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Sara Benaglia / Cinzia Benigni – Eva vs Eva
La mostra è caratterizzata da una serie di video – installazioni realizzate dalle due artiste appositamente per lo spazio espositivo.
Comunicato stampa
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Sabato 06 Novembre 2010, ore 18.00, presso lo Spazio Espositivo Le Stanze a Trescore Balneario sarà presentata al pubblico, la mostra di Cinzia Benigni e Sara Benaglia EVA vs EVA. Terzo appuntamento della rassegna Le Stanze.
Le Stanze è un progetto, curato da Mauro Zanchi e Raffaele Sicignano, che rivolge l’attenzione a varie esperienze dell’arte contemporanea: dalla pittura alla scultura alla videoarte, è un progetto, ideato e promosso dalla Pro Loco di Trescore Balneario gode del sostegno del Comune di Trescore Balneario e dell’Assessorato alla Cultura.
All’inaugurazione interverranno Alberto Finazzi, Sindaco di Trescore Balneario, Francesca Biava, Assessore alla Cultura del Comune di Trescore Balneario. Carlo Algisi Presidente della Pro Loco Trescore, Mauro Zanchi curatore della mostra.
La mostra di Cinzia Benigni e Sara Benaglia EVA vs EVA è caratterizzata da una serie di video - installazioni realizzate dalle due artiste appositamente per lo spazio espositivo. Il lavoro di Benaglia e Benigni cerca di indagare in chiave prettamente concettuale il passaggio appena successivo di quando l’uomo ha acquisito la sua conoscenza ai tempi dell’Eden. Il lavoro esposto racchiude dunque un eterno quesito sulla conoscenza, che così descrive il curatore Mauro Zanchi:
La mostra è un tentativo di riappropriarsi di alcune facoltà che sono state perdute dopo il peccato originale. O meglio, l’auspicio è quello di riuscire a comprendere qualcosa di più su ciò che è accaduto dopo aver mangiato il frutto della conoscenza. E questo oltre l’idea del bene e del male. Eva ha mangiato, ha compreso qualcosa, forse il senso della vita, e poi in fretta e furia è stata cacciata dall’Eden. A causa di questo allontanamento ha perduto sia il paradiso sia molti frammenti della memoria legati all’idea della conoscenza. Cinzia Benigni e Sara Benaglia incarnano il corpo primordiale di Eva. La immaginano nelle due versioni della cultura occidentale: quella dell’Antico Testamento e quella della tradizione esoterica, Lilith, la donna che si è ribellata a Dio e ad Adamo. Pensano allo sguardo che precede la caduta. E ai suoi occhi dopo il peccato originale. Benigni immagina la sua visione primigenia come fosse in 3D, in un contesto naturale simile a luoghi di un oriente elegiaco, nel respiro di un approccio zen, ma già protesa verso un utilizzo tecnologico della realtà. Immagina l’incontro di Eva pre-caduta con Eva post-peccato, come fosse un naturalissimo congiungimento di due flussi su una linea di confine.
In questo incontro tra due superfici di acqua in movimento una si specchia nell’altra, in un perpetuo ricambio di sensazioni e di punti di vista, come se il flusso in continuo divenire fosse un imperturbabile moto delle reincarnazioni. Eva continuamente in un’altra Eva, per un’ulteriore altra Eva, all’infinito, sempre al limite di una linea di confine. Tra macrocosmo e microcosmo. In questa accezione, Benigni miniaturizza la donna primigenia (la traduce in un personaggio da diorama), la colloca sopra un’isola (che è un sasso), la pone in una teca da museo (in ostensione, come fosse una reliquia di un’operazione sottile, per ridimensionare l’idea del peccato conoscitivo).
Benaglia, invece, agisce sulla sottrazione del segno distintivo. Asciuga il termine “originale”, disossa la soggettività, travalica la visione personale. Per realizzare i suoi video animati si affida alla “macchina impersonale”, a programmi utili a tradurre il segno individuale in tratto oggettivo, come se una distanza fosse necessaria per comprendere più in profondità i limiti dell’ego. È più interessata, quindi, a trasformare in “opere utili” ciò che viene prodotto per il mondo dell’arte.
