paolini, accompagnato dal testo di Paola Artoni. Alla stessa critica è affidata la presentazione in occasione del vernissage della mostra.
Sandro Negri nasce nel 1940 a Virgilio (Mn). Il legame tenace di comunanza che stabilisce con l’ambiente rurale affonda le origini nella sua fanciullezza e costituisce uno dei temi privilegiati nell’intera sua opera. Esordisce con una mostra personale nel 1970 e la sua prima monografia viene pubblicata nel 1976 con la prefazione di Dino Villani. Persona dotata di una carica comunicativa immediata, Negri è anche artista versatile. Nel 1989 apre un atélier a Parigi. Nel 1991 riceve l’incarico di eseguire manifesti pubblicitari per il film Vincent e Theo di Robert Altmann con l’obbiettivo di mettere in luce la tragedia affettiva che avviluppa i due fratelli.
Nel 1993 allestisce in Palazzo Ducale di Mantova una retrospettiva, curata da Eda Benedetti e accompagnata da catalogo edito da Electa, e l’anno seguente presso la Rocca Normanna, in collaborazione con il Comune di Paternò (Catania).
Nel 1995 apre uno studio a Montanara di Curtatone (Mn), nel seicentesco Palazzo Cavalcabò.
Dal 1997 due disegni di Negri entrano a fare parte della collezione permanente “Vivian and Gordon Gilkey” del Portland Art Museum.
Nel 2001, in occasione dell’apertura del Palazzo del Plenipotenziario a Mantova, si organizza un’antologica allestita con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura della Provincia di Mantova – Casa del Mantegna.
Nel 2002, in collaborazione con la galleria londinese “Gagliardi Gallery”, viene allestita una mostra al “The Lord Leighton House Museum” di Londra che riscuote un notevole successo di critica e di pubblico. Sempre nel 2002 partecipa alla mostra itinerante in Spagna Pàginas desde Lombardia, un Museo de Arte Contemporaneo.
Nel 2004 inaugura un’altra sede a Portland (USA). Nello stesso anno Silvana Editoriale inquadra la sua opera con una pubblicazione di grande rilievo a firma di Raffaele De Grada e Claudio Rizzi. Lo stesso anno è invitato alla rassegna Poetiche del ’900 a Castel Ivano in provincia di Trento. Nel 2005 l’evento Pàginas desde Lombardia – Itineranti di ritorno si ripropone in Italia al Civico Museo di Maccagno. Nella stessa sede partecipa alla mostra Metafore di Paesaggio (riproposta al Museo d’Arte Moderna di Gazoldo degli Ippoliti, in provincia di Mantova, e allo Spazio Guicciardini di Milano). Sempre nelle stesso anno, in occasione di una personale a Milano, Rossana Bossaglia firma la presentazione in catalogo.
Nel 2006 ordina l’ampia antologica Evocate immagini al Civico Museo Parisi Valle di Maccagno (Varese), a cura di Claudio Rizzi, con catalogo edito da Nicolini Editore. Sempre a Maccagno partecipa alle mostre Acquisizioni 2006 e ad Arte Contemporanea in Lombardia – Generazione anni ’40.
Nel 2008 Swatch Group, in collaborazione con la Gioielleria Azzali 1881 di Mantova, sceglie Negri per celebrare i suoi venticinque anni di attività e consente all’artista di personalizzare una serie di 299 orologi, pezzi unici presentati nel suo atelier in una giornata-evento dedicata ai collezionisti degli Swatch Club.
Nel 2010 gli è stata dedicata una mostra antologica a Portland, negli Stati Uniti, per celebrare i primi cinquant’anni di attività.
Un’intensa documentazione critica correda il percorso di lavoro e tutta la letteratura è presente presso “Ad Acta” Associazione Culturale Milano e l’Archivio per l’Arte Italiana del Novecento “Kunsthistorisches Institut” di Firenze.
In questi anni Negri ha esposto in gallerie private e sedi istituzionali di numerose città italiane e straniere, quali Roma, Milano, Firenze, Bologna, Desenzano del Garda, Verona, San Gimignano, Londra, Ginevra e Lugano, Parigi, Vienna, Berlino, Goteborg e Helsingborg (Svezia), Malaga (Spagna), Nijmegen, Hooghalen e Helenaveen (Olanda), Orlando, Washington D.C., Portland e Seattle (USA).
