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Santo Alligo – Urgenze plastiche
In mostra 35 sculture di Alligo realizzate tra il 1971 e il 2014: dai ritratti familiari alle opere più recenti, che indagano con ironia l’universo degli oggetti, che inevitabilmente finiscono per intrecciarsi “con il mondo e l’estetica della grafica pubblicitaria” per usare le parole di Armando Audoli nel suo testo in catalogo
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Si inaugura giovedì 20 novembre alla Galleria Gomiero di via Rosolino Pilo 11 a Milano
la mostra dedicata alle opere di Santo Alligo, classe 1948, scultore del quotidiano dalla
grande immaginazione, capace di trasformare l’argilla in dichiarazioni poetiche di
realismo magico, ma anche pubblicitario e grafico, nonché collezionista raffinato di libri
illustrati.
Per chi ancora non lo conoscesse, è proprio alla figurazione incantata di Santo Alligo che
grandi e piccini devono un’icona indiscussa della storia della pubblicità e dell’infanzia di
tutti noi, ovvero l’ippopotamo blu Pippo della Lines (creato su un’idea di Armando Testa),
nel quale “c’è tutta la tenerezza, la fantasia, il gioco, la morbidezza, il calore, l’ironia che
un bambino ed un essere umano, ancora integro, possono desiderare” come ha scritto
Giacomo Poretti nel catalogo della mostra.
Ma la verità della forza espressiva delle sue sculture è che Alligo non ha mai smesso di
affidarsi quasi totalmente alle sculture di terracotta, che non necessitano dunque di
spiegazioni ulteriori, perché capaci di contenere dentro di sé il tratto essenziale
dell’espressività di un volto o il tratto ironico e tragico del mondo degli oggetti.
Plasmatore unico della realtà, Santo Alligo sprigiona nei suoi lavori un animo irrequieto,
un’innata capacità compositiva, un bisogno costante di modellare la materia per lavori di
pura tensione, di grande forza plastica.
In mostra a Milano 35 sculture raccontano una parte del percorso artistico di Santo Alligo,
iniziato da lontano, dall’anima profonda della sua Raccamulera in provincia di Messina,
da dove all’età di cinque anni risalì fino a Torino, che è diventata ben presto la sua città
adottiva dove è cresciuto umanamente e professionalmente. A Torino si è sposato, e
sempre sotto la Mole ha frequentato la Civica Scuola d’Arte e Ceramica, è stato a bottega
dalla ceramista Anna Maria Carusi, e a soli 16 anni è entrato nell’agenzia pubblicitaria
Armando Testa.
Nella galleria antiquaria di Diego Gomiero, insolitamente prestata all’arte contemporanea
in virtù del suo amore universale per la scultura, purché di grande qualità formale, sono
esposte le opere di Alligo tra il 1971 e il 2014: partendo dai ritratti familiari per finire alle
opere più recenti, che indagano con ironia l’universo degli oggetti, che inevitabilmente
finiscono per intrecciarsi “con il mondo e l’estetica della grafica pubblicitaria” per usare le
parole di Armando Audoli nel suo testo in catalogo: “Facciasciutta” (2013), “Rossetto”
(2014) e “Un grande no” (2014), sono un richiamo forte al mappamondo colorato e pop
della pubblicità.
Le sculture di Santo Alligo mostrano una manualità perfetta che sfiora il virtuosismo,
figure piene di pathos e armonia che dialogano con lo spazio, spesso delimitato da basi di
plexiglas su cui i suoi racconti si svelano, come “Lettura morta“ (1994), “Caro politico...ti
scrivo” (2014), o ancora “Attesa”, “Funanboli” e “Domenica. Finalmente!”, tutte del 2013...
e spesso le sue opere trovano coralità grazie all’utilizzo di materiali diversi, come la
stringa di cuoio in “Vecchia sperry” (2013), o la base in marmo per “Buona da morire”
(2014): «Negli ultimi lavori – scrive Santo – ho fatto dialogare la terracotta con altri materiali:
cuoio, ferro e soprattutto plexiglass, che, con la sua lucentezza e freddezza, contrasta con il calore e
l’opacità della creta. Infine, perché li coloro? Usando l’olio, lo smalto o l’acrilico (all’occorrenza
fissati con cere di pregio per ottenere effetti particolari), non faccio altro che riallacciarmi
all’antichità classica, nella quale quasi tutta la scultura era policroma».
Gli oggetti riprodotti da Santo Alligo sono molteplici, ma è indubbio che uno dei
tormentoni della sua vena creativa sono i libri; e diversamente non potrebbe essere visto
che la vita di Santo, ieri come oggi, è felicemente messa in scacco dal bisogno di realizzare
la propria biblioteca ideale, in cui l’estetica, la fattura e le illustrazioni per grandi e piccoli
sono un passaggio fondamentale della crescita umana di ogni individuo.
In questa direzione va letta ad esempio “Omaggio a Quasimodo” del 2013, in cui grazie a
un gioco di luci, attraverso le parole perforate su una pagina di plexiglas, la poesia viene
proiettata in negativo sulla pagina successiva.