La visione della sua Eva sonda i recessi oscuri della mente, quella appena messa in azione dal demiurgo dopo la creazione degli esseri umani. Eva contro Eva, ragione contrapposta all’istinto, per comprendere il mistero di ogni dicotomia, la necessità di una duplice visione. Verso il medium del peccato, quello dei progenitori, per aprire la sensibilità verso la comprensione, viscerale e mentale allo stesso tempo. Benigni con Benaglia per fluire in tutte le declinazioni degli umori femminili. Al di là del peccato che ha portato le persone verso la morte del loro corpo, per cogliere la forza dell'imprevedibilità femminile, tra seduzione e mistero, tra creazione di opere e presa di distanza.
Eva versus Eva
La mostra è un tentativo di riappropriarsi di alcune facoltà che sono state perdute dopo il peccato originale. O meglio, l’auspicio è quello di riuscire a comprendere qualcosa di più su ciò che è accaduto dopo aver mangiato il frutto della conoscenza. E questo oltre l’idea del bene e del male. Eva ha mangiato, ha compreso qualcosa, forse il senso della vita, e poi in fretta e furia è stata cacciata dall’Eden. A causa di questo allontanamento ha perduto sia il paradiso sia molti frammenti della memoria legati all’idea della conoscenza. Cinzia Benigni e Sara Benaglia incarnano il corpo primordiale di Eva. La immaginano nelle due versioni della cultura occidentale: quella dell’Antico Testamento e quella della tradizione esoterica, Lilith, la donna che si è ribellata a Dio e ad Adamo. Pensano allo sguardo che precede la caduta. E ai suoi occhi dopo il peccato originale. Benigni immagina la sua visione primigenia come fosse in 3D, in un contesto naturale simile a luoghi di un oriente elegiaco, nel respiro di un approccio zen, ma già protesa verso un utilizzo tecnologico della realtà. Immagina l’incontro di Eva pre-caduta con Eva post-peccato, come fosse un naturalissimo congiungimento di due flussi su una linea di confine.
In questo incontro tra due superfici di acqua in movimento una si specchia nell’altra, in un perpetuo ricambio di sensazioni e di punti di vista, come se il flusso in continuo divenire fosse un imperturbabile moto delle reincarnazioni. Eva continuamente in un’altra Eva, per un’ulteriore altra Eva, all’infinito, sempre al limite di una linea di confine. Tra macrocosmo e microcosmo. In questa accezione, Benigni miniaturizza la donna primigenia (la traduce in un personaggio da diorama), la colloca sopra un’isola (che è un sasso), la pone in una teca da museo (in ostensione, come fosse una reliquia di un’operazione sottile, per ridimensionare l’idea del peccato conoscitivo).
Benaglia, invece, agisce sulla sottrazione del segno distintivo. Asciuga il termine “originale”, disossa la soggettività, travalica la visione personale. Per realizzare i suoi video animati si affida alla “macchina impersonale”, a programmi utili a tradurre il segno individuale in tratto oggettivo, come se una distanza fosse necessaria per comprendere più in profondità i limiti dell’ego. È più interessata, quindi, a trasformare in “opere utili” ciò che viene prodotto per il mondo dell’arte.
La visione della sua Eva sonda i recessi oscuri della mente, quella appena messa in azione dal demiurgo dopo la creazione degli esseri umani. Eva contro Eva, ragione contrapposta all’istinto, per comprendere il mistero di ogni dicotomia, la necessità di una duplice visione. Verso il medium del peccato, quello dei progenitori, per aprire la sensibilità verso la comprensione, viscerale e mentale allo stesso tempo. Benigni con Benaglia per fluire in tutte le declinazioni degli umori femminili. Al di là del peccato che ha portato le persone verso la morte del loro corpo, per cogliere la forza dell'imprevedibilità femminile, tra seduzione e mistero, tra creazione di opere e presa di distanza.
