Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Sebastian Zabronski – Ambient.tmp
mostra della installazione, che apre il programma curatoriale 2005-2006 Living in Boldù
Comunicato stampa
Segnala l'evento
de ver
introduzione all'installazione AMBIENT.tmp di Sebastian Zabronski
di Amparo Ferrari
Nello stesso spirito di gioco ed investigazione con cui un bambino apre una radio sperando di trovare gli uomini che parlano dentro, Sebastian Zabronski apre i computer, dèi del XX° secolo, lasciandosi conquistare ed affascinare da ogni circuito stampato scovato all'interno di queste scatole magiche ed incomprensibili.
Da sempre l’uomo ha idolatrato le cose che non poteva capire. E questa macchina che è stata creata per superarci è diventata così tanto complessa da riuscire a pensare più velocemente di noi, e mettersi in comunicazione con l'altra parte del pianeta, tanto che sembra abbia acquistato una vita propria, indipendente dai suoi creatori, sviluppandosi ogni giorno in forme più piccole e più potenti. Però non è una realtà naturale e questo riprodursi in continuazione lascia obsoleti i vecchi modelli, in una accumulazione frenetica di rifiuti.
Ognuno di questi rifiuti, memorie di computer inutilizzati, diventa un oggetto fetiche da ricontestualizzare, una scoperta piena di possibilità formali. Come mai tanta bellezza formale si nasconde agli occhi, in elementi la cui ragione d'essere è puramente funzionale? Tante sfumature di colori, forme complesse e reversibili che sembrano organiche, spazi profondi, città incantate e abbandonate. Memorie, memorie di qualcosa che c'era e non c'è, magico e latente, pronto per essere risvegliato.
Il colore è la password dell'intero progetto. L'opera di Sebastian Zabronski è sempre stata segnata dal colore a livello concettuale. Forse residuo del suo passato come pittore. Nella serie Filicide, il rosa cambiava le caratteristiche dell'oggetto bellico, addolciva la sua crudeltà, ne sottolineava la crudezza, ed era giusto il colore rosa la chiave per accedere alla lettura. Nella serie *.tmp, alla quale AMBIENT.tmp appartiene, il colore chiave è il verde. Matrice di un'era tecnologica, un verde Matrix, verde dell'alieno, della new age, della nuova era, della vita eterna. Non è ironico che sia lo stesso colore della vita vegetale?
Il primo lavoro della serie *.tmp è un video, untitled.tmp, che raffigura mosche nell'atto di succhiare da circuiti stampati. La stessa relazione che stabiliamo noi spettatori con l'installazione AMBIENT.tmp. Una carta da parati particolare che ci rende inevitabile lasciarci trascinare in una ricerca di forme interminabile. Un viaggio nell' inconscio come in un test picologico. Come nel gioco di trovare figure nelle nuvole, ci affidiamo ipnotizzati a queste forme mutevoli e inconsistenti.
Dall'idea di adorazione dell'artificiale nasce la serie dei Mandalas, costruiti sull'orma del pensiero virtuale e cibernetico: moltiplicare e rispecchiare, in un binomio di 0 e 1. I mandala sono dei sistemi per ottenere l’equilibrio con il tutto. In questo sistema mutevole che lascia dietro di sè oggetti obsoleti, questi vengono raccolti e riutilizzati da Sebastian Zabronski per generare nuovi significanti. Disegni che erano funzionali si riciclano in un sistema di layers, di stratificazioni visibili, di cui noi come spettatori siamo una soltanto. Un layer che vive tra altri layers di realtà virtuali e realtà concrete.
Le opere citate si possono vedere visitando il website dell'artista, www.conceptinprogress.com
Biografia dell'artista
Sebastian Zabronski è nato a Buenos Aires, Argentina.
Vive e lavora in Venezia.
E' laureato presso la Accademia di Belle Arti Manuel Belgrano.
Nel suo passato di pittore si distiguono la serie sull'Obsoleto, e le ricerche pittoriche a livello performativo con il gruppo Malaus ed eventi di cui è autore come Metamorfosis che ha coinvolto 45 artisti in scena.
Ha lavorato con diversi gruppi di teatro sperimentale come De la guarda e la Fura del baus.
Durante la permanenza in Tel Aviv ha sviluppato il suo progetto Filicide, una visione della guerra attraverso il conflitto tra padre e figlio colto nel rito della circoncisione.
