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santomatteo
Le performace e i lavori video di santomatteo vivono del potere simbolico e poetico di gesti e immagini
Comunicato stampa
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Le performace e i lavori video di santomatteo vivono del potere simbolico e poetico di gesti e immagini. Le parole non sono altro che concise esclamazioni rispetto ai gesti, come per esempio: “there is a social duty, yeah!”, “we love the dreamers, yeah!” o “Europe is provincial, Africa no, yeah!”. “Tra tutti gli scrittori sotto il sole, il poeta è l’ultimo a mentire”, scrisse Sir Philip Sydney nel 1595 in difesa della poesia; infatti santomatteo cerca la verità che scaturisce dalla poesia generata dai loro gesti e dalle loro azioni, provando a esporre il malessere nascosto nell’ambiente circostante e nella società più in generale. E come suggerisce il testo sopra citato, tratto dalla loro canzone live in Milan, questa verità ha sempre le sue radici nel tessuto sociale. Allo stesso modo il video PProject racconta di un’epoca contemporanea in cui predomina l’idea di fare, dove il gesto di santomatteo sceglie di riflettere su cosa fare.
In B.L.U.F.F. santomatteo ha formato una squadra di calcio di rifugiati politici che vivono a Milano. L’immagine appare a prima vista come una normale foto di squadra, tuttavia, a guardare meglio, tutto sembra essere distorto: la squadra è allineata su un campo innevato, le figure di santomatteo, entrambe con la maglia di capitano, posano sulla neve indossando delle ciabatte. I giocatori guardano in macchina, ma il loro sguardo non è trionfante: è interrogativo.
Quali sono gli obiettivi della squadra, per che cosa giocano? santomatteo ha introdotto nella squadra elementi di riflessione e distorsione, creando così un sentimento di estraniazione che rivela infine il poetico e ironico potere del momento.
Apertura e interazione sono componenti tipiche del loro lavoro; lasciare sempre le frasi incompiute, facendo in modo che sia lo spettatore a trovare le risposte. L’uso frequente di elementi presi dal mondo dello sport e dello spettacolo mostra nuovamente il loro interesse per il tessuto sociale, utilizzandoli come piani di proiezione per gli ideali e le speranze comuni: aspirazione al successo, affermazione sociale e desiderio di comunità.
La comunità, o l’individuo come parte di un “acuto segreto relazionale” come lo chiama Sloterdijk, è un aspetto chiave del lavoro di santomatteo. Nella loro coppia i due individui si uniscono per trovare una comune modalità espressiva. Per questo la loro individualità viene messa a disposizione; l’uno si può trasformare nell’altro o in qualcos’altro: così in “it’s me”, santo può diventare matteo e matteo può essere santo o entrambi possono diventare qualcosa di completamente differente, come nel logo da loro creato, il quale li rappresenta come centauri - una entità fatta di elementi intercambiabili, come due poli della stessa sfera.
Sloterdijk, SUT44.
Il video “Nìèèè” li introduce nuovamente in quanto coppia. Qui si trasformano in due statuine di un carillon che ruota lentamente, danzando nudi al tempo di una musica nuziale e concludendo il ballo con un tenero bacio. L’immagine che creano è ambigua, metaforica, un semplice accenno ad una verità che lo spettatore deve afferrare attivamente. Nìèèè parla di una lunga amicizia tra i due artisti che portò alla decisione di formare santomatteo. Qui la loro arte e la loro vita si uniscono, i sentimenti e la poesia riportano l’arte nella vita: “everything is possibile”, yeah, “everything is ok”, per tutti, yeah, yeah!
Martina Köppel-Yang
In B.L.U.F.F. santomatteo ha formato una squadra di calcio di rifugiati politici che vivono a Milano. L’immagine appare a prima vista come una normale foto di squadra, tuttavia, a guardare meglio, tutto sembra essere distorto: la squadra è allineata su un campo innevato, le figure di santomatteo, entrambe con la maglia di capitano, posano sulla neve indossando delle ciabatte. I giocatori guardano in macchina, ma il loro sguardo non è trionfante: è interrogativo.
Quali sono gli obiettivi della squadra, per che cosa giocano? santomatteo ha introdotto nella squadra elementi di riflessione e distorsione, creando così un sentimento di estraniazione che rivela infine il poetico e ironico potere del momento.
Apertura e interazione sono componenti tipiche del loro lavoro; lasciare sempre le frasi incompiute, facendo in modo che sia lo spettatore a trovare le risposte. L’uso frequente di elementi presi dal mondo dello sport e dello spettacolo mostra nuovamente il loro interesse per il tessuto sociale, utilizzandoli come piani di proiezione per gli ideali e le speranze comuni: aspirazione al successo, affermazione sociale e desiderio di comunità.
La comunità, o l’individuo come parte di un “acuto segreto relazionale” come lo chiama Sloterdijk, è un aspetto chiave del lavoro di santomatteo. Nella loro coppia i due individui si uniscono per trovare una comune modalità espressiva. Per questo la loro individualità viene messa a disposizione; l’uno si può trasformare nell’altro o in qualcos’altro: così in “it’s me”, santo può diventare matteo e matteo può essere santo o entrambi possono diventare qualcosa di completamente differente, come nel logo da loro creato, il quale li rappresenta come centauri - una entità fatta di elementi intercambiabili, come due poli della stessa sfera.
Sloterdijk, SUT44.
Il video “Nìèèè” li introduce nuovamente in quanto coppia. Qui si trasformano in due statuine di un carillon che ruota lentamente, danzando nudi al tempo di una musica nuziale e concludendo il ballo con un tenero bacio. L’immagine che creano è ambigua, metaforica, un semplice accenno ad una verità che lo spettatore deve afferrare attivamente. Nìèèè parla di una lunga amicizia tra i due artisti che portò alla decisione di formare santomatteo. Qui la loro arte e la loro vita si uniscono, i sentimenti e la poesia riportano l’arte nella vita: “everything is possibile”, yeah, “everything is ok”, per tutti, yeah, yeah!
Martina Köppel-Yang
14
ottobre 2006
santomatteo
Dal 14 ottobre al 26 novembre 2006
arte contemporanea
performance - happening
performance - happening
Location
PLACENTIA ARTE
Piacenza, Via Giovanni Battista Scalabrini, 116, (Piacenza)
Piacenza, Via Giovanni Battista Scalabrini, 116, (Piacenza)
Orario di apertura
16-19 escluso festivi e lunedì
Vernissage
14 Ottobre 2006, ore 18
Autore