Mauro Zanchi
Le Stanze è un progetto, curato da Mauro Zanchi e Raffaele Sicignano, che rivolge l’attenzione a varie esperienze dell’arte contemporanea: dalla pittura alla scultura alla videoarte, è un progetto, ideato e promosso dalla Pro Loco di Trescore Balneario gode del sostegno del Comune di Trescore Balneario e dell’Assessorato alla Cultura.
All’inaugurazione interverranno Alberto Finazzi, Sindaco di Trescore Balneario, Francesca Biava, Assessore alla Cultura del Comune di Trescore Balneario. Carlo Algisi Presidente della Pro Loco Trescore, Mauro Zanchi curatore della mostra.
La mostra di Cinzia Benigni e Sara Benaglia EVA vs EVA è caratterizzata da una serie di video - installazioni realizzate dalle due artiste appositamente per lo spazio espositivo. Il lavoro di Benaglia e Benigni cerca di indagare in chiave prettamente concettuale il passaggio appena successivo di quando l’uomo ha acquisito la sua conoscenza ai tempi dell’Eden. Il lavoro esposto racchiude dunque un eterno quesito sulla conoscenza, che così descrive il curatore Mauro Zanchi:
La mostra è un tentativo di riappropriarsi di alcune facoltà che sono state perdute dopo il peccato originale. O meglio, l’auspicio è quello di riuscire a comprendere qualcosa di più su ciò che è accaduto dopo aver mangiato il frutto della conoscenza. E questo oltre l’idea del bene e del male. Eva ha mangiato, ha compreso qualcosa, forse il senso della vita, e poi in fretta e furia è stata cacciata dall’Eden. A causa di questo allontanamento ha perduto sia il paradiso sia molti frammenti della memoria legati all’idea della conoscenza. Cinzia Benigni e Sara Benaglia incarnano il corpo primordiale di Eva. La immaginano nelle due versioni della cultura occidentale: quella dell’Antico Testamento e quella della tradizione esoterica, Lilith, la donna che si è ribellata a Dio e ad Adamo. Pensano allo sguardo che precede la caduta. E ai suoi occhi dopo il peccato originale. Benigni immagina la sua visione primigenia come fosse in 3D, in un contesto naturale simile a luoghi di un oriente elegiaco, nel respiro di un approccio zen, ma già protesa verso un utilizzo tecnologico della realtà. Immagina l’incontro di Eva pre-caduta con Eva post-peccato, come fosse un naturalissimo congiungimento di due flussi su una linea di confine.
In questo incontro tra due superfici di acqua in movimento una si specchia nell’altra, in un perpetuo ricambio di sensazioni e di punti di vista, come se il flusso in continuo divenire fosse un imperturbabile moto delle reincarnazioni. Eva continuamente in un’altra Eva, per un’ulteriore altra Eva, all’infinito, sempre al limite di una linea di confine. Tra macrocosmo e microcosmo. In questa accezione, Benigni miniaturizza la donna primigenia (la traduce in un personaggio da diorama), la colloca sopra un’isola (che è un sasso), la pone in una teca da museo (in ostensione, come fosse una reliquia di un’operazione sottile, per ridimensionare l’idea del peccato conoscitivo).
Benaglia, invece, agisce sulla sottrazione del segno distintivo. Asciuga il termine “originale”, disossa la soggettività, travalica la visione personale. Per realizzare i suoi video animati si affida alla “macchina impersonale”, a programmi utili a tradurre il segno individuale in tratto oggettivo, come se una distanza fosse necessaria per comprendere più in profondità i limiti dell’ego. È più interessata, quindi, a trasformare in “opere utili” ciò che viene prodotto per il mondo dell’arte.
La visione della sua Eva sonda i recessi oscuri della mente, quella appena messa in azione dal demiurgo dopo la creazione degli esseri umani. Eva contro Eva, ragione contrapposta all’istinto, per comprendere il mistero di ogni dicotomia, la necessità di una duplice visione. Verso il medium del peccato, quello dei progenitori, per aprire la sensibilità verso la comprensione, viscerale e mentale allo stesso tempo. Benigni con Benaglia per fluire in tutte le declinazioni degli umori femminili. Al di là del peccato che ha portato le persone verso la morte del loro corpo, per cogliere la forza dell'imprevedibilità femminile, tra seduzione e mistero, tra creazione di opere e presa di distanza.
