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Sean Mellyn
La pittura di Sean Mellyn è dominata da immagini di bambini “freschi ed angelici” di dimensioni volutamente ingrandite ed esagerate che, ricordando certa figurazione pop, mirano, con grande ironia, a mettere in risalto particolari grotteschi e surreali.
Attraverso l¹aggiunta di piccoli oggetti applicati alla tela l¹artista crea delle pitture tridimensionali con uno stile finito “più vero del vero”, memore degli antichi maestri ma anche di una sensibilità pop.
In “Best Friends” (2002) il dialogo tra un bimbo ed un maialino assume dei toni giocosi ed ironici proprio per la presenza, sul suo volto, dell¹applicazione del naso dell¹animale. In un recente lavoro su carta invece, come in un vecchio orologio a cucù, un pulcino si sporge surrealisticamente dalla fronte di un lattante che meravigliato dell¹accaduto accenna un sorriso sorpreso.
In “Nosejobs” (1998) invece Sean Mellyn trasforma un ritratto apparentemente tradizionale nella composizione in un¹opera di sorprendente modernità in cui due fanciulle con dei nasi fasciati applicati alla tela rivolgono lo sguardo allo spettatore incuranti della loro stranezza. Ancora in “Dragula” (2002) vediamo comparire, nascosti dietro ad un sacchetto di carta bucato, gli occhi vivaci di un uomo intento ad aspirare il fumo di una sigaretta “vera”.
Sean Mellyn
Milano, Via Lepontina, 8, (Milano)