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Scandito ad Arte-2 , suggestioni sulla misurazione del tempo
Ventiquattro orologi, come le ore del giorno, ventiquattro artisti per dare credito allo scorrere dei minuti trattenendo il tempo in un taschino, attaccando una pendola al muro dei ricordi, o allacciando le emozioni a un quadrante assicurato al polso.
Comunicato stampa
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TEMPO D'ATTESA di Franco Basile_______________
Ventiquattro orologi per calcolare la misura del tempo, per raccontare le ore, i giorni, per perdersi nel respiro di ciò che è l'inizio e la fine di ogni cosa. La misura è fatta di pensieri, che sono i grani della poesia, almeno per chi pensa di incrociare le ombre che danno forma alla suggestione, o che danno importanza all'illusione. Ma che cos'è il tempo? C'è quello che vola e quello che non passa mai, quello che non lascia tracce, quello di reazione e quello d'attesa. Siamo sempre in attesa di qualcosa, di eventi che potrebbero verificarsi da un momento all'altro. Si aspetta sempre una novità, ma il nuovo tarda se si continua a essere sensibili alla liturgia del ricordo, alle memorie sospinte dal prestabilito.
Si attende qualcosa che potrebbe avvenire fra qualche minuto, forse domani, fra due o tre giorni, fra un anno, o forse mai. Il tempo siamo noi, e noi siamo ciò che pensiamo nella frammentazione delle cose. Il tempo è il dialogo con l'imprevisto che si annuncia al di là del vero, un esercizio fra le ombre del passato e del presente, un gioco svolto in combutta con il mistero mentre lo sguardo prende accordi con un'ambiguità che si dilunga assieme alla magia dell'oscurità, ai confini di un mondo fatto di acrobazie mentali, di invenzioni, di evocazioni suggerite dai sogni. Il tempo, insomma, si imbeve di un linguaggio fatto di colori che non esistono, di cose senza apparente significato, di certezze racchiuse in una scatola di illusioni che solo la poesia trasforma in verità. Scandito ad arte, ricorda il titolo di questa mostra, suggestioni sulle misurazioni del tempo. Come dire, la vita misurata da un occhio attento alle suggestioni, pronto a cogliere ogni passaggio del caso, o a velare certi punti con aloni colorati trasformando l'evidenza in un magnetico incontro con ciò che si è lungamente atteso.
Ventiquattro orologi, come le ore del giorno, ventiquattro artisti per dare credito allo scorrere dei minuti trattenendo il tempo in un taschino, attaccando una pendola al muro dei ricordi, o allacciando le emozioni a un quadrante assicurato al polso. Sensazioni, suggestioni, appunto, giochi della mente, speciali contatti con la vita, quindi segni colorati che permettono di fermare il tempo nell'istante in cui la giornata diventa passato, di bloccare l'attimo prima che tutto si concluda prima ancora di cominciare. Quello degli artisti è un tempo davvero particolare. Dipingere tra uno scatto e l'altro delle lancette può significare mantenersi agganciati alla carovana delle illusioni, oppure dare credito alla nostalgia, o a una magia programmata dallo stupore.
Il giorno comincia e finisce quando le ombre si allungano, il tramonto dà inizio a una fine che è anche un inizio. Girano le lancette, le ore si intrufolano nella notte per poi scivolare lungo la pelle delicata dell'aurora, e così per sempre. I racconti sul quadrante sono il ferma-immagine di un sentimento vissuto nel giro di una lancetta, o nell'attimo in cui un raggio di sole imprime una memoria nel trattino che separa un minuto da un secondo. C'è l'annotazione del fugace passaggio di un oggi ricco di variazioni che il caso continuamente produce, ci sono i simboli della vita di tutti i giorni, o tracce di effetti trascorsi mentre le cose sotto gli occhi formano un'archeologia del momento, un allegorico collage di mille esistenze, un racconto antropologico di voci che, una alla volta, si specchiano in una realtà fatta di resti di memoria.
Gli artisti chiamati a dare un'interpretazione alle scansioni dell'essere e alle conseguenti suggestioni di un'ipotetica misurazione del tempo, hanno raccontato presente e passato su un orologio secondo un quadro dalle diverse sfaccettature, in base cioè alle loro diverse derivazioni linguistiche. Ne è uscito un insieme che avrebbe sicuramente colpito Ahmed Hamdi Tanpinar, scrittore turco, autore del romanzo "L'Istituto per la regolazione degli Orologi". Il libro contiene un mondo vissuto da personaggi quantomeno stravaganti, alle prese con una società dove la saggezza viaggia sottobraccio alla metafisica burocrazia di inesistenti istituzioni, o enti inutili, dove, fra le altre cose, si pensa di dare ad onorificenze statali la forma dell'orologio. Nel libro si parla di invenzioni a getto continuo, singolari come la giarrettiera con orologio incorporato. Migliaia di donne la portano, in particolare a Instambul, ricorda lo scrittore. "Mentre camminano controllano l'ora sollevandosi la gonna con gesto elegante". Eroe della vicenda Hayri Irdal, alle prese con il tempo fin da ragazzino. Aiutante di bottega di un orologiaio, il suo svolgimento esistenziale è segnato per sempre da una vecchia pendola la quale, appesa alla parete di casa, assume il ruolo di controfigura sonora del tempo. Non sono pendole i supporti adottati per questa rassegna, sono orologi da muro che non suonano, ma che danno comunque l'idea colorata del tempo, assieme alle suggestioni dello svolgersi misurato della vita.
