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Scène Ouverte
Il Centre culturel français di Milano conclude con Scène Ouverte il ciclo Una certa idea della Francia, ideato e promosso dal direttore Olivier Descotes per indagare lo sguardo dei curatori italiani sul panorama artistico francese delle ultime due generazioni.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il Centre culturel français de Milan
presenta
Scène Ouverte
Jochen Dehn, Élodie Seguin, Louise Hervé & Chloé Maillet
a cura di Luca Cerizza
quinto e ultimo appuntamento del progetto d’arte contemporanea
Una certa idea della Francia
dal 19 maggio al 30 giugno 2011
19 maggio ore 19.00: Jochen Dehn, Centre culturel français e spazi adiacenti, Milano
26 maggio ore 19.00: Élodie Seguin, Centre culturel français, Milano (fino al 30 giugno)
9 giugno ore 19.30: Louise Hervé & Chloé Maillet, Castello Sforzesco, Milano
Il Centre culturel français di Milano conclude con Scène Ouverte il ciclo Una certa idea della Francia, ideato e promosso dal direttore Olivier Descotes per indagare lo sguardo dei curatori italiani sul panorama artistico francese delle ultime due generazioni.
Curato da Luca Cerizza, autore e critico d'arte, questo quinto e ultimo appuntamento prevede tre interventi inediti di altrettanti artisti francesi: Jochen Dehn (1968), Élodie Seguin (1984) e il duo Chloé Maillet & Louise Hervé (1981).
“Più che una vera e propria mostra – spiega Cerizza - Scène Ouverte è uno spettacolo in tre tempi”.
Dialogando con diversi contesti architettonici e culturali, i tre artisti coinvolti presentano situazioni performative di varia natura, utilizzando spazi interni ed esterni del Centre culturel français come palcoscenici momentanei.
Concepiti appositamente per l’occasione, gli interventi proposti dagli artisti mettono in discussione i confini geografici e culturali dell’istituzione e i limiti temporali del formato espositivo, attraverso un’articolata messa in scena. Seppur di carattere diverso, i tre progetti hanno in comune la volontà di interrogare le possibilità e i limiti di ciò che può essere percepito e creduto. Scène Ouverte propone dunque una riflessione sulle possibilità e le responsabilità del nostro ruolo di spettatori, e di conseguenza di cittadini, nel panorama sociale, politico e culturale odierno.
Come un narratore bulimico e fuori controllo, uno scienziato dell’assurdo, Jochen Dehn mette in questione i più diversi campi del sapere e della conoscenza, attraverso performance surreali e immaginifiche di cui è diretto protagonista.
A Milano Dehn costruisce una sorta di percorso fuori e dentro gli spazi del Centre attraverso tre momenti performativi tra loro collegati. Ricreando fenomeni naturali, utilizzando animali addomesticati e lavorando su situazioni di reclusione, Dehn interroga le capacità percettive dei nostri sensi e le possibilità immaginative del nostro intelletto.
Il lavoro di Élodie Seguin dilata i confini della pittura e della scultura e l’identità stessa della loro forma. Lo spazio architettonico in cui si trova a operare è il vero punto di partenza per un’indagine che applica un atteggiamento processuale a un linguaggio formalista.
Seguin, alla sua prima mostra in Italia, esegue due interventi site-specific in due spazi interni al Centre culturel français. In entrambi l’artista dialoga con l’Ultima Cena, il capolavoro di Leonardo da Vinci conservato nel convento adiacente al santuario di Santa Maria delle Grazie che dista solo un centinaio di metri dall’istituto francese. Per la galleria del Centre Seguin ha progettato un’installazione che considera le possibilità prospettiche, illusorie e “teatrali” di quel contenitore spaziale, utilizzando legno, cartone, moquette e le proprietà/funzioni stesse dell’architettura.
In una sala di lettura della biblioteca, invece, Seguin esegue una pittura su muro che gioca sulla costruzione di un doppio punto di vista legato alla posizione dello spettatore/lettore, creando ancora una volta la possibilità di una doppia prospettiva.
Le conferenze/performance di Louise Hervé & Chloé Maillet sono un ibrido di ricerche scientifiche e libere associazioni fantastiche che interrogano, non senza una certa dose di humor, il modo in cui oggi trasmettiamo e assumiamo informazioni e storie.
Il loro progetto per Milano, il primo in assoluto in Italia, ha luogo nella Sala Pilastri del Castello Sforzesco e mette in dialogo arte e religione, letteratura e cinema horror usando l’emotività come filo conduttore. Sant’Ambrogio, Stendhal e Dario Argento sono alcuni dei personaggi di questa trama innaffiata di lacrime.
