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(S)Colpiti dalla crisi
collettiva di scultori emergenti alla Camera di Commercio di Torino
Comunicato stampa
Segnala l'evento
(S)Colpiti dalla crisi è la collettiva di scultori emergenti, curata da Francesca
Canfora, che affronta la crisi nei suoi più differenti e vari aspetti attraverso
i molteplici linguaggi della scultura: crisi economica, crisi dei valori nella
società contemporanea, crisi personale ed esistenziale.
(S)Colpiti dalla crisi è la mostra allestita, dopo il Centro d’Arte
Contemporanea del Castello di Rivara, in un luogo altamente simbolico e
rappresentativo nella lotta quotidiana alla crisi, attraverso l’impegno a favore
delle imprese: Palazzo Birago, sede istituzionale della Camera di commercio,
industria, artigianato e agricoltura di Torino.
Quando incombe la crisi si sviluppa uno stimolo che porta a reagire alle
difficoltà con più forza e determinazione. (S)Colpiti dalla crisi reca in sé un
messaggio: significa per tutti, e non solo per degli scultori agli esordi, essere
messi alla prova per superare degli ostacoli, con il risultato di venirne temprati
e forgiati.
Da ricerche poetiche molto diverse, emerge nelle opere degli artisti
selezionati un’impressione di fondo, un’inquietudine condivisa: rifiuti e
prodotti di scarto dell’industria vengono monumentalizzati; un angioletto, di
ispirazione classica, legato e imbavagliato, è rinchiuso in una cassa; prodotti
artigianali tradizionali, riplasmati e rivisitati in modo inconsueto, diventano
opere d’arte contemporanea; figure umane sono rinchiuse e stoccate alla
stregua di merce.
L’immaginario così evocato e restituito, se per certi versi potrebbe sembrare
sinistro e inquietante, si rivela, invece - anche a dispetto della materia
pesante spesso utilizzata, come il marmo - leggero, grazie all’ironia che
traspare, sempre.
Gli artisti in mostra: Daniele Accossato, Simone Benedetto, Nazareno
Biondo, Nicolò Borgese, Olivier Genre, Daniele Miola, Renato Sabatino,
Valeria Vaccaro
Ironia e gioco sono gli elementi essenziali delle sculture e delle installazioni
di DANIELE ACCOSSATO. L’artista unisce la citazione classicheggiante
allo spirito irriverente, la padronanza della tecnica ad oggetti trovati, dando
forma a spiazzanti composizioni plastiche. Le sue opere sono sempre
accompagnate da un lieve sentore di inquietudine, permeate da un senso
di contraddizione, peculiare del mondo con cui si devono confrontare. Lo
scultore dà espressione alla propria interiorità attraverso l’estrapolazione dei
soggetti dal loro contesto originario per inserirli in visioni ludiche, percorse,
però, da un’ansia latente.
Scultore poliedrico nella scelta di materiali e tecniche, SIMONE BENEDETTO
utilizza il figurativo come linguaggio per affrontare tematiche spesso legate
al sociale. Le sue opere nascono dal quotidiano, da uno sguardo critico
sul presente mostrando contraddizioni e problemi della società moderna
e fornendo al fruitore uno spunto di riflessione: non danno risposte, ma
suggeriscono domande. Punto forte dell’opera di Simone Benedetto è la
continua sperimentazione di materiali, dai più tradizionali ai meno consueti.
È proprio dall’uso di cemento, resine e siliconi che parte la ricerca di un
artista che raggiunge in maniera sempre più efficace l’espressione della
propria sensibilità indagando con grande potenza visiva temi profondamente
attuali come il rapporto tra uomo e feticcio, le contraddizioni e le costrizioni
di un momento storico in cui l’oggetto tende sempre più pericolosamente a
sostituire il soggetto creando un punto di incontro (scontro?) e discussione
con il fruitore.
Dal marmo, materia e matrice delle sue sculture, NAZARENO BIONDO
fa emergere oggetti del quotidiano in una ricerca di perfezione formale e
rielaborazione concettuale. Le grandi capacità tecniche gli permettono di
giungere ad un gelido iperrealismo con il quale riproduce nei dettagli armi,
rifiuti e carcasse della società contemporanea. Il marmo lavorato “per via di
levare” racchiude in nuce le forme che si rivelano all’artista attraverso il suo
sguardo ironico, ma allo stesso tempo drammatico, sul mondo.
Dall’interesse per l’anatomia parte il lavoro artistico di NICOLÒ BORGESE,
da cui nascono opere nelle quali osteologia e miologia vanno a fondersi con
il mondo moderno e quotidiano. Animali scorticati, privi dello strato epiteliale,
rappresentano la ricerca di una conoscenza più profonda di sé che conduce
ad accanirci contro noi stessi nel tentativo di eliminare la scorza esteriore
che ci nasconde e ci limita, dando origine a un circolo vizioso paradossale tra
desiderio di conoscenza e autolesionismo.
