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Sebastiao Salgado – Exodus
Dall’imponente lavoro ‘In cammino’ (oltre 400 immagini), Salgado ha personalmente selezionato una sessantina di immagini
chiedendo la collaborazione della rete Frerès des Hommes
Comunicato stampa
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L’associazione culturale S’agapò in collaborazione con la Ong Fratelli dell’uomo presenta sessanta soggetti del grande maestro brasiliano Sebastião Salgado sul tema della migrazione. Dall'imponente lavoro 'In cammino' (oltre 400 immagini), Salgado ha personalmente selezionato una sessantina di immagini chiedendo la collaborazione della rete Frerès des Hommes affinché il suo messaggio di denuncia e di solidarietà toccasse un pubblico il più numeroso possibile. La serata di inaugurazione oltre alla presentazione del progetto fotografico di Sebastião Salgado vedrà la presenza del direttore generale di Fratelli dell’Uomo Rodolfo Canciani.
“Exodus” – L’umanità in cammino“
L’umanità è in subbuglio. Gli ultimi decenni hanno visto milioni e milioni di esseri umani, in tutto il mondo, sradicati, cacciati dai loro paesi a causa della povertà, della guerra o della repressione. Alcuni fuggono per salvarsi la vita, altri la rischiano per sfuggire alla miseria. La maggior parte finisce in campi-profughi o nelle bidonville delle metropoli del Terzo Mondo. Tutti, per motivi diversi, sono alla mercè di forze economiche e politiche che sono al di fuori del loro controllo. Movimenti di popoli sono sempre esistiti nella storia, ma tali spostamenti non sono mai avvenuti, per le medesime ragioni. Con la fine della guerra fredda sono scoppiate in Africa, in Asia e in Europa, guerre nazionaliste, religiose o tribali, spandendo in giro moltitudini di rifugiati. Allo stesso tempo la globalizzazione economica ha aggravato il depauperamento delle risorse agricole del Terzo Mondo e l’esodo dalle campagne sta ormai generando città mostruose e ingovernabili. Oggi, praticamente tutti gli eventi che accadono sul pianeta sono, per un verso o per l’altro, legati fra loro. Noi siamo tutti coinvolti dallo squilibrio sempre più forte tra poveri e ricchi, dalla crescita demografica della popolazione, dalla meccanizzazione dell’agricoltura, dalla distruzione dell’ambiente e del fanatismo ideologico. Le persone strappate al loro ambiente sono soltanto le vittime più evidenti di questo sommovimento generale.
Le immagini di questa mostra testimoniano i momenti tragici, drammatici ed eroici di vite individuali. Insieme, raccontano anche la storia del nostro tempo. Non offrono risposte, ma pongono almeno una questione: nel nostro cammino verso il futuro, non lasciamo indietro gran parte del genere umano?
Fratelli Dell’Uomo
l'introduzione alla mostra dalle parole di Salgado
"Queste immagini raccontano la storia di un umanità in cammino. E una storia che turba perché pochi esseri umani si sradicano per scelta. Di solito, a costringerli a trasformarsi in rifugiati, migranti, esuli, sono forze che sfuggono al loro controllo: la miseria, la repressione o la guerra (...) Alcuni sanno dove vanno e sono fiduciosi nell'attesa di una vita migliore. Altri si limitano a fuggire e sono già contenti di essere vivi. Molti non giungono mai a destinazione.
Ho lavorato fra queste persone per 6 anni, in 40 paesi: per strada o nei campi profughi e nelle bidonville dove spesso finiscono.., erano spaventati, a disagio, umiliati. Però si lasciavano fotografare, perché, credo, volevano si sapesse che cosa stavano passando. Questa esperienza mi ha cambiato profondamente... Gli esseri umani emigrano da sempre, ma ora sta accadendo qualcosa di diverso (...) oggi più che mai sento che il genere umano è uno (...) Eppure, in quanto razza umana, sembriamo pericolosamente inclini all'autodistruzione. Forse è proprio da qui che deve partire la nostra riflessione: la nostra sopravvivenza e minacciata.., dobbiamo capire il presente. Le fotografie di questa mostra aprono uno squarcio sul nostro presente. Non possiamo permetterci di guardare dall' altra parte."
Sebastião Salgado
SEBASTIAO SALGADO - Biografia
“Io non fotografo i miserabili. Fotografo persone che hanno meno risorse, meno beni materiali.
Ho visto spesso la miseria in paesi ricchissimi. Per me miserabile è quello che non fa più parte di una comunità, che è isolato e che ha perso la speranza. Ho incontrato molta gente affamata. Non erano miserabili perché appartenevano ad una comunità, credevano in qualcosa. L’unico modo in cui le persone possono resistere, nella situazione difficile in cui si trovano è credere nella comunità.”
