Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Sebastian Matta – Opere grafiche
Si tratta di un nucleo significativo di opere che rievocano l’estro e il fervore inventivo di un artista che ha irrorato l’intero secolo ventesimo con la sua ricca fantasia e il suo variopinto universo cromatico lo scenario artistico non solo sudamericano ma europeo.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Mentre è in corso nel Museo Pericle Fazzini di Assisi l’antologica di Franco Gentilini, curata da Giuseppe Appella per celebrare il centenario della nascita dell’artista faentino, negli spazi del book-shop è allestita una piccola ma elegante mostra dedicata all’opera grafica del famoso pittore cileno Sebastian Matta (Santiago del Cile 1911 – Civitavecchia 2002). Si tratta di un nucleo significativo di opere che rievocano l’estro e il fervore inventivo di un artista che ha irrorato l’intero secolo ventesimo con la sua ricca fantasia e il suo variopinto universo cromatico lo scenario artistico non solo sudamericano ma europeo. Le prime esperienze grafiche di Matta risalgono al 1934 e sono state sviluppate dall’artista lungo sessant’anni con impegno, dedizione e grande fiducia nel mezzo dell’incisione che gli ha permesso, in più occasioni, fecondi fermenti poi approfonditi in pittura e in scultura. I risultati via via ottenuti nella litografia tridimensionale o nell’incisione al “carborundum” gli hanno consentito di foggiare la materia imponendole una forma significativa.
L’artista cileno, proprio con la grafica, si è costruito tutta una originalissima simbologia sostenuta dalle arti primitive ma anche dall’imprevedibile, dall’elemento accidentale, vago e indistinto che lo circonda in quella misura del tempo che è il giorno, “il giorno come attentato, come minaccia, come rischio”, in “una scommessa col proprio io, con se stessi, col mondo”. Dopo il trasferimento a Tarquinia, l’insistenza sull’artigianato e il contatto continuo con la luce mediterranea che avvolge gli oggetti, gli esseri e il paesaggio, hanno permesso la scoperta di un nuovo segreto delle sostanze arricchendo il suo linguaggio di una rinnovata gamma di espressioni e di magie insospettate che l’incisione restituisce con grande evidenza.
Attraverso la selezione di opere esposte, la mostra presso il Museo Fazzini rievoca la figura e l’opera di un protagonista del Novecentro. Dopo studi di architettura a Santiago, Matta si trasferì nel 1933 in Francia, dove lavorò per qualche tempo nello studio di Le Corbusier a Parigi; quattro anni dopo Dalì lo presentò ad André Breton e l’anno successivo l’artista cileno iniziò a dipingere aderendo al surrealismo. Le sue prime opere, intitolate Morfologie psicologiche (1938-39), si affidano a procedimenti di scrittura automatica, portati al punto estremo di immediatezza esecutiva. Nasce così nel suo lavoro uno spazio informale, dove metaforiche forme fluttuanti, a un tempo aeree e organiche, si muovono tra bagliori elettrici, chiarori atmosferici e oscurità sottomarine.
Dopo soggiorni in Spagna, dove entrò in contatto con i poeti Federico Garcia Lorca e Raphael Alberti, nel 1936 si trasferisce a Londra e frequenta Walter Gropius e Moholy-Nagy ed ha modo di conoscere anche Henry Moore. Con lo scoppio della guerra, Matta si trasferì a New York, dove frequentò i gruppi dadaisti e surrealisti emigrati ed esercitò un importante influsso sul nuovo corso della pittura americana, in particolare su Pollock, Rothko, Gorky e sugli artisti che si riconoscevano nel movimento del “surrealismo astratto”. Nel 1948 ritornò in Europa: la sua pittura si evolve sempre più verso forme figurali antropomorfiche immerse in uno spazio multidimensionale e pervase da da una meccanica frenesia, a testimoniare i crudeli riti e conflitti del mondo moderno o a prefigurare una futura condizione dell’uomo. Alla fine degli anni Cinquanta Matta era già un artista famoso, consacrato in importanti esposizioni in Europa e in America. Dopo aver lasciato il Cile nel 1934, Matta vi fece ritorno solo in occasione della vittoria elettorale di Salvador Allende e dell’Unidad Popolar, guidando un gruppo di muralisti, le “Brigate Ramona Parra”, che dipingevano sui muri i motivi del programma economico e sociale di Allende. In seguito al golpe di Pinochet l’artista fu dichiarato “persona non grata” e fu inserito in una lista nera. Fu allora che Matta decise di diventare cittadino francese e di non ritornare più in Cile. Ma onore gli è stato reso dal presidente cileno Ricardo Lagos che, alla sua morte, proclamò ben tre giorni di lutto nazionale.
