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Scala di grigio
“Scala di grigio” è il titolo della mostra, perché quasi tutte le opere, con un solo paio di eccezioni volute, sono
modulate su un pentagramma di note di grigio.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il Chiostro arte contemporanea inaugura la stagione con una mostra nell'ambito del suo ciclo di “dialoghi a tre”.
Ovvero collettive concentrate sull'incontro ideale fra artisti diversi per linguaggio, ma accomunati da tematiche o
corrispondenze iconografiche. In questo caso, il colore grigio accomuna alcune delle serie condotte dagli artisti
scelti per la mostra. Arcangelo e Paola Mattioli espongono già da anni con la galleria, mentre Lucio La Pietra entra
per la prima volta negli spazi del Chiostro, riempiendoli con il vibrante e denso mondo di segni e suoni delle sue
videoinstallazioni.
“Scala di grigio” è il titolo della mostra, perché quasi tutte le opere, con un solo paio di eccezioni volute, sono
modulate su un pentagramma di note di grigio. Nell’ambito pittorico la creazione del colore Grigio è stato per
secoli sottoposto a teorie e a sperimentazioni. La concezione classica considera il grigio come un "bianco sporco",
quindi ottenuto aggiungendo al colore Bianco quantità variabili di colore Nero. Tuttavia, esistono altri metodi per
ottenere il Grigio: è il caso del grigio ottenuto mescolando in quantità uguali i tre colori primari (Blu, Rosso e
Giallo). Insomma è un colore neutro, ma anche ambiguo nelle sue variabili apparentemente infinite.
Questa mostra vuole essere l’occasione di verificare, attraverso il lavoro di tre artisti che usano media molto
diversi, come l’espressione possa passare per un linguaggio basato sul segno e sulla gradazione luminosa, non
necessariamente illuminata dal cromatismo. Le luci e le ombre costituiscono, infatti, il lessico delle opere in
mostra, sebbene il loro dialettico rapporto venga declinato da ciascun artista secondo le proprie inclinazioni.
I quadri di Arcangelo, scelti tra quelli realizzati nella decade tra metà anni Ottanta e Novanta, con l’intento di
ripercorrere una fase importante dell’artista, sono un travolgente fiume di materia pittorica che storicamente
reagisce al concettualismo degli anni Settanta, ma diviene una rappresentazione pittorica anche e proprio di tale
esperienza. La pittura di Arcangelo accoglie in sé un codice di linguaggio essenziale, per quanto evocativo e
struggente nei suoi rimandi alla terra d’origine dell’artista, il Sannio. Per Paola Mattioli, celebre Signora della fotografia italiana, assistente di Ugo Mulas e quindi protagonista in una
Milano intensa e politica, gli scatti in bianco e nero sono una parte sostanziale della sua ricerca. Sono stati scelti
con l’artista una triade di immagini del gruppo “Capolavoro”, con visioni astratte della materia ferrosa: i minuti
interstizi del freddo metallo divengono nuvole poetiche e volatili, come per le “Eclissi” fotografate nel 1999 a
Sant’Anna di Stazzema. La componente ironica e affascinante di Mattioli è invece presente nella sequenza “Shangai
Express”, dove il soggetto è l’ombra, ambigua e danzante, delle sue stesse mani che fotografano.
Le ombre, le luci e le sagome, ecco forse le caratteristiche centrali di alcuni lavori di Lucio La Pietra, artista video
e filmaker di successo per le redazioni più giovani della televisione. “…ma l’amor mio non muore..” è una
videoinstallazione dedicata all’isola di Filicudi, un breve e folgorante accadimento che ci porta a riflettere sulla
fragilità dei luoghi incontaminati. “My monuments” è un video dedicato ad alcuni simboli della nostra società, con
tutto il loro portato di memoria. La terza produzione voluta per la mostra è “Neoeclettismo”, in cui
l’affastellamento di figure e segni grafici ci racconta della bellezza di una cultura aperta a tutte le influenze. I
video sono redatti in bianco e nero, quasi un manifesto di scrittura per Lucio La Pietra, capace di fermare lo
sguardo di chiunque passi vicino alle sue opere, come un mago, quasi un moderno sciamano digitale.
L’allestimento scelto dalla curatrice e dalla gallerista Marina Affanni propone un dialogo tra le opere dei diversi
artisti e ne nascono affascinanti accostamenti. Ad accompagnare la mostra sono le voci degli stessi autori che
raccontano di alcuni aspetti della loro ricerca in un’intervista condotta da Cristina Casero, che così ha voluto
rafforzare la coralità visiva delle opere.