Info Galleria Gomiero
dal martedì al sabato 10.30/13.00 – 15.30/19.00
oppure su appuntamento 348 263 73 30
Info stampa
Studio De Angelis, Milano
t. 02 324377 | 345 7190941 | info@deangelispress.it
la mostra dedicata alle opere di Santo Alligo, classe 1948, scultore del quotidiano dalla
grande immaginazione, capace di trasformare l’argilla in dichiarazioni poetiche di
realismo magico, ma anche pubblicitario e grafico, nonché collezionista raffinato di libri
illustrati.
Per chi ancora non lo conoscesse, è proprio alla figurazione incantata di Santo Alligo che
grandi e piccini devono un’icona indiscussa della storia della pubblicità e dell’infanzia di
tutti noi, ovvero l’ippopotamo blu Pippo della Lines (creato su un’idea di Armando Testa),
nel quale “c’è tutta la tenerezza, la fantasia, il gioco, la morbidezza, il calore, l’ironia che
un bambino ed un essere umano, ancora integro, possono desiderare” come ha scritto
Giacomo Poretti nel catalogo della mostra.
Ma la verità della forza espressiva delle sue sculture è che Alligo non ha mai smesso di
affidarsi quasi totalmente alle sculture di terracotta, che non necessitano dunque di
spiegazioni ulteriori, perché capaci di contenere dentro di sé il tratto essenziale
dell’espressività di un volto o il tratto ironico e tragico del mondo degli oggetti.
Plasmatore unico della realtà, Santo Alligo sprigiona nei suoi lavori un animo irrequieto,
un’innata capacità compositiva, un bisogno costante di modellare la materia per lavori di
pura tensione, di grande forza plastica.
In mostra a Milano 35 sculture raccontano una parte del percorso artistico di Santo Alligo,
iniziato da lontano, dall’anima profonda della sua Raccamulera in provincia di Messina,
da dove all’età di cinque anni risalì fino a Torino, che è diventata ben presto la sua città
adottiva dove è cresciuto umanamente e professionalmente. A Torino si è sposato, e
sempre sotto la Mole ha frequentato la Civica Scuola d’Arte e Ceramica, è stato a bottega
dalla ceramista Anna Maria Carusi, e a soli 16 anni è entrato nell’agenzia pubblicitaria
Armando Testa.
Nella galleria antiquaria di Diego Gomiero, insolitamente prestata all’arte contemporanea
in virtù del suo amore universale per la scultura, purché di grande qualità formale, sono
esposte le opere di Alligo tra il 1971 e il 2014: partendo dai ritratti familiari per finire alle
opere più recenti, che indagano con ironia l’universo degli oggetti, che inevitabilmente
finiscono per intrecciarsi “con il mondo e l’estetica della grafica pubblicitaria” per usare le
parole di Armando Audoli nel suo testo in catalogo: “Facciasciutta” (2013), “Rossetto”
(2014) e “Un grande no” (2014), sono un richiamo forte al mappamondo colorato e pop
della pubblicità.
Le sculture di Santo Alligo mostrano una manualità perfetta che sfiora il virtuosismo,
figure piene di pathos e armonia che dialogano con lo spazio, spesso delimitato da basi di
plexiglas su cui i suoi racconti si svelano, come “Lettura morta“ (1994), “Caro politico...ti
scrivo” (2014), o ancora “Attesa”, “Funanboli” e “Domenica. Finalmente!”, tutte del 2013...
e spesso le sue opere trovano coralità grazie all’utilizzo di materiali diversi, come la
stringa di cuoio in “Vecchia sperry” (2013), o la base in marmo per “Buona da morire”
(2014): «Negli ultimi lavori – scrive Santo – ho fatto dialogare la terracotta con altri materiali:
cuoio, ferro e soprattutto plexiglass, che, con la sua lucentezza e freddezza, contrasta con il calore e
l’opacità della creta. Infine, perché li coloro? Usando l’olio, lo smalto o l’acrilico (all’occorrenza
fissati con cere di pregio per ottenere effetti particolari), non faccio altro che riallacciarmi
all’antichità classica, nella quale quasi tutta la scultura era policroma».
Gli oggetti riprodotti da Santo Alligo sono molteplici, ma è indubbio che uno dei
tormentoni della sua vena creativa sono i libri; e diversamente non potrebbe essere visto
che la vita di Santo, ieri come oggi, è felicemente messa in scacco dal bisogno di realizzare
la propria biblioteca ideale, in cui l’estetica, la fattura e le illustrazioni per grandi e piccoli
sono un passaggio fondamentale della crescita umana di ogni individuo.
In questa direzione va letta ad esempio “Omaggio a Quasimodo” del 2013, in cui grazie a
un gioco di luci, attraverso le parole perforate su una pagina di plexiglas, la poesia viene
proiettata in negativo sulla pagina successiva.
Info Galleria Gomiero
dal martedì al sabato 10.30/13.00 – 15.30/19.00
oppure su appuntamento 348 263 73 30
Info stampa
Studio De Angelis, Milano
t. 02 324377 | 345 7190941 | info@deangelispress.it
20
novembre 2014
Santo Alligo – Urgenze plastiche
Dal 20 novembre al 20 dicembre 2014
arte contemporanea
Location
GALLERIA GOMIERO
Milano, Via Rosolino Pilo, 11, (Milano)
Milano, Via Rosolino Pilo, 11, (Milano)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 10.30/13.00 –15.30/19.00, oppure su appuntamento 348 263 73 30
Vernissage
20 Novembre 2014, ore 18
Ufficio stampa
STUDIO DE ANGELIS
Autore