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SantaSeveso – Angelus Novus
Angelus Novus
“Ciò che chiamiamo il progresso, è questa tempesta”. Walter Benjamin
Forse dismesse, vivaci e colorate, rampe di lancio abbandonate. Ali non antropomorfiche ma palesemente artificiali, recuperate dalla radura industriale del mondo. Protesi di angeli materiali, allegorie morali…
Comunicato stampa
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Angelus Novus
Installazione artistica di SantaSeveso
a cura di Vittorio Raschetti, Felice Terrabuio
animaminima CONTEMPORANEA
Chiesa di San Biagio(secolo XIII), via Don Luigi Sturzo - Triuggio(MB)
Visibile 24 su 24 ore EVENTO N° 18
domenica 10 aprile 2022 - domenica 26 giugno 2022
INAUGURAZIONE domenica 10 aprile 2022 ore 18.30
presentazione di Vittorio Raschetti ore 18.30
Angelus Novus
“Ciò che chiamiamo il progresso, è questa tempesta”. Walter Benjamin
Forse dismesse, vivaci e colorate, rampe di lancio abbandonate. Ali non antropomorfiche ma palesemente artificiali, recuperate dalla radura industriale del mondo. Protesi di angeli materiali, allegorie morali, tra tensioni meccaniche portanti paradossali ed evocazioni spettrali spirituali.
Non mimesi realistica, restituzione fedele di esatta anatomia angelica, ma piuttosto anagogica fisiologia spirituale nella evocazione dello scheletro strutturale dell'ala come configurazione di forze dinamiche ascendenti, come reticolo di architetture di spinte portanti-desideranti. L'ascesi allora è la gnosi, la misteriosa forza conoscitiva di un disegno mentale da disvelare, come un campo di forze metaforiche e metamorfiche in grado di lanciarsi in uno slancio pindarico di associazioni di immagini e di voli notturni, di veglie nel sogno.
Una monumentale struttura teatrale, un reticolo di polimeri eterei, un grande giocattolo regressivo ispirato dal desiderio di fuga verticale per innalzarsi in un punto contemplativo aero-panoramico, cosmico plastico e spirituale: perché la trascendenza è trans-materica, mesmerica e trans-umana.
L'astrazione geometrica della gabbia costruttiva della ali, unita al timbro sintetico industriale del colore, suggerisce il carattere metafisico della perdita di dimensione spirituale, l'essenza malinconica di questa mancanza, la nostalgia del rapporto con l'impossibile, la fatale malinconia del sacro.
In Angelus Novus di Paul Klee, Walter Benjamin scorge l'allegoria dell'Angelo della Storia che di fronte alla distesa ininterrotta di catastrofi mantiene lo sguardo serrato in moto di estrema empatia per il destino umano. Vorrebbe attardarsi ma una tempesta proveniente si insinua nelle ali spalancandole e costringendo l'Angelo a retroagire nel futuro a cui volge le spalle. Nel nostro presente, non rimane nemmeno la consolazione di specchiarsi nello sguardo di stupore e terrore dell'Angelo. Il volto dell'Angelo è già assorbito dal futuro. Ciò che resta sono solo ali custodite nell'aria.
