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Se il tempo sta
Il giorno 27 giugno 2020 alle 18.30 verrà inaugurata presso la galleria d’arte SHAREVOLUTION contemporary art di Genova la mostra SE IL TEMPO STA; un’esposizione collettiva delle opere degli artisti Matthew Attard, rob van den berg e del movimento Art Builders Group.
Comunicato stampa
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Il giorno 27 giugno 2020 alle 18.30 verrà inaugurata presso la galleria d’arte SHAREVOLUTION contemporary art di Genova la mostra SE IL TEMPO STA; un’esposizione collettiva delle opere degli artisti Matthew Attard, rob van den berg e del movimento Art Builders Group. La mostra resterà aperta fino al 26 settembre, dal martedì al sabato, dalle 16.00 alle 19.30.
Queste le parole di Gianluca Cappellazzo, curatore della mostra:
«Capire il tempo ci sembra un’impresa squisitamente celebrale, difficile; questa convinzione è però errata. L’inganno maggiore è quello di considerare il tempo esclusivamente come astrazione, una retta parallela al nostro vivere che ne segna le tappe in secondi, minuti, anni, generazioni, etc., senza considerare che il tempo esiste e fa parte della vita quanto lo spazio, la materia e l’energia.
A partire dal sedimentarsi della materia raccolto o individuato da van den berg, passando per il più rapido viaggio percettivo dell’occhio registrato dell’“Eye tracker” di Attard, fino al dramma del tempo sociale per Art Builders Group, dove un presente incerto sembra destinato a naufragare in un futuro disastroso, i vari lavori intrecciano considerazioni sul tempo della fisica e sul tempo della coscienza, cercando di dare una risposta umana a due poli apparentemente distanti.»
rob van den berg è interessato soprattutto a denotare e riflettere sul passaggio del tempo attraverso il sedimentarsi e modificarsi della materia. L’opera aeramen (2019), composta da due cerchi in rame, sospesi, uno metallizzato (integro) e uno ossidato (decomposto), si affiancano componendo il simbolo dell’infinito, riportandoci al concetto di Eterno ritorno, dove l’uomo-artista, pur non potendo fermare il giro della grande ruota può influenzare la forma delle cose, forte come un Demiurgo “artefice e padre dell’universo”, lasciando spazio ad una speranza da alchimista; trasmutare la caducità della vita in pietra filosofale.
Il lavoro di Attard si concentra sul disegno e sulla percezione. Volendo sviscerare le tematiche appena dette in chiave contemporanea, ha spostato la frontiera della sua ricerca verso il territorio scarsamente esplorato dell’Eye tracking. Quest’ultima è una tecnologia in grado di cogliere i movimenti e le contrazioni della pupilla al fine di capire cosa guardiamo e come lo guardiamo. Comprendendo che, per analizzare il fenomeno della visione, non ci si possa riferire ad un singolo punto di vista, tanto meno a sé stessi, Attard decide di coinvolgere nei suoi “esperimenti” altri studenti della University of Malta. A questi chiede di disegnare, “con gli occhi”, uno stesso soggetto, sommando infine i vari punti di vista in un’immagine unitaria. Da questa pratica ha origine l’opera presente in mostra: 7 eyes describing a figure.
L’eye tracking è quindi uno strumento che gli permette di avvicinare il limite tra occhio e cervello, togliendo di torno la mano, contribuendo a disvelare il grande interrogativo della visione: quello che vediamo è quello che esiste?
Il movimento Art Builders Group, invece, vede il tempo come incertezza del futuro. Ne è esemplificativa l’opera “Quale sarà il tuo prossimo lavoro?”, riferimento concettuale a una domanda concreta che viene posta quotidianamente alle persone giovani del mondo odierno, che nonostante abbiano un curriculum ampio e capacità svariate vivono nell’incertezza e nella consapevolezza di doversi reinventare costantemente per far fronte alle esigenze del mercato del lavoro contemporaneo. Tuttavia l’atteggiamento di ABG non è passivo o di rassegnazione: il lavoro stesso viene elevato e anche al lavoro manuale viene riconosciuta maggiore dignità. Emblematiche le giacche catarinfrangenti (High visibility men) attraverso le quali vengono messe in primo piano persone che di solito sono quasi invisibili: gli operai dei musei che sono i veri responsabili dell’allestimento e disallestimento delle mostre. Il ridare dignità a questa tipologia di occupazioni vuol dire sfidare la gerarchia dei lavori, affermando, contrariamente a quanto fatto dall’arte negli ultimi sei secoli, che anche nel lavoro manuale vi sia tanta dose d’ingegno quanta in un lavoro puramente mentale. Diversa è però la percezione del tempo, poiché l’energia profusa in un’attività lascia immediata traccia nella realtà, e pure la stasi degli oggetti da lavoro (Day Off) può risultare fisiologicamente “umana”.
