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Segni di confine. La riconquista dell’io umano
Gli artisti sono stati chiamati a interpretare il concetto di confine-non confine, di libertà-non libertà, di verità-non verità.
Comunicato stampa
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Venticinque artisti per un tema suggestivo e quanto mai attuale: il confine, scandagliato in tutte le sue accezioni. È questo il fil rouge della mostra itinerante “Segni di confine. La riconquista dell’io umano” che si inaugurerà al Mitreo, il Centro di Arte Contemporanea di Corviale diretto da Monica Melani, domenica 10 febbraio 2008 dopo aver fatto tappa in Turchia ad “Artist 2007” - Istanbul Art Fair, all’interno del padiglione dell’Istituto Italiano di Cultura, e nel nuovo Palazzo dell’ICE – Istituto Italiano per il Commercio Estero.
Pittori (Elio De Luca, Nino De Luca, Bruno Di Lecce, Gaetano Di Riso, Stefania Fabrizi, Paolo Fiorellini, Giuliano Ghelli, Julia Landrichter, Hannu Palosuo, Nicola Perucca, Pupillo, Alfredo Rapetti, Karl Stengel, Lolita Timofeeva), scultori (Peter Demetz, Eugenio Riotto), fotografi (Roberto D’Alberto, Patrizia Dottori, Rodolfo Fiorenza, Sara Munari, Carlo Pettinelli, Cristiano Quadraroli, Francesca Ripamonti, Roberto Vignoli) e videoartisti (Claudia Ballesio) sono stati chiamati dal curatore della mostra a interpretare il concetto di confine-non confine, di libertà-non libertà, di verità-non verità. Ne scaturirà un evento completamente inedito, di grande impatto emotivo con una precisa e marcata identità, rafforzata proprio dalla diversità degli artisti e delle espressioni artistiche scelte. Ogni artista ha offerto la propria interpretazione del segno di confine: sociale, geografica, politica o dimensionale. Se la globalizzazione ha creato le basi per l’abbattimento di ogni barriera, l’informatica e Internet ci invitano a mantenere intatti quei confini ideologico-culturali che, nell’incontro-confronto con altri popoli, potranno contraddistinguere il background di ogni persona.
“Osservare un confine e attraversarlo – scrive Maurizio Vanni nel catalogo edito dalla Carlo Cambi Editore (64 pp., italiano/inglese) – è un’operazione che incuriosisce, stimola e innesca nel nostro immaginario una serie di pensieri e stati d’animo. Un confine non sempre separa, anzi, molte volte unisce: lanciando lo sguardo dall’altra parte si cercano diversità da apprendere e somiglianze nelle quali ritrovarsi. Quando un segno di confine viene varcato può significare che l’uomo ha compiuto un ulteriore passo in avanti nel proprio sviluppo e che, nell’immediato, si è creata una nuova demarcazione, uno scopo inedito e un obiettivo più ambizioso da superare. Se è vero che basta dare il nome a una cosa per farla esistere, non sarà difficile trasformare il segno di confine in una sorta di stargate dimensionale, un passaggio attraverso il quale accedere in un'altra dimensione dove tutte le cose, pur rimanendo uguali e se stesse, si concretizzano in modo diverso da come le percepiamo nella dimensione abituale. Sogno, follia o capacità di andare oltre?”.
Note biografiche di Maurizio Vanni
Museologo, storico e critico d’arte. Dopo aver conseguito una laurea in Art Management a Saint Louis nel Missouri ed aver ottenuto un Master in “Arte e tecnologia scientifica. Simulazione e interattività”, rientra in Italia e si laurea, a Firenze, in Storia dell’Arte specializzandosi in Museologia. Ha pubblicato 70 libri. Tra i volumi recenti editi da Carlo Cambi Editore: “Surrealisti. Tra ragione e istinto”, “Gruppo Cobra. Creatività e provocazione”, “Il Nouveau Réalisme e la cultura contemporanea”, “André Masson. La ricerca dell’oltre”, “Chris Daze Ellis. Climate paintings and monochromes” e “Robert Combas. Joke’r”.
Ha tenuto conferenze, presentato libri, creato progetti museologici e curato più di 400 esposizioni d’arte in Italia e all’estero (Francia, Spagna, Russia, Lettonia, Germania, Turchia, Cina, Taiwan, Argentina, ecc.) in Musei, Fondazioni e Università. Attualmente è inserito nel Comitato Scientifico della Fondazione-Museo Primo Conti di Fiesole e del M’ARS Contemporary Art Museum di Mosca. Sta preparando, inoltre, una mostra itinerante antologica di Vincenzo Balsamo, un evento con Sandro Chia per il Contemporary Art Museum di Boca Raton (Miami) e sta ordinando il Lu.C.C.A. (Lucca Center of Contemporary Art).
