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Scultura. Opere per l’architettura
Un nuovo e affascinante percorso attraverso le opere dei Maestri Pietro Coletta (Italia, 1948), Vittorio Corsini (Italia, 1956), Antonio Ievolella (Italia, 1952) e Herbert Mehler (Germania, 1949) che indaga sul tema della relazione tra scultura e architettura.
Comunicato stampa
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Lugano, 7 ottobre 2015- Five Gallery presenta un affascinante percorso che, attraverso le opere dei Maestri Pietro Coletta (Italia, 1948), Vittorio Corsini (Italia, 1956), Antonio Ievolella (Italia, 1952) e Herbert Mehler (Germania, 1949), indaga sul tema della relazione tra scultura e architettura.
Una mostra in cui gli artisti che vi partecipano esprimono per mezzo del loro lavoro non più solo forme sviluppate nello spazio e intrinse della propria intimità, ma il frutto composito di forze tematiche e di interferenze tra diverse aree esperenziali. Fondamentale è la percezione dell’opera, non più isolata ma contestualizzata in un ambiente che nel caso specifico dell’esposizione è uno spazio abitativo privato, con l’obiettivo di costituire una realtà non solo espositiva, ma in prospettiva simbolica, un’oggettiva forma di interpretazione dell’esistenza, un ‘interno d’artista’esportabile nel tessuto connettivo delle nostre abitazioni.
Una specifica ed articolata attenzione allo 'spazio aereo', all'estensione del vuoto rispetto alla centralità del pieno, contrassegna le stagioni creative di Pietro Coletta, al cui interno si colloca anche il ciclo delle 'Barchette' esposte in mostra; tre sculture che introducono la relazione dialettica tra i valori del peso e della leggerezza, della solidità e del radicamento in contrapposizione con l'eleganza della libertà. L'attribuzione all'istallazione delle 'Barchette' delle qualità di indicatore poetico e di appunto della riflessione esistenziale, ci permettono di riconoscere una qualificante svolta nelle relazioni stringenti tra scultura e architettura, indirizzata in termini di priorità verso il valore della fruizione e la qualità della frequentazione umana, in cui l'estetica è forma di salute dello spirito.
Vittorio Corsini con il suo lavoro ha introdotto nella scultura contemporanea non solo idee e proposte di specifico rinnovamento linguistico, ma ha anche impresso un inedito approccio metodologico al patrimonio comportamentale che intercorre tra artisticità e fruizione dell'arte. Ogni sua opera si pone in un rapporto di continuità ideale e di collegamento con la cultura progettuale del plastico ligneo delle grandi architetture del rinascimento per giungere all'efficienza funzionale.
La monumentalità dei lavori di Antonio Ievolella è di fatto insita nei processi della sua cultura meccanica, nella relazione tra le componenti materiali, il legno, il ferro, il piombo e il vetro, collegate nel raggiungimento del dialogo tematico; la monumentalità genera il movimento, sia inteso sul piano fisico che su quello percettivo, parla attraverso le grandi dimensioni fino a raggiungere la spettacolarità spaziale della città. Sulla base di tali principi di metodo creativo, le nuove "Ghirbe" dell’artista presentate in mostra, si impongono nello spazio privato, lo determinano e lo caratterizzano, introducendo sia lo stato d'intensità psicologica frutto dell'unione della cultura materiale e della tecnologica, sia il tracciato di un'energia che collega l'officina del fabbro alla grande siderurgia, alla cantieristica industriale.
La cultura scultorea di Herbert Mehler ha ormai raggiunto un patrimonio stabile in grado affermare le proprie qualità attraverso la relazione e il dialogo con la dimensione spaziale dell'architettura. Nascono volumi inattaccabili, costruiti sull'unità interna, pregni dell'energia interiore dell'acciaio 'corten', in grado di imporsi enigmatici sullo spazio; ogni opera, ogni volume avvolto da una patina uniforme, che sia la ruggine in superficie dell'acciaio, la preziosità dell'oro o l'inedita la monocromia accesa dei viola, propone una comunicazione monolitica silenziosa e suggerisce una percezione totemica intensa.