Sebastião Salgado nasce nel 1944 a Aimors, nello stato di Minas Gerais, in Brasile. Vive a Parigi. Dopo una formazione universitaria di economista e statistico decide, in seguito ad una missione in Africa, di diventare fotografo. Nel '73 realizza un reportage sulla siccità del Sahel, seguito da uno sulle condizioni di vita dei lavoratori immigrati in Europa. Nel '74 entra nell'agenzia Sygma e documenta la rivoluzione in Portogallo, la guerra in Angola e gli avvenimenti in Mozanabico. Entra a far parte nel 1975 dell'agenzia Gamma ed in seguito, nel 1979, della celebre cooperativa di fotografi Magnum Photos.
Lascia la Magnum nel 1994 per creare, insieme a Lelia Wanick Salgado, Amazonas Images, una struttura autonoma completamente dedicata al suo lavoro. Salgado si occupa soprattutto di reportage di impianto umanitario e sociale, consacrando mesi, se non addirittura anni, a sviluppare e approfondire tematiche di ampio respiro.
A titolo di esempio, possiamo citare i lunghi viaggi che, per sei anni, lo portano in America Latina per documentarsi sulla vita delle campagne. Questo lavoro ha dato vita al libro Other Americas. Salgado fotografa la tragedia della siccità nei paesi africani del Sahel e l’insieme di questo lavoro è stato organizzato in diverse esposizioni e due libri, a sostegno di Medicins sans Frontieres.
Durante i sei anni successivi Salgado concepisce e mette a punto un progetto su scala mondiale sul lavoro nei settori di base della produzione. Il risultato è La mano dell’uomo, una pubblicazione di 400 pagine del 1993 tradotta in sette lingue diverse e accompagnata da una mostra presentata finora in oltre sessanta musei e luoghi espositivi di tutto il mondo.
Dal 1993 al 1999 Salgado lavora sul tema dei movimenti di popolazione nel mondo. Questi reportage sono stati pubblicati, con regolarità, da molte riviste internazionali tra cui D la Repubblica delle donne in Italia, Stern in Germania, Paris Match in Francia, El Pais in Spagna, Visão in Portogallo, Rolling Stone e New York Magazine negli Stati Uniti e Folha di São Paulo in Brasile. Oggi, questo lavoro è presentato nei volumi In Cammino e Ritratti di bambini in cammino, due opere che accompagnano la mostra omonima edite in Italia da Contrasto.
“Exodus” – L’umanità in cammino“
L’umanità è in subbuglio. Gli ultimi decenni hanno visto milioni e milioni di esseri umani, in tutto il mondo, sradicati, cacciati dai loro paesi a causa della povertà, della guerra o della repressione. Alcuni fuggono per salvarsi la vita, altri la rischiano per sfuggire alla miseria. La maggior parte finisce in campi-profughi o nelle bidonville delle metropoli del Terzo Mondo. Tutti, per motivi diversi, sono alla mercè di forze economiche e politiche che sono al di fuori del loro controllo. Movimenti di popoli sono sempre esistiti nella storia, ma tali spostamenti non sono mai avvenuti, per le medesime ragioni. Con la fine della guerra fredda sono scoppiate in Africa, in Asia e in Europa, guerre nazionaliste, religiose o tribali, spandendo in giro moltitudini di rifugiati. Allo stesso tempo la globalizzazione economica ha aggravato il depauperamento delle risorse agricole del Terzo Mondo e l’esodo dalle campagne sta ormai generando città mostruose e ingovernabili. Oggi, praticamente tutti gli eventi che accadono sul pianeta sono, per un verso o per l’altro, legati fra loro. Noi siamo tutti coinvolti dallo squilibrio sempre più forte tra poveri e ricchi, dalla crescita demografica della popolazione, dalla meccanizzazione dell’agricoltura, dalla distruzione dell’ambiente e del fanatismo ideologico. Le persone strappate al loro ambiente sono soltanto le vittime più evidenti di questo sommovimento generale.
Le immagini di questa mostra testimoniano i momenti tragici, drammatici ed eroici di vite individuali. Insieme, raccontano anche la storia del nostro tempo. Non offrono risposte, ma pongono almeno una questione: nel nostro cammino verso il futuro, non lasciamo indietro gran parte del genere umano?