Museo Virgiliano
Via Parma, 35 Pietole di Virgilio (Mn)
Inaugurazione della nuova sede con la mostra
“Omaggio a Virgilio” – la letteratura di Virgilio nelle opere di Sandro Negri
Domenica 22 gennaio 2012 ore 11.00
Presentazione a cura di Paola Artoni
Catalogo Publi Paolini
Organizzazione a cura del Comune di Virgilio
Con il Patrocinio della Provincia di Mantova e del Comune di Mantova
In collaborazione con la galleria Errepi Arte e con l’Istituto Comprensivo di Virgilio. Sino al 19 febbraio 2012
**
testo critico di Paola Artoni:
"Sandro Negri: pittura virgiliana per gli uomini di domani
A quanti si interrogano sui motivi profondi che possano spingere un artista – attivo nella sua maturità, consolidato nella sua essenza di mestiere ma, soprattutto, di cuore – ad avvicinarsi al mondo infantile, Sandro Negri risponde semplicemente con la sua autenticità. Si potrebbe riflettere sulla necessità di molti artisti vissuti in un recente passato di attingere al linguaggio dei bambini per trarne freschezza, ispirazione, pulizia di segno e azzardo di colore (basti pensare alle forme poetiche di Paul Klee o all’essenzialità straniante di Joan Mirò), si potrebbe, ancora più genericamente, ricordare il sempreverde mito di un’infanzia perduta, una sorta di “fanciullino interiore” tenuto strenuamente in vita e, perché no, citare la presenza comune di una irrinunciabile sindrome di Peter Pan dell’arte, tesa a trattenere il lato più giocoso e lieve dell’esistenza. Può essere che Sandro Negri, più o meno inconsciamente, abbia percepito questi stimoli come fertili per la sua essenza artistica eppure, conoscendolo, siamo sicuri che non possa trattarsi solamente di questo aspetto. Non è certamente semplice sintetizzare in poche righe i mesi che egli ha dedicato a un progetto che lo ha portato per giorni a varcare la soglia della scuola per mescolarsi ai bambini e per dipingere accanto a loro e con loro. Da un lato Sandro è senz’altro legato a un concetto dell’artista puro che non rinuncia a farsi un po’ bambino per recuperare quell’ossigeno che il nostro mondo sembra inevitabilmente avere perduto, dall’altro il suo progetto artistico si è costantemente nutrito nel nome di Virgilio, il poeta latino con il quale Sandro condivide i natali e, soprattutto, lo spirito rivolto alla natura. Ci sia permesso allora di partecipare a questo gioco, non con pennelli e colori ma con il linguaggio, ricostruendo una sorta di riassunto, scegliendo alcune parole-chiave utili per restituire una sorta di alfabeto essenziale di questa esperienza.
- Acqua fons vitae
L’acqua in Virgilio e in Sandro è la fonte primaria di vita (“Tale è il tuo canto per noi, divino poeta, come il sonno per coloro che giacciono stanchi sull’erba, come spegnere la sete durante la calura ad un rivo zampillante di acqua dolce”, Egl. V); amore per l’esistenza che diventa un canto cosmico (“come i pesci amano i corsi d’acqua”, Egl. V), è l’acqua del mare, dei fiumi che irrigano i campi (“E che dirò di chi, dopo la semina, torna con le mani sui campi, sgretola i grumi secchi di terriccio e convoglia in una rete di rivoli l’acqua del fiume ai seminati? E quando nel campo infuocato muoiono le erbe d’arsura, ecco, dal ciglio di un argine a picco fa scaturire l’acqua? Questa, scorrendo rapida tra i sassi, mormora roca e con i suoi zampilli spegne l’aridità dei campi”, Georg. I) ma, soprattutto, della pioggia invocata come una grazia da chi lavora nella campagna ma non per questo esente da pericoli e minacce fatali (“Spesso dal cielo scrosciano acque senza fine e le nubi raccolte dal mare addensano tempeste orribilmente nere di pioggia: precipita il cielo e in un diluvio allaga i seminati ridenti, il lavoro dei buoi; si colmano i fossati, con strepito crescono i fiumi e il mare ribolle fra le rocce. Con la destra splendente nella notte nuvolosa Giove scaglia i suoi fulmini: e al tuono trema la terra, fuggono le fiere, di gente in gente una paura che sgomenta abbatte il cuore dei mortali”, Georg., I).
