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Seduzione Impero
Tessuti d’arredamento dal 1780 ad oggi
Comunicato stampa
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La mostra “Seduzione Impero” si articola in due sezioni: una dedicata all’abbigliamento maschile e femminile e una dedicata ai tessuti di arredamento. Nelle sale dedicate a D. V. J. nella Galleria di Palazzo Spinola l'arredamento sarà re: si potranno ammirare le creazioni dei fantasiosi e raffinati creatori dei tessuti ‘Impero’ e alcune delle innumerevoli variazioni sul tema elaborate dai decoratori nei primi anni del Novecento e ancora oggi.
Il ruolo dei tessili nell'arredamento all'inizio del Settecento era stato notevolmente ridimensionato rispetto al passato, messo in ombra dagli stucchi e dai mobili dorati. Sul finire del secolo le stoffe vennero rivalutate come elemento indispensabile nella ricerca di rendere gli ambienti più confortevoli e caldi.
Furono usate per i tendaggi, per i letti, per le portiere, per le tappezzerie e per i rivestimenti di poltrone e sofà. Il repertorio neoclassico ha una linea perfettamente riconoscibile, pur avendo prodotto una grande varietà di motivi decorativi. Si spaziava dai decori più essenziali come le api, le stelle, le ghiande ad articolati disegni, con animali, figure, ghirlande, perline. Sfruttando la perfezione ormai raggiunta nella tecnica tessile, i tessitori non esitarono a cimentarsi con i disegni più complessi senza dimenticare che un disegno ad alto rapporto doveva servire sia per tappezzare le pareti, sia per rivestire le poltrone, senza che il decoro apparisse incompleto o tronco.
Il problema fu risolto brillantemente con l’inserimento, nelle volute delle grottesche, di medaglioni ispirati agli antichi cammei, ideali per piccole superfici, come le poltrone.
Né le sacerdotesse attorno all'altare, ancora presenti su tessuti prodotti a Lione, né le api e le stelle protagoniste hanno mai stancato i creatori di tessuti, anzi il loro continuo comparire rivela quanto li abbiano stimolati. Accanto alle stoffe antiche si vogliono, quindi, esporre quelle più recenti per permettere al pubblico di seguire ‘il cammino’ dei disegni più noti: stelle, ghirlande, fiocchi...
I tessuti recenti saranno esposti in modo che i visitatori possano accostarli e toccarli, così da non perdere l'esperienza tattile, un aspetto importante nell'apprezzamento di un tessuto, di cui non si può godere quando si ammirano le stoffe antiche.
La Collezione Tessile della Soprintendenza, che si è formata grazie all’acquisto da parte del Ministero di alcune delle più importanti collezioni conservate a Genova, può vantare un’eccezionale raccolta di tessuti nel gusto neoclassico e Impero. Un gusto, che affascinò i genovesi fin dagli ultimi decenni del Settecento; per seguirlo si modificarono le architetture e i decori dei palazzi e si acquistarono tessuti decorati con il disegni allora in voga per arredarli. La propensione per questo stile trova una singolare conferma nella presenza di certi decori, come il lampasso a fondo giallo con le sacerdotesse, in un telo della collezione e nelle poltrone di Palazzo Spinola, e ancora del lampasso a fondo rosso con i cigni in un altro telo della collezione e negli apparati tessili tardo settecenteschi di una villa privata. La ricchezza della collezione permette di seguire tutte le varianti allora di moda, come i tessuti rigati e fiorati.
Nel tardo Settecento si assiste al trionfo dei rigati: Gros de Tours o taffetà a righe di varie dimensioni e colori per arredamento; rasi e taffetà a righe più regolari e più strette per abbigliamento. Per le vesti femminili, spesso dopo l’utilizzo trasformate in parati sacerdotali, si fece spesso ricorso a tessuti in cui oltre ai colori si alternavano anche le armature (pékin), dando luogo a delicate rigature alle quali si intrecciano piccoli bouquets di fiori e nodini.
E’ molto singolare anche la raccolta di bordi, galloni, passamanerie e frange, testimonianze di una raffinatezza nella concezione di arredi en suite, caratteristica di quegli anni.
