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Santiago Cucullu – The creaky shaft
Da sempre impegnato in un’analisi originale dei processi di decostruzione estetica, l’artista d’origine argentina basa la sua ricerca sullo smascheramento dei meccanismi legati alla globalizzazione, che nell’ultimo decennio si è fortemente imposta come fenomeno caratterizzante la contemporanea società occidentale
Comunicato stampa
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La Galleria Umberto Di Marino Arte Contemporanea è lieta di presentare, mercoledì 12 dicembre 2007, la prima personale italiana di Santiago Cucullu dal titolo The creaky shaft.
Da sempre impegnato in un'analisi originale dei processi di decostruzione estetica, l'artista d'origine argentina basa la sua ricerca sullo smascheramento dei meccanismi legati alla globalizzazione, che nell'ultimo decennio si è fortemente imposta come fenomeno caratterizzante la contemporanea società occidentale. La rapidità con cui essa si sta estendendo su larga scala, favorita dalla potenza dei mass-media, ha provocato un abbassamento della soglia d'attenzione. La progressiva mancanza di senso critico e la perdita dell'individualità, dunque, hanno portato Santiago Cucullu ad innescare dei corto-circuiti visivi, al fine di scuotere il pubblico dal proprio torpore intellettuale, spingendolo a considerare diversi punti di vista di una storia sia personale che collettiva. Partendo, infatti, da uno specifico riferimento alle vicende politiche del Sud-America ed alle problematiche sociali tipiche di questi paesi, l'interpretazione anarchica diventa lo spunto per una visione più universale, oltre che per una singolare mescolanza di codici linguistici. Come affermato da Michelle Grabner, se il riferimento più importante è all'artista brasiliano Hélio Oiticica (1937 – 1980), fondatore tra l'altro del movimento Tropicália, è evidente una predilizione per quel complesso di teorie che Nicholas Bourriaud raggruppa sotto l'etichetta di Postproduzione. L'utilizzo continuo della citazione, attraverso le tecniche del collage e del bricolage, è comunque funzionale ad un’estetica molto personale, in cui i simboli delle tematiche rivoluzionarie sono frammentati da iconografie provenienti dal mondo dell'illustrazione o dalla pratica del ready-made.
In occasione della mostra presso la Galleria Umberto Di Marino Arte Contemporanea, le opere esposte intendono dar conto di tutta la recente produzione dell'artista, raccogliendo lavori appositamente concepiti per questo spazio.
Nella prima stanza, una serie di acquerelli di grande formato accoglieranno lo spettatore per introdurlo al linguaggio formale di Santiago Cucullu che, in bilico tra astratto e figurativo, pone su un piano bidimensionale la sovrapposizione caotica di elementi stilisticamente differenti. Grazie ad associazioni logiche inaspettate, in cui il dato cromatico fa da protagonista, lo spunto narrativo è qui offerto dall'osservazione dei rapidi cambiamenti cui è stato sottoposto di recente il territorio intorno alla città di Milwaukee, causando una serie di reazioni diverse negli abitanti. Emblematica è la posizione di una famiglia cattolica del quartiere dove abita l'artista, che ha deciso di chiudersi in casa, creando una barriera difensiva con vecchi mobili raccattati per strada. Entrando nella seconda stanza, invece, i lavori assumono una dimensione più ambientale, guardando le figure arrampicarsi sulle pareti della galleria in due wall-drawings realizzati attraverso l'uso di vinile adesivo per creare un effetto di esagerazione compositiva. L'installazione dell'ultima stanza, infine, unisce in un'unica installazione il video e la scultura minimale, in apparente contraddizione con quanto proposto precedentemente, ma in realtà inserendoli coerentemente in un discorso dove la piacevolezza dell'immagine non deve deviare l'attenzione da un contenuto sempre attuale e mai banale.
Nato nel 1969 a Buenos Aires (Argentina), Santiago Cucullu vive e lavora a Milwaukee (WI - USA).