Ovvero collettive concentrate sull'incontro ideale fra artisti diversi per linguaggio, ma accomunati da tematiche o
corrispondenze iconografiche. In questo caso, il colore grigio accomuna alcune delle serie condotte dagli artisti
scelti per la mostra. Arcangelo e Paola Mattioli espongono già da anni con la galleria, mentre Lucio La Pietra entra
per la prima volta negli spazi del Chiostro, riempiendoli con il vibrante e denso mondo di segni e suoni delle sue
videoinstallazioni.
“Scala di grigio” è il titolo della mostra, perché quasi tutte le opere, con un solo paio di eccezioni volute, sono
modulate su un pentagramma di note di grigio. Nell’ambito pittorico la creazione del colore Grigio è stato per
secoli sottoposto a teorie e a sperimentazioni. La concezione classica considera il grigio come un "bianco sporco",
quindi ottenuto aggiungendo al colore Bianco quantità variabili di colore Nero. Tuttavia, esistono altri metodi per
ottenere il Grigio: è il caso del grigio ottenuto mescolando in quantità uguali i tre colori primari (Blu, Rosso e
Giallo). Insomma è un colore neutro, ma anche ambiguo nelle sue variabili apparentemente infinite.
Questa mostra vuole essere l’occasione di verificare, attraverso il lavoro di tre artisti che usano media molto
diversi, come l’espressione possa passare per un linguaggio basato sul segno e sulla gradazione luminosa, non
necessariamente illuminata dal cromatismo. Le luci e le ombre costituiscono, infatti, il lessico delle opere in
mostra, sebbene il loro dialettico rapporto venga declinato da ciascun artista secondo le proprie inclinazioni.
I quadri di Arcangelo, scelti tra quelli realizzati nella decade tra metà anni Ottanta e Novanta, con l’intento di
ripercorrere una fase importante dell’artista, sono un travolgente fiume di materia pittorica che storicamente
reagisce al concettualismo degli anni Settanta, ma diviene una rappresentazione pittorica anche e proprio di tale
esperienza. La pittura di Arcangelo accoglie in sé un codice di linguaggio essenziale, per quanto evocativo e
struggente nei suoi rimandi alla terra d’origine dell’artista, il Sannio. Per Paola Mattioli, celebre Signora della fotografia italiana, assistente di Ugo Mulas e quindi protagonista in una
Milano intensa e politica, gli scatti in bianco e nero sono una parte sostanziale della sua ricerca. Sono stati scelti
con l’artista una triade di immagini del gruppo “Capolavoro”, con visioni astratte della materia ferrosa: i minuti
interstizi del freddo metallo divengono nuvole poetiche e volatili, come per le “Eclissi” fotografate nel 1999 a
Sant’Anna di Stazzema. La componente ironica e affascinante di Mattioli è invece presente nella sequenza “Shangai
Express”, dove il soggetto è l’ombra, ambigua e danzante, delle sue stesse mani che fotografano.
Le ombre, le luci e le sagome, ecco forse le caratteristiche centrali di alcuni lavori di Lucio La Pietra, artista video
e filmaker di successo per le redazioni più giovani della televisione. “…ma l’amor mio non muore..” è una
videoinstallazione dedicata all’isola di Filicudi, un breve e folgorante accadimento che ci porta a riflettere sulla
fragilità dei luoghi incontaminati. “My monuments” è un video dedicato ad alcuni simboli della nostra società, con
tutto il loro portato di memoria. La terza produzione voluta per la mostra è “Neoeclettismo”, in cui
l’affastellamento di figure e segni grafici ci racconta della bellezza di una cultura aperta a tutte le influenze. I
video sono redatti in bianco e nero, quasi un manifesto di scrittura per Lucio La Pietra, capace di fermare lo
sguardo di chiunque passi vicino alle sue opere, come un mago, quasi un moderno sciamano digitale.
L’allestimento scelto dalla curatrice e dalla gallerista Marina Affanni propone un dialogo tra le opere dei diversi
artisti e ne nascono affascinanti accostamenti. Ad accompagnare la mostra sono le voci degli stessi autori che
raccontano di alcuni aspetti della loro ricerca in un’intervista condotta da Cristina Casero, che così ha voluto
rafforzare la coralità visiva delle opere.
22
ottobre 2016
Scala di grigio
Dal 22 ottobre al 26 novembre 2016
arte contemporanea
Location
IL CHIOSTRO ARTECONTEMPORANEA
Saronno, Viale Santuario, 11, (Varese)
Saronno, Viale Santuario, 11, (Varese)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 10-12.30 e 16-18.30
sabato ore 10-12.30
domenica su appuntamento
Vernissage
22 Ottobre 2016, ore 17.00
Autore
Curatore