Galleggiando in surplace sospesi sulla dissociazione del presente, attenti al rimando latente di intrecci concettuali. Nel vago incedere di stati elusivi inattendibili, avvolti dal quasi niente, tra riflessi di instabilità e dissipazioni, mentre il vulnerabile, misterioso potere, l'assurdo stato di disordine gioca ancora più leggero tra spazi bianchi. Guizzanti e imprendibili, permeabili e permanenti, angeli desolati, incantati forse perduti nell'amicizia con le cose del mondo. Esseri della soglia, ibridi che attraversano l'aria, ma non ubiqui ed anfibi, mai davvero a proprio agio nella transizione, sempre ed ovunque inquieti nel disagio, sempre innestati nell'annuncio e nella lettura, nell'ermeneutica delle storie, come angeli senza messaggi da consegnare, senza volti per consolare. Il ritmo della composizione della ali è una tessitura di scaglie cromatiche di squame già pronte alla alla muta nella forma del drago, nel destino sprofondato nel gorgo oscuro come l'occhio, dove il maelstrom dell'apocalisse assorbe l'orizzonte. Metamorfosi e improvvise permutazioni in simboli opposti in simboli che si implicano e complicano il senso nascondendosi dietro le strategie di enigmi ancora da decifrare. Tutto si riduce alla bellezza aggredita dal dubbio, alla forma assediata dall'inconsistenza, tutto riconduce al mistero custodito nel profondo oscuro inaccessibile. Stati di evanescenza, moti di trascendenza, sempre più labili confini tra l'arte della fuga e la persistenza di un respiro che ricorda la vita. Divagando nel corso del tempo confuso. Desolato, stravagante, enigma evaporato nell'oblio. Sorvolando, tra vuoti d'aria, la vertigine di un tempo che scuote: veloci, instancabili, frenetici nel torpore ingannevole dei vuoti seducenti. Vittorio Raschetti
SantaSeveso re-impiega materiali plastici industriali in una nuova forma poetica. Reinventa i polimeri trasformandoli in opere dove l'eternità a-temporale della plastica di veste di connotazioni autobiografiche, vissuti e narrazioni che indagano il corpo, l'identità, l'ambivalenza dei lati insieme giocosi e crudeli delle cose. Una favola adulta, un viaggio apparentemente regressivo nel prologo dell'infanzia che nasconde i grandi misteri dell'innocenza. Un viaggio straniante tra Jonathan Swift, Lewis Carrol, David Lynch: distopie allucinatorie e zone d'ombra, rivelando l'impensato incastonato dentro un sogno plastificato.
SantaSeveso, apologia dei cognomi dei genitori Santambrogio/Seveso, nata nel 1969, vive e lavora a Milano.
www.santaseveso.it
Installazione artistica di SantaSeveso
a cura di Vittorio Raschetti, Felice Terrabuio
animaminima CONTEMPORANEA
Chiesa di San Biagio(secolo XIII), via Don Luigi Sturzo - Triuggio(MB)
Visibile 24 su 24 ore EVENTO N° 18
domenica 10 aprile 2022 - domenica 26 giugno 2022
INAUGURAZIONE domenica 10 aprile 2022 ore 18.30
presentazione di Vittorio Raschetti ore 18.30
Angelus Novus
“Ciò che chiamiamo il progresso, è questa tempesta”. Walter Benjamin
Forse dismesse, vivaci e colorate, rampe di lancio abbandonate. Ali non antropomorfiche ma palesemente artificiali, recuperate dalla radura industriale del mondo. Protesi di angeli materiali, allegorie morali, tra tensioni meccaniche portanti paradossali ed evocazioni spettrali spirituali.
Non mimesi realistica, restituzione fedele di esatta anatomia angelica, ma piuttosto anagogica fisiologia spirituale nella evocazione dello scheletro strutturale dell'ala come configurazione di forze dinamiche ascendenti, come reticolo di architetture di spinte portanti-desideranti. L'ascesi allora è la gnosi, la misteriosa forza conoscitiva di un disegno mentale da disvelare, come un campo di forze metaforiche e metamorfiche in grado di lanciarsi in uno slancio pindarico di associazioni di immagini e di voli notturni, di veglie nel sogno.
Una monumentale struttura teatrale, un reticolo di polimeri eterei, un grande giocattolo regressivo ispirato dal desiderio di fuga verticale per innalzarsi in un punto contemplativo aero-panoramico, cosmico plastico e spirituale: perché la trascendenza è trans-materica, mesmerica e trans-umana.
L'astrazione geometrica della gabbia costruttiva della ali, unita al timbro sintetico industriale del colore, suggerisce il carattere metafisico della perdita di dimensione spirituale, l'essenza malinconica di questa mancanza, la nostalgia del rapporto con l'impossibile, la fatale malinconia del sacro.