La mostra è accompagnata da un catalogo illustrativo e da una video intervista agli artisti partecipanti, incentrata sul tema della mostra.
Una mostra in cui gli artisti che vi partecipano esprimono per mezzo del loro lavoro non più solo forme sviluppate nello spazio e intrinse della propria intimità, ma il frutto composito di forze tematiche e di interferenze tra diverse aree esperenziali. Fondamentale è la percezione dell’opera, non più isolata ma contestualizzata in un ambiente che nel caso specifico dell’esposizione è uno spazio abitativo privato, con l’obiettivo di costituire una realtà non solo espositiva, ma in prospettiva simbolica, un’oggettiva forma di interpretazione dell’esistenza, un ‘interno d’artista’esportabile nel tessuto connettivo delle nostre abitazioni.
Una specifica ed articolata attenzione allo 'spazio aereo', all'estensione del vuoto rispetto alla centralità del pieno, contrassegna le stagioni creative di Pietro Coletta, al cui interno si colloca anche il ciclo delle 'Barchette' esposte in mostra; tre sculture che introducono la relazione dialettica tra i valori del peso e della leggerezza, della solidità e del radicamento in contrapposizione con l'eleganza della libertà. L'attribuzione all'istallazione delle 'Barchette' delle qualità di indicatore poetico e di appunto della riflessione esistenziale, ci permettono di riconoscere una qualificante svolta nelle relazioni stringenti tra scultura e architettura, indirizzata in termini di priorità verso il valore della fruizione e la qualità della frequentazione umana, in cui l'estetica è forma di salute dello spirito.
Vittorio Corsini con il suo lavoro ha introdotto nella scultura contemporanea non solo idee e proposte di specifico rinnovamento linguistico, ma ha anche impresso un inedito approccio metodologico al patrimonio comportamentale che intercorre tra artisticità e fruizione dell'arte. Ogni sua opera si pone in un rapporto di continuità ideale e di collegamento con la cultura progettuale del plastico ligneo delle grandi architetture del rinascimento per giungere all'efficienza funzionale.
La monumentalità dei lavori di Antonio Ievolella è di fatto insita nei processi della sua cultura meccanica, nella relazione tra le componenti materiali, il legno, il ferro, il piombo e il vetro, collegate nel raggiungimento del dialogo tematico; la monumentalità genera il movimento, sia inteso sul piano fisico che su quello percettivo, parla attraverso le grandi dimensioni fino a raggiungere la spettacolarità spaziale della città. Sulla base di tali principi di metodo creativo, le nuove "Ghirbe" dell’artista presentate in mostra, si impongono nello spazio privato, lo determinano e lo caratterizzano, introducendo sia lo stato d'intensità psicologica frutto dell'unione della cultura materiale e della tecnologica, sia il tracciato di un'energia che collega l'officina del fabbro alla grande siderurgia, alla cantieristica industriale.
La cultura scultorea di Herbert Mehler ha ormai raggiunto un patrimonio stabile in grado affermare le proprie qualità attraverso la relazione e il dialogo con la dimensione spaziale dell'architettura. Nascono volumi inattaccabili, costruiti sull'unità interna, pregni dell'energia interiore dell'acciaio 'corten', in grado di imporsi enigmatici sullo spazio; ogni opera, ogni volume avvolto da una patina uniforme, che sia la ruggine in superficie dell'acciaio, la preziosità dell'oro o l'inedita la monocromia accesa dei viola, propone una comunicazione monolitica silenziosa e suggerisce una percezione totemica intensa.
La mostra è accompagnata da un catalogo illustrativo e da una video intervista agli artisti partecipanti, incentrata sul tema della mostra.
15
ottobre 2015
Scultura. Opere per l’architettura
Dal 15 ottobre al 28 novembre 2015
arte contemporanea
Location
FIVE GALLERY
Lugano, Via Canova, 7, (Lugano)
Lugano, Via Canova, 7, (Lugano)
Orario di apertura
lunedì-martedì ore 10-14
mercoledì-venerdì ore 14-17.30
sabato su appuntamento
Vernissage
15 Ottobre 2015, ore 18
Autore
Curatore