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Scrivere la vita: diari e memorie nel ‘900 – Carla Lonzi
Carla Lonzi: me stessa, non io, questo il tema del quinto incontro. Ne discuteranno Monica Farnetti, docente di Letteratura italiana all’Università di Sassari, con Manuela Fraire, psicoanalista.
Comunicato stampa
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Il diario privato ha accompagnato per secoli la vita di moltissime persone, da autori famosi a persone comuni, fino a trasformarsi oggi in una specie di diario molto poco segreto quali sono i propri pensieri sul blog.
Il ciclo Scrivere la vita: diari e memorie nel ‘900: sei incontri, per sei venerdì tra ottobre e novembre, vuole esplorare i diari di alcuni scrittori, scrittrici e artisti novecenteschi a partire dai ritmi spontanei del loro pensiero.
Per ogni appuntamento un letterato si confronterà di volta in volta con esperti di diverse discipline, dall’antropologo allo psichiatra al musicologo.
La rassegna, a cura di Laura Graziano, è organizzata da Fondazione Querini Stampalia e Wake Forest University Venice Campus.
Carla Lonzi: me stessa, non io, questo il tema del quinto incontro in programma per venerdì 13 novembre alle 17.30.
Ne discuteranno Monica Farnetti, docente di Letteratura italiana all’Università di Sassari, con Manuela Fraire, psicoanalista.
Che cosa ci attira verso la lettura dei diari? La loro capacità di “scrivere la vita”? O la ricostruzione della forma di un’esistenza che per qualche ragione ci interessa? Certamente questo ed altro: nei diari ci attrae la condizione di vita presa sempre al primo istante, visto che i diaristi hanno a che fare con la vita mentre accade e con la scrittura estemporanea che annota il succedersi di fatti e sentimenti. I diari non occupano lo spazio letterario tradizionale, ma si trovano nella zona ibrida tra letteratura e biografia.
E’ proprio la distanza da un intento letterario, da una volontà di significazione, che permette ai diari la produzione del loro senso. Che possiamo trovare se facciamo ai diari le giuste domande, se non cerchiamo solo la verità sulla vita degli autori e se ricordiamo che la vita al primo istante dei diari è schiacciata sul presente e privata delle indispensabili incrostazioni della storia con cui costruiamo il passato. Sta a noi che leggiamo incrociare il ritmo interno della vita di chi scrive con quello che accade là fuori, nella realtà del mondo, sta dunque a noi guardare come la memoria dei singoli incontra la Storia.
Il motivo che rende attuale Carla Lonzi risiede soprattutto nel lavoro di decostruzione che attraverso la pratica dell'autocoscienza ha fatto della cultura con la C maiuscola che ha sempre preteso di essere "neutra", ovvero di rappresentare in egual misura il pensiero maschile e quello femminile. Il suo pensiero è la "matrice" di ciò che è stato poi denominato "pensiero della differenza sessuale" . La sua scrittura riflette in modo potente e talvolta inquietante l'intreccio ineludibile che c'è tra vita del corpo sessuato e vita della mente. Non è, dice la Lonzi, la nostalgia della madre che guida il racconto di sé delle donne, quanto piuttosto il desiderio di congedarsi da lei per trovare, a partire da sé, altri luoghi che ancora non figurano sulle nostre mappe.
Monica Farnetti: è nata a Ferrara e insegna letteratura italiana a Sassari. E' socia fondatrice della Società Italiana delle Letterate. Ha pubblicato studi sul fantastico, sulla scrittura femminile sempre in una prospettiva comparatistica e si è occupata di autobiografia femminile. Ha curato le opere di Cristina Campo e Anna Maria Ortese e fra le sue pubblicazioni più recenti c'è "Tutte signore di mio gusto", La Tartaruga 2008.
Manuela Fraire: è nata a Roma dove lavora come psicoanalista. E' membro ordinario della SPI (Società italiana di psicoanalisi) all'interno della quale svolge funzioni didattiche e di formazione. Si occupa da anni di tematiche relative all'influenza che la figura materna ha sullo sviluppo della soggettività femminile. Ha pubblicato articoli relativamente a questo tema su riviste e raccolte collettanee. Tra le pubblicazioni più recenti "La perdita", dialogo con Rossana Rossanda. ( Boringhieri 2008) e "L'oblio del padre" in "Figure del femminile" (Borla, 2009).
