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Sara Colzi – A occhi chiusi
La ricerca fotografica di Sara Colzi nasce dalla curiosità di capire se, e in che modo, le persone non vedenti costruiscono immagini nella loro mente. Questo è stato il punto di partenza per la realizzazione di quattro progetti fotografici, realizzati tra il 2012 e il 2017, che insieme costituiscono
Comunicato stampa
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STUDIO 38 Contemporary Art Gallery presenta "A occhi chiusi" , personale di Sara Colzi.
La ricerca fotografica di Sara Colzi nasce dalla curiosità di capire se, e in che modo, le persone non vedenti costruiscono immagini nella loro mente. Questo è stato il punto di partenza per la realizzazione di quattro progetti fotografici, realizzati tra il 2012 e il 2017, che insieme costituiscono un percorso narrativo uniforme.
Il primo progetto, in ordine narrativo della mostra, si intitola “La memoria dell’acqua”, nato prendendo ispirazione da un libro di Tiziano Terzani in cui l'autore spiega come l’acqua abbia una memoria, trattenga i ricordi. Da qui, Sara Colzi è intervenuta sulle stampe fotografiche incidendole per andare alla scoperta di una tecnica che potesse rendere la fotografia "non visiva" .
Successivamente le fotografie sono state fatte "vedere" ad una ragazza non vedente dalla nascita, la quale poi ha ridisegnato ciò che aveva visto. Nasce così il secondo progetto che si intitola “Illumina_TE”, realizzato grazie alla collaborazione con Francesca, con la quale Sara Colzi ha trascorso sette mesi alla ricerca di un linguaggio fotografico che oltrepassasse i limiti visivi. Con questo percorso Sara Colzi si è avvicinata, in maniera pratica, alla cecità e alla fotografia non visiva.
Il terzo progetto si intitola “Max”, ed è stato realizzato insieme ad un ragazzo non vedente dall’età di 20 anni con il quale Sara Colzi ha lavorato per circa un anno. Max ha ripreso in mano la macchina fotografica da "non vedente" e si è misurato con il mezzo utilizzandolo non attraverso l'obiettivo ma seguendo il senso dell'udito, quindi fotografando non ciò che che "vedeva" ma ciò che "sentiva". Attraverso questo nuovo modo di "vedere" Max ha guidato Sara Colzi in un percorso del tutto nuovo ed inusuale per un fotografo alla scoperta di un mondo “non visivo”.
L’ultimo progetto si intitola “Punto di ritorno”, realizzato nel 2012, e scandisce un ritorno all’inizio, al punto di partenza, da cui tutto il percorso ha preso vita, al momento in cui Sara Colzi coprì l'obiettivo della sua macchina fotografica rendendola in qualche modo "cieca". Da questo processo prendono vita tutte le fasi che hanno portato la fotografa a sperimentare una "fotografia non visiva".
Sara Colzi, (Firenze 1990), si è laureata in “Fotografia e Arti Visive” presso la LABA di Firenze, con la tesi “Fototerapia. La fotografia come strumento terapeutico”.
Dopo la laurea è partita per Belo Horizonte (Brasile) per fare un’esperienza di volontariato presso il Centro Educativo Bettina, dove ha potuto apprendere nuovi metodi, scoprendo che gli educatori utilizzavano l’Arte in ogni sua forma per togliere i bambini dalla strada. A seguito di questa esperienza, ha approfondito gli studi frequentando un corso di formazione triennale in Arte Terapia, presso CRETE.
La ricerca fotografica di Sara Colzi nasce dalla curiosità di capire se, e in che modo, le persone non vedenti costruiscono immagini nella loro mente. Questo è stato il punto di partenza per la realizzazione di quattro progetti fotografici, realizzati tra il 2012 e il 2017, che insieme costituiscono un percorso narrativo uniforme.
Il primo progetto, in ordine narrativo della mostra, si intitola “La memoria dell’acqua”, nato prendendo ispirazione da un libro di Tiziano Terzani in cui l'autore spiega come l’acqua abbia una memoria, trattenga i ricordi. Da qui, Sara Colzi è intervenuta sulle stampe fotografiche incidendole per andare alla scoperta di una tecnica che potesse rendere la fotografia "non visiva" .
Successivamente le fotografie sono state fatte "vedere" ad una ragazza non vedente dalla nascita, la quale poi ha ridisegnato ciò che aveva visto. Nasce così il secondo progetto che si intitola “Illumina_TE”, realizzato grazie alla collaborazione con Francesca, con la quale Sara Colzi ha trascorso sette mesi alla ricerca di un linguaggio fotografico che oltrepassasse i limiti visivi. Con questo percorso Sara Colzi si è avvicinata, in maniera pratica, alla cecità e alla fotografia non visiva.
Il terzo progetto si intitola “Max”, ed è stato realizzato insieme ad un ragazzo non vedente dall’età di 20 anni con il quale Sara Colzi ha lavorato per circa un anno. Max ha ripreso in mano la macchina fotografica da "non vedente" e si è misurato con il mezzo utilizzandolo non attraverso l'obiettivo ma seguendo il senso dell'udito, quindi fotografando non ciò che che "vedeva" ma ciò che "sentiva". Attraverso questo nuovo modo di "vedere" Max ha guidato Sara Colzi in un percorso del tutto nuovo ed inusuale per un fotografo alla scoperta di un mondo “non visivo”.
L’ultimo progetto si intitola “Punto di ritorno”, realizzato nel 2012, e scandisce un ritorno all’inizio, al punto di partenza, da cui tutto il percorso ha preso vita, al momento in cui Sara Colzi coprì l'obiettivo della sua macchina fotografica rendendola in qualche modo "cieca". Da questo processo prendono vita tutte le fasi che hanno portato la fotografa a sperimentare una "fotografia non visiva".
Sara Colzi, (Firenze 1990), si è laureata in “Fotografia e Arti Visive” presso la LABA di Firenze, con la tesi “Fototerapia. La fotografia come strumento terapeutico”.
Dopo la laurea è partita per Belo Horizonte (Brasile) per fare un’esperienza di volontariato presso il Centro Educativo Bettina, dove ha potuto apprendere nuovi metodi, scoprendo che gli educatori utilizzavano l’Arte in ogni sua forma per togliere i bambini dalla strada. A seguito di questa esperienza, ha approfondito gli studi frequentando un corso di formazione triennale in Arte Terapia, presso CRETE.
02
dicembre 2018
Sara Colzi – A occhi chiusi
Dal 02 al 30 dicembre 2018
fotografia
Location
STUDIO 38 CONTEMPORARY ART GALLERY
Pistoia, Corso Giovanni Amendola, 38E, (Pistoia)
Pistoia, Corso Giovanni Amendola, 38E, (Pistoia)
Orario di apertura
martedì - doeminca ore 16.00 - 19.30
Vernissage
2 Dicembre 2018, ore 17.00
Autore