Attraverso la scultura, OLIVIER GENRE, talvolta con un approccio diretto e
immediato, in altri casi in modo più allusivo, restituisce un ideale di rapporto
uomo-natura. In un periodo di confusione e violenza, o semplicemente di
violenta confusione, l’intento della sua ricerca artistica è quello di focalizzare
l’attenzione sulle relazioni tra uomo e ambiente, assumendo come tema
di costante ricerca il ciclo naturale, unica certezza della nostra vita e vero
protagonista della contemporaneità, minacciato com’è ogni giorno dal
degrado crescente prodotto dall’essere umano.
Anche DANIELE MIOLA nella sua ricerca artistica indaga il rapporto più
profondo con la natura e la terra, esprimendo questo connubio attraverso
l’esaltazione dell’essenza più pura della femminilità. Il momento di massimo
splendore dell’essenza umana è il corpo fertile pronto a creare una nuova
vita, in riferimento alle venere votive e alla dea mater dell’era primordiale,
dove la figura femminile diventa un vero e proprio “feticcio” venerata e
temuta.
“icone” presenti nel contemporaneo, dove tutto diventa simbolo e suscita
stereotipi, e ridare così in un certo senso un vero valore alle cose.
RENATO SABATINO usa diversi materiali e tecniche di lavorazione, dalla
lavorazione del marmo alla fusione del bronzo, dalla scultura in legno
alla tradizionale tornitura di vasellame. È proprio utilizzando i prodotto
realizzati con quest’ultima che dà origine a nuove conformazioni e possibilità,
riplasmando archetipi artigianali secondo dettami contemporanei.
La fiamma, il calore e, soprattutto, la combustione (come questa agisce
sugli oggetti modificandoli), sono il soggetto ricorrente e persistente del
lavoro di VALERIA VACCARO. Il fuoco è inteso dall’artista non solo come
fattore di distruzione ma anche come forza creatrice, capace di generare
trasformazioni e di plasmare la materia. È stupefacente come il fuoco
attecchisca sempre, nelle sue opere, su un materiale insospettabile come il
marmo che, di volta in volta, assume sembianze differenti traendo in inganno
anche l’occhio più esperto.
Canfora, che affronta la crisi nei suoi più differenti e vari aspetti attraverso
i molteplici linguaggi della scultura: crisi economica, crisi dei valori nella
società contemporanea, crisi personale ed esistenziale.
(S)Colpiti dalla crisi è la mostra allestita, dopo il Centro d’Arte
Contemporanea del Castello di Rivara, in un luogo altamente simbolico e
rappresentativo nella lotta quotidiana alla crisi, attraverso l’impegno a favore
delle imprese: Palazzo Birago, sede istituzionale della Camera di commercio,
industria, artigianato e agricoltura di Torino.
Quando incombe la crisi si sviluppa uno stimolo che porta a reagire alle
difficoltà con più forza e determinazione. (S)Colpiti dalla crisi reca in sé un
messaggio: significa per tutti, e non solo per degli scultori agli esordi, essere
messi alla prova per superare degli ostacoli, con il risultato di venirne temprati
e forgiati.
Da ricerche poetiche molto diverse, emerge nelle opere degli artisti
selezionati un’impressione di fondo, un’inquietudine condivisa: rifiuti e
prodotti di scarto dell’industria vengono monumentalizzati; un angioletto, di
ispirazione classica, legato e imbavagliato, è rinchiuso in una cassa; prodotti
artigianali tradizionali, riplasmati e rivisitati in modo inconsueto, diventano
opere d’arte contemporanea; figure umane sono rinchiuse e stoccate alla
stregua di merce.
L’immaginario così evocato e restituito, se per certi versi potrebbe sembrare
sinistro e inquietante, si rivela, invece - anche a dispetto della materia
pesante spesso utilizzata, come il marmo - leggero, grazie all’ironia che
traspare, sempre.
Gli artisti in mostra: Daniele Accossato, Simone Benedetto, Nazareno
Biondo, Nicolò Borgese, Olivier Genre, Daniele Miola, Renato Sabatino,
Valeria Vaccaro
Ironia e gioco sono gli elementi essenziali delle sculture e delle installazioni
di DANIELE ACCOSSATO. L’artista unisce la citazione classicheggiante
allo spirito irriverente, la padronanza della tecnica ad oggetti trovati, dando
forma a spiazzanti composizioni plastiche. Le sue opere sono sempre
accompagnate da un lieve sentore di inquietudine, permeate da un senso
di contraddizione, peculiare del mondo con cui si devono confrontare. Lo
scultore dà espressione alla propria interiorità attraverso l’estrapolazione dei
soggetti dal loro contesto originario per inserirli in visioni ludiche, percorse,
però, da un’ansia latente.