La mostra è accompagnata da un catalogo, edito da Kaleidoscope, con testi di Luca Cerizza e Chris Sharp e con apparati fotografici a colori. Al termine dell’intero ciclo espositivo sarà pubblicato un catalogo generale con un video di Anton Giulio Onofri.
Iniziato a gennaio 2010 con la mostra di Raphaël Zarka, curata da Marcello Smarrelli, il ciclo Una certa idea della Francia è proseguito con la personale di Guillaume Leblon, curata da Alessandro Rabottini, con la collettiva Scavi, curata da Simone Menegoi e con la personale di Aurélien Froment, curata da Andrea Viliani. Il titolo della rassegna vuole indicare quale sia l’idea che i nostri critici si sono fatti dell’arte contemporanea in Francia. Un’occasione per approfondire il dialogo ininterrotto e la reciproca conoscenza fra i due Paesi. Gli artisti sono stati scelti dai curatori, mentre i curatori sono stati individuati da Olivier Descotes in base alla loro attività nella promozione dell'arte emergente internazionale.
Coordinate
Titolo progetto: Una certa idea della Francia
5° e ultimo appuntamento: Scène Ouverte
Artisti: Jochen Dehn, Elodie Seguin, Louise Hervé & Chloé Maillet
A cura di: Luca Cerizza
Date, orari e sedi della mostra:
J. Dehn: 19 maggio ore 19, Centre culturel français e spazi adiacenti, Corso Magenta 63, Milano.
È. Seguin: 26 maggio ore 19, Centre culturel français e spazi adiacenti, Corso Magenta 63, Milano. Visibile fino al 30 giugno 2011.
L. Hervé & C. Maillet: 9 giugno ore 19.30, Castello Sforzesco, Piazza Castello, Milano.
Ingresso: libero
Orari di apertura della mostra di Élodie Seguin: dal 27 maggio al 30 giugno 2011, da martedì a venerdì dalle 15.00 alle 19.00 (lun./sab./dom. chiuso)
Info: tel. 02 4859191, Marie Galey comunicazione@culturemilan.it, www.culturemilan.com
Ufficio stampa: Marta Colombo, tel. +39 340 3442805, martacolombo@gmail.com
La performance di Jochen Dehn si avvale del contributo di
Si ringraziano il Comune di Milano e il Castello Sforzesco.
CENNI BIOGRAFICI
Jochen Dehn, nato nel 1968, vive a Parigi. Non produce opere ma lavora con e nell'ambiente che lo circonda. I suoi interventi assumono varie forme: performance teatrali in appartamento (2004), lotte nel fango (Mud, 2005), opere teatrali per attrice ed elefante (2005), gioco con i rivelatori di presenza al Museo del Louvre (Liquid, 2006), omaggio all'invenzione del velcro (I am you as an explosion, 2005). Nel coinvolgere il corpo e lo spazio concreto nel quale si trova, l’artista elabora forme e strategie che tendono a svelare sempre più zone di contatto e, in tal modo, riduce la distanza che separa i corpi da eventuali collisioni. Joche Dehn collabora regolarmente, fra gli altri, con Frédéric Danos, Rekolonisation e Gelitin.
Louise Hervé e Chloé Maillet, nate nel 1981, vivono a Parigi e lavorano insieme dal 2000. Nei loro lavori mescolano l'archeologia, la storia e la fantascienza in diverse forme. Formulando ipotesi a partire da materiali prelevati nell'ambiente circostante, le conferenze, chiamate anche "performance didattiche" sono il loro mezzo di espressione privilegiato. Ad oggi hanno realizzato due mediometraggi la cui diffusione è stata oggetto di una performance. Louise Hervé si è diplomata all'Ècole Nationale d'Arts di Parigi-Cergy. Chloé Maillet ha ottenuto un master in antropologia storica all'Ècole des Hautes Études en Sciences Sociales. Nel 2001 hanno fondato l'International Institute for Important Item, associazione specializzata nell'archeologia dell'ufficio, i discorsi didattici e la realizzazione di diagrammi. Ce que nous savons… è il loro primo film, realizzato nel 2007. Sono state residenti al Pavillon nel 2008/2009.