L’artista cileno, proprio con la grafica, si è costruito tutta una originalissima simbologia sostenuta dalle arti primitive ma anche dall’imprevedibile, dall’elemento accidentale, vago e indistinto che lo circonda in quella misura del tempo che è il giorno, “il giorno come attentato, come minaccia, come rischio”, in “una scommessa col proprio io, con se stessi, col mondo”. Dopo il trasferimento a Tarquinia, l’insistenza sull’artigianato e il contatto continuo con la luce mediterranea che avvolge gli oggetti, gli esseri e il paesaggio, hanno permesso la scoperta di un nuovo segreto delle sostanze arricchendo il suo linguaggio di una rinnovata gamma di espressioni e di magie insospettate che l’incisione restituisce con grande evidenza.
Attraverso la selezione di opere esposte, la mostra presso il Museo Fazzini rievoca la figura e l’opera di un protagonista del Novecentro. Dopo studi di architettura a Santiago, Matta si trasferì nel 1933 in Francia, dove lavorò per qualche tempo nello studio di Le Corbusier a Parigi; quattro anni dopo Dalì lo presentò ad André Breton e l’anno successivo l’artista cileno iniziò a dipingere aderendo al surrealismo. Le sue prime opere, intitolate Morfologie psicologiche (1938-39), si affidano a procedimenti di scrittura automatica, portati al punto estremo di immediatezza esecutiva. Nasce così nel suo lavoro uno spazio informale, dove metaforiche forme fluttuanti, a un tempo aeree e organiche, si muovono tra bagliori elettrici, chiarori atmosferici e oscurità sottomarine.
Dopo soggiorni in Spagna, dove entrò in contatto con i poeti Federico Garcia Lorca e Raphael Alberti, nel 1936 si trasferisce a Londra e frequenta Walter Gropius e Moholy-Nagy ed ha modo di conoscere anche Henry Moore. Con lo scoppio della guerra, Matta si trasferì a New York, dove frequentò i gruppi dadaisti e surrealisti emigrati ed esercitò un importante influsso sul nuovo corso della pittura americana, in particolare su Pollock, Rothko, Gorky e sugli artisti che si riconoscevano nel movimento del “surrealismo astratto”. Nel 1948 ritornò in Europa: la sua pittura si evolve sempre più verso forme figurali antropomorfiche immerse in uno spazio multidimensionale e pervase da da una meccanica frenesia, a testimoniare i crudeli riti e conflitti del mondo moderno o a prefigurare una futura condizione dell’uomo. Alla fine degli anni Cinquanta Matta era già un artista famoso, consacrato in importanti esposizioni in Europa e in America. Dopo aver lasciato il Cile nel 1934, Matta vi fece ritorno solo in occasione della vittoria elettorale di Salvador Allende e dell’Unidad Popolar, guidando un gruppo di muralisti, le “Brigate Ramona Parra”, che dipingevano sui muri i motivi del programma economico e sociale di Allende. In seguito al golpe di Pinochet l’artista fu dichiarato “persona non grata” e fu inserito in una lista nera. Fu allora che Matta decise di diventare cittadino francese e di non ritornare più in Cile. Ma onore gli è stato reso dal presidente cileno Ricardo Lagos che, alla sua morte, proclamò ben tre giorni di lutto nazionale.
28
marzo 2009
Sebastian Matta – Opere grafiche
Dal 28 marzo al 29 maggio 2009
disegno e grafica
Location
MUSEO PERICLE FAZZINI – PALAZZO DEL PERDONO
Assisi, Piazza Giuseppe Garibaldi, 1c, (Perugia)
Assisi, Piazza Giuseppe Garibaldi, 1c, (Perugia)
Biglietti
Euro 5, ridotto, Euro 3,50.
Orario di apertura
ore 10-13 / 16-19, tutti i giorni escluso il lunedì.
Ufficio stampa
DE LUCA
Autore