In Angelus Novus di Paul Klee, Walter Benjamin scorge l'allegoria dell'Angelo della Storia che di fronte alla distesa ininterrotta di catastrofi mantiene lo sguardo serrato in moto di estrema empatia per il destino umano. Vorrebbe attardarsi ma una tempesta proveniente si insinua nelle ali spalancandole e costringendo l'Angelo a retroagire nel futuro a cui volge le spalle. Nel nostro presente, non rimane nemmeno la consolazione di specchiarsi nello sguardo di stupore e terrore dell'Angelo. Il volto dell'Angelo è già assorbito dal futuro. Ciò che resta sono solo ali custodite nell'aria.
Galleggiando in surplace sospesi sulla dissociazione del presente, attenti al rimando latente di intrecci concettuali. Nel vago incedere di stati elusivi inattendibili, avvolti dal quasi niente, tra riflessi di instabilità e dissipazioni, mentre il vulnerabile, misterioso potere, l'assurdo stato di disordine gioca ancora più leggero tra spazi bianchi. Guizzanti e imprendibili, permeabili e permanenti, angeli desolati, incantati forse perduti nell'amicizia con le cose del mondo. Esseri della soglia, ibridi che attraversano l'aria, ma non ubiqui ed anfibi, mai davvero a proprio agio nella transizione, sempre ed ovunque inquieti nel disagio, sempre innestati nell'annuncio e nella lettura, nell'ermeneutica delle storie, come angeli senza messaggi da consegnare, senza volti per consolare. Il ritmo della composizione della ali è una tessitura di scaglie cromatiche di squame già pronte alla alla muta nella forma del drago, nel destino sprofondato nel gorgo oscuro come l'occhio, dove il maelstrom dell'apocalisse assorbe l'orizzonte. Metamorfosi e improvvise permutazioni in simboli opposti in simboli che si implicano e complicano il senso nascondendosi dietro le strategie di enigmi ancora da decifrare. Tutto si riduce alla bellezza aggredita dal dubbio, alla forma assediata dall'inconsistenza, tutto riconduce al mistero custodito nel profondo oscuro inaccessibile. Stati di evanescenza, moti di trascendenza, sempre più labili confini tra l'arte della fuga e la persistenza di un respiro che ricorda la vita. Divagando nel corso del tempo confuso. Desolato, stravagante, enigma evaporato nell'oblio. Sorvolando, tra vuoti d'aria, la vertigine di un tempo che scuote: veloci, instancabili, frenetici nel torpore ingannevole dei vuoti seducenti. Vittorio Raschetti
SantaSeveso re-impiega materiali plastici industriali in una nuova forma poetica. Reinventa i polimeri trasformandoli in opere dove l'eternità a-temporale della plastica di veste di connotazioni autobiografiche, vissuti e narrazioni che indagano il corpo, l'identità, l'ambivalenza dei lati insieme giocosi e crudeli delle cose. Una favola adulta, un viaggio apparentemente regressivo nel prologo dell'infanzia che nasconde i grandi misteri dell'innocenza. Un viaggio straniante tra Jonathan Swift, Lewis Carrol, David Lynch: distopie allucinatorie e zone d'ombra, rivelando l'impensato incastonato dentro un sogno plastificato.
SantaSeveso, apologia dei cognomi dei genitori Santambrogio/Seveso, nata nel 1969, vive e lavora a Milano.
www.santaseveso.it
10
aprile 2022
SantaSeveso – Angelus Novus
Dal 10 aprile al 26 giugno 2022
arte contemporanea
Location
ANIMAMINIMA CONTEMPORANEA
Triuggio, Via Don Luigi Sturzo, (Monza E Brianza)
Triuggio, Via Don Luigi Sturzo, (Monza E Brianza)
Orario di apertura
da lunedì a domenica ore 00 - 24
Vernissage
10 Aprile 2022, 18.30
Sito web
Autore
Curatore
Autore testo critico