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Scarella – Il predominio del colore
Operaio, partigiano, falegname, artista, Scarella ha dedicato 65 anni della sua vita alla ricerca pittorica, preferendo rimanere fuori dai circuiti espositivi. A sette anni dalla sua scomparsa, finalmente può essere accolto nel sistema dell’arte.
Comunicato stampa
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S’inaugura sabato 25 maggio 2024, alle ore 17:00, nella splendida cornice di Palazzo Stella, la mostra “Il predominio del colore” di Scarella, a cura di Mario Napoli. L’esposizione presenta in esclusiva alcune importanti opere pittoriche di Scarella, pseudonimo dell'imperiese Luciano Bianchi (Imperia, 1922 – 2017).
Una favola a lieto fine quella di quest'artista misterioso e schivo, come i liguri più autentici. Operaio, partigiano, falegname, artista, Scarella ha dedicato 65 anni della sua vita alla ricerca pittorica, preferendo rimanere fuori dai circuiti espositivi. Una scelta fatta di dedizione, sacrificio e integrità. La pittura, per Scarella, è un ideale a cui tendere.
A sette anni dalla sua scomparsa, finalmente può essere accolto nel sistema dell'arte, una consacrazione meritata che colloca nel panorama nazionale questo protagonista di primo piano dell’arte del Novecento ligure.
Dopo gli esordi figurativi, alla fine degli anni ‘60, durante i quali si era misurato con contemporanei come Saverio Barbaro, avviene l'elaborazione di una grammatica pittorica personale. Si sposta progressivamente verso l’informale, puntando la sua ricerca esclusivamente sul colore. Difficile dire da dove venga la sua pittura. In un suo appunto, scrive “Ho cercato sempre la perfezione dell’imperfetto. Semplificare per non perdere tempo e distrarsi inutilmente”. È così che nascono oltre 600 dipinti.
Nei suoi quadri, spesso di grandi formati, la pittura tocca culmini di tensione e di bellezza, ma senza la necessità di un’immagine immediatamente riconoscibile. Si riesce a intuire che non sono lontani dalla verità. Nelle sue opere, il digradare e il trascorrere dei colori, conferisce forza ed espressività alle superfici, increspate dalle stratificazioni e dall’eccesso di materia pittorica, distesa con ampie spatolate. I grandi piani sovrapposti si incastrano gli uni negli altri, ma l’ispirazione è sempre nella realtà. È lo spessore fisico del colore, che l'opera acquista un senso di profondità e di densità, da cui traspare la percezione intima del mondo, e si trasforma in immagine fortemente comunicativa. L’impasto cromatico mira ad una resa atmosferica, la sua matericità, intesa come corpo scenico del colore, è un elemento distintivo, che lo avvicina a grandi interpreti come Nicolas De Staël, Ennio Morlotti o Mark Rothko.
La realtà funziona da spunto per una ricerca più profonda sul dialogo intimo tra uomo e creato. L’artista ragiona sulla forza e sul valore della materia, stesa istintivamente sulla superficie, come a voler ricreare un microcosmo vitale e pulsante.
Una favola a lieto fine quella di quest'artista misterioso e schivo, come i liguri più autentici. Operaio, partigiano, falegname, artista, Scarella ha dedicato 65 anni della sua vita alla ricerca pittorica, preferendo rimanere fuori dai circuiti espositivi. Una scelta fatta di dedizione, sacrificio e integrità. La pittura, per Scarella, è un ideale a cui tendere.
A sette anni dalla sua scomparsa, finalmente può essere accolto nel sistema dell'arte, una consacrazione meritata che colloca nel panorama nazionale questo protagonista di primo piano dell’arte del Novecento ligure.
Dopo gli esordi figurativi, alla fine degli anni ‘60, durante i quali si era misurato con contemporanei come Saverio Barbaro, avviene l'elaborazione di una grammatica pittorica personale. Si sposta progressivamente verso l’informale, puntando la sua ricerca esclusivamente sul colore. Difficile dire da dove venga la sua pittura. In un suo appunto, scrive “Ho cercato sempre la perfezione dell’imperfetto. Semplificare per non perdere tempo e distrarsi inutilmente”. È così che nascono oltre 600 dipinti.
Nei suoi quadri, spesso di grandi formati, la pittura tocca culmini di tensione e di bellezza, ma senza la necessità di un’immagine immediatamente riconoscibile. Si riesce a intuire che non sono lontani dalla verità. Nelle sue opere, il digradare e il trascorrere dei colori, conferisce forza ed espressività alle superfici, increspate dalle stratificazioni e dall’eccesso di materia pittorica, distesa con ampie spatolate. I grandi piani sovrapposti si incastrano gli uni negli altri, ma l’ispirazione è sempre nella realtà. È lo spessore fisico del colore, che l'opera acquista un senso di profondità e di densità, da cui traspare la percezione intima del mondo, e si trasforma in immagine fortemente comunicativa. L’impasto cromatico mira ad una resa atmosferica, la sua matericità, intesa come corpo scenico del colore, è un elemento distintivo, che lo avvicina a grandi interpreti come Nicolas De Staël, Ennio Morlotti o Mark Rothko.
La realtà funziona da spunto per una ricerca più profonda sul dialogo intimo tra uomo e creato. L’artista ragiona sulla forza e sul valore della materia, stesa istintivamente sulla superficie, come a voler ricreare un microcosmo vitale e pulsante.
25
maggio 2024
Scarella – Il predominio del colore
Dal 25 maggio all'otto giugno 2024
arte contemporanea
Location
SATURA – PALAZZO STELLA
Genova, Piazza Stella, 5/1, (Genova)
Genova, Piazza Stella, 5/1, (Genova)
Orario di apertura
da martedì a venerdì 9:30–13:00 / 15:00–19:00, sabato 15:00–19:00
Vernissage
25 Maggio 2024, ore 17:00
Sito web
Autore
Curatore