Oltre alle sete anche le tele di cotone stampato furono molto ricercate: gli aristocratici smaniavano per vesti realizzate con queste stoffe, sdegnando le sete più preziose e l’uso di questi tessuti, particolari per la commistione di disegno occidentali e orientali, si diffusero con un irrefrenabile crescendo anche nell’arredamento. Gli stampati prodotti fra le seconda metà del Settecento e la prima dell’Ottocento si possono classificare in tre grandi gruppi: i mezzari (grandi teli con campo centrale ornato dall’albero della vita), le “indiane” vere e proprie (teli di cotone venduti in pezza e stampati con piccoli decori a fiorellini, usati soprattutto per l’abbigliamento femminile) e le toiles de Jouy. Il nome deriva dalla produzione della manifattura Oberkampf attiva a Jouy fin dal 1759, poi si è esteso a tutte le stoffe stampate in monocromo, eseguite con la tecnica della matrice del rame inciso. Questa tecnica risultava assolutamente innovativa rispetto alla stampa con blocchi di legno e permetteva di disegnare sulle stoffe immagini più dettagliate; verrà ulteriormente migliorata con l’introduzione della stampa a rullo, che consentirà nel XIX secolo di rendere sterminato il repertorio dei soggetti da raffigurare, dalla storia antica alla contemporanea, dalla letteratura al teatro, dalle feste pastorali alle feste di genere, non abbandonando la riproduzione, in versione più economica, dei decori più in voga nei panni serici.
I gentili prestiti di alcuni rinomati decoratori, specializzati in arredi tessili, consentiranno al pubblico di “toccare con mano” quanto fascino il gusto impero esercita ancora oggi sulla produzione tessile attuale e, finalmente, di toccare letteralmente con mano i tessuti, per sentire la loro morbidezza e non limitarsi ad ammirarli nelle vetrine.
Il rapporto con l’oggi è sottolineato anche dalla presenza delle sedie in perspex disegnate da Philipp Starck (gentilmente prestate da “Via Garibaldi 12 Interior Design”): la loro linea essenziale esalta la ricchezza dei decori tardo settecenteschi. Un’ulteriore conferma della possibilità di vivere oggi senza cancellare, anzi valorizzando, le creazioni di ieri.
Prosegue, anche in questa occasione, la felice collaborazione della Soprintendenza con Ikea, che continua a offrire un prezioso sostegno alle nostre iniziative.
Il ruolo dei tessili nell'arredamento all'inizio del Settecento era stato notevolmente ridimensionato rispetto al passato, messo in ombra dagli stucchi e dai mobili dorati. Sul finire del secolo le stoffe vennero rivalutate come elemento indispensabile nella ricerca di rendere gli ambienti più confortevoli e caldi.
Furono usate per i tendaggi, per i letti, per le portiere, per le tappezzerie e per i rivestimenti di poltrone e sofà. Il repertorio neoclassico ha una linea perfettamente riconoscibile, pur avendo prodotto una grande varietà di motivi decorativi. Si spaziava dai decori più essenziali come le api, le stelle, le ghiande ad articolati disegni, con animali, figure, ghirlande, perline. Sfruttando la perfezione ormai raggiunta nella tecnica tessile, i tessitori non esitarono a cimentarsi con i disegni più complessi senza dimenticare che un disegno ad alto rapporto doveva servire sia per tappezzare le pareti, sia per rivestire le poltrone, senza che il decoro apparisse incompleto o tronco.
Il problema fu risolto brillantemente con l’inserimento, nelle volute delle grottesche, di medaglioni ispirati agli antichi cammei, ideali per piccole superfici, come le poltrone.
Né le sacerdotesse attorno all'altare, ancora presenti su tessuti prodotti a Lione, né le api e le stelle protagoniste hanno mai stancato i creatori di tessuti, anzi il loro continuo comparire rivela quanto li abbiano stimolati. Accanto alle stoffe antiche si vogliono, quindi, esporre quelle più recenti per permettere al pubblico di seguire ‘il cammino’ dei disegni più noti: stelle, ghirlande, fiocchi...
I tessuti recenti saranno esposti in modo che i visitatori possano accostarli e toccarli, così da non perdere l'esperienza tattile, un aspetto importante nell'apprezzamento di un tessuto, di cui non si può godere quando si ammirano le stoffe antiche.