Integrano anche la serie *.tmp altri lavori di video, fotografia, video installazioni, stampe su alluminio.
introduzione all'installazione AMBIENT.tmp di Sebastian Zabronski
di Amparo Ferrari
Nello stesso spirito di gioco ed investigazione con cui un bambino apre una radio sperando di trovare gli uomini che parlano dentro, Sebastian Zabronski apre i computer, dèi del XX° secolo, lasciandosi conquistare ed affascinare da ogni circuito stampato scovato all'interno di queste scatole magiche ed incomprensibili.
Da sempre l’uomo ha idolatrato le cose che non poteva capire. E questa macchina che è stata creata per superarci è diventata così tanto complessa da riuscire a pensare più velocemente di noi, e mettersi in comunicazione con l'altra parte del pianeta, tanto che sembra abbia acquistato una vita propria, indipendente dai suoi creatori, sviluppandosi ogni giorno in forme più piccole e più potenti. Però non è una realtà naturale e questo riprodursi in continuazione lascia obsoleti i vecchi modelli, in una accumulazione frenetica di rifiuti.
Ognuno di questi rifiuti, memorie di computer inutilizzati, diventa un oggetto fetiche da ricontestualizzare, una scoperta piena di possibilità formali. Come mai tanta bellezza formale si nasconde agli occhi, in elementi la cui ragione d'essere è puramente funzionale? Tante sfumature di colori, forme complesse e reversibili che sembrano organiche, spazi profondi, città incantate e abbandonate. Memorie, memorie di qualcosa che c'era e non c'è, magico e latente, pronto per essere risvegliato.
Il colore è la password dell'intero progetto. L'opera di Sebastian Zabronski è sempre stata segnata dal colore a livello concettuale. Forse residuo del suo passato come pittore. Nella serie Filicide, il rosa cambiava le caratteristiche dell'oggetto bellico, addolciva la sua crudeltà, ne sottolineava la crudezza, ed era giusto il colore rosa la chiave per accedere alla lettura. Nella serie *.tmp, alla quale AMBIENT.tmp appartiene, il colore chiave è il verde. Matrice di un'era tecnologica, un verde Matrix, verde dell'alieno, della new age, della nuova era, della vita eterna. Non è ironico che sia lo stesso colore della vita vegetale?
Il primo lavoro della serie *.tmp è un video, untitled.tmp, che raffigura mosche nell'atto di succhiare da circuiti stampati. La stessa relazione che stabiliamo noi spettatori con l'installazione AMBIENT.tmp. Una carta da parati particolare che ci rende inevitabile lasciarci trascinare in una ricerca di forme interminabile. Un viaggio nell' inconscio come in un test picologico. Come nel gioco di trovare figure nelle nuvole, ci affidiamo ipnotizzati a queste forme mutevoli e inconsistenti.
Dall'idea di adorazione dell'artificiale nasce la serie dei Mandalas, costruiti sull'orma del pensiero virtuale e cibernetico: moltiplicare e rispecchiare, in un binomio di 0 e 1. I mandala sono dei sistemi per ottenere l’equilibrio con il tutto. In questo sistema mutevole che lascia dietro di sè oggetti obsoleti, questi vengono raccolti e riutilizzati da Sebastian Zabronski per generare nuovi significanti. Disegni che erano funzionali si riciclano in un sistema di layers, di stratificazioni visibili, di cui noi come spettatori siamo una soltanto. Un layer che vive tra altri layers di realtà virtuali e realtà concrete.
Le opere citate si possono vedere visitando il website dell'artista, www.conceptinprogress.com
Biografia dell'artista
Sebastian Zabronski è nato a Buenos Aires, Argentina.
Vive e lavora in Venezia.
E' laureato presso la Accademia di Belle Arti Manuel Belgrano.
Nel suo passato di pittore si distiguono la serie sull'Obsoleto, e le ricerche pittoriche a livello performativo con il gruppo Malaus ed eventi di cui è autore come Metamorfosis che ha coinvolto 45 artisti in scena.
Ha lavorato con diversi gruppi di teatro sperimentale come De la guarda e la Fura del baus.
Durante la permanenza in Tel Aviv ha sviluppato il suo progetto Filicide, una visione della guerra attraverso il conflitto tra padre e figlio colto nel rito della circoncisione.
Integrano anche la serie *.tmp altri lavori di video, fotografia, video installazioni, stampe su alluminio.
04
ottobre 2005
Sebastian Zabronski – Ambient.tmp
Dal 04 al 20 ottobre 2005
arte contemporanea
Location
CENTRO CULTURALE IL BOLDU’
Venezia, Cannaregio, 6000, (Venezia)
Venezia, Cannaregio, 6000, (Venezia)
Orario di apertura
martedì, giovedì e domenica 20-24
Vernissage
4 Ottobre 2005, ore 19
Sito web
www.conceptinprogress.com
Autore
Curatore