Pittori (Elio De Luca, Nino De Luca, Bruno Di Lecce, Gaetano Di Riso, Stefania Fabrizi, Paolo Fiorellini, Giuliano Ghelli, Julia Landrichter, Hannu Palosuo, Nicola Perucca, Pupillo, Alfredo Rapetti, Karl Stengel, Lolita Timofeeva), scultori (Peter Demetz, Eugenio Riotto), fotografi (Roberto D’Alberto, Patrizia Dottori, Rodolfo Fiorenza, Sara Munari, Carlo Pettinelli, Cristiano Quadraroli, Francesca Ripamonti, Roberto Vignoli) e videoartisti (Claudia Ballesio) sono stati chiamati dal curatore della mostra a interpretare il concetto di confine-non confine, di libertà-non libertà, di verità-non verità. Ne scaturirà un evento completamente inedito, di grande impatto emotivo con una precisa e marcata identità, rafforzata proprio dalla diversità degli artisti e delle espressioni artistiche scelte. Ogni artista ha offerto la propria interpretazione del segno di confine: sociale, geografica, politica o dimensionale. Se la globalizzazione ha creato le basi per l’abbattimento di ogni barriera, l’informatica e Internet ci invitano a mantenere intatti quei confini ideologico-culturali che, nell’incontro-confronto con altri popoli, potranno contraddistinguere il background di ogni persona.
“Osservare un confine e attraversarlo – scrive Maurizio Vanni nel catalogo edito dalla Carlo Cambi Editore (64 pp., italiano/inglese) – è un’operazione che incuriosisce, stimola e innesca nel nostro immaginario una serie di pensieri e stati d’animo. Un confine non sempre separa, anzi, molte volte unisce: lanciando lo sguardo dall’altra parte si cercano diversità da apprendere e somiglianze nelle quali ritrovarsi. Quando un segno di confine viene varcato può significare che l’uomo ha compiuto un ulteriore passo in avanti nel proprio sviluppo e che, nell’immediato, si è creata una nuova demarcazione, uno scopo inedito e un obiettivo più ambizioso da superare. Se è vero che basta dare il nome a una cosa per farla esistere, non sarà difficile trasformare il segno di confine in una sorta di stargate dimensionale, un passaggio attraverso il quale accedere in un'altra dimensione dove tutte le cose, pur rimanendo uguali e se stesse, si concretizzano in modo diverso da come le percepiamo nella dimensione abituale. Sogno, follia o capacità di andare oltre?”.
Note biografiche di Maurizio Vanni
Museologo, storico e critico d’arte. Dopo aver conseguito una laurea in Art Management a Saint Louis nel Missouri ed aver ottenuto un Master in “Arte e tecnologia scientifica. Simulazione e interattività”, rientra in Italia e si laurea, a Firenze, in Storia dell’Arte specializzandosi in Museologia. Ha pubblicato 70 libri. Tra i volumi recenti editi da Carlo Cambi Editore: “Surrealisti. Tra ragione e istinto”, “Gruppo Cobra. Creatività e provocazione”, “Il Nouveau Réalisme e la cultura contemporanea”, “André Masson. La ricerca dell’oltre”, “Chris Daze Ellis. Climate paintings and monochromes” e “Robert Combas. Joke’r”.
Ha tenuto conferenze, presentato libri, creato progetti museologici e curato più di 400 esposizioni d’arte in Italia e all’estero (Francia, Spagna, Russia, Lettonia, Germania, Turchia, Cina, Taiwan, Argentina, ecc.) in Musei, Fondazioni e Università. Attualmente è inserito nel Comitato Scientifico della Fondazione-Museo Primo Conti di Fiesole e del M’ARS Contemporary Art Museum di Mosca. Sta preparando, inoltre, una mostra itinerante antologica di Vincenzo Balsamo, un evento con Sandro Chia per il Contemporary Art Museum di Boca Raton (Miami) e sta ordinando il Lu.C.C.A. (Lucca Center of Contemporary Art).
10
febbraio 2008
Segni di confine. La riconquista dell’io umano
Dal 10 al 29 febbraio 2008
arte contemporanea
Location
IL MITREO
Roma, Via Marino Mazzacurati, 61, (Roma)
Roma, Via Marino Mazzacurati, 61, (Roma)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì ore 18.00-20.00
Vernissage
10 Febbraio 2008, ore 12,00-17,00
Editore
CARLO CAMBI
Autore
Curatore