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Segni
La Mostra d’Arte Contemporanea “Segni”, vede protagoniste le opere degli artisti maceratesi Gloria Cervigni, Hernàn Chavar e Marco Cingolani. Il loro lavoro prende linfa dalla terra in cui sono cresciuti, luoghi ricchi di vitalità, dove sono cresciuti.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La Mostra d’Arte Contemporanea “Segni”, alla Galleria di Architettura “come se” di San Lorenzo a Roma, vede protagoniste le opere degli artisti maceratesi Gloria Cervigni, Hernàn Chavar e Marco Cingolani.
Il loro lavoro prende linfa dalla terra in cui sono cresciuti, luoghi ricchi di vitalità, dove è presente da un punto di vista culturale un forte dibattito tra una lunga e ricca tradizione ed i più aggiornati movimenti.
Contrapposizione questa che, quando non subisce l’influenza sterile di quello che potremmo definire
“il modello dello scontro” tipico della cultura italiana, diviene elemento di grande ricchezza, in quanto porta ad una profonda riflessione, spesso inconscia e dolorosa per chi, indagando nel campo delle arti, acquisisce una spiccata sensibilità, all’interno di questo continuo dibattito fatto di costanti interrelazioni.
Questo fa si che la ricerca dei tre artisti non sia descrivibile mediante una “linea retta”, ma “ondeggiante” che entra ed esce all’interno di queste diverse aree d’indagine, disegnando tramite compenetrazioni a vari livelli d’ intensità, un “paesaggio intrecciato”; leggibile attraverso le loro opere.
Il sostantivo “Segni”, da cui il titolo della mostra, ci offre la chiave di lettura privilegiata che accomuna le opere degli artisti maceratesi.
Segni, sospesi in equilibrio su di una linea che diviene confine tra l’effimero ed il materiale, tra il tangibile e l’intangibile.
Segni di una trasformazione, di una metamorfosi incessante, drammatica, a tratti mostruosa.
Segni generatori; di cotone, nylon, ferro o china. Essi costruiscono, danno vita alle forme che possono essere piene, vuote e trasparenti allo stesso tempo.
Segni attorcigliati, ferrosi o di una gestualità violenta, che denunciano non una struttura fisica, ma uno stato d’animo, un’inquietudine spesso dolorosa che viene con fatica, attraverso le opere, tirata fuori.
Ad unire poi Gloria, Hernàn e Marco è il concetto etico di arte, ossia quel portare avanti una ricerca espressiva nella massima libertà, ma senza rincorrere in facili formalismi, perseguendo per se e per la propria personale soddisfazione un percorso artistico, che come direbbe Richard Sennet vive nel segno del lavoro ben fatto, con intelligenza, sapienza manuale e conoscenza.
Il loro lavoro prende linfa dalla terra in cui sono cresciuti, luoghi ricchi di vitalità, dove è presente da un punto di vista culturale un forte dibattito tra una lunga e ricca tradizione ed i più aggiornati movimenti.
Contrapposizione questa che, quando non subisce l’influenza sterile di quello che potremmo definire
“il modello dello scontro” tipico della cultura italiana, diviene elemento di grande ricchezza, in quanto porta ad una profonda riflessione, spesso inconscia e dolorosa per chi, indagando nel campo delle arti, acquisisce una spiccata sensibilità, all’interno di questo continuo dibattito fatto di costanti interrelazioni.
Questo fa si che la ricerca dei tre artisti non sia descrivibile mediante una “linea retta”, ma “ondeggiante” che entra ed esce all’interno di queste diverse aree d’indagine, disegnando tramite compenetrazioni a vari livelli d’ intensità, un “paesaggio intrecciato”; leggibile attraverso le loro opere.
Il sostantivo “Segni”, da cui il titolo della mostra, ci offre la chiave di lettura privilegiata che accomuna le opere degli artisti maceratesi.
Segni, sospesi in equilibrio su di una linea che diviene confine tra l’effimero ed il materiale, tra il tangibile e l’intangibile.
Segni di una trasformazione, di una metamorfosi incessante, drammatica, a tratti mostruosa.
Segni generatori; di cotone, nylon, ferro o china. Essi costruiscono, danno vita alle forme che possono essere piene, vuote e trasparenti allo stesso tempo.
Segni attorcigliati, ferrosi o di una gestualità violenta, che denunciano non una struttura fisica, ma uno stato d’animo, un’inquietudine spesso dolorosa che viene con fatica, attraverso le opere, tirata fuori.
Ad unire poi Gloria, Hernàn e Marco è il concetto etico di arte, ossia quel portare avanti una ricerca espressiva nella massima libertà, ma senza rincorrere in facili formalismi, perseguendo per se e per la propria personale soddisfazione un percorso artistico, che come direbbe Richard Sennet vive nel segno del lavoro ben fatto, con intelligenza, sapienza manuale e conoscenza.
12
maggio 2012
Segni
Dal 12 al 31 maggio 2012
arte contemporanea
presentazione
incontro - conferenza
presentazione
incontro - conferenza
Location
COME SE
Roma, Via Dei Bruzi, 4, (Roma)
Roma, Via Dei Bruzi, 4, (Roma)
Orario di apertura
lun-giov: 10.30-13.00 | 16.30-20.00
ven-dom: 10.30-13.00 | 16.30-23.00
Vernissage
12 Maggio 2012, ore 17.30
Autore
Curatore