La Collezione Tessile della Soprintendenza, che si è formata grazie all’acquisto da parte del Ministero di alcune delle più importanti collezioni conservate a Genova, può vantare un’eccezionale raccolta di tessuti nel gusto neoclassico e Impero. Un gusto, che affascinò i genovesi fin dagli ultimi decenni del Settecento; per seguirlo si modificarono le architetture e i decori dei palazzi e si acquistarono tessuti decorati con il disegni allora in voga per arredarli. La propensione per questo stile trova una singolare conferma nella presenza di certi decori, come il lampasso a fondo giallo con le sacerdotesse, in un telo della collezione e nelle poltrone di Palazzo Spinola, e ancora del lampasso a fondo rosso con i cigni in un altro telo della collezione e negli apparati tessili tardo settecenteschi di una villa privata. La ricchezza della collezione permette di seguire tutte le varianti allora di moda, come i tessuti rigati e fiorati.
Nel tardo Settecento si assiste al trionfo dei rigati: Gros de Tours o taffetà a righe di varie dimensioni e colori per arredamento; rasi e taffetà a righe più regolari e più strette per abbigliamento. Per le vesti femminili, spesso dopo l’utilizzo trasformate in parati sacerdotali, si fece spesso ricorso a tessuti in cui oltre ai colori si alternavano anche le armature (pékin), dando luogo a delicate rigature alle quali si intrecciano piccoli bouquets di fiori e nodini.
E’ molto singolare anche la raccolta di bordi, galloni, passamanerie e frange, testimonianze di una raffinatezza nella concezione di arredi en suite, caratteristica di quegli anni.
Oltre alle sete anche le tele di cotone stampato furono molto ricercate: gli aristocratici smaniavano per vesti realizzate con queste stoffe, sdegnando le sete più preziose e l’uso di questi tessuti, particolari per la commistione di disegno occidentali e orientali, si diffusero con un irrefrenabile crescendo anche nell’arredamento. Gli stampati prodotti fra le seconda metà del Settecento e la prima dell’Ottocento si possono classificare in tre grandi gruppi: i mezzari (grandi teli con campo centrale ornato dall’albero della vita), le “indiane” vere e proprie (teli di cotone venduti in pezza e stampati con piccoli decori a fiorellini, usati soprattutto per l’abbigliamento femminile) e le toiles de Jouy. Il nome deriva dalla produzione della manifattura Oberkampf attiva a Jouy fin dal 1759, poi si è esteso a tutte le stoffe stampate in monocromo, eseguite con la tecnica della matrice del rame inciso. Questa tecnica risultava assolutamente innovativa rispetto alla stampa con blocchi di legno e permetteva di disegnare sulle stoffe immagini più dettagliate; verrà ulteriormente migliorata con l’introduzione della stampa a rullo, che consentirà nel XIX secolo di rendere sterminato il repertorio dei soggetti da raffigurare, dalla storia antica alla contemporanea, dalla letteratura al teatro, dalle feste pastorali alle feste di genere, non abbandonando la riproduzione, in versione più economica, dei decori più in voga nei panni serici.
I gentili prestiti di alcuni rinomati decoratori, specializzati in arredi tessili, consentiranno al pubblico di “toccare con mano” quanto fascino il gusto impero esercita ancora oggi sulla produzione tessile attuale e, finalmente, di toccare letteralmente con mano i tessuti, per sentire la loro morbidezza e non limitarsi ad ammirarli nelle vetrine.
Il rapporto con l’oggi è sottolineato anche dalla presenza delle sedie in perspex disegnate da Philipp Starck (gentilmente prestate da “Via Garibaldi 12 Interior Design”): la loro linea essenziale esalta la ricchezza dei decori tardo settecenteschi. Un’ulteriore conferma della possibilità di vivere oggi senza cancellare, anzi valorizzando, le creazioni di ieri.
Prosegue, anche in questa occasione, la felice collaborazione della Soprintendenza con Ikea, che continua a offrire un prezioso sostegno alle nostre iniziative.
05
maggio 2005
Seduzione Impero
Dal 05 maggio 2005 al 05 maggio 2006
arti decorative e industriali
Location
GALLERIA NAZIONALE DI PALAZZO SPINOLA
Genova, Piazza Di Pellicceria, 1, (Genova)
Genova, Piazza Di Pellicceria, 1, (Genova)
Orario di apertura
da martedì a sabato 8.30-19.30. Domenica e festivi 13,30-19,30
Curatore