Mostre personali e collettive selezionate:
2007 Santiago Cucullu – The Chaos of the Imprint of Architecture, The Dolphine Gallery, Kansas City, USA
Calouste Gulbenkian Foundation, Lisbona, Portogallo
Carlier/Gebauer, Berlino, Germania
2006 Biennale di Singapore, Cina
2005 Delectable Reason of Sleeps, Perry Rubenstein Gallery, New York, USA
How Latitudes Become Forms: Art in Global Age, Museo d’arte Contemporáneo de Monterrey, Messico
2004 2004 Whitney Biennial, Whitney Museum of American Art, New York, USA
Project I, Mori Art Museum, Tokyo, Giappone
Drunk vs. Stoned, Gavin Brown’s Enterprise at Passerby, New York, USA
2003 How Latitudes Become Forms: Art in a Global Age, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, Italia
Walker Art Center, Minneapolis, USA
Work on Paper, Blum and Poe Gallery, Los Angeles, USA
Da sempre impegnato in un'analisi originale dei processi di decostruzione estetica, l'artista d'origine argentina basa la sua ricerca sullo smascheramento dei meccanismi legati alla globalizzazione, che nell'ultimo decennio si è fortemente imposta come fenomeno caratterizzante la contemporanea società occidentale. La rapidità con cui essa si sta estendendo su larga scala, favorita dalla potenza dei mass-media, ha provocato un abbassamento della soglia d'attenzione. La progressiva mancanza di senso critico e la perdita dell'individualità, dunque, hanno portato Santiago Cucullu ad innescare dei corto-circuiti visivi, al fine di scuotere il pubblico dal proprio torpore intellettuale, spingendolo a considerare diversi punti di vista di una storia sia personale che collettiva. Partendo, infatti, da uno specifico riferimento alle vicende politiche del Sud-America ed alle problematiche sociali tipiche di questi paesi, l'interpretazione anarchica diventa lo spunto per una visione più universale, oltre che per una singolare mescolanza di codici linguistici. Come affermato da Michelle Grabner, se il riferimento più importante è all'artista brasiliano Hélio Oiticica (1937 – 1980), fondatore tra l'altro del movimento Tropicália, è evidente una predilizione per quel complesso di teorie che Nicholas Bourriaud raggruppa sotto l'etichetta di Postproduzione. L'utilizzo continuo della citazione, attraverso le tecniche del collage e del bricolage, è comunque funzionale ad un’estetica molto personale, in cui i simboli delle tematiche rivoluzionarie sono frammentati da iconografie provenienti dal mondo dell'illustrazione o dalla pratica del ready-made.
In occasione della mostra presso la Galleria Umberto Di Marino Arte Contemporanea, le opere esposte intendono dar conto di tutta la recente produzione dell'artista, raccogliendo lavori appositamente concepiti per questo spazio.
Nella prima stanza, una serie di acquerelli di grande formato accoglieranno lo spettatore per introdurlo al linguaggio formale di Santiago Cucullu che, in bilico tra astratto e figurativo, pone su un piano bidimensionale la sovrapposizione caotica di elementi stilisticamente differenti. Grazie ad associazioni logiche inaspettate, in cui il dato cromatico fa da protagonista, lo spunto narrativo è qui offerto dall'osservazione dei rapidi cambiamenti cui è stato sottoposto di recente il territorio intorno alla città di Milwaukee, causando una serie di reazioni diverse negli abitanti. Emblematica è la posizione di una famiglia cattolica del quartiere dove abita l'artista, che ha deciso di chiudersi in casa, creando una barriera difensiva con vecchi mobili raccattati per strada. Entrando nella seconda stanza, invece, i lavori assumono una dimensione più ambientale, guardando le figure arrampicarsi sulle pareti della galleria in due wall-drawings realizzati attraverso l'uso di vinile adesivo per creare un effetto di esagerazione compositiva. L'installazione dell'ultima stanza, infine, unisce in un'unica installazione il video e la scultura minimale, in apparente contraddizione con quanto proposto precedentemente, ma in realtà inserendoli coerentemente in un discorso dove la piacevolezza dell'immagine non deve deviare l'attenzione da un contenuto sempre attuale e mai banale.
Nato nel 1969 a Buenos Aires (Argentina), Santiago Cucullu vive e lavora a Milwaukee (WI - USA).
Mostre personali e collettive selezionate:
2007 Santiago Cucullu – The Chaos of the Imprint of Architecture, The Dolphine Gallery, Kansas City, USA
Calouste Gulbenkian Foundation, Lisbona, Portogallo
Carlier/Gebauer, Berlino, Germania
2006 Biennale di Singapore, Cina
2005 Delectable Reason of Sleeps, Perry Rubenstein Gallery, New York, USA
How Latitudes Become Forms: Art in Global Age, Museo d’arte Contemporáneo de Monterrey, Messico
2004 2004 Whitney Biennial, Whitney Museum of American Art, New York, USA
Project I, Mori Art Museum, Tokyo, Giappone
Drunk vs. Stoned, Gavin Brown’s Enterprise at Passerby, New York, USA
2003 How Latitudes Become Forms: Art in a Global Age, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, Italia
Walker Art Center, Minneapolis, USA
Work on Paper, Blum and Poe Gallery, Los Angeles, USA
12
dicembre 2007
Santiago Cucullu – The creaky shaft
Dal 12 dicembre 2007 al 12 febbraio 2008
arte contemporanea
Location
UMBERTO DI MARINO ARTE CONTEMPORANEA
Napoli, Via Alabardieri, 1, (Napoli)
Napoli, Via Alabardieri, 1, (Napoli)
Orario di apertura
lunedì ore 16:00 / 20:00, martedì – sabato ore 10:30 / 13:30 e 16:00 / 20:00
Vernissage
12 Dicembre 2007, ore 19:00 - 22:00
Autore