Fratelli Dell’Uomo
l'introduzione alla mostra dalle parole di Salgado
"Queste immagini raccontano la storia di un umanità in cammino. E una storia che turba perché pochi esseri umani si sradicano per scelta. Di solito, a costringerli a trasformarsi in rifugiati, migranti, esuli, sono forze che sfuggono al loro controllo: la miseria, la repressione o la guerra (...) Alcuni sanno dove vanno e sono fiduciosi nell'attesa di una vita migliore. Altri si limitano a fuggire e sono già contenti di essere vivi. Molti non giungono mai a destinazione.
Ho lavorato fra queste persone per 6 anni, in 40 paesi: per strada o nei campi profughi e nelle bidonville dove spesso finiscono.., erano spaventati, a disagio, umiliati. Però si lasciavano fotografare, perché, credo, volevano si sapesse che cosa stavano passando. Questa esperienza mi ha cambiato profondamente... Gli esseri umani emigrano da sempre, ma ora sta accadendo qualcosa di diverso (...) oggi più che mai sento che il genere umano è uno (...) Eppure, in quanto razza umana, sembriamo pericolosamente inclini all'autodistruzione. Forse è proprio da qui che deve partire la nostra riflessione: la nostra sopravvivenza e minacciata.., dobbiamo capire il presente. Le fotografie di questa mostra aprono uno squarcio sul nostro presente. Non possiamo permetterci di guardare dall' altra parte."
Sebastião Salgado
SEBASTIAO SALGADO - Biografia
“Io non fotografo i miserabili. Fotografo persone che hanno meno risorse, meno beni materiali.
Ho visto spesso la miseria in paesi ricchissimi. Per me miserabile è quello che non fa più parte di una comunità, che è isolato e che ha perso la speranza. Ho incontrato molta gente affamata. Non erano miserabili perché appartenevano ad una comunità, credevano in qualcosa. L’unico modo in cui le persone possono resistere, nella situazione difficile in cui si trovano è credere nella comunità.”
Sebastião Salgado nasce nel 1944 a Aimors, nello stato di Minas Gerais, in Brasile. Vive a Parigi. Dopo una formazione universitaria di economista e statistico decide, in seguito ad una missione in Africa, di diventare fotografo. Nel '73 realizza un reportage sulla siccità del Sahel, seguito da uno sulle condizioni di vita dei lavoratori immigrati in Europa. Nel '74 entra nell'agenzia Sygma e documenta la rivoluzione in Portogallo, la guerra in Angola e gli avvenimenti in Mozanabico. Entra a far parte nel 1975 dell'agenzia Gamma ed in seguito, nel 1979, della celebre cooperativa di fotografi Magnum Photos.
Lascia la Magnum nel 1994 per creare, insieme a Lelia Wanick Salgado, Amazonas Images, una struttura autonoma completamente dedicata al suo lavoro. Salgado si occupa soprattutto di reportage di impianto umanitario e sociale, consacrando mesi, se non addirittura anni, a sviluppare e approfondire tematiche di ampio respiro.
A titolo di esempio, possiamo citare i lunghi viaggi che, per sei anni, lo portano in America Latina per documentarsi sulla vita delle campagne. Questo lavoro ha dato vita al libro Other Americas. Salgado fotografa la tragedia della siccità nei paesi africani del Sahel e l’insieme di questo lavoro è stato organizzato in diverse esposizioni e due libri, a sostegno di Medicins sans Frontieres.
Durante i sei anni successivi Salgado concepisce e mette a punto un progetto su scala mondiale sul lavoro nei settori di base della produzione. Il risultato è La mano dell’uomo, una pubblicazione di 400 pagine del 1993 tradotta in sette lingue diverse e accompagnata da una mostra presentata finora in oltre sessanta musei e luoghi espositivi di tutto il mondo.
Dal 1993 al 1999 Salgado lavora sul tema dei movimenti di popolazione nel mondo. Questi reportage sono stati pubblicati, con regolarità, da molte riviste internazionali tra cui D la Repubblica delle donne in Italia, Stern in Germania, Paris Match in Francia, El Pais in Spagna, Visão in Portogallo, Rolling Stone e New York Magazine negli Stati Uniti e Folha di São Paulo in Brasile. Oggi, questo lavoro è presentato nei volumi In Cammino e Ritratti di bambini in cammino, due opere che accompagnano la mostra omonima edite in Italia da Contrasto.
14
dicembre 2004
Sebastiao Salgado – Exodus
Dal 14 al 30 dicembre 2004
fotografia
Location
S’AGAPO’
Milano, Via Lodovico Il Moro, 171, (Milano)
Milano, Via Lodovico Il Moro, 171, (Milano)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 22.00 alle 02.00. Chiuso il Giovedì
Vernissage
14 Dicembre 2004, ore 21
Autore