Il ciclo Scrivere la vita: diari e memorie nel ‘900: sei incontri, per sei venerdì tra ottobre e novembre, vuole esplorare i diari di alcuni scrittori, scrittrici e artisti novecenteschi a partire dai ritmi spontanei del loro pensiero.
Per ogni appuntamento un letterato si confronterà di volta in volta con esperti di diverse discipline, dall’antropologo allo psichiatra al musicologo.
La rassegna, a cura di Laura Graziano, è organizzata da Fondazione Querini Stampalia e Wake Forest University Venice Campus.
Carla Lonzi: me stessa, non io, questo il tema del quinto incontro in programma per venerdì 13 novembre alle 17.30.
Ne discuteranno Monica Farnetti, docente di Letteratura italiana all’Università di Sassari, con Manuela Fraire, psicoanalista.
Che cosa ci attira verso la lettura dei diari? La loro capacità di “scrivere la vita”? O la ricostruzione della forma di un’esistenza che per qualche ragione ci interessa? Certamente questo ed altro: nei diari ci attrae la condizione di vita presa sempre al primo istante, visto che i diaristi hanno a che fare con la vita mentre accade e con la scrittura estemporanea che annota il succedersi di fatti e sentimenti. I diari non occupano lo spazio letterario tradizionale, ma si trovano nella zona ibrida tra letteratura e biografia.
E’ proprio la distanza da un intento letterario, da una volontà di significazione, che permette ai diari la produzione del loro senso. Che possiamo trovare se facciamo ai diari le giuste domande, se non cerchiamo solo la verità sulla vita degli autori e se ricordiamo che la vita al primo istante dei diari è schiacciata sul presente e privata delle indispensabili incrostazioni della storia con cui costruiamo il passato. Sta a noi che leggiamo incrociare il ritmo interno della vita di chi scrive con quello che accade là fuori, nella realtà del mondo, sta dunque a noi guardare come la memoria dei singoli incontra la Storia.
Il motivo che rende attuale Carla Lonzi risiede soprattutto nel lavoro di decostruzione che attraverso la pratica dell'autocoscienza ha fatto della cultura con la C maiuscola che ha sempre preteso di essere "neutra", ovvero di rappresentare in egual misura il pensiero maschile e quello femminile. Il suo pensiero è la "matrice" di ciò che è stato poi denominato "pensiero della differenza sessuale" . La sua scrittura riflette in modo potente e talvolta inquietante l'intreccio ineludibile che c'è tra vita del corpo sessuato e vita della mente. Non è, dice la Lonzi, la nostalgia della madre che guida il racconto di sé delle donne, quanto piuttosto il desiderio di congedarsi da lei per trovare, a partire da sé, altri luoghi che ancora non figurano sulle nostre mappe.
Monica Farnetti: è nata a Ferrara e insegna letteratura italiana a Sassari. E' socia fondatrice della Società Italiana delle Letterate. Ha pubblicato studi sul fantastico, sulla scrittura femminile sempre in una prospettiva comparatistica e si è occupata di autobiografia femminile. Ha curato le opere di Cristina Campo e Anna Maria Ortese e fra le sue pubblicazioni più recenti c'è "Tutte signore di mio gusto", La Tartaruga 2008.
Manuela Fraire: è nata a Roma dove lavora come psicoanalista. E' membro ordinario della SPI (Società italiana di psicoanalisi) all'interno della quale svolge funzioni didattiche e di formazione. Si occupa da anni di tematiche relative all'influenza che la figura materna ha sullo sviluppo della soggettività femminile. Ha pubblicato articoli relativamente a questo tema su riviste e raccolte collettanee. Tra le pubblicazioni più recenti "La perdita", dialogo con Rossana Rossanda. ( Boringhieri 2008) e "L'oblio del padre" in "Figure del femminile" (Borla, 2009).
13
novembre 2009
Scrivere la vita: diari e memorie nel ‘900 – Carla Lonzi
13 novembre 2009
incontro - conferenza
Location
FONDAZIONE QUERINI STAMPALIA
Venezia, Campo Santa Maria Formosa, 5252, (Venezia)
Venezia, Campo Santa Maria Formosa, 5252, (Venezia)
Vernissage
13 Novembre 2009, ore 17.30 Auditorium G. Piamonte
Autore
Curatore