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Scott Grodesky – Bouncing Aroud the Sun
La pittura di Scott Grodesky racconta il tempo. Lo fa attraverso due soggetti d’elezione: l’architettura e la famiglia, la città e la casa. Il dentro e il fuori che cambiano e si fondono tra di loro
Comunicato stampa
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Raccontare il tempo
La pittura di Scott Grodesky racconta il tempo. Lo fa attraverso due soggetti d’elezione: l’architettura e la famiglia, la città e la casa. Il dentro e il fuori che cambiano e si fondono tra di loro.
Il quadro Redevelopment è una sintesi di tutto il lavoro che Scott svolge, con coerenza e dedizione, da circa dieci anni. Mentre una famiglia consuma una tranquilla colazione, fuori il mondo si trasforma velocemente, e degli operai sono alle prese con la faticosa e a volte drammatica ricostruzione di un intero isolato. Il fulcro del quadro è un piccolo sole con l’arcobaleno intorno da cui esplode la realtà circostante fatta di architetture passate, presenti e future, di macerie e di giardini distrutti: lo stesso arcobaleno che il bambino disegna sul foglio e che la bambina indossa nel suo maglione.
La sua è una pittura che rappresenta il movimento esterno e interno, mostrando dei tratti a matita che svelano il processo stesso del quadro, la sua storia. I colori trasparenti e vivaci ricordano quelli degli affreschi, mentre la composizione delle figure richiama la pittura dei murales messicani, di cui eredita anche l’intento sociale e realista, e dei dipinti pre-rinascimentali o bizantini, con le anatomie scorrette e la prospettiva inversa, per cui gli oggetti più lontani sono rappresentati più grandi, il concavo sembra convesso, il dentro si confonde col fuori. Scott afferma di essere stato ispirato dal pittore di icone Andrej Rublev, monaco russo del XIV la cui vita è raccontata da un noto film di Andrej Tarkovskij. La prospettiva inversa nell’arte bizantina non era un semplice espediente tecnico, ma una vera e propria “tecnica teologica”, per cui l’icona diveniva una finestra verso l’infinito in cui lo spettatore può affacciarsi e entrare a far parte dell’opera. E anche con l’artista americano lo spettatore è coinvolto: nonostante i soggetti siano estremamente personali – la moglie Sara e i figli, la sviluppo urbanistico di New York e in particolare del Queens, dove abita – i loro tratti sono indefiniti, archetipici e appartengono a chiunque.
In un altro quadro un uomo porta sulle spalle un bambino, come un moderno San Cristoforo, che attraversa non un fiume, ma i ferri e i fumi di un cantiere. I soggetti e i personaggi sono indizi che parlano di una sacralità laica e – a volte – serena.
Un altro soggetto che ritorna frequentemente nella pittura apparentemente conservativa di Scott Grodesky è l’occhio. Ravvicinato, gigante e dai mille colori, un sole che è sempre al centro dell’universo di Scott, che sembra dirci che il vero soggetto della sua pittura ognuno deve cercare di vederlo da sé, cambiando il proprio punto di vista.
Norma Mangione
Scott Grodesky (1968, Warren, Ohio) vive e lavora nel Queens, New York. Ha esposto da Art and Public a Ginevra, Zach Feuer a New York , Mario Diacono Gallery di Boston, al PS1 e alla Biennale di Venezia del 1993.
La pittura di Scott Grodesky racconta il tempo. Lo fa attraverso due soggetti d’elezione: l’architettura e la famiglia, la città e la casa. Il dentro e il fuori che cambiano e si fondono tra di loro.
Il quadro Redevelopment è una sintesi di tutto il lavoro che Scott svolge, con coerenza e dedizione, da circa dieci anni. Mentre una famiglia consuma una tranquilla colazione, fuori il mondo si trasforma velocemente, e degli operai sono alle prese con la faticosa e a volte drammatica ricostruzione di un intero isolato. Il fulcro del quadro è un piccolo sole con l’arcobaleno intorno da cui esplode la realtà circostante fatta di architetture passate, presenti e future, di macerie e di giardini distrutti: lo stesso arcobaleno che il bambino disegna sul foglio e che la bambina indossa nel suo maglione.
La sua è una pittura che rappresenta il movimento esterno e interno, mostrando dei tratti a matita che svelano il processo stesso del quadro, la sua storia. I colori trasparenti e vivaci ricordano quelli degli affreschi, mentre la composizione delle figure richiama la pittura dei murales messicani, di cui eredita anche l’intento sociale e realista, e dei dipinti pre-rinascimentali o bizantini, con le anatomie scorrette e la prospettiva inversa, per cui gli oggetti più lontani sono rappresentati più grandi, il concavo sembra convesso, il dentro si confonde col fuori. Scott afferma di essere stato ispirato dal pittore di icone Andrej Rublev, monaco russo del XIV la cui vita è raccontata da un noto film di Andrej Tarkovskij. La prospettiva inversa nell’arte bizantina non era un semplice espediente tecnico, ma una vera e propria “tecnica teologica”, per cui l’icona diveniva una finestra verso l’infinito in cui lo spettatore può affacciarsi e entrare a far parte dell’opera. E anche con l’artista americano lo spettatore è coinvolto: nonostante i soggetti siano estremamente personali – la moglie Sara e i figli, la sviluppo urbanistico di New York e in particolare del Queens, dove abita – i loro tratti sono indefiniti, archetipici e appartengono a chiunque.
In un altro quadro un uomo porta sulle spalle un bambino, come un moderno San Cristoforo, che attraversa non un fiume, ma i ferri e i fumi di un cantiere. I soggetti e i personaggi sono indizi che parlano di una sacralità laica e – a volte – serena.
Un altro soggetto che ritorna frequentemente nella pittura apparentemente conservativa di Scott Grodesky è l’occhio. Ravvicinato, gigante e dai mille colori, un sole che è sempre al centro dell’universo di Scott, che sembra dirci che il vero soggetto della sua pittura ognuno deve cercare di vederlo da sé, cambiando il proprio punto di vista.
Norma Mangione
Scott Grodesky (1968, Warren, Ohio) vive e lavora nel Queens, New York. Ha esposto da Art and Public a Ginevra, Zach Feuer a New York , Mario Diacono Gallery di Boston, al PS1 e alla Biennale di Venezia del 1993.
15
gennaio 2008
Scott Grodesky – Bouncing Aroud the Sun
Dal 15 gennaio al 22 febbraio 2008
arte contemporanea
Location
GALLERIA GLANCE
Torino, Via San Massimo, 45, (Torino)
Torino, Via San Massimo, 45, (Torino)
Orario di apertura
da martedì a sabato 15:30-19:30 o su appuntamento
Vernissage
15 Gennaio 2008, ore 21
Autore
Curatore