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Sci.Art – La scienza dell’arte
Numerosi artisti traggono ispirazione dalla scienza riuscendo a trasformare le idee astratte delle teorie scientifiche in esperienze sinestetiche che s’imprimono profondamente nella nostra mente.
Comunicato stampa
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SCI-ART
La scienza dell’arte
Athanasios Argianas, Ursula Berlot, Attila Csörgö, Christoph
Keller, Nick Laessing, Steven Pippin, Tobias Putrih
A cura di Alessandra Pace
<< Il sistema periodico è poesia, per giunta con la rima …nella forma grafica
più consueta della tavola del sistema periodico, ogni riga termina con la
stessa “sillaba” che è sempre composta da un alogeno più un gas raro: fluoro
+ neon, cloro + argon…>> Primo Levi (in “Primo Levi/Tullio Regge – Dialogo”, Oscar Mondadori, 1994,
pag. 13-14)
Arte e scienza sono generalmente considerate discipline diametralmente
opposte: la prima mossa da emozioni, quindi irrazionale e dubbia; la seconda
razionale e fredda, dunque seria. Eppure, tale distanza non è sempre esistita,
si basa in gran parte su pregiudizi e, secondo numerosi teorici, è persino
obsoleta. Figure come Leonardo da Vinci sono esemplari di un’epoca in cui le
discipline non erano distinte come oggi, e l’arte era considerata strumento di
cognizione. Ma dall’avvento della meccanica newtoniana, applicabile alla
fisica delle medie dimensioni che caratterizza l’esperienza quotidiana, la
cultura occidentale si è imperniata su sequenze deterministiche di causa ed
effetto. Dura e assolutistica, la fisica classica ci pone nella posizione
d’osservatori obbiettivi estranei ai fenomeni presi in considerazione come se
non ne facessimo parte.
Tuttavia epistemologi e scienziati ammettono che le teorie non sono lo
specchio di fenomeni naturali, come spesso si crede, ma piuttosto formule
inventate per predirli, riduttive idealizzazioni della realtà valide solo fino a
prova contraria. Inoltre, in quanto frutto della mente, sono influenzate da
criteri estetici. Alcuni esempi: il padre della meccanica quantistica Niels Bohr
confessa di essere arrivato ai suoi modelli intuitivamente, sotto forma
d’immagini; fra due teorie corrette, è prescelta quella più semplice e concisa
che risponde al paradigma formale massimo risultato con minimo dispendio di
mezzi. Infine, numerose teorie della cosmologia moderna (superstringhe,
wormholes, baby universi) non sono empiricamente sperimentabili e si
basano unicamente su modelli matematici e tendenze statistiche.
Alcuni scienziati aspirano ad una scienza più “artistica”. Altri paragonano il
futuro della fisica alla botanica: una vasta collezione di dati empirici tenuti
insieme da teorie. La scienza dei nostri pregiudizi è terminata e un’altra
scienza ha preso il sopravvento, meno riduttiva e polarizzante, che segue
modelli binari ravvicinandosi alla biologia, vale a dire a modelli viventi. Tramite
l’arte, Athanasios Argianas, Ursula Berlot, Attila Csörgö, Christoph Keller,
Nick Laessing, Steven Pippin, Tobias Putrih trasformano le idee astratte
ispirate alle teorie scientifiche in esperienze reali.
Nick Laessing e Athanasios Argianas
We all Turn this Way – Crystal Receiver
2008, Radio-ricevente “fatta in casa”.
Ursula Berlot, Lumina, 2007, Plexiglas, resina, luce proiettata e riflessa,
200 x 140 x 100 cm. L’opera esplora effetti ottici come ombre e riflessi, e
confondendo le percezioni sensoriali pone in questione le cognizioni umane
di realtà fisica.
Attila Csörgö, Platonic Love, Dodecahedron, 2000, installazione. Legno, stringhe di cotone, tiranti, motore
elettrico. Il contorno di solidi platonici si compone e scompone passando attraverso fasi alterne d’ordine e di
caos.
Christoph Keller, Neue Menschen von Oben, 2006. Fotografia ottenuta tramite una
macchina fotografica manipolata dall’artista così che la pellicola viene trascinata dietro il
diaframma come uno scanner anziché esposta con uno scatto. In questo modo si aumenta
l’ampiezza di campo dai 180° di un obbiettivo normale a una visione panoramica. Il risultato
consiste in un diagramma dinamico in cui gli oggetti che si muovono rapidamente appaiono
compressi e i lenti dilatati.
Nick Laessing, Elective Affinities, 2008, installazione. Nell’intersezione di due diapason che
vibrano passa il raggio di un laser, la cui luce rimbalza sul muro formando un’elisse in
movimento. Quando i diapason smettono di vibrare, l’elisse si riduce a un punto luminoso
fisso.
Steven Pippin, Mall Adjustment (self portrait Steven Pippin, Quantum Camera,
of Photobooth), 1996, , 110 x 210 cm macchina fotografica modificata in
Auto-ritratto di una cabina fotografica ottenuta modo da fotografare il suo stesso
trasformando la cabina fotografica stessa meccanismo.
in camera oscura.
Tobias Putrih, Macula 5 + Macula 16, 2007, sculture in cartone. Forme corrispondenti a
tendenze d’errore disegnando un cerchio a mano libera.