- Un canto che è dono
Il parallelismo tra il canto del poeta e la poesia del pittore è eloquente: da un lato la lirica è soave frescura, dall’altro il colore è rigenerante spirito di vita (“Tale è il tuo canto per noi, divino poeta, come il sonno per coloro che giacciono stanchi sull’erba, come spegnere la sete durante la calura ad un rivo zampillante di acqua dolce”, Egl. V) e la forza di entrambi sta nella gratuità di queste offerte. Sono questi doni dedicati a coloro che hanno la fortuna di potere udire il suono delle parole e di potersi riempire gli occhi con il colore (“Quali, quali doni ti darò per una canzone come questa? che altrettanto non giungono a piacermi né il sibilo dell’Austro che si leva, né le spiagge battute dai flutti, né i fiumi che scorrono per le valli sassose”, Egl. V). Il valore della poesia e della pittura va al di là dell’aspetto estetico tout court e assume anche un imprescindibile valore consolatorio (“E c’è chi al fuoco di una lucerna veglia sino a tardi d’inverno intagliando torce con un ferro affilato; mentre la moglie, alleviando col canto la lunga fatica, tesse con un pettine stridulo la tela o consuma al fuoco il succo dolce del mosto, schiumando con foglie il liquido che bolle in pentola”, Georg. I), una sorta di culla che protegge dal dolore e dalla fatica.
- I fiori, i frutti, la vite e il senso della fatica
Nell’universo pittorico di Negri la natura è un ciclico divenire e la stagione invernale, pure nell’asprezza e nel rigore che mette a dura prova i contadini, lascia sempre il passo alla fioritura trionfante di colore. È un segno tangibile della rigenerazione che rievoca Virgilio (“il mandorlo si riveste di fiori e reclina i suoi rami profumati: se abbondano i boccioli, anche il frumento crescerà abbondante e col grande calore si farà trebbiatura grande; ma se per eccesso di foglie l’ombra è troppo fitta, nell’aia si trebbieranno senza profitto steli ricchi solo di paglia”, Georg. I), che ci ricorda come l’estate sia la piena maturità (“Del resto, quando un sole d’oro respingendolo relega l’inverno sotto terra e dischiude il cielo con la luce d’estate, le api irrompono tra pascoli e foreste, mietono fiori dai mille colori e, librandosi sull'acqua, si dissetano ai fiumi”, Georg. IV) e, dopo l’estate, giunga il tempo della vendemmia (“Fin qui la coltivazione dei campi e le costellazioni in cielo; ora canterò Bacco e con te, Bacco, i germogli del bosco, i frutti dell'ulivo così lento a crescere. Qui, padre Leneo, qui dove tutto è pieno dei tuoi frutti, dove per grazia tua fiorisce la campagna traboccante di pampini autunnali e sino all'orlo nei tini fermenta la vendemmia, qui vieni, padre Leneo, togliti i calzari e tingiti con me di nuovo mosto le gambe ignude”, Georg. II), con la raccolta dei frutti a lungo attesi (“Così prima di tutti aveva in quantità pupe di api, quindi uno sciarne numeroso, e spremendo i favi raccoglieva spuma di miele; aveva tigli, pini rigogliosi e i suoi alberi maturavano in autunno tutti i frutti di cui in fiore s’erano rivestiti a primavera”, Georg. IV). Natura e conoscenza diventano un tutt’uno (“Ma prima di fendere col vomere un terreno sconosciuto, si dovranno conoscere i venti, l'andamento del clima, le coltivazioni precedenti e le proprietà peculiari del luogo, cosa produca e cosa no. Qui crescono meglio i cereali, là i vitigni, altrove nascono spontaneamente i frutti sugli alberi e le erbe”, Georg. I) e gli eroi di Virgilio e di Sandro sono coloro che sfidano con coraggio le difficoltà (“La fatica ostinata e le necessità, che urgono in circostanze difficili, vinsero tutto. Cerere per prima educò gli