Scultore poliedrico nella scelta di materiali e tecniche, SIMONE BENEDETTO
utilizza il figurativo come linguaggio per affrontare tematiche spesso legate
al sociale. Le sue opere nascono dal quotidiano, da uno sguardo critico
sul presente mostrando contraddizioni e problemi della società moderna
e fornendo al fruitore uno spunto di riflessione: non danno risposte, ma
suggeriscono domande. Punto forte dell’opera di Simone Benedetto è la
continua sperimentazione di materiali, dai più tradizionali ai meno consueti.
È proprio dall’uso di cemento, resine e siliconi che parte la ricerca di un
artista che raggiunge in maniera sempre più efficace l’espressione della
propria sensibilità indagando con grande potenza visiva temi profondamente
attuali come il rapporto tra uomo e feticcio, le contraddizioni e le costrizioni
di un momento storico in cui l’oggetto tende sempre più pericolosamente a
sostituire il soggetto creando un punto di incontro (scontro?) e discussione
con il fruitore.
Dal marmo, materia e matrice delle sue sculture, NAZARENO BIONDO
fa emergere oggetti del quotidiano in una ricerca di perfezione formale e
rielaborazione concettuale. Le grandi capacità tecniche gli permettono di
giungere ad un gelido iperrealismo con il quale riproduce nei dettagli armi,
rifiuti e carcasse della società contemporanea. Il marmo lavorato “per via di
levare” racchiude in nuce le forme che si rivelano all’artista attraverso il suo
sguardo ironico, ma allo stesso tempo drammatico, sul mondo.
Dall’interesse per l’anatomia parte il lavoro artistico di NICOLÒ BORGESE,
da cui nascono opere nelle quali osteologia e miologia vanno a fondersi con
il mondo moderno e quotidiano. Animali scorticati, privi dello strato epiteliale,
rappresentano la ricerca di una conoscenza più profonda di sé che conduce
ad accanirci contro noi stessi nel tentativo di eliminare la scorza esteriore
che ci nasconde e ci limita, dando origine a un circolo vizioso paradossale tra
desiderio di conoscenza e autolesionismo.
Attraverso la scultura, OLIVIER GENRE, talvolta con un approccio diretto e
immediato, in altri casi in modo più allusivo, restituisce un ideale di rapporto
uomo-natura. In un periodo di confusione e violenza, o semplicemente di
violenta confusione, l’intento della sua ricerca artistica è quello di focalizzare
l’attenzione sulle relazioni tra uomo e ambiente, assumendo come tema
di costante ricerca il ciclo naturale, unica certezza della nostra vita e vero
protagonista della contemporaneità, minacciato com’è ogni giorno dal
degrado crescente prodotto dall’essere umano.
Anche DANIELE MIOLA nella sua ricerca artistica indaga il rapporto più
profondo con la natura e la terra, esprimendo questo connubio attraverso
l’esaltazione dell’essenza più pura della femminilità. Il momento di massimo
splendore dell’essenza umana è il corpo fertile pronto a creare una nuova
vita, in riferimento alle venere votive e alla dea mater dell’era primordiale,
dove la figura femminile diventa un vero e proprio “feticcio” venerata e
temuta.
“icone” presenti nel contemporaneo, dove tutto diventa simbolo e suscita
stereotipi, e ridare così in un certo senso un vero valore alle cose.
RENATO SABATINO usa diversi materiali e tecniche di lavorazione, dalla
lavorazione del marmo alla fusione del bronzo, dalla scultura in legno
alla tradizionale tornitura di vasellame. È proprio utilizzando i prodotto
realizzati con quest’ultima che dà origine a nuove conformazioni e possibilità,
riplasmando archetipi artigianali secondo dettami contemporanei.
La fiamma, il calore e, soprattutto, la combustione (come questa agisce
sugli oggetti modificandoli), sono il soggetto ricorrente e persistente del
lavoro di VALERIA VACCARO. Il fuoco è inteso dall’artista non solo come
fattore di distruzione ma anche come forza creatrice, capace di generare
trasformazioni e di plasmare la materia. È stupefacente come il fuoco
attecchisca sempre, nelle sue opere, su un materiale insospettabile come il
marmo che, di volta in volta, assume sembianze differenti traendo in inganno
anche l’occhio più esperto.
30
settembre 2014
(S)Colpiti dalla crisi
Dal 30 settembre al 12 ottobre 2014
arte contemporanea
Location
PALAZZO BIRAGO DI BORGARO
Torino, Via Carlo Alberto, 16, (Torino)
Torino, Via Carlo Alberto, 16, (Torino)
Orario di apertura
16.30-19.30
Vernissage
30 Settembre 2014, h 18.30
Autore
Curatore