Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Sarah Zapata – To Strange Ground and High Places
Galleria Poggiali Milano presenta la prima mostra personale in Italia dell’artista americana Sarah Zapata. La mostra presenta un’installazione site-specific composta dai tessuti realizzati a mano dall’artista.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Galleria Poggiali è lieta di presentare nella sua sede di Milano, in Foro Bonaparte 52, To Strange Ground and High Places, la prima mostra personale in Italia dell’artista americana Sarah Zapata già presente nelle collezioni di numerose istituzioni internazionali tra cui Stedelijk Museum Amsterdam e Museo de Arte de Lima. La mostra presenta un’installazione site-specific composta da più elementi: i tessuti realizzati a mano dall’artista che avvolgono 7 colonne disseminate nello spazio, 5 sculture e le strisce dipinte sulle pareti della sala espositiva con due differenti tonalità di grigio.
Zapata indaga le tensioni generate dalla sua identità di persona queer, con origini peruviane, cresciuta negli Stati Uniti, attraverso il lento e meticoloso medium della tessitura, una pratica a lei familiare sin dall’infanzia:
“Mio nonno a Piura aveva un negozio di tessuti e mia nonna mi ha insegnato a cucire.”
L’artista esplora caratteristiche e potenzialità dei tessuti considerandoli una delle espressioni culturali che da sempre accompagna la storia dell'umanità, “a partire dal momento in cui abbiamo cominciato a vestirci”. Se da un lato la sua pratica sfida l'identità delle cosiddette arti “maggiori”, dall’altro mette in discussione la relazione della società contemporanea con gli indumenti, riflettendo sui pregiudizi di genere impliciti nelle pratiche artigianali. Ricalcando modalità e immaginando futuri utilizzi, Zapata disegna nuove possibilità di significazione per i tessuti, che possano sostituirsi alla natura sacra che avevano per le antiche culture peruviane.
Il nuovo corpus di opere, creato dall’artista nel corso del 2023, presenta 7 fantasmatiche figure simili a colonne di pietra. Alcune si ergono verso l’alto, altre si calano dal soffitto componendo un coro di rovine. Il loro status di strutture statiche e monumentali è messo in discussione da superfici soffici e dinamiche che sembrano in continuo divenire. L’artista considera la tessitura come un materiale, ma anche come un processo: qualcosa che continua a evolversi mentre esce dal telaio. In cima, le colonne sono abitate da misteriose sculture ispirate alle mummie di Paracas, una pratica tipica delle civiltà precolombiane.
“Il popolo Paracas produceva tessuti straordinari, che richiedevano molte ore di lavoro, poiché venivano tessuti, tinti e ricamati, tutto a mano.”
Racconta Zapata: “L'intricatezza di questi tessuti dimostra come la civiltà avesse intere organizzazioni di donne che lavoravano insieme per completarli. Questi popoli concepivano i tessuti come un modo per scandire la propria vita: ogni persona riceveva un tessuto al raggiungimento di tappe importanti, tra cui l'ultimo quando moriva. Il corpo veniva poi messo in una cesta con tutti i tessuti posseduti in vita.”
In mostra, sulle pareti così come nei tessuti, ricorre il pattern delle strisce, utilizzato nell’ambito delle stoffe per sancire ruoli di subalternita’ e regolare sistemi di potere a partire dal periodo medievale fino ad arrivare alla bandiera americana, come anche nel caso delle strisce sulle divise dei detenuti.
Sarah Zapata (1988, Texas, USA) è un'artista tessile peruviana-americana che vive e lavora nel quartiere Red Hook di Brooklyn, New York. Nata a Corpus Christi, in Texas, nel 1988, Zapata è cresciuta nella zona di Dallas. Ha conseguito un BFA in Studio Art – Fibers presso l'Università del North Texas nel 2011. Il suo lavoro è stato esposto negli Stati Uniti, oltre che in Messico e Perù.
Il lavoro di Zapata è stato incluso in importanti mostre, tra cui: Siempre X, El Museo Del Barrio, New York, NY (2016); Anti Bodies, MoMA PS1, Long Island City, N. MOTHA and Chris E. Vargas: Consciousness Raising, New Museum, New York, NY (2018); The Burke Prize 2019, The Museum of Arts and Design, New York, NY (2019); The Taxing of a Fruitful Procession, Museo MATE, Lima, PE. Cruising the Horizon, The Latinx Project at NYU, New York, NY (2021); Tomorrow Is a Different Day: Collection 1980-Now, Stedelijk Museum, Amsterdam, NE. Imaginarios contemporáneos (Vol. II) Colección Museo de Arte de Lima, Museo de Arte de Lima, Lima, PE (2022); Craft Front and Center, Museum of Arts and Design, New York, NY. Narrative Threads, Moody Center for the Arts, Rice University, Houston, TX. Distribuidx, Lisson Gallery, New York, NY (2023)
Recenti residenze e borse di studio includono: National Resident, CALA Foundation, Tempe, AZ (2023); Lenore Tawney Foundation Resident, International Studio and Curatorial Program, Brooklyn, NY (2021); Reading Grant, Poets & Writers Foundation (2020); Literature Fellow, Queer Art Mentorship (2019-2020) Windgate Fellowship Recipient, Vermont Studio Center (2018); NFA Project Grant Recipient, National Association of Latino Arts and Culture (2017); Artist in Residence, Museum of Arts and Design, New York, NY (2016).