Queste le parole di Gianluca Cappellazzo, curatore della mostra:
«Capire il tempo ci sembra un’impresa squisitamente celebrale, difficile; questa convinzione è però errata. L’inganno maggiore è quello di considerare il tempo esclusivamente come astrazione, una retta parallela al nostro vivere che ne segna le tappe in secondi, minuti, anni, generazioni, etc., senza considerare che il tempo esiste e fa parte della vita quanto lo spazio, la materia e l’energia.
A partire dal sedimentarsi della materia raccolto o individuato da van den berg, passando per il più rapido viaggio percettivo dell’occhio registrato dell’“Eye tracker” di Attard, fino al dramma del tempo sociale per Art Builders Group, dove un presente incerto sembra destinato a naufragare in un futuro disastroso, i vari lavori intrecciano considerazioni sul tempo della fisica e sul tempo della coscienza, cercando di dare una risposta umana a due poli apparentemente distanti.»
rob van den berg è interessato soprattutto a denotare e riflettere sul passaggio del tempo attraverso il sedimentarsi e modificarsi della materia. L’opera aeramen (2019), composta da due cerchi in rame, sospesi, uno metallizzato (integro) e uno ossidato (decomposto), si affiancano componendo il simbolo dell’infinito, riportandoci al concetto di Eterno ritorno, dove l’uomo-artista, pur non potendo fermare il giro della grande ruota può influenzare la forma delle cose, forte come un Demiurgo “artefice e padre dell’universo”, lasciando spazio ad una speranza da alchimista; trasmutare la caducità della vita in pietra filosofale.
Il lavoro di Attard si concentra sul disegno e sulla percezione. Volendo sviscerare le tematiche appena dette in chiave contemporanea, ha spostato la frontiera della sua ricerca verso il territorio scarsamente esplorato dell’Eye tracking. Quest’ultima è una tecnologia in grado di cogliere i movimenti e le contrazioni della pupilla al fine di capire cosa guardiamo e come lo guardiamo. Comprendendo che, per analizzare il fenomeno della visione, non ci si possa riferire ad un singolo punto di vista, tanto meno a sé stessi, Attard decide di coinvolgere nei suoi “esperimenti” altri studenti della University of Malta. A questi chiede di disegnare, “con gli occhi”, uno stesso soggetto, sommando infine i vari punti di vista in un’immagine unitaria. Da questa pratica ha origine l’opera presente in mostra: 7 eyes describing a figure.
L’eye tracking è quindi uno strumento che gli permette di avvicinare il limite tra occhio e cervello, togliendo di torno la mano, contribuendo a disvelare il grande interrogativo della visione: quello che vediamo è quello che esiste?
Il movimento Art Builders Group, invece, vede il tempo come incertezza del futuro. Ne è esemplificativa l’opera “Quale sarà il tuo prossimo lavoro?”, riferimento concettuale a una domanda concreta che viene posta quotidianamente alle persone giovani del mondo odierno, che nonostante abbiano un curriculum ampio e capacità svariate vivono nell’incertezza e nella consapevolezza di doversi reinventare costantemente per far fronte alle esigenze del mercato del lavoro contemporaneo. Tuttavia l’atteggiamento di ABG non è passivo o di rassegnazione: il lavoro stesso viene elevato e anche al lavoro manuale viene riconosciuta maggiore dignità. Emblematiche le giacche catarinfrangenti (High visibility men) attraverso le quali vengono messe in primo piano persone che di solito sono quasi invisibili: gli operai dei musei che sono i veri responsabili dell’allestimento e disallestimento delle mostre. Il ridare dignità a questa tipologia di occupazioni vuol dire sfidare la gerarchia dei lavori, affermando, contrariamente a quanto fatto dall’arte negli ultimi sei secoli, che anche nel lavoro manuale vi sia tanta dose d’ingegno quanta in un lavoro puramente mentale. Diversa è però la percezione del tempo, poiché l’energia profusa in un’attività lascia immediata traccia nella realtà, e pure la stasi degli oggetti da lavoro (Day Off) può risultare fisiologicamente “umana”.
27
giugno 2020
Se il tempo sta
Dal 27 giugno al 26 settembre 2020
arte contemporanea
Location
SHAREVOLUTION CONTEMPORARY ART
Genova, Piazza di San Matteo, (GE)
Genova, Piazza di San Matteo, (GE)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 16.00 alle 19.30
Vernissage
27 Giugno 2020, h 18.30 in osservanza delle norme vigenti - è gradita la prenotazione
Sito web
Autore
Curatore
Autore testo critico