Eva versus Eva
La mostra è un tentativo di riappropriarsi di alcune facoltà che sono state perdute dopo il peccato originale. O meglio, l’auspicio è quello di riuscire a comprendere qualcosa di più su ciò che è accaduto dopo aver mangiato il frutto della conoscenza. E questo oltre l’idea del bene e del male. Eva ha mangiato, ha compreso qualcosa, forse il senso della vita, e poi in fretta e furia è stata cacciata dall’Eden. A causa di questo allontanamento ha perduto sia il paradiso sia molti frammenti della memoria legati all’idea della conoscenza. Cinzia Benigni e Sara Benaglia incarnano il corpo primordiale di Eva. La immaginano nelle due versioni della cultura occidentale: quella dell’Antico Testamento e quella della tradizione esoterica, Lilith, la donna che si è ribellata a Dio e ad Adamo. Pensano allo sguardo che precede la caduta. E ai suoi occhi dopo il peccato originale. Benigni immagina la sua visione primigenia come fosse in 3D, in un contesto naturale simile a luoghi di un oriente elegiaco, nel respiro di un approccio zen, ma già protesa verso un utilizzo tecnologico della realtà. Immagina l’incontro di Eva pre-caduta con Eva post-peccato, come fosse un naturalissimo congiungimento di due flussi su una linea di confine.
In questo incontro tra due superfici di acqua in movimento una si specchia nell’altra, in un perpetuo ricambio di sensazioni e di punti di vista, come se il flusso in continuo divenire fosse un imperturbabile moto delle reincarnazioni. Eva continuamente in un’altra Eva, per un’ulteriore altra Eva, all’infinito, sempre al limite di una linea di confine. Tra macrocosmo e microcosmo. In questa accezione, Benigni miniaturizza la donna primigenia (la traduce in un personaggio da diorama), la colloca sopra un’isola (che è un sasso), la pone in una teca da museo (in ostensione, come fosse una reliquia di un’operazione sottile, per ridimensionare l’idea del peccato conoscitivo).
Benaglia, invece, agisce sulla sottrazione del segno distintivo. Asciuga il termine “originale”, disossa la soggettività, travalica la visione personale. Per realizzare i suoi video animati si affida alla “macchina impersonale”, a programmi utili a tradurre il segno individuale in tratto oggettivo, come se una distanza fosse necessaria per comprendere più in profondità i limiti dell’ego. È più interessata, quindi, a trasformare in “opere utili” ciò che viene prodotto per il mondo dell’arte.
La visione della sua Eva sonda i recessi oscuri della mente, quella appena messa in azione dal demiurgo dopo la creazione degli esseri umani. Eva contro Eva, ragione contrapposta all’istinto, per comprendere il mistero di ogni dicotomia, la necessità di una duplice visione. Verso il medium del peccato, quello dei progenitori, per aprire la sensibilità verso la comprensione, viscerale e mentale allo stesso tempo. Benigni con Benaglia per fluire in tutte le declinazioni degli umori femminili. Al di là del peccato che ha portato le persone verso la morte del loro corpo, per cogliere la forza dell'imprevedibilità femminile, tra seduzione e mistero, tra creazione di opere e presa di distanza.
Mauro Zanchi
06
novembre 2010
Sara Benaglia / Cinzia Benigni – Eva vs Eva
Dal 06 al 20 novembre 2010
arte contemporanea
Location
COMPLESSO LE STANZE – BIBLIOTECA COMUNALE
Trescore Balneario, Via Roma, 140, (Bergamo)
Trescore Balneario, Via Roma, 140, (Bergamo)
Orario di apertura
Martedì - Mercoledì dalle 10 alle 12 e dalle 14.30 alle 18
Venerdì - Sabato dalle 10 alle 12
Domenica dalle 10 alle 12
Giorni di chiusura Lunedì - Giovedì
Vernissage
6 Novembre 2010, ore 18
Autore
Curatore