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Segni interiori/Disegni esteriori
Disegni e incisioni di Maria Pina Bentivenga, Gianna Bentivenga ed Emma Licata
Comunicato stampa
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Intitolata “Segni interiori/Disegni esteriori”, la mostra, a cura di Davide Scardino e Salvatore D’Amico, presenta i disegni e le incisioni di Gianna e Maria Pina Bentivenga, attive a Roma, e di Emma Licata, attiva a Bologna. Si tratta di un piccolo ma significativo evento, che si inserisce nel più vasto contesto di attività dei curatori della mostra e delle artiste invitate, con l’intenzione di fornire un ulteriore momento di approfondimento sulle rispettive attività.
Rappresentazioni di piante, corpi, volti e oggetti si alternano, presentando non solo una varietà di figure ma anche una varietà di tecniche, di approcci, di esiti e di intenzioni.
Visibilmente e sotterraneamente in contrasto i lavori proposti, dai quali emergono le due anime dell’esposizione. Costruita appunto come luogo di pratica e di confronto fra diversi modi di concepire il fare artistico e di agire la tecnica, la mostra si propone di alternare la poetica dell’espressione propria - seppure secondo intenzioni sostanzialmente diverse - di Gianna e di Maria Pina Bentinvegna, con l’approccio di natura più strettamente concettuale proposto da Emma Licata.
Di Gianna Bentivenga vengono proposti alcuni disegni “con figure interessanti per l’andamento delle linee stilizzate e per i colori dalle forti tonalità sanguigne” – come scrive Davide Scardino - “che rendono drammaticamente ora i corpi ora i volti rappresentati, fornendo come una denuncia del senso di disperazione che deriva forse all’artista dalla sua coscienza della condizione umana”.
Sapiente e maturo il tratto di Maria Pina Bentivenga, artista già affermata a livello internazionale e presente in mostra con alcune delle sue incisioni che hanno come tema gli alberi e i tronchi. Scrive Salvatore D’Amico: “Con la finezza del suo tratto la Bentivenga scava l’interiorità dei soggetti che rappresenta, esprimendo un discorso che sfocia immediatamente nella dimensione dello spirito. E’ la certosina applicazione dell’artista nei confronti della tecnica ad imporsi immediatamente come punto di partenza per interpretare ciò che ella ricrea ad arte: la natura. I tronchi sembrano quasi cuori umani, con le arterie che si diramano pietrificate, diventati cavernosi. E’ la loro forma a liberare la fantasia e a spingere lo sguardo a leggere in essa gli esiti di una immobile arte dell’immaginario”.
Di origine completamente diversa l’operazione di Emma Licata, che sceglie di ripescare dal bagaglio delle sue realizzazioni passate alcune incisioni che aveva eseguito ai tempi del suo apprendistato accademico. Si tratta di rappresentazioni di oggetti quotidiani realizzati “dal vero”, ma con l’occhio rivolto inconfondibilmente al magistero dei classici (Seurat e Morandi). L’originalità dell’operazione sta allora nell’idea di proporre come una sorta di “object trouvé“ queste incisioni, reperti forse ora completamente compresi dalla stessa artista, rimemorazione di una esperienza, testimoni di un gesto – quello dell’averli (ri)proposti – che apre verso gli orizzonti dell’arte più squisitamente concettuale.
Rappresentazioni di piante, corpi, volti e oggetti si alternano, presentando non solo una varietà di figure ma anche una varietà di tecniche, di approcci, di esiti e di intenzioni.
Visibilmente e sotterraneamente in contrasto i lavori proposti, dai quali emergono le due anime dell’esposizione. Costruita appunto come luogo di pratica e di confronto fra diversi modi di concepire il fare artistico e di agire la tecnica, la mostra si propone di alternare la poetica dell’espressione propria - seppure secondo intenzioni sostanzialmente diverse - di Gianna e di Maria Pina Bentinvegna, con l’approccio di natura più strettamente concettuale proposto da Emma Licata.
Di Gianna Bentivenga vengono proposti alcuni disegni “con figure interessanti per l’andamento delle linee stilizzate e per i colori dalle forti tonalità sanguigne” – come scrive Davide Scardino - “che rendono drammaticamente ora i corpi ora i volti rappresentati, fornendo come una denuncia del senso di disperazione che deriva forse all’artista dalla sua coscienza della condizione umana”.
Sapiente e maturo il tratto di Maria Pina Bentivenga, artista già affermata a livello internazionale e presente in mostra con alcune delle sue incisioni che hanno come tema gli alberi e i tronchi. Scrive Salvatore D’Amico: “Con la finezza del suo tratto la Bentivenga scava l’interiorità dei soggetti che rappresenta, esprimendo un discorso che sfocia immediatamente nella dimensione dello spirito. E’ la certosina applicazione dell’artista nei confronti della tecnica ad imporsi immediatamente come punto di partenza per interpretare ciò che ella ricrea ad arte: la natura. I tronchi sembrano quasi cuori umani, con le arterie che si diramano pietrificate, diventati cavernosi. E’ la loro forma a liberare la fantasia e a spingere lo sguardo a leggere in essa gli esiti di una immobile arte dell’immaginario”.
Di origine completamente diversa l’operazione di Emma Licata, che sceglie di ripescare dal bagaglio delle sue realizzazioni passate alcune incisioni che aveva eseguito ai tempi del suo apprendistato accademico. Si tratta di rappresentazioni di oggetti quotidiani realizzati “dal vero”, ma con l’occhio rivolto inconfondibilmente al magistero dei classici (Seurat e Morandi). L’originalità dell’operazione sta allora nell’idea di proporre come una sorta di “object trouvé“ queste incisioni, reperti forse ora completamente compresi dalla stessa artista, rimemorazione di una esperienza, testimoni di un gesto – quello dell’averli (ri)proposti – che apre verso gli orizzonti dell’arte più squisitamente concettuale.
12
agosto 2007
Segni interiori/Disegni esteriori
Dal 12 al 18 agosto 2007
disegno e grafica
Location
LIDO BAIADERA
Oliveri, centro storico, (Messina)
Oliveri, centro storico, (Messina)
Orario di apertura
dalle 21:30 all’01:30
Autore
Curatore