uomini a coltivare con l’aratro la terra, quando vennero a mancare le ghiande, i frutti delle selve sacre e persino Dodona non diede più cibo”, Georg. I), con costante applicazione, sono le donne chine sui covoni, sono gli uomini intenti al lavoro dei campi che popolano i dipinti di Sandro (“Ancora una fatica è necessaria per curare le viti, fatica che non ha mai fine: tre quattro volte all'anno si deve dissodare il suolo, rompere continuamente le zolle col dorso della marra e sfrondare dove è fitto il vigneto. La fatica fatta si ripresenta ai contadini sempre in quell’ordine, come sulle sue orme torna a dipanarsi un anno dopo l’altro. E quando dalle viti cadono le ultime foglie e dagli alberi gelida scuote la tramontana ogni ornamento, da allora senza posa il contadino volge i suoi pensieri all’anno che verrà e con la lama curva di Saturno corre alla vite abbandonata, la sfronda, la modella come vuole”, Georg. II), sono coloro che si prendono cura della terra (“Da Giove ha inizio il mio canto: tutte le cose sono piene di Giove; egli provvede alle terre, egli ha cura dei miei canti”, Egl. III). Il fine ultimo della fatica non è mai il beneficio del singolo poiché il contadino è parte di una solidarietà che trova il suo significato nella famiglia umana (“Curvo sull’aratro l’agricoltore smuove la terra: questa la sua fatica; e così nutre la casa, i figli, gli armenti di buoi, i giovenchi. Non vi è mai riposo: ogni giorno dell’anno trabocca di frutti, di nati del bestiame, di covoni di frumento e nei solchi si accumula il raccolto, al suo peso cedono i granai”, Georg. II) perché, nonostante tutto, nessuno è solo su questa terra.
- Il Puer, ovvero il fanciullo dell’Età dell’Oro
Non a caso l’ultima parola chiave che vogliamo citare è dedicata al puer, al fanciullo. Un tema cantato da Virgilio, profezia di un’attesa Età dell’Oro (“Ora è giunta l’ultima età della profezia cumana, riprende da capo il grande ciclo dei secoli; ora anche la Vergine torna, tornano i regni di Saturno, dall’alto cielo è fatta scendere ora una nuova progenie. Tu dunque proteggi, casta Lucina, il fanciullo che sta nascendo, per il quale per la prima volta avrà fine la generazione del ferro e sorgerà in tutto il mondo quella dell’oro; ora governa il tuo Apollo. E proprio sotto il tuo, il tuo consolato, Pollione, avrà inizio questa splendida età e i grandi mesi cominceranno a trascorrere; sotto la tua guida, le tracce rimaste della nostra scelleratezza dissolte libereranno dall'eterna paura le terre. Il fanciullo assumerà la vita degli dei, e vedrà gli eroi insieme agli dei ed egli stesso sarà visto da loro, e reggerà il mondo pacificato con le virtù paterne. Ma per te, fanciullo, senza essere coltivata, la terra produrrà come primi piccoli regali edere erranti qua e là e bàccare e colocasia frammista a ridente acanto; come culla spontaneamente produrrà per te fiori delicati. Spontaneamente le caprette riporteranno a casa le poppe colme di latte, né più gli armenti avranno paura dei grandi leoni; e perirà il serpente, e perirà l’erba ingannatrice del veleno”, Egl. IV), un canto che si traduce nella pittura della gioia, nell’incontro con l’anima più pura dei bambini e di quel bambino che l’artista custodisce come un tesoro prezioso nel proprio cuore".
21
gennaio 2012
Sandro Negri – Omaggio a Virgilio
Dal 21 gennaio al 19 febbraio 2012
arte contemporanea
Location
MUSEO VIRGILIANO
Virgilio, Via Parma, 34, (Mantova)
Virgilio, Via Parma, 34, (Mantova)
Orario di apertura
Sabato dalle ore 15,00 alle 17,30 domenica dalle ore 10.00 alle 12.30
Vernissage
21 Gennaio 2012, ore 16.30
Editore
PUBLI PAOLINI
Autore
Curatore