Ventiquattro orologi per calcolare la misura del tempo, per raccontare le ore, i giorni, per perdersi nel respiro di ciò che è l'inizio e la fine di ogni cosa. La misura è fatta di pensieri, che sono i grani della poesia, almeno per chi pensa di incrociare le ombre che danno forma alla suggestione, o che danno importanza all'illusione. Ma che cos'è il tempo? C'è quello che vola e quello che non passa mai, quello che non lascia tracce, quello di reazione e quello d'attesa. Siamo sempre in attesa di qualcosa, di eventi che potrebbero verificarsi da un momento all'altro. Si aspetta sempre una novità, ma il nuovo tarda se si continua a essere sensibili alla liturgia del ricordo, alle memorie sospinte dal prestabilito.
Si attende qualcosa che potrebbe avvenire fra qualche minuto, forse domani, fra due o tre giorni, fra un anno, o forse mai. Il tempo siamo noi, e noi siamo ciò che pensiamo nella frammentazione delle cose. Il tempo è il dialogo con l'imprevisto che si annuncia al di là del vero, un esercizio fra le ombre del passato e del presente, un gioco svolto in combutta con il mistero mentre lo sguardo prende accordi con un'ambiguità che si dilunga assieme alla magia dell'oscurità, ai confini di un mondo fatto di acrobazie mentali, di invenzioni, di evocazioni suggerite dai sogni. Il tempo, insomma, si imbeve di un linguaggio fatto di colori che non esistono, di cose senza apparente significato, di certezze racchiuse in una scatola di illusioni che solo la poesia trasforma in verità. Scandito ad arte, ricorda il titolo di questa mostra, suggestioni sulle misurazioni del tempo. Come dire, la vita misurata da un occhio attento alle suggestioni, pronto a cogliere ogni passaggio del caso, o a velare certi punti con aloni colorati trasformando l'evidenza in un magnetico incontro con ciò che si è lungamente atteso.
Ventiquattro orologi, come le ore del giorno, ventiquattro artisti per dare credito allo scorrere dei minuti trattenendo il tempo in un taschino, attaccando una pendola al muro dei ricordi, o allacciando le emozioni a un quadrante assicurato al polso. Sensazioni, suggestioni, appunto, giochi della mente, speciali contatti con la vita, quindi segni colorati che permettono di fermare il tempo nell'istante in cui la giornata diventa passato, di bloccare l'attimo prima che tutto si concluda prima ancora di cominciare. Quello degli artisti è un tempo davvero particolare. Dipingere tra uno scatto e l'altro delle lancette può significare mantenersi agganciati alla carovana delle illusioni, oppure dare credito alla nostalgia, o a una magia programmata dallo stupore.
Il giorno comincia e finisce quando le ombre si allungano, il tramonto dà inizio a una fine che è anche un inizio. Girano le lancette, le ore si intrufolano nella notte per poi scivolare lungo la pelle delicata dell'aurora, e così per sempre. I racconti sul quadrante sono il ferma-immagine di un sentimento vissuto nel giro di una lancetta, o nell'attimo in cui un raggio di sole imprime una memoria nel trattino che separa un minuto da un secondo. C'è l'annotazione del fugace passaggio di un oggi ricco di variazioni che il caso continuamente produce, ci sono i simboli della vita di tutti i giorni, o tracce di effetti trascorsi mentre le cose sotto gli occhi formano un'archeologia del momento, un allegorico collage di mille esistenze, un racconto antropologico di voci che, una alla volta, si specchiano in una realtà fatta di resti di memoria.
Gli artisti chiamati a dare un'interpretazione alle scansioni dell'essere e alle conseguenti suggestioni di un'ipotetica misurazione del tempo, hanno raccontato presente e passato su un orologio secondo un quadro dalle diverse sfaccettature, in base cioè alle loro diverse derivazioni linguistiche. Ne è uscito un insieme che avrebbe sicuramente colpito Ahmed Hamdi Tanpinar, scrittore turco, autore del romanzo "L'Istituto per la regolazione degli Orologi". Il libro contiene un mondo vissuto da personaggi quantomeno stravaganti, alle prese con una società dove la saggezza viaggia sottobraccio alla metafisica burocrazia di inesistenti istituzioni, o enti inutili, dove, fra le altre cose, si pensa di dare ad onorificenze statali la forma dell'orologio. Nel libro si parla di invenzioni a getto continuo, singolari come la giarrettiera con orologio incorporato. Migliaia di donne la portano, in particolare a Instambul, ricorda lo scrittore. "Mentre camminano controllano l'ora sollevandosi la gonna con gesto elegante". Eroe della vicenda Hayri Irdal, alle prese con il tempo fin da ragazzino. Aiutante di bottega di un orologiaio, il suo svolgimento esistenziale è segnato per sempre da una vecchia pendola la quale, appesa alla parete di casa, assume il ruolo di controfigura sonora del tempo. Non sono pendole i supporti adottati per questa rassegna, sono orologi da muro che non suonano, ma che danno comunque l'idea colorata del tempo, assieme alle suggestioni dello svolgersi misurato della vita.
11
maggio 2017
Scandito ad Arte-2 , suggestioni sulla misurazione del tempo
Dall'undici al 28 maggio 2017
arte contemporanea
Location
CENTRO CULTURALE MERCATO
Argenta, Piazza Guglielmo Marconi, 1, (Ferrara)
Argenta, Piazza Guglielmo Marconi, 1, (Ferrara)
Orario di apertura
tutti i giorni 9.30-12-30;15.30-18.30
Vernissage
11 Maggio 2017, ore 17.30
Autore