La scienza dell’arte
Athanasios Argianas, Ursula Berlot, Attila Csörgö, Christoph
Keller, Nick Laessing, Steven Pippin, Tobias Putrih
A cura di Alessandra Pace
<< Il sistema periodico è poesia, per giunta con la rima …nella forma grafica
più consueta della tavola del sistema periodico, ogni riga termina con la
stessa “sillaba” che è sempre composta da un alogeno più un gas raro: fluoro
+ neon, cloro + argon…>> Primo Levi (in “Primo Levi/Tullio Regge – Dialogo”, Oscar Mondadori, 1994,
pag. 13-14)
Arte e scienza sono generalmente considerate discipline diametralmente
opposte: la prima mossa da emozioni, quindi irrazionale e dubbia; la seconda
razionale e fredda, dunque seria. Eppure, tale distanza non è sempre esistita,
si basa in gran parte su pregiudizi e, secondo numerosi teorici, è persino
obsoleta. Figure come Leonardo da Vinci sono esemplari di un’epoca in cui le
discipline non erano distinte come oggi, e l’arte era considerata strumento di
cognizione. Ma dall’avvento della meccanica newtoniana, applicabile alla
fisica delle medie dimensioni che caratterizza l’esperienza quotidiana, la
cultura occidentale si è imperniata su sequenze deterministiche di causa ed
effetto. Dura e assolutistica, la fisica classica ci pone nella posizione
d’osservatori obbiettivi estranei ai fenomeni presi in considerazione come se
non ne facessimo parte.
Tuttavia epistemologi e scienziati ammettono che le teorie non sono lo
specchio di fenomeni naturali, come spesso si crede, ma piuttosto formule
inventate per predirli, riduttive idealizzazioni della realtà valide solo fino a
prova contraria. Inoltre, in quanto frutto della mente, sono influenzate da
criteri estetici. Alcuni esempi: il padre della meccanica quantistica Niels Bohr
confessa di essere arrivato ai suoi modelli intuitivamente, sotto forma
d’immagini; fra due teorie corrette, è prescelta quella più semplice e concisa
che risponde al paradigma formale massimo risultato con minimo dispendio di
mezzi. Infine, numerose teorie della cosmologia moderna (superstringhe,
wormholes, baby universi) non sono empiricamente sperimentabili e si
basano unicamente su modelli matematici e tendenze statistiche.
Alcuni scienziati aspirano ad una scienza più “artistica”. Altri paragonano il
futuro della fisica alla botanica: una vasta collezione di dati empirici tenuti
insieme da teorie. La scienza dei nostri pregiudizi è terminata e un’altra
scienza ha preso il sopravvento, meno riduttiva e polarizzante, che segue
modelli binari ravvicinandosi alla biologia, vale a dire a modelli viventi. Tramite
l’arte, Athanasios Argianas, Ursula Berlot, Attila Csörgö, Christoph Keller,
Nick Laessing, Steven Pippin, Tobias Putrih trasformano le idee astratte
ispirate alle teorie scientifiche in esperienze reali.
Nick Laessing e Athanasios Argianas
We all Turn this Way – Crystal Receiver
2008, Radio-ricevente “fatta in casa”.
Ursula Berlot, Lumina, 2007, Plexiglas, resina, luce proiettata e riflessa,
200 x 140 x 100 cm. L’opera esplora effetti ottici come ombre e riflessi, e
confondendo le percezioni sensoriali pone in questione le cognizioni umane
di realtà fisica.
Attila Csörgö, Platonic Love, Dodecahedron, 2000, installazione. Legno, stringhe di cotone, tiranti, motore
elettrico. Il contorno di solidi platonici si compone e scompone passando attraverso fasi alterne d’ordine e di
caos.
Christoph Keller, Neue Menschen von Oben, 2006. Fotografia ottenuta tramite una
macchina fotografica manipolata dall’artista così che la pellicola viene trascinata dietro il
diaframma come uno scanner anziché esposta con uno scatto. In questo modo si aumenta
l’ampiezza di campo dai 180° di un obbiettivo normale a una visione panoramica. Il risultato
consiste in un diagramma dinamico in cui gli oggetti che si muovono rapidamente appaiono
compressi e i lenti dilatati.
Nick Laessing, Elective Affinities, 2008, installazione. Nell’intersezione di due diapason che
vibrano passa il raggio di un laser, la cui luce rimbalza sul muro formando un’elisse in
movimento. Quando i diapason smettono di vibrare, l’elisse si riduce a un punto luminoso
fisso.
Steven Pippin, Mall Adjustment (self portrait Steven Pippin, Quantum Camera,
of Photobooth), 1996, , 110 x 210 cm macchina fotografica modificata in
Auto-ritratto di una cabina fotografica ottenuta modo da fotografare il suo stesso
trasformando la cabina fotografica stessa meccanismo.
in camera oscura.
Tobias Putrih, Macula 5 + Macula 16, 2007, sculture in cartone. Forme corrispondenti a
tendenze d’errore disegnando un cerchio a mano libera.
22
gennaio 2009
Sci.Art – La scienza dell’arte
Dal 22 gennaio al 25 aprile 2009
arte contemporanea
Location
GALLERIA ENRICO ASTUNI
Bologna, Via Jacopo Barozzi Vignola, 3, (Bologna)
Bologna, Via Jacopo Barozzi Vignola, 3, (Bologna)
Vernissage
23 Gennaio 2009, dalle ore 19 alle 22 con performance di Nick Laessing e Athanasios Argianas
Ufficio stampa
ART4
Autore
Curatore