Il prossimo anno il lavoro di Sarah Zapata sarà esposto presso i seguenti centri: The Barbican Centre, London, EN, Tai Kwun Contemporary, Hong Kong e l’Arizona State University Museum, Tempe, AZ.
Zapata indaga le tensioni generate dalla sua identità di persona queer, con origini peruviane, cresciuta negli Stati Uniti, attraverso il lento e meticoloso medium della tessitura, una pratica a lei familiare sin dall’infanzia:
“Mio nonno a Piura aveva un negozio di tessuti e mia nonna mi ha insegnato a cucire.”
L’artista esplora caratteristiche e potenzialità dei tessuti considerandoli una delle espressioni culturali che da sempre accompagna la storia dell'umanità, “a partire dal momento in cui abbiamo cominciato a vestirci”. Se da un lato la sua pratica sfida l'identità delle cosiddette arti “maggiori”, dall’altro mette in discussione la relazione della società contemporanea con gli indumenti, riflettendo sui pregiudizi di genere impliciti nelle pratiche artigianali. Ricalcando modalità e immaginando futuri utilizzi, Zapata disegna nuove possibilità di significazione per i tessuti, che possano sostituirsi alla natura sacra che avevano per le antiche culture peruviane.
Il nuovo corpus di opere, creato dall’artista nel corso del 2023, presenta 7 fantasmatiche figure simili a colonne di pietra. Alcune si ergono verso l’alto, altre si calano dal soffitto componendo un coro di rovine. Il loro status di strutture statiche e monumentali è messo in discussione da superfici soffici e dinamiche che sembrano in continuo divenire. L’artista considera la tessitura come un materiale, ma anche come un processo: qualcosa che continua a evolversi mentre esce dal telaio. In cima, le colonne sono abitate da misteriose sculture ispirate alle mummie di Paracas, una pratica tipica delle civiltà precolombiane.
“Il popolo Paracas produceva tessuti straordinari, che richiedevano molte ore di lavoro, poiché venivano tessuti, tinti e ricamati, tutto a mano.”
Racconta Zapata: “L'intricatezza di questi tessuti dimostra come la civiltà avesse intere organizzazioni di donne che lavoravano insieme per completarli. Questi popoli concepivano i tessuti come un modo per scandire la propria vita: ogni persona riceveva un tessuto al raggiungimento di tappe importanti, tra cui l'ultimo quando moriva. Il corpo veniva poi messo in una cesta con tutti i tessuti posseduti in vita.”
In mostra, sulle pareti così come nei tessuti, ricorre il pattern delle strisce, utilizzato nell’ambito delle stoffe per sancire ruoli di subalternita’ e regolare sistemi di potere a partire dal periodo medievale fino ad arrivare alla bandiera americana, come anche nel caso delle strisce sulle divise dei detenuti.
Sarah Zapata (1988, Texas, USA) è un'artista tessile peruviana-americana che vive e lavora nel quartiere Red Hook di Brooklyn, New York. Nata a Corpus Christi, in Texas, nel 1988, Zapata è cresciuta nella zona di Dallas. Ha conseguito un BFA in Studio Art – Fibers presso l'Università del North Texas nel 2011. Il suo lavoro è stato esposto negli Stati Uniti, oltre che in Messico e Perù.
Il lavoro di Zapata è stato incluso in importanti mostre, tra cui: Siempre X, El Museo Del Barrio, New York, NY (2016); Anti Bodies, MoMA PS1, Long Island City, N. MOTHA and Chris E. Vargas: Consciousness Raising, New Museum, New York, NY (2018); The Burke Prize 2019, The Museum of Arts and Design, New York, NY (2019); The Taxing of a Fruitful Procession, Museo MATE, Lima, PE. Cruising the Horizon, The Latinx Project at NYU, New York, NY (2021); Tomorrow Is a Different Day: Collection 1980-Now, Stedelijk Museum, Amsterdam, NE. Imaginarios contemporáneos (Vol. II) Colección Museo de Arte de Lima, Museo de Arte de Lima, Lima, PE (2022); Craft Front and Center, Museum of Arts and Design, New York, NY. Narrative Threads, Moody Center for the Arts, Rice University, Houston, TX. Distribuidx, Lisson Gallery, New York, NY (2023)
Recenti residenze e borse di studio includono: National Resident, CALA Foundation, Tempe, AZ (2023); Lenore Tawney Foundation Resident, International Studio and Curatorial Program, Brooklyn, NY (2021); Reading Grant, Poets & Writers Foundation (2020); Literature Fellow, Queer Art Mentorship (2019-2020) Windgate Fellowship Recipient, Vermont Studio Center (2018); NFA Project Grant Recipient, National Association of Latino Arts and Culture (2017); Artist in Residence, Museum of Arts and Design, New York, NY (2016).
Il prossimo anno il lavoro di Sarah Zapata sarà esposto presso i seguenti centri: The Barbican Centre, London, EN, Tai Kwun Contemporary, Hong Kong e l’Arizona State University Museum, Tempe, AZ.
27
settembre 2023
Sarah Zapata – To Strange Ground and High Places
Dal 27 settembre al 30 novembre 2023
arte contemporanea
Location
GALLERIA POGGIALI
Milano, Foro Buonaparte, 25, (Milano)
Milano, Foro Buonaparte, 25, (Milano)
Orario di apertura
11.00 - 19.00
Vernissage
27 Settembre 2023, 18.30 - 21.00
Sito web
Autore