Élodie Seguin, nata nel 1984, diplomata all'Ècole des Beaux-Arts di Parigi, vive a Parigi. Il suo lavoro ha un carattere processuale che vuole interrogare l’identità stessa dei linguaggi con cui si confronta, principalmente scultura e pittura. A partire da un dato contesto spaziale e architettonico, Seguin definisce forme scultoree e installazioni dal linguaggio geometrico e analitico, usando materiali come cartone e carta. Se, da una parte, queste sottolineano qualità e funzioni dello spazio, dall’altra aspirano a mantenere un carattere di provvisorietà e leggerezza, sottolineando la loro indefinita temporalità.
presenta
Scène Ouverte
Jochen Dehn, Élodie Seguin, Louise Hervé & Chloé Maillet
a cura di Luca Cerizza
quinto e ultimo appuntamento del progetto d’arte contemporanea
Una certa idea della Francia
dal 19 maggio al 30 giugno 2011
19 maggio ore 19.00: Jochen Dehn, Centre culturel français e spazi adiacenti, Milano
26 maggio ore 19.00: Élodie Seguin, Centre culturel français, Milano (fino al 30 giugno)
9 giugno ore 19.30: Louise Hervé & Chloé Maillet, Castello Sforzesco, Milano
Il Centre culturel français di Milano conclude con Scène Ouverte il ciclo Una certa idea della Francia, ideato e promosso dal direttore Olivier Descotes per indagare lo sguardo dei curatori italiani sul panorama artistico francese delle ultime due generazioni.
Curato da Luca Cerizza, autore e critico d'arte, questo quinto e ultimo appuntamento prevede tre interventi inediti di altrettanti artisti francesi: Jochen Dehn (1968), Élodie Seguin (1984) e il duo Chloé Maillet & Louise Hervé (1981).
“Più che una vera e propria mostra – spiega Cerizza - Scène Ouverte è uno spettacolo in tre tempi”.
Dialogando con diversi contesti architettonici e culturali, i tre artisti coinvolti presentano situazioni performative di varia natura, utilizzando spazi interni ed esterni del Centre culturel français come palcoscenici momentanei.
Concepiti appositamente per l’occasione, gli interventi proposti dagli artisti mettono in discussione i confini geografici e culturali dell’istituzione e i limiti temporali del formato espositivo, attraverso un’articolata messa in scena. Seppur di carattere diverso, i tre progetti hanno in comune la volontà di interrogare le possibilità e i limiti di ciò che può essere percepito e creduto. Scène Ouverte propone dunque una riflessione sulle possibilità e le responsabilità del nostro ruolo di spettatori, e di conseguenza di cittadini, nel panorama sociale, politico e culturale odierno.
Come un narratore bulimico e fuori controllo, uno scienziato dell’assurdo, Jochen Dehn mette in questione i più diversi campi del sapere e della conoscenza, attraverso performance surreali e immaginifiche di cui è diretto protagonista.
A Milano Dehn costruisce una sorta di percorso fuori e dentro gli spazi del Centre attraverso tre momenti performativi tra loro collegati. Ricreando fenomeni naturali, utilizzando animali addomesticati e lavorando su situazioni di reclusione, Dehn interroga le capacità percettive dei nostri sensi e le possibilità immaginative del nostro intelletto.
Il lavoro di Élodie Seguin dilata i confini della pittura e della scultura e l’identità stessa della loro forma. Lo spazio architettonico in cui si trova a operare è il vero punto di partenza per un’indagine che applica un atteggiamento processuale a un linguaggio formalista.
Seguin, alla sua prima mostra in Italia, esegue due interventi site-specific in due spazi interni al Centre culturel français. In entrambi l’artista dialoga con l’Ultima Cena, il capolavoro di Leonardo da Vinci conservato nel convento adiacente al santuario di Santa Maria delle Grazie che dista solo un centinaio di metri dall’istituto francese. Per la galleria del Centre Seguin ha progettato un’installazione che considera le possibilità prospettiche, illusorie e “teatrali” di quel contenitore spaziale, utilizzando legno, cartone, moquette e le proprietà/funzioni stesse dell’architettura.
In una sala di lettura della biblioteca, invece, Seguin esegue una pittura su muro che gioca sulla costruzione di un doppio punto di vista legato alla posizione dello spettatore/lettore, creando ancora una volta la possibilità di una doppia prospettiva.
Le conferenze/performance di Louise Hervé & Chloé Maillet sono un ibrido di ricerche scientifiche e libere associazioni fantastiche che interrogano, non senza una certa dose di humor, il modo in cui oggi trasmettiamo e assumiamo informazioni e storie.
Il loro progetto per Milano, il primo in assoluto in Italia, ha luogo nella Sala Pilastri del Castello Sforzesco e mette in dialogo arte e religione, letteratura e cinema horror usando l’emotività come filo conduttore. Sant’Ambrogio, Stendhal e Dario Argento sono alcuni dei personaggi di questa trama innaffiata di lacrime.
La mostra è accompagnata da un catalogo, edito da Kaleidoscope, con testi di Luca Cerizza e Chris Sharp e con apparati fotografici a colori. Al termine dell’intero ciclo espositivo sarà pubblicato un catalogo generale con un video di Anton Giulio Onofri.
Iniziato a gennaio 2010 con la mostra di Raphaël Zarka, curata da Marcello Smarrelli, il ciclo Una certa idea della Francia è proseguito con la personale di Guillaume Leblon, curata da Alessandro Rabottini, con la collettiva Scavi, curata da Simone Menegoi e con la personale di Aurélien Froment, curata da Andrea Viliani. Il titolo della rassegna vuole indicare quale sia l’idea che i nostri critici si sono fatti dell’arte contemporanea in Francia. Un’occasione per approfondire il dialogo ininterrotto e la reciproca conoscenza fra i due Paesi. Gli artisti sono stati scelti dai curatori, mentre i curatori sono stati individuati da Olivier Descotes in base alla loro attività nella promozione dell'arte emergente internazionale.
Coordinate
Titolo progetto: Una certa idea della Francia
5° e ultimo appuntamento: Scène Ouverte
Artisti: Jochen Dehn, Elodie Seguin, Louise Hervé & Chloé Maillet
A cura di: Luca Cerizza
Date, orari e sedi della mostra:
J. Dehn: 19 maggio ore 19, Centre culturel français e spazi adiacenti, Corso Magenta 63, Milano.
È. Seguin: 26 maggio ore 19, Centre culturel français e spazi adiacenti, Corso Magenta 63, Milano. Visibile fino al 30 giugno 2011.
L. Hervé & C. Maillet: 9 giugno ore 19.30, Castello Sforzesco, Piazza Castello, Milano.
Ingresso: libero
Orari di apertura della mostra di Élodie Seguin: dal 27 maggio al 30 giugno 2011, da martedì a venerdì dalle 15.00 alle 19.00 (lun./sab./dom. chiuso)
Info: tel. 02 4859191, Marie Galey comunicazione@culturemilan.it, www.culturemilan.com
Ufficio stampa: Marta Colombo, tel. +39 340 3442805, martacolombo@gmail.com
La performance di Jochen Dehn si avvale del contributo di
Si ringraziano il Comune di Milano e il Castello Sforzesco.
CENNI BIOGRAFICI
Jochen Dehn, nato nel 1968, vive a Parigi. Non produce opere ma lavora con e nell'ambiente che lo circonda. I suoi interventi assumono varie forme: performance teatrali in appartamento (2004), lotte nel fango (Mud, 2005), opere teatrali per attrice ed elefante (2005), gioco con i rivelatori di presenza al Museo del Louvre (Liquid, 2006), omaggio all'invenzione del velcro (I am you as an explosion, 2005). Nel coinvolgere il corpo e lo spazio concreto nel quale si trova, l’artista elabora forme e strategie che tendono a svelare sempre più zone di contatto e, in tal modo, riduce la distanza che separa i corpi da eventuali collisioni. Joche Dehn collabora regolarmente, fra gli altri, con Frédéric Danos, Rekolonisation e Gelitin.
Louise Hervé e Chloé Maillet, nate nel 1981, vivono a Parigi e lavorano insieme dal 2000. Nei loro lavori mescolano l'archeologia, la storia e la fantascienza in diverse forme. Formulando ipotesi a partire da materiali prelevati nell'ambiente circostante, le conferenze, chiamate anche "performance didattiche" sono il loro mezzo di espressione privilegiato. Ad oggi hanno realizzato due mediometraggi la cui diffusione è stata oggetto di una performance. Louise Hervé si è diplomata all'Ècole Nationale d'Arts di Parigi-Cergy. Chloé Maillet ha ottenuto un master in antropologia storica all'Ècole des Hautes Études en Sciences Sociales. Nel 2001 hanno fondato l'International Institute for Important Item, associazione specializzata nell'archeologia dell'ufficio, i discorsi didattici e la realizzazione di diagrammi. Ce que nous savons… è il loro primo film, realizzato nel 2007. Sono state residenti al Pavillon nel 2008/2009.
Élodie Seguin, nata nel 1984, diplomata all'Ècole des Beaux-Arts di Parigi, vive a Parigi. Il suo lavoro ha un carattere processuale che vuole interrogare l’identità stessa dei linguaggi con cui si confronta, principalmente scultura e pittura. A partire da un dato contesto spaziale e architettonico, Seguin definisce forme scultoree e installazioni dal linguaggio geometrico e analitico, usando materiali come cartone e carta. Se, da una parte, queste sottolineano qualità e funzioni dello spazio, dall’altra aspirano a mantenere un carattere di provvisorietà e leggerezza, sottolineando la loro indefinita temporalità.
19
maggio 2011
Scène Ouverte
Dal 19 maggio al 30 giugno 2011
arte contemporanea
Location
CENTRE CULTUREL FRANÇAIS
Milano, Corso Magenta, 63, (Milano)
Milano, Corso Magenta, 63, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a venerdì 15-19 (sabato, domenica, lunedì e festivi chiuso)
Vernissage
19 Maggio